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mercoledì 21 dicembre 2016

Nel sorriso dell'aurora di Imma Pontecorvo Recensione

Buon mercoledì cari lettori! Grazie alla fiducia e gentilezza dell'autrice, ho avuto la possibilità di leggere il secondo romanzo di Imma Pontecorvo, una storia dedicata alla diversità, all'amore e alla speranza. Ogni volta è un viaggio meraviglioso scoprire cosa la dolcezza e empatia di questa autrice ha in serbo per i suoi lettori.

nel sorriso dell'aurora
di Imma Pontecorvo

Editore: Selfpublishing
Pagine: 210
GENERE: Romanzo
Prezzo: 10,00 € 
Formato: Cartaceo 
Data d'uscita: Dicembre 2016
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Quando Greta riceve una lettera da uno studio legale di Houston, non ha proprio idea di cosa l’aspetti. Per scoprirlo non può fare altro che partire per il Texas e andare a sentire ciò che ha da dirle il bell’avvocato David Wilson. Greta scopre così di avere ricevuto in dono un ranch. Ma chi è il misterioso benefattore? E cosa può farsene lei di una proprietà in Texas? In fondo Greta è solo una giovane pediatra che lavora con passione in una clinica privata in Italia. Non ha nessuna intenzione di stravolgere la propria vita, trasferendosi in America, né tantomeno di lasciare sola sua madre. Eppure la curiosità prevale e Greta, accompagnata dal responsabile della tenuta, l’affascinante e tenebroso cowboy Terence, visita il ranch e scopre così un paese magnifico, in cui verdi colline e immense praterie fanno da sfondo a una natura selvaggia e generosa. Ma il Texas è anche una terra di contrasti, dove sotto il sole cocente possono stagliarsi ombre nette, le azioni possono essere mosse da secondi fini, i sentimenti possono perfino essere recitati. Greta impara ben presto sulla propria pelle che non sempre tutto è come sembra e capisce che per trovare la verità e realizzare i propri progetti deve affrontare il suo passato, doloroso e ingombrante. Ma il destino ha in serbo una magnifica sorpresa.

RECENSIONE

Nel sorriso dell’aurora è il secondo romanzo redatto dalla penna dolce e delicata di Imma Pontecorvo, scrittrice nata a Vico Equense che mostra, ancora una volta, una meravigliosa visione della sua realtà narrativa, scegliendo di raccontare una storia diversa dalle altre, che mira a far riflettere e sperare. 

Nel suo precedente lavoro l’argomento sostanziale era il bullismo, e le numerose difficoltà che oggi sono costretti ad affrontare i giovani, senza tralasciare la scuola, il rapporto con i genitori, quello con gli insegnanti, i legami di amicizia e di affetto, mentre in questo contesto un tema ancora più delicato prende il sopravvento, ossia la disabilità e ciò che concerne questo delicatissimo argomento, tanto spinoso quanto ammirevole da affrontare e da porre in giudizio.
Le lacrime, per un tempo che sembrava interminabile, erano state mie fedeli compagne, soprattutto nelle lunghe notti, quando il sonno non riusciva a prenderne il sopravvento sul dolore. Il buio rifletteva perfettamente il mio stato d’animo: per me, insieme a mia nonna, si era spenta anche la luce del cielo della mia anima.
Greta è una pediatra che vive in Italia con la madre, con la quale ha un rapporto molto stretto e confidenziale. Prova un amore incondizionato verso la donna che l’ha messa al mondo, soprattutto dopo essere stata abbandonata dal padre. La notizia di un ranch che le è stato donato in Texas, mette a repentaglio tutta la sua vita e la costringe ad affrontare insidie che arrivano dal passato e dal futuro.
Non sa chi le abbia fatto un tale dono ma quando giunge in quella terra rimane letteralmente travolta da due aspetti fondamentali: la natura selvaggia e indiscriminata e l’affascinante Terence, che si occupa proprio di quelle proprietà. 

Lì conosce anche David, l’avvocato che sta provvedendo alla donazione e tra di loro scatta subito una sottile e silenziosa attrazione, coadiuvata principalmente da una sospirata curiosità che non permette a nessuno dei due di approfondire un interesse inizialmente molto celato ma sicuramente esistente. Il prestante e aggressivo Terence, invece, con il suo charme e la sua sicurezza da cowboy, riesce subito a fare breccia nel cuore di Greta e a coinvolgerla in una appassionata relazione che però la tiene in forte bilico sin dall’inizio.

L’uomo le sta praticamente addosso in continuazione ed è evidente la differenza sostanziale che passa tra il suo carattere forte, indomito, caldo ed accogliente e quello di David che invece cerca di mantenere un atteggiamento sempre molto professionale.
I suoi racconti mi affascinavano e stimolavano la mia curiosità. Sentivo nelle sue parole la passione e l’orgoglio per la sua terra e mentre lo ascoltavo mi rendevo conto che tutto ciò che sapevo, o che credevo di sapere, sul Texas era solo una serie di banali luoghi comuni.
Anche se Greta è attratta dal contatto con il cowboy nella sua mente è sempre presente la decisione di non abbandonare definitivamente l’Italia né sua madre, quindi anche se ha ricevuto in dono quel ranch, non ha nessuna intenzione di trasferirsi. Purtroppo questa mancanza di equilibrio nella relazione con l’uomo, non gli rende le cose facili, perché Terence vuole molte più certezze di quante lei sia in grado di dargli.
Io sostenni quello sguardo per pochi secondi, poi chiusi gli occhi, invasa da un’emozione forte. Sentii le sue mani che accarezzavano il mio volto, poi d’improvviso le sue labbra si appoggiarono sulle mie. Calde e decise. Mi abbandonai a quel calore inaspettato e avvolgente.
A complicare la situazione una brutta caduta da cavallo che costringe la donna in ospedale dove però avviene un incontro che segnerà l’intero andamento della storia. Lì conosce Daisy, una dolcissima e allegra bambina down che ha il sogno di poter cavalcare. Parlando con lei e con la nonna, che tanto ricorda a Greta la sua cara nonna Aurora, ormai scomparsa, con la quale aveva un rapporto speciale, alla protagonista viene in mente un’idea irrinunciabile: permettere a Daisy di cavalcare nel suo ranch e poi creare un centro per ippoterapia, per curare i bambini speciali.

Imma Pontecorvo con il suo stile soffice, mai aggressivo, scorrevole e poetico, ci conduce nuovamente in un altro piccolo pezzo del suo mondo, questa volta a diretto contatto con la dolcezza della solidarietà, dell’empatia, della commozione e della speranza.
A occhi bassi, la bimba pronunciò delle scuse e si avvicinò alla nonna che prima le diede una carezza, poi aprì un cassetto del comodino e ne estrasse delle caramelle. I miei occhi si riempirono di lacrime. Erano gli stessi gesti di mia nonna.
In questo romanzo tante sono le riflessioni che emergono: il potere della famiglia, i limiti della diversità, i preconcetti, le cattiverie, le ingiustizie, le menzogne e i tradimenti. Greta è una donna che deve affrontare tante difficoltà, persone che si oppongono alla realizzazione dei suoi sogni ma soprattutto deve fare i conti con una presenza scomoda che l’ha sempre ossessionata e che appare nuovamente nella sua vita, esigendo un posto che forse non gli spetta. Il padre torna a pretendere un affetto che dice di non aver mai dimenticato e la donna deve scegliere se perdonarlo o meno ma soprattutto deve capire cosa vuole realmente per se stessa e per le persone che la circondano e che le vogliono bene.
«Sono io che devo ringraziare lei. Mi ricorda molto mia nonna e questo dimostra che l’amore che proviamo per i nostri cari è più forte di qualsiasi cosa, un legame di seta che vive nel nostro cuore nutrendolo, giorno dopo giorno, senza avere mai fine.»
La presenza della nonna Aurora, alla quale dedica anche il nome del ranch, è un’assenza scottante, una figura che pur restando nel silenzio, avvolge la protagonista e chi legge, donando all’atmosfera un forte senso di malinconia ma anche di amore, di affetto, di protezione e di cura.

Immagini poetiche e vivide si muovono insieme alle azioni che riescono a cogliere la curiosità del lettore e a toccare le corde più sensibili della sua anima.

Imma Pontecorvo è un’autrice che parla di intimità, di momenti personali e di battaglie esterne ed interne che ognuno di noi deve affrontare. La disabilità è un concetto esterno, una definizione senza alcun senso e l’autrice cerca di evidenziarne la carenza e la tristezza sotto tutti i punti di vista, cercando invece di mettere sotto i riflettori un atteggiamento più propositivo, umano, carezzevole, e moralmente alto.
David mi prese le mani. Avvertivo la sua premura. Con delicatezza mi scostò dal viso un ricciolo sfuggito alla mia acconciatura e ci guardammo come era successo prima, nell’area di servizio, con la medesima profondità. Anche se ci conoscevamo da poche ore, mi sentivo a mio agio insieme a lui, come se lo conoscessi da tempo. David si avvicinò, continuando a guardarmi, poi le sue labbra si dischiusero sulle mie in un bacio inaspettato ma desiderato. Mi mise una mano dietro alle spalle e mi attirò a sé, alzandomi in piedi. Mi abbandonai alla sua stretta mentre mi avvolgeva tra le sue braccia. Le sue labbra erano calde, morbide e si muovevano leggere.
Nel sorriso dell’aurora è una storia che per certi aspetti somiglia ad una fiaba ma di quelle fiabe che non nascono così, ma che ci diventano con il lavoro interiore, la sofferenza, persino il senso di sconfitta e di perdita. Una fiaba per il clima che a tratti si respira, per le descrizioni della natura, per la presenza degli elementi naturali che diventano specchio dell’anima dei protagonisti. Una fiaba intinta dei colori dell’arcobaleno che per diventare tale deve prima superare la tempesta e spazzare via le nubi più insidiose ed oscure. Un romanzo sulla forza della vita, sulla volontà di superare i preconcetti e scoprirsi veramente umani in un mondo dove il senso di umanità sta diventando sempre più debole e irrisorio, come se fosse poco importante, come se fosse più importante l’avidità, l’arrivismo.
«Non esistono i diversamente abili!» mi infuriai. «Forse ci sono i diversamente ricchi di umanità! Quelli che con il loro sorriso volano alto, sfidando la loro vita, mentre molti di quelli normali rimangono fermi con i loro pensieri inariditi, dipendono dagli altri e non hanno il coraggio di assumersi delle responsabilità! Sono cresciuti sotto una campana di vetro dove ogni cosa è dovuta, scontata, regalata e così inciampano in ogni pietra rovinata del selciato della quotidianità…»
L’autrice ancora una volta pone lo sguardo su un aspetto diverso ed invita il lettore a fare altrettanto, senza usare la forza, senza aggredire o raccontando di scene eclatanti, ma semplicemente usando l’arte della parola come assuefazione, come una caramella al miele che riesce a sedare l’amaro della realtà, addolcendolo e donandogli quella morbidezza che gli manca, mostrando che con la comprensione e l’altruismo, non regaliamo soltanto qualcosa agli altri, ma i primi a rinascere da questa bruttura e questa freddezza, siamo proprio noi, in prima persona.


Imma Pontecorvo è una persona buona, che guarda oltre, che sa dove guardare per vedere la bellezza della vita. Ogni suo romanzo è un omaggio all’altra faccia della realtà, quella che adesso viene considerata debole, fragile, meno potente, eppure è quella più indimenticabile, quella che ti fa nascere un piccolo fiore dentro e che non te lo fa scordare. Mai.


9 commenti:

  1. Una bellissima recensione e complimenti all'autrice per questo romanzo di grande valore!
    Alice

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  2. Che bella recensione hai fatto!
    Sembra un libro molto interessante e ricco di contenuti...

    Nuovo post sul mio blog! Passa da me se ti va!
    http://lamammadisophia2016.blogspot.it
    Ii

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  3. Recensione perfetta ed un bel libro sicuramente da leggere.
    Marialuisa Frassinetti

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  4. Ciao Antonietta <3 Oggi ci hai regalato una recensione che mi è sembrata una carezza sul cuore. La storia è variegata e tratta diverse tematiche come l'amore, anche quello tra madre e figlia e padre e figlia o la disabilità e lo stile sembra molto dolce e delicato. Non ho letto il precedente libro, ma ricordo benissimo la tua recensione. Anche lì eri entusiasta di questa autrice e hai fatto salire alle stelle la mia curiosità di approcciarmi a queste due meravigliose storie.
    Un abbraccio grande <3<3

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    1. Ciao cara Maria! Grazie per le tue parole e per l'attenzione che riponi sempre nelle mie recensioni. Sono davvero felice che ricordi la precedente recensione, questo vuol dire che l'autrice ha colpito anche te. <3
      Spero potrai leggerle presto.
      Un abbraccio forte! :***

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    2. Grazie Maria per le tue belle parole. Antonietta è stata straordinaria per essere entrata nell'essenza del mio romanzo, così come nel cuore di Alessia e Shaila, le protagoniste del mio precedente scritto che è un racconto sul bullismo. Mi farebbe davvero piacere se tu mi leggessi! Buon Natale...
      Imma

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