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domenica 9 novembre 2014

La leggenda della ragazza del mare di Ivan Bacchion Recensione

Buona domenica cari lettori! E' il momento di postare la recensione di un romanzo molto particolare, scritto da Ivan Bacchion, in arte Il Vento, intitolato La leggenda della ragazza del mare. Un libro che raccoglie in sè molti aspetti della vita, riflessioni sulla nostra esistenza, e in modo particolare sull'amicizia e sull'amore. Ma prima di tutto la vera protagonista di questo scritto è la donna, celebrata mettendo in evidenza tutto il suo carattere e la sua identità. Con tono poetico e a tratti ammaliante, l'autore ci accompagna nel suo mondo, fatto di anima e di pensieri a volte forti, altri delicati dedicati all'unica grande essenza che riempie le pagine di quello che non solo è un omaggio, un regalo a tutte le donne, ma è anche un modo per affrontare tematiche pericolose e serie come la violenza e i soprusi.


 La leggenda della ragazza del mare




Titolo: La leggenda della ragazza del mare
Autore: Ivan Bacchion
Editore: Youcanprint
Pubblicazione: 30 Ottobre 2014
Genere: Romanzo
Pagine: 284
Prezzo: 14.00



TRAMA 

In Italia muore una donna ogni due giorni, vittima della nuova e crudele realtà che si sta estendendo negli ultimi tempi come un vortice travolgente: il femminicidio. Sempre più donne sono vittime di violenze da parte di un uomo, 171 in un anno. Il primato spetta alla Germania con 350 vittime l'anno, seguono Francia con 288, e Regno Unito con 245. Il bilancio è in crescita e la situazione scivola verso un dramma destinato a segnare per sempre la storia e la figura della donna. "La leggenda della ragazza del mare" è un libro nato per rendere omaggio alla figura della donna, un essere unico che con la sua delicatezza merita di vivere in assoluta libertà, perché come ogni creatura per esaltare la sua essenza ha bisogno di essere libera e nulla e nessuno potrà mai toglierle questo diritto. Il libro narra di una donna che si ritrova sola e priva di ricordi, come un angelo senza le sue ali che cerca di volare verso la luce. Un giorno, mentre è sul terrazzo, le accade qualcosa d'inaspettato che la catapulta verso i suoi ricordi più remoti, ormai smarriti da tempo. Un passato sepolto e misterioso che grazie a un improvviso soffio di vento riemerge dalle sue ceneri come una fenice, regalandole tutto ciò che aveva perso: "la sua vita".




Ivan Bacchion ci propone un romanzo che affonda le proprie radici nella leggenda, nel fascino antico del mare e delle sue onde misteriose, nel passato e nella forza della Donna, madre e compagna, amante ed amica, che viene celebrata attraverso questa storia che si chiama leggenda e che arriva direttamente dal mare. 
Secondo l’autore “Dal mare è nata la vita, dalla vita è nata la donna, dalla donna è nato l’amore.” Indi mare, donna, amore esistono in nome di un cerchio che eternamente si ripete e che coinvolge uomini e donne in questa danza infinita che si chiama esistenza, sulla quale soffia leggero e delicato il Vento

Il romanzo inizia con una data 2052, mostrandoci una figura silenziosa e solitaria, una donna non più giovane che il mondo conosce come Madame Tristesse ed è proprio di lei che leggeremo ancora quando lentamente l’io narrante ci condurrà indietro nel tempo, nel 2012, per comprendere quale sia stata la sua storia, la storia di colei che diverrà la protagonista, di nome Rebecca. Con un veloce salto indietro nel tempo la ritroviamo a vent’anni, alle prese con una famiglia complicata, con una madre e senza un padre ed intristita dalla storia con il fidanzato storico, Marco, che non sa se lasciare per una nuova avventura amorosa che porta il nome di Alex. 

All’improvviso però nella sua vita appare una figura quasi evanescente, che attira tutta l’attenzione della giovane su di sé. Un uomo di 28 anni, conosciuto su Facebook che si presenta con il nome di Vento. Diventerà il suo confidente ed il suo amico più intimo e si proporrà come una Guida capace di mostrargli la strada giusta da seguire per essere davvero felice. 
Lo stile di Ivan Bacchion è fluido, chiaro, non sono presenti errori grammaticali né ortografici, la sintassi è lineare e permette una lettura agevolata. Ciò che rallenta lo svolgersi della trama sono le numerose descrizioni dedicate sia ai pensieri della protagonista sia alla presentazione di Vento che non è altro che l’alterego dell’autore. 

Il mondo di Facebook viene descritto in malo modo e altrettanto aspramente criticato il mondo dei giovani, troppo presi dalla superficialità e dall’eccessivo divertimento, come se non pensassero ad altro che a divertirsi. Ma Rebecca sembra diversa e comincia a fidarsi spontaneamente della sua Guida misteriosa, come non ha mai fatto con nessuno prima di allora. Vento l’ascolta e sembra capire perfettamente ogni suo stato d’animo, ma soprattutto le chiede di dare credito ai suoi consigli perché lui lo fa solo per il suo bene, senza nessun secondo fine. Egli si definisce come un uomo misterioso, capace di parlare direttamente all’anima delle persone. 

 “Lui andava controcorrente e la sua forza era la solitudine, che lo rendeva veramente libero. Con il tