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lunedì 8 dicembre 2025

ESTINZIONE di Francesco Mazza

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di Estinzione di Francesco Mazza.

estinzione

di Francesco Mazza
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 288
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Il protagonista di questo libro, Silvio, è sterile ma la sua compagna, Alisia, è incinta. Il figlio è di un altro, e lui lo sa. Eppure tace: il silenzio è l’unico modo per continuare ad averla. Da quel momento, il tradimento diventa ossessione, l’amore si rovescia in malattia: Silvio diventa preda di una misteriosa e oscura forza, fatta di attrazione e dipendenza. Piacere e dolore, in lui, diventano un tutt’uno. Intorno, il mondo pare condividere la stessa deriva: uffici dove si recita il lavoro senza produrre nulla, città scintillanti ma infelici, social network che trasformano ogni ambizione in farsa. Alisia incarna questo tempo: vuole diventare influencer, ed è disposta a tutto pur di riuscirci, mentre Silvio, nel tentativo di sfuggire alla sua paradossale “lussuria del dolore”, sprofonda in una spirale di relazioni sessuali, sogni grotteschi, incontri con scambisti e sex therapist. Il paradosso di Fermi, scoperto una notte davanti a un documentario, diventa per Silvio la chiave per interpretare quello che vede intorno a sé: se le civiltà extraterrestri sono scomparse forse non è stato un cataclisma a distruggerle, ma la noia, l’omologazione, la fine del desiderio. E se anche la nostra estinzione fosse già iniziata e, anzi, tutti l’avessimo in tasca? Con la precisione di un entomologo e la ferocia del narratore, Francesco Mazza compone un romanzo che è nello stesso tempo confessione intima e radiografia sociale. Una storia che interroga le relazioni, il desiderio, il senso stesso della vita umana in un’epoca in cui l’uomo appare ormai superfluo.

RECENSIONE

Se dovessi descrivere Estinzione con una sola immagine, direi che è come guardare un incidente d'auto al rallentatore attraverso il filtro patinato di Instagram. Francesco Mazza con il suo libro fa qualcosa che oggi è impensabile: non cerca di piacere al lettore, altro che, quando finite il libro, il protagonista, di nome Silvio, non vi piacerà affatto, — ma vuole ferire il lettore. È una satira feroce travestita da dramma sentimentale, una scomposizione del maschio contemporaneo. 

Silvio è il discendente diretto degli inetti di Italo Svevo, ma aggiornato all'era digitale. La sua sterilità biologica è solo la manifestazione fisica di una sterilità più profonda: quella della volontà. Silvio sa che il figlio di Alisia non è suo. Non sto facendo spolier, nelle prime pagine è già scritto. La sua scelta di tacere non è un atto di amore incondizionato, ma di codardia esistenziale. Accetta di crescere il figlio di un altro pur di non perdere il suo status di "compagno della dea". È un personaggio che provoca nel lettore un mix letale di pietà e disgusto. 

Alisia è un mostro sociale. Quanti ce ne sono oggi sui social? Tantissimi. Li guardate, li vedete, vi affascinano per la patina brillantinosa con cui si travestono ogni santo giorno, fingendo di essere sempre al top di vite che la maggior parte delle volte sono più buie delle vostre. Se Silvio è l'estinzione, Alisia è la specie dominante che sopravvive. È l'incarnazione della vanity fair moderna. Non è descritta come una cattiva da fumetto, ma come una forza della natura INIDIFFERENTE: Per lei, la gravidanza (e il figlio) sono contenuti da postare, estensioni del suo ego digitale. La sua crudeltà risiede nella sua totale mancanza di profondità. Qualsiasi cosa accada, pioggia di fuoco dal cielo o terra che ti si spacca sotto ai piedi, (invenzioni mie, non del libro), lei si sposta più in là e continua a sfamare la sua immagine su Instagram, dando vita a una creatura impassibile che non capisce dove sia il confine tra reale e follia. 

Il titolo è tutto un programma. Non si parla solo di fine della linea genetica di Silvio. Si parla della fine del ruolo maschile tradizionale, ridotto a spettatore pagante, a comparsa nella vita di donne sempre più performanti e autonome (anche nella loro mostruosità). Silvio si estingue per lasciare spazio a un futuro che non gli appartiene Tutto ruota intorno alla farsa, un recita, uno spettacolo. Silvio accetta di vivere in una menzogna privata che però diventa "verità pubblica" sui social. 

L'autore ci chiede: se tutti credono che il figlio sia tuo perché lo dice una foto su Instagram, ha ancora importanza la biologia? La realtà fisica perde contro la realtà percepita. Quanto dolore siamo disposti a ingoiare per non rimanere soli? La solitudine è vista come il male assoluto, peggiore persino dell'umiliazione più cocente. 

Silvio non subisce il tradimento e basta. In un certo senso, se ne nutre. C'è una componente di voyeurismo (spia i movimenti, immagina, sa) che trasforma il suo dolore in una perversa fonte di adrenalina. Non è l'amore che cerca il bene dell'altro, è l'amore che cerca la distruzione di sé per sentirsi "vivo". Come se il dolore fosse l'unica cosa reale rimasta in un mondo finto. Accetta l'inaccettabile non perché crede che le cose miglioreranno (speranza tipica dell'innamorato), ma perché l'alternativa – l'estinzione sociale, la solitudine, l'uscita di scena dalla vita "luccicante" di Alisia – lo terrorizza più dell'umiliazione. È un amore malato perché è parassitario: lui ha bisogno di lei per avere uno scopo, anche se quello scopo è fare da "padre finto". C'è anche un aspetto sottile di potere. Finché Silvio sa la verità e non la dice, sente di avere un segreto controllo su Alisia. Questo non è amore, è una guerra fredda combattuta tra le mura di casa. Oggi siamo talmente spaventati dall'anonimato e dalla solitudine che siamo disposti a chiamare "amore" anche una prigionia volontaria. 

Perché estinzione? I dinosauri non hanno scelto di estinguersi, ma (metaforicamente) chi si estingue lo fa perché non ha più la forza o gli strumenti per adattarsi e combattere. Silvio è l'ultimo esemplare di una specie che non sa più ruggire. La ribellione è faticosa. Lasciare Alisia avrebbe comportato affrontare il dolore del distacco, perdere lo status sociale, dover ricominciare da zero, da solo. Silvio sceglie la "pappa pronta", anche se avvelenata. È la fotografia cinica dell'uomo moderno che preferisce essere infelice ma "sistemato", piuttosto che libero ma solo. Se Silvio si fosse liberato, Alisia avrebbe perso il suo pubblico e il suo burattino. 

Invece, nel mondo dipinto da Francesco Mazza, i narcisisti vincono sempre. La tragedia è che il "cattivo" non viene punito, anzi: ottiene esattamente ciò che voleva (il figlio, l'immagine perfetta, il compagno sottomesso). È un finale ingiusto, ed è per questo che ci fa arrabbiare così tanto. Lo stile è asciutto, ritmico, a tratti televisivo (nel senso buono di "veloce"), ma con fiammate di cinismo indimenticabile. 

In una società ossessionata dall'apparire, l'unico modo per sopravvivere per chi non ha il gene della visibilità è accettare la propria scomparsa. Silvio non si ribella, si adegua. E in questo adeguarsi c'è tutta la tragedia dell'uomo moderno.

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