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venerdì 15 aprile 2016

Senza consenso di Jon Krakauer Recensione

Buon venerdì! Alle porte di questo nuovo fine settimana vi parlo di un romanzo basato su delle indagini pubblicato da Corbaccio che mi ha incuriosito fin dalla sua uscita in libreria. Senza consenso di Jon Krakauer è una storia cruda e reale che mette alla prova la vostra capacità di accettazione e di consapevolezza di certi aspetti molto inquietanti della mente umana.



Titolo: Senza consenso
Autore: Jon Krakauer
Editore: Corbaccio
Pagine: 396
Genere: Romanzo
Prezzo: 19,60
Uscita: 2016

TRAMA


Missoula, Montana, è una tipica città universitaria come ce ne sono in tutto il mondo. Dal 2008 al 2012 nel campus dell’università sono stati denunciati ben 350 casi di violenza sessuale, meno probabilmente di quanti non ne siano avvenuti e ben più di quanti non siano poi stati effettivamente condannati. Gli stupri perpetrati da conoscenti sono un tipo di crimine molto particolare, perché spesso la vittima desta più sospetti del presunto violentatore. Spesso la violenza avviene durante una festa, la ragazza magari aveva bevuto, aveva una vita sessualmente attiva… così in molti casi sotto processo finisce proprio la vittima, la cui vita viene indagata impietosamente nei minimi dettagli. In questo libro, Krakauer non giudica, non raccoglie statistiche, ma racconta la storia di alcune ragazze. La notte in cui sono state violentate, le loro paure, il modo in cui sono state trattate dalla polizia, dagli avvocati, dalla stampa, le loro angosce private e il vilipendio pubblico, il loro coraggio nel chiedere giustizia e quanto è loro costato. Krakauer parla di un college, di uno stato americano, di un sistema giudiziario, ma «Senza consenso» parla alle donne e agli uomini di ogni società e di ogni paese che voglia considerarsi civile.

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Senza consenso è un libro basato su molte ricerche ed altrettante testimonianze riportate da Jon Krakauer, autore di Aria sottile. La storia raccontata non è romanzata, almeno non come ci si potrebbe aspettare dal punto di vista strettamente narrativo. 
La verità o meglio, la presunta ricerca della stessa, è alla base della scrittura dell’autore che si presenta soprattutto come fonte di informazione e di diffusione della parola e della conoscenza riguardante un argomento molto importante ed altrettanto spinoso: lo stupro. 
L’ambientazione coincide con Missoula, nel Montana, e precisamente analizza una serie di fatti accaduti tra il 2008 e il 2012 nel campus universitario della zona, dove venne perpetrata una serie lunghissima di stupri a danno di donne innocenti. 
Ma il punto è proprio questo. Erano davvero vittime di quelle indicibili violenze? 
Gli stupratori sono intrappolati nella loro stessa visone del mondo. A queste persone manca la capacità di vedere ciò che fanno dalla prospettiva delle loro vittime. Vivono in un mondo tutto loro e spesso nel loro mondo domina un fortissimo senso di diritto acquisito.
L’autore parte proprio da questa domanda e fornisce tutti gli indizi a sua disposizione per mettere in moto un meccanismo sia di riflessione ma soprattutto di presa di coscienza da parte del lettore che si trova davanti non una storia ma un intreccio di più storie che narrano di come questi presunti stupri sono avvenuti e le vicissitudini che li hanno preceduti. 
Ciò su cui è importante porre l’attenzione prima di tutto, è il riconoscimento insindacabile che tutte quelle violenze sono avvenute da parte di conoscenti. Questo significa che le vittime di quegli stupri conoscevano i loro aggressori, magari li frequentavano anche e verso di essi avevano persino mostrato un qualche interesse proprio come è accaduto ad una delle vittime che nel libro ha un nome falso per non rivelare la sua vera identità. La donna racconta di aver frequentato il giocatore di football Johnson e di aver passato diverse serate con lui prima di quella definitiva, nella quale si è consumata la violenza. La ragazza, di nome Cecilia nel romanzo, racconta la propria versione dei fatti e il giovane atleta viene in un primo tempo allontanato dall’università per poi essere nuovamente ammesso in un secondo momento.
Si stima che grossomodo l'ottantacinque per cento degli stupri sia in realtà commesso da aggressori che conoscono in qualche modo le loro vittime e che solo una percentuale ridotta di stupri da parte di non sconosciuti sfoci nell'effettivo processo penale ai danni dello stupratore.
L’autore pone l’attenzione proprio su questo aspetto: l’ingiustizia e l’incredulità che circondano una confessione del genere da parte di una donna e che invece di aiutarla e di sostenerla, finisce inevitabilmente per annientarla. Egli è convinto che lo stupro sia l’unico caso di violenza in cui è la vittima ad essere accusata e a finire sotto processo, ma perché? 
Per mille motivi. Primo fra tutti, la società non è ben disposta a crederle, ad accettare che una donna possa subire un oltraggio simile quando magari era ubriaca, aveva una vita sessuale attiva o accusa il proprio aggressore semplicemente per vendicarsi o per fargli un dispetto. 
In altre parole le vittime di stupro prima di essere credute, vengono quasi sempre considerate come delle streghe, delle arpie, delle vere e proprie macchinatrici di inganni e mistificazioni a discapito del povero malcapitato di turno. 
Krakauer non critica né giudica le storie che racconta ma fornisce un quadro estremamente chiaro e lucido di quegli avvenimenti. Egli stesso ammette di non essersi mai soffermato su questo problema e di non aver mai riflettuto molto sul fatto che gli stupri sono davvero tanti e che la maggior parte restano impuniti. Il risveglio della sua coscienza a proposito di questo argomento, avviene quando gli capita di parlare con una sua conoscente che gli racconta di aver subito ripetuti abusi sia nell’infanzia che da adulta e l’autore rivela di aver provato tanta vergogna. Vergogna per non aver mai pensato alla gravità di questi fatti e di non essersi mai soffermato a riflettere sulle loro modalità. Proprio per questo motivo decide di effettuare una serie lunghissima di ricerche e di parlare con le vittime per quanto possibile, scrivendo un libro con uno stile molto tecnico e lineare, dove non ci sono aspetti romanzati ma bensì momenti in cui sono gli atti giudiziari, i responsi della polizia, e le voci delle vittime e degli stupratori che prendono nettamente il sopravvento. 
http://www.deviantart.com/art/she-is-a-woman-409521019

