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lunedì 29 settembre 2025

Recensione: LA REALIDAD di Neige Sinno

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Neri Pozza, oggi vi parlo di La realidad di Neige Sinno.

la realidad

di Neige Sinno
Editore: Neri Pozza
Pagine: 224
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
All’inizio di tutto c’erano i libri. Due ragazze, Netcha e Maga, partono zaino in spalla per il Messico, con due pesanti tomi di teoria marxista da regalare al Subcomandante Marcos, che secondo fonti attendibili vive a La Realidad, un villaggio sulle montagne del Chiapas. L’obiettivo preciso e stravagante di incontrare il capo rivoluzionario zapatista, il leader senza volto di un sogno di libertà, è solo l’avvio del viaggio iniziatico delle due amiche, che si fa groviglio di luoghi, incontri, pensieri, emozioni, mentre andando si fa il cammino, come cantava il poeta Machado. È l’inizio di una formazione che porterà Netcha a tornare in terra messicana, ancora e poi ancora, per cercare «un posto, anche minuscolo, e restarci per un po’», seguendo un’astrazione scintillante, fatta pure delle suggestioni di un Artaud stralunato e sofferente sulle tracce dei misteriosi tarahumara nel 1936. La strada per La Realidad, chimera e luogo dell’anima, è un percorso ricco, sorprendente, intriso d’amore ma anche di dolore. E approda vent’anni dopo con Netcha ormai adulta, chiudendo un grande cerchio, in Chiapas. Ancora. In una piazza, gremita di donne che si passano un microfono come testimone dichiarando il loro compito immane e impossibile: la lotta contro la violenza. In una piazza dove si respirano l’antica tristezza millenaria delle madri e delle figlie di tutto il mondo, la rabbia, l’impotenza ma anche la gioia e la comunione. Lì, nella narratrice, inizia qualcosa di immenso, la gestazione di un cambiamento futuro. Lì, inizia tutto. La decisione di smettere di viaggiare, perché cominci il vero viaggio.

RECENSIONE

La realidad di Neige Sinno è il racconto di un viaggio geografico, ma anche esistenziale e politico. Una forma di esperimento sociale che parte con una consapevolezza piuttosto immatura per poi scaturire in una serie di passaggi dalla vita giovanile a quella adulta che segnano la maturazione della protagonista donandole una nuova forma di coscienza. La memoria gioca un ruolo fondamentale, quella collettiva e quella personale e convoglia in una sorta di diario di formazione che attraversa ben due decenni

Vi siete mai chiesti qual è il vostro posto nel mondo? Chi non si è mai fatto questa domanda, posso dirlo, è davvero fortunato, perché magari non ne ha mai sentito l'esigenza. Netcha, invece, attraversa questo viaggio, anzi questi viaggi lunghi anni, perché dentro il petto le scava un vuoto proprio questa domanda che diventa una meditazione bruciante specialmente quando il mondo è in fiamme
Il suo mondo è in fiamme. 
E guardatevi bene intorno, anche il nostro. 
Non ci sono solo fiamme visibili. Quelle che fanno più paura sono quelle invisibili. 

Tutto comincia con un'utopia, un'idea tanto pura quanto folle, come solo la giovinezza sa concepirne. Netcha, e la sua amica Maga, anima inquieta e travolgente, partono per il Messico con uno scopo quasi mitologico: raggiungere "La Realidad", un villaggio zapatista perso tra le montagne del Chiapas, per consegnare al Sub comandante Marcos due tomi di teoria marxista. Questo gesto, carico di un idealismo quasi ingenuo, è il motore di un'avventura che si rivelerà molto diversa da come l'avevano immaginata. 

L'autrice descrive questa prima fase del viaggio. Sentiamo sulla pelle la polvere delle strade messicane, il peso degli zaini carichi di sogni, la frustrazione e la meraviglia di fronte a un paese che si rivela in tutta la sua enigmatica complessità. Il loro tentativo di raggiungere la meta fallisce, arenandosi in un albergo spettrale e in un'esperienza di terrore che le costringe alla ritirata. "La Realidad" non è un punto su una mappa, non è un'ideologia da abbracciare o un leader da incontrare. È una condizione dell'anima, una verità elusiva che le protagoniste dovranno cercare per il resto della loro vita, spesso su strade separate. 

Netcha è un'anima riflessiva, quasi un'osservatrice per natura, costantemente in bilico tra il desiderio di appartenenza e la consapevolezza della propria estraneità. Il suo è un viaggio interiore, un lento processo di decostruzione delle proprie certezze, ereditate da una cultura occidentale che ha sempre guardato al "diverso" con uno sguardo colonizzatore, anche quando animato dalle migliori intenzioni. 

Maga è il suo opposto complementare: è istinto, passione, azione. È lei che spinge, che osa, che incarna la fiamma rivoluzionaria. La loro amicizia è intensa e quasi simbiotica, un amore che si nutre di differenze fino a quando quelle stesse differenze non le allontaneranno. 

Barbara, l'attrice enigmatica e disillusa, funge da Caronte verso il mondo zapatista. Le sue parole, "Voi non capite niente", risuonano come un mantra per tutta la narrazione, un monito costante contro la superficialità di chi crede di poter comprendere una lotta senza averla vissuta sulla propria pelle. La ricerca dell'identità in un mondo globalizzato, dove le radici sono fragili e il senso di appartenenza è una conquista quotidiana è al centro di tutta la storia. C'è il confronto con l'eredità del colonialismo, la difficoltà di spogliarsi di uno sguardo che oggettifica l'altro, trasformandolo in un mito esotico (l'"indiano" di Artaud) o in un oggetto di studio. Ma il tema che emerge con una potenza devastante è la lotta femminista. Il viaggio di Netcha culmina non nell'incontro con un leader rivoluzionario maschio, ma in una piazza gremita di migliaia di donne. L'Incontro delle Donne che Lottano, organizzato dalle zapatiste, è la vera "Realidad". Qui, il dolore individuale diventa collettivo. Un microfono passa di mano in mano e diventa il testimone di storie di violenza, abusi, femminicidi. È un coro straziante e potente, una litania di sofferenza che si trasforma in rabbia, e poi in sorellanza, in resistenza. In quel momento, Netcha comprende che la sua battaglia, la sua vera "realtà", è lì: nell'ascolto, nella condivisione, nella trasformazione del dolore in una forza creatrice. 

Lo stile di Neige Sinno è un flusso continuo, uno stile che mescola il diario di viaggio, la riflessione saggistica e il romanzo di formazione. La narrazione non è lineare, ma segue i sentieri tortuosi della memoria, con digressioni che non sono mai superflue, ma servono ad approfondire il dialogo con poeti come Bolaño, con pensatori come Artaud, e con la storia stessa del Messico. La scrittura è onesta fino a essere brutale, capace di mettere a nudo le contraddizioni della sua stessa protagonista, senza mai giudicarla. 

A fine lettura siamo visceralmente consapevoli che le vere rivoluzioni non si trovano nelle ideologie astratte, ma nei gesti quotidiani di resistenza, nella dignità di una famiglia indigena che ti apre la sua casa, nel coraggio di una donna che prende in mano un microfono per raccontare il suo dolore. 
Quando chiuderete il libro, ne sono certa, avrete anche voi voglia di trovare, la vostra personale, autentica e irrinunciabile "Realidad".

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