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giovedì 8 settembre 2016

Le Cronache di Ravanphis di Alessandro Bugliazzini Recensione + Intervista!

Buon giovedì! La recensione di oggi è dedicata ad un romanzo Fantasy corposo e molto interessante. Lo stile dell'autore, Alessandro Bugliazzini è perfetto per la storia, e la trama di Le Cronache di Ravanphis è un intreccio di mistero e leggende. La presenza della magia è molto forte come quella del mare. Per chi adora questo tipo di atmosfere è una lettura che consiglio! 


Titolo: Le Cronache di Ravanphis
Autore: Alessandro Bugliazzini
Editore: Selfpublishing
Genere: Fantasy
Pagine: 822
Prezzo: eBook 2,99
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TRAMA


Il mondo di Ràvanphis è profondamente diviso dal mare e da insormontabili montagne. Pharados, un uomo dai poteri quasi divini e mosso dal rancore più profondo, viene cacciato dal luogo in cui è nato fino ad arrivare ad una terra lontana, dove non può essere ostacolato e sulla quale costituisce il proprio impero. La crudeltà e il potere dei suoi discendenti si affievolisce con il passare dei secoli, fino al giorno in cui uno di questi, l'imperatore Tusna, inizia a comprendere quanto gli è stato segretamente tramandato e il desiderio di vendetta all'interno della propria essenza. Un uomo coraggioso, Farthan, accompagnato da Kalatur, uno strano e misterioso criminale che lui considera come la propria nemesi, partiranno per volere di Tusna alla volta di Tyrnémos, le terre ad ovest dell'impero oltre un grande mare; tanto lontane da essere sconosciute agli abitanti dell'impero e cariche di una magia che tutti credono inesistente. Ma Tyrnémos si rivelerà il luogo peggiore nel quale potessero capitare; l'influenza degli antichi poteri di quelle terre, le sue maledizioni e un terribile esercito nero, si riveleranno tanto forti da rendere la sorte di ogni suo abitante, o viaggiatore, una continua sfida contro l'orribile e mortale natura di quei luoghi.


















Le cronache di Ravanphis è un romanzo che segue in modo chiaro e preciso le caratteristiche del genere narrativo a cui inevitabilmente fa riferimento. E’ un Fantasy ben costruito, la cui personalità originale e potente emerge attraverso un intreccio solido che si nutre di immaginazione e realtà.

L’ambientazione principale è quella del mare, delle acque scure ed insidiose che contornano l’impero centrale, la dimensione che raccoglie in sé ogni aspetto metaforico ed umano.
I suoi occhi scrutavano nell'oscurità della notte e le sagome delle ombre degli uomini e delle povere costruzioni rese evidenti dai fuochi accesi, ricordando con fredda nostalgia il castello e le splendide città della sua terra costretto ad abbandonare; sorrise nell'immaginare come un giorno lui, o qualcun altro a cui avrebbe lasciato il suo retaggio, avesse distrutto le mura e cancellato la vita di coloro che lo avevano tradito. E quello stesso giorno, nell'odio, nacque l'impero centrale.
Il potente e arrogante signore delle vaste terre di quell’Impero è Tusna, un personaggio molto particolare, che è davvero difficile inquadrare.
Va subito riconosciuto all’autore il grande lavoro di costruzione di un vero e proprio mondo, universo creato dal nulla e caratterizzato fin nei minimi dettagli. Eppure se dovessi scegliere cosa sia meglio all’interno di questo romanzo, non saprei farlo perché ho apprezzato sia la resa delle ambientazioni sia quella dei personaggi.
«Una sorta di tronco intagliato e dall'aspe o orribile.» nel rispondere, mentre cercava di mostrare le dimensioni dell'ogge o, facendo dei gesti con le mani e allargando vistosamente le braccia, osservò di traverso i volti curiosi di alcuni soldati, «I pirati lo chiamano totem.»
Kalatur e Farthan sono i due opposti, sono le due facce della stessa medaglia, essi incarnano il bene e il male in un’unica ed intricata volontà dell’autore di rendere questa storia molto più di un semplice Fantasy.
Il primo è un incredibile ed oscuro mercenario mentre il secondo è un guerriero dell’impero ed è proprio in lui che si concentrano le virtù più alte e più vicine alla lealtà e all’obbedienza.

Questi due personaggi così diversi eppure entrambi estremamente affascinanti, riescono a catturare subito l’attenzione del lettore che viene incuriosito dai loro scontri e dalle loro conseguenti riappacificazioni fino a scoprire, lentamente la vera natura di entrambi.
A quello sguardo Farthan si rese conto che forse aveva toccato il giusto argomento. «Davvero credi che Kalatur abbia in mente per voi qualcosa di simile alla libertà?» scosse la testa in un gesto simile alla compassione, «O forse credi che sarà solo per te?»
Il mare è la culla di un infinito che ha il sapore della magia e dei totem. Sono questi oggetti a volte maledetti, altri miracolosi a tenere in mano le sorti dei naviganti. Ciascun personaggio, da quello meno importante a quello più provato, hanno il loro spazio all’interno della storia. La peculiarità e la condiscendenza con cui l’autore descrive ognuno di essi è ammirevole, come se non volesse lasciare niente di non detto.

Partenze e ritorni, viaggi e approdi, strani signori e fantasiose creature che popolano la terra come il mare pronte a fare tanto il bene quanto il male.
La presenza magica è molto forte, come quella dell’insidia e dell’inganno.
Morte, sangue, tradimento e strani sussurri di nuove ed improbabili alleanze si diffondono tra le pagine e niente è quello che sembra.

L’autore ha uno stile pulito, scorrevole, utilizza termini semplici ma anche particolareggiati in grado di donare alla sua opera quell’aria di storicità che la rende una vera leggenda.
L’atmosfera è intrisa di mistero e di oscurità perché non si tratta di una storia semplice né leggera ma di un vero e proprio Fantasy scritto in modo consapevole e mirato.
I valori messi in gioco sono tanti così come gli scontri intestini e le realtà parallele che spesso prendono il sopravvento rendendo tutto ancora più difficile.
«Ma non tu e le cose sono come sembrano.» continuò mentre il suo sguardo si mosse velocemente su Farthan e il suo allievo per poi tornare sul reggente, «Potete vedere con i vostri occhi che abbiamo salvato e portato con noi quanti più soldati appartenenti a quello stesso impero che ci ha condannati.» la sua voce si fece più chiara, quasi avesse voglia di urlare, «Non è forse abbastanza per dimostrare la mia buona fede? Forse alcuni degli uomini su quel vascello non troveranno mai la libertà a causa dei loro crimini, ma sono convinto che Tyrnémos potrebbe essere per loro o per me una possibilità per risca are la dignità che ci è stata tolta da un tiranno; un imperatore senza meriti, di una terra conquistata dai suoi antenati con chissà quali oscuri inganni.»
Mi ha colpito molto il personaggio di Kalatur, un uomo che è davvero impossibile da comprendere. E’ come se in lui si nascondessero più identità diverse. Un fascino inspiegabile e sicuramente oscuro avvolge le sue parole così come la sua nave: il Gabbiano d’oro.

L’autore riesce a trasmettere quella dimensione incantata e necessaria affinchè il lettore dimentichi che sta leggendo qualcosa di inventato e venga suo malgrado catturato da ciò che sta conoscendo e vivendo.

Non è facile coinvolgere a tal punto chi legge da rendergli verosimile e soprattutto interessante qualcosa di impossibile. Eppure qui accade; accade grazie alla prontezza della scrittura, all’originalità e alla preparazione di chi l’ha scritta. Ma soprattutto all’intrigo che fin troppo spesso mette in evidenza come qualsiasi cosa abbia una doppia faccia.

Il ritmo appare sin da subito ben scandito attraverso un inizio che affonda le proprie radici nel passato, quando l’impero centrale fu creato da uno degli antenati di Tusna, il terribile Pharados. Lentamente la trama si infittisce, la velocità narrativa acquista spessore e si intinge di un senso sempre più strabiliante: il potere. E’ per quello che questa storia è stata scritta ed è per quello che le anime umane e quelle fantastiche lottano e versano fiumi di sangue.
Restò il silenzio, ma Farthan percepì l'immobilità e il torpore diminuire lentamente mentre il tempo continuava a scorrere, riuscì per prima cosa a muovere la testa e fu felice di questo, poiché avrebbe potuto voltarsi in quasi tu e le direzioni e osservare se di lì a poco sarebbe arrivato il demone che lo avrebbe divorato o torturato per l'eternità.
L’aria s’incupisce pagina dopo pagina, uomini, strane creature e signori di terre sconosciute fanno il loro ingresso mescolandosi ai protagonisti ed impreziosendone le qualità.
Le cronache di Ravanphis è un Fantasy che troverete diverso leggere. A me ha dato l’impressione di avere una sua anima, indipendentemente dall’autore, come se fosse un mondo a se stante, talmente racchiuso nel suo bozzolo di perfezione esistenziale da essere autonomo e per questo ancora più pericoloso.

I protagonisti vi accompagneranno in un viaggio oltre qualsiasi confine e soprattutto oltre i vostri stessi limiti, nel quale non ci saranno timori né dubbi, tutto sarà concesso, perché tutto può essere umano e magico al contempo, tutto un rischio che varrà la pena correre.




Salve Alessandro, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!