Senza consenso pone l’attenzione sulla figura della donna e sul suo ruolo nella nostra società, sul come viene interpretata e vista da un mondo misogino e qualunquista. Un libro che sta dalla parte delle donne, che racconta in modo chiaro e spassionato, a volte persino straziante, ciò che devono subire nella loro solitudine e paura. L’arma più forte di uno stupro è il silenzio. Krakauer lo riconosce come il nemico più grande e cerca di evidenziare quali sono i meccanismi psicologici femminili che stanno dietro alla scelta di non parlare. 
Gli stupri dichiarati sono tanti, tantissimi, immaginate quanti ancora non sono mai stati confessati e non verranno mai alla luce, perché ancora oggi, dopo tante lotte e sacrifici, la donna subisce inevitabilmente il terrore della confessione temendo di non essere creduta o ancora peggio, di essere vittima di qualcosa di molto più doloroso ed angosciante. 
Senza consenso non è un libro facile, affronta una tematica delicata e tormentata, nella quale è la voce delle vittime ad essere ascoltata ma anche il background che le ospita a partire dalle scelte e dagli atteggiamenti della giustizia che in questi casi, sembra non essere capace di reagire. 
Il tasso di violenze è alto e non è solo questione di pratica, non si tratta solo di aggressioni fisiche ma anche di tutti quei comportamenti, quei gesti, quelle recriminazioni velate ma incisive che accompagnano la loro vita, rendendole schiave di una società che tende a zittirle e a manipolarle. 
La sua analisi è accurata e non priva di indignazione al fine di mettere alla luce i maltrattamenti delle donne che vanno ben oltre uno stupro. 
Per chi volesse leggere qualcosa di molto diverso, non privo di inquietudine e di realismo, e guardare più da vicino un aspetto che ci riguarda tutti, qualcosa che abbia un alto valore sociale e psicologico, che ci aiuti a capire ciò che ci circonda, Senza consenso è un libro forte e diretto per chi ama guardare le cose in faccia, chiamarle con il proprio nome e senza mezze misure.

8 commenti:

  1. Me l'ha caldamente consigliato una lettrice e l'ho subito inserito nei Maybes :) bellissima recensione ♥

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    1. Grazie mille, Chiara! E' un piacere leggere un tuo commento! Leggerò con curiosità la tua recensione se lo recensirai. <3

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  2. Ciao! Non conoscevo questo libro... Sinceramente non so se avrò mai il coraggio di leggerlo. Quando si tratta di questa tematica, spesso nasce in me una rabbia che credo potrebbe ostacolare la mia lettura. Comunque concordo su quello che dice l'autore riguardo al sessismo che ancora permette ad alcuni stupratori di girare impuniti :-(
    A presto :-)

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    1. Ciao Silvia. E' un libro che punta decisamente su questo argomento e lascia poco spazio a tutto il resto. E' un modo per guardare da vicino questo tipo di situazioni e dunque bisogna essere predisposti ad affrontare questo tipo di letture. A me interessa molto questo genere di argomentazioni per tanti motivi, ecco perchè l'ho letto. Di certo non lascia indifferenti . :-)

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  3. Questo sì è un libro ma rispecchia eccome la realtà, purtroppo.
    La violenza sessuale è l'apice della violenza che spesso nasce anche tra le mura domestiche, e mette terrore però è così: chi ti fa male, chi ti umilia con l'intenzione di ferirti è chi pensa che gli spetti di diritto, un diritto acquisito per l'appunto, perché... UOMO. Ho visto parecchi film dove l'oggetto è violenza e violenza e violenza, tra questi: I spit on your grave, è da vedere per poter capire, hanno fatto pure un seguito e un terzo dove la protagonista del primo si prende, di nuovo, il suo bel riscatto, ma c'è davvero da mettersi le mani nei capelli... non aggiungo altro, che è meglio.

    Bellissima recensione, Antonietta. :-))))

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    1. Ciao Federica, non ho visto il film che hai citato e devo dire che mi interessa vederlo, quindi ti ringrazio per averlo nominato!
      La maggior parte delle violenze avviene proprio tra le mura domestiche e anche se in questo libro non si parla di questo, comunque si pone l'attenzione sulla conoscenza che intercorre tra vittima ed aggressore che è il punto fondamentale.

      Grazie! Un abbraccio forte! <3<3<3

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    2. Ciao Antonietta, te lo consiglio... non perché sia uno di quei film imperdibili, tutt'altro, solo per rendersi veramente conto di che razza di violenza dobbiamo subire noi donne ma che alla fine siamo noi a dimostrare quanto siamo forti, non gli uomini, alla faccia loro!!!!!!!!!
      Li trovi benissimo su You Tube. <3

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    3. Come ti dicevo mi interessa molto e cercherò di vederlo, poi ne parleremo insieme! <3

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