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venerdì 12 settembre 2025

Recensione: IL BAMBINO DEL MIRACOLO di Nicolò Baretta

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Oligo, oggi vi parlo di Il bambino del miracolo di Nicolò Barretta.

Il bambino del miracolo

di Nicolò Barretta
Editore: Oligo
Pagine: 94
GENERE: Romanzo Storico
Prezzo: 15,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Napoli 1943. I bombardamenti alleati feriscono il cuore della città. Nei sotterranei di un palazzo di via Salvator Rosa, in pochi sopravvivono alle ferite; tra di essi un bambino, padre dell’autore, il quale ne ripercorre la vita, in un crescendo di colpi di scena in cui vicissitudini familiari si intrecciano alla grande Storia del dopoguerra, tra boom economico e vita di provincia. Un monito accorato alle nuove generazioni e quanto mai attuale, per ricordare a gran voce gli orrori della guerra e la sicurezza della pace.

RECENSIONE

Quando leggo storie che riguardando la mia città, mi si stringe sempre il cuore. Soprattutto quando rivivo i momenti più difficili, quando la città è stata costretta ad affrontare la Seconda Guerra Mondiale. Ne immagino la devastazione, il dolore, la miseria, l'angoscia, l'odio e la voglia di sopravvivenza che emerge nei cuori di chi vive quei momenti rappresentati in modo crudo e realistico da Nicolò Barretta nel suo libro intitolato Il bambino del miracolo.

Non è semplicemente un romanzo, ma un'opera di recupero della memoria, un ponte gettato tra generazioni per raccontare l'orrore della guerra e la tenacia della vita. Attraverso la vicenda del proprio padre, l'autore ci consegna una testimonianza potente e necessaria, un racconto che parla di verità e commozione. 

La narrazione prende le mosse da uno degli eventi più tragici che hanno segnato Napoli: i bombardamenti alleati. In questo scenario di distruzione e morte, un bambino, il padre dell'autore, sopravvive miracolosamente. La madre muore, sepolta dalle macerie, e il piccolo di nome Federico è l'unico che si salva e verrà preso in custodia dalle suore e da quel momento sarà il bambino del miracolo. L'autore ci accompagna nella sua infanzia e adolescenza, segnate dalla povertà e dalla lotta per la sopravvivenza in una città che cerca faticosamente di rimettersi in piedi. La storia personale si intreccia in modo indissolubile con la grande Storia: la fine del conflitto, la ricostruzione, il boom economico, le tensioni sociali. Vediamo il protagonista crescere, diventare uomo, formare una famiglia, sempre portando dentro di sé le cicatrici invisibili di quel trauma infantile. 

Il "miracolo" della sua sopravvivenza diventa così metafora della capacità di non arrendersi, di trovare la forza di andare avanti anche quando tutto sembra perduto. Napoli è descritta con un amore viscerale, senza nasconderne le ferite e le contraddizioni. Le strade sventrate dalle bombe, i "bassi" sovraffollati, i mercati brulicanti di vita, il suono delle sirene che lascia il posto a quello delle canzoni: ogni dettaglio contribuisce a creare un'atmosfera immersiva e potente. L'autore ci fa respirare l'aria di quella città, ci fa sentire l'odore della polvere da sparo mescolato a quello del caffè. La Napoli del libro è un organismo vivente, che soffre e gioisce con i suoi abitanti, un luogo dell'anima dove il sacro e il profano, la disperazione e la speranza, convivono in un equilibrio unico e affascinante. Il messaggio centrale del libro è un monito contro l'oblio. 

Raccontare la storia del padre significa per l'autore impedire che il dolore e il sacrificio di un'intera generazione vengano dimenticati. È un atto d'amore filiale che diventa un dovere civile: conoscere il passato per non ripetere gli stessi errori. Il libro non indulge in descrizioni gratuite di violenza, ma riesce a trasmettere con efficacia la brutalità insensata della guerra. La paura costante, la perdita degli affetti, la distruzione della normalità: sono queste le vere ferite che il conflitto infligge, ferite che continuano a sanguinare anche a decenni di distanza. In un mondo che crolla, la famiglia diventa l'unico, fragile baluardo. Il romanzo celebra la forza dei legami di sangue, il sostegno reciproco, l'amore che riesce a sopravvivere anche tra le macerie. È un inno alla resilienza dello spirito umano, che trova nel calore degli affetti la spinta per non cedere. Nonostante il dolore e la devastazione, Il bambino del miracolo è un libro pervaso da una potente luce di speranza. La sopravvivenza del protagonista è il simbolo della rinascita di un'intera città, della capacità di ricostruire, materialmente e moralmente, un futuro diverso e migliore. 

Il bambino del miracolo mi ha fatto riflettere sulla fragilità della pace e sull'inestimabile valore della vita. Ci sono eventi che continuano a ripetersi, anche oggi, anche se in maniera diversa. E il dolore diventa universale e senza tempo. Una lettura che oggi più che mai risuona valida e interessante che ci racconta di un momento buio dal quale, però, può sempre nascere un miracolo.

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