Alessandro Bugliazzini
1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

Come ha detto Natalie Ginzburg in modi certamente diversi, il lavoro dello scrittore è il più bello che ci sia al mondo, ed è proprio questo che significa per me.
Ho iniziato a scrivere per me stesso da quando avevo dodici o tredici anni, ma seriamente e con l’intenzione di proporre il mio lavoro agli altri soltanto dopo i trent’anni.

2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Questo romanzo rappresenta per me un semplice punto di partenza dal quale poter migliorare e proseguire con la stessa costanza con cui ho iniziato; il perché è racchiuso nella prima parte di questa stessa risposta.

3 – Le Cronache di Ràvanphis è un romanzo epico, pieno di personaggi, di scenografie umane e magiche, dove l’immaginazione è il cuore dell’azione, insieme agli scontri e ai misteri da risolvere. A cosa si è ispirato per scriverlo?

I nomi dei luoghi e dei personaggi, li ho presi a prestito, come per alcune altre piccole sfumature, dalla cultura etrusca a cui sono molto legato per le mie origini. In alcuni casi ho usato direttamente dei nomi senza alcuna modifica, in altri ho fuso le sonorità e i significati della lingua etrusca con quella celtica per creare l’effetto a cui stavo pensando, ma non è un romanzo storico, quindi non si troverà nulla della realtà etrusca se non in piccoli e isolati dettagli non sempre decifrabili.
L’ispirazione arriva piuttosto da un foglio bianco, dai momenti di quiete, dalla concentrazione durante la quale i personaggi e le vicende prendono vita da sé, senza forzature. Molti anni passati a leggere diversi generi letterari aiutano in questo compito, ma di base l’intenzione era quella di creare una mia storia ideale e trasferire in quella la mia migliore scrittura.
Spero di esserci riuscito e di continuare a farlo.

4 – La storia è il risultato di un intreccio in cui emergono coraggio, pericolo, tradimento e soprattutto inganno. Qual è il messaggio o i messaggi di questa storia che i lettori dovrebbero cogliere?

Ho sempre allontanato l’idea che in un racconto, breve o lungo che fosse, si dovesse ricercare un messaggio. È quasi un’abitudine, insegnata da sempre sui nostri banchi di scuola e che in un certo senso pretende di mettere alla prova un lettore nei confronti dell’autore.
Nella stesura de “Le Cronache di Ràvanphis” non ho mai pensato ad alcun messaggio, perché la mia intenzione di raccontare è sempre e troppo più forte della pretesa di insegnare; se invece un lettore attento e sensibile ne dovesse cogliere alcuni, lo posso rassicurare sul fatto che ogni messaggio è fine soltanto ai personaggi della mia finzione.

5 – A cosa si è ispirato per il personaggio di Farthan e Kalatur?

Sono opposti. Il primo è l’idea di un eroe onesto e cortese, ma come tale, e proprio per la natura legata al desiderio di riuscire a fare la cosa giusta, il destino lo condurrà a prove sempre più difficili senza la certezza di trovare una via definitiva; il secondo è un criminale quasi senza coscienza, ma non per questo la sua strada dev’essere in discesa. Potrei quasi dire che ogni persona racchiude in sé entrambe le loro nature, per questo l’ispirazione per entrambi non è da ricercare in luoghi troppo lontani che non siano la forma più classica di eroe e antieroe.

6 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Amo in maniera viscerale ogni mio personaggio.
Non c’è stato uno solo di loro con cui io non abbia legato in un’empatia tanto forte da comprendere ogni sua decisione, da soffrire assieme a lui nel dolore o gioire nella fortuna. Ma probabilmente il personaggio di Hiulo (quello privato di un occhio), pur sembrando uno dei personaggi meno importanti della storia, è tra quelli che mi ha stupito di più per il modo in cui si è legato a me nelle sue vicende.
E in effetti sto già lavorando ad un racconto breve riguardo appunto alla sua storia, che resterà comunque staccata dal filone principale delle Cronache.

7 - Cosa pensa del selfpublishing e della pubblicazione con una Casa Editrice?

Non avendo mai pubblicato con una casa editrice non posso fare un vero e proprio confronto, se ne parla molto in rete e di certo il selfpublishing richiede uno sforzo che va oltre la semplice stesura di una buona bozza.
Il lavoro di editing richiede tempo e molto spesso non è all’altezza delle aspettative; in quel caso bisogna rileggere e ricominciare, consapevoli che non sarà l’ultimo sforzo prima di un risultato soddisfacente. In ultimo c’è la distribuzione, la scelta dei canali giusti e il tentativo della visibilità.
Dalla parte opposta una Casa Editrice può curare molto del lavoro già citato, ma al prezzo di una minore libertà di scelte personali e stilistiche che in alcuni casi potrebbero, perché no, fare la differenza.

8 - Di che colore è il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Anche se spesso le atmosfere della mia narrazione non sembrano esserle, il colore del romanzo è senza dubbio il nero, proprio come la copertina.
Per l’odore ho qualche dubbio… probabilmente quello di un vecchio legno stagionato che nella storia troviamo nella forma dei principali mezzi di trasporto e di importanti oggetti magici.

9 - Quali emozioni prova mentre scrive?

Le stesse che provano i miei personaggi e che spero i lettori possano ritrovare.

10 – Chi è Alessandro Bugliazzini nella vita di tutti i giorni?

Un visionario perfettamente comune come molte persone che conosco, ma che tenta di rendere reali le sue visioni. Con una moglie in grado di comprenderlo e molte passioni, prime fra tutte la lettura, la scrittura e la comunità Linux.

11 – Perché i lettori dovrebbero leggere Le Cronache di Ràvanphis?

Come ho già detto non ho la pretesa di insegnare, soltanto quella di raccontare storie nella mia maniera. L’intenzione della mia scrittura è quella di far divertire chi legge, sorprenderlo, e magari farlo appassionare.

12 – Le chiedo di lasciarci con una citazione estrapolata dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.

Farthan annuì esternando l'enorme soddisfazione di quel momento in un gesto simile ad un sorriso. «Spero con tutto me stesso che sia stata l'abilità a rendermi vittorioso, piuttosto che la fortuna.»
  

6 commenti:

  1. Ciao Antonietta :-* questa intervista è davvero bella perché ti fa capire quanto lavoro c'è dietro ogni parola, ogni frase di un libro..Rispetto tantissimo gli autori emergenti che si autopubblicano perché loro davvero si impegnano il doppio per realizzare il proprio sogno, per far conoscere la propria creatività :)
    Un bacio :-*

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    1. Ciao Maria! <3 Ho letto molte recensioni sul tuo blog dedicate agli autori emergenti, quindi so benissimo che tieni in modo particolare a loro e non è una cosa scontata da parte di tutti i blogger!
      E' vero, le interviste servono proprio a capire cosa c'è dietro e a captare molto di ogni autore.
      Un abbraccio! :***

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  2. Gemellina mia hai detto due paroline magiche "cronache" ( già praticamente immagino Narnia e gli occhi diventano a cuore) e "fantasy" (gli occhi diventano stelle) ed io sono buona buona seduta in prima fila e ascolto tutte le tue parole trattenendo il fiato! wow che bel libro ci presenti oggi, lo sai che a queste cose il mio cuoricino di lettrice non può dire di no ^_^ grazie perchè leggendo la tua recensione hai dato una nota fantasy alla mia giornata che di fantasy aveva poco *_* Tu scrivi e scrivendo dipingi, il quadro di oggi era proprio quello che mi serviva per sentirmi meglio *_* un super mega abbraccione dalla tua gemellina :***

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    1. Dolce Ely anche a me quelle due paroline fanno l'effetto di una magia o di un incanto! Io e te ci capiamo al volo quando si tratta di queste cose, ed è sempre un piacere immenso poter condividere con te queste letture nuove ed interessanti.
      Grazie di cuore gemellina per la tua presenza e per il tuo affetto.
      Un abbraccio fortissimo :*****

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  3. Alessandro Bugliazzini10 settembre 2016 alle ore 16:38

    Un saluto a tutte le frequentatrici e i frequentatori del blog, sono Alessandro, l'autore delle Cronache di Ràvanphis.

    Ad eccezione com'è ovvio dell'intervista, non ho potuto leggere nulla della recensione prima che fosse pubblicata e, lo ammetto, avevo un po' di timore.
    Poi ho letto lentamente e con estrema attenzione le parole della recensione, che mi è parsa come uno scrigno dal quale sono fuoriuscite le stesse emozioni che avevo sperato fossero percepite nella lettura.
    La sensibilità e l'attenzione di Antonietta sono incredibili, ha colto una moltitudine di dettagli e li ha descritti in maniera tanto precisa da rendere ogni riga della sua scrittura sempre più piacevole. Non lo dico solamente per la recensione positiva, ma non ho potuto fare a meno di rileggerla per quattro o cinque volte per quanto mi è piaciuta.

    Continuerò a seguire il tuo blog e spero, quando sarà terminato, che tu abbia voglia di leggere ancora la mia narrativa. Ne sarei onorato.

    A presto! :)

    Alessandro Bugliazzini

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    1. Salve Alessandro, grazie di aver lasciato questo commento. :-)
      Sono stata davvero felice di aver letto la sua storia e di aver conosciuto il suo mondo e i suoi personaggi. Spero che possa essere letta da tante persone perchè come ho scritto nella recensione, è un romanzo ben scritto e molto interessante.
      Grazie per le sue parole.
      A presto! :-)

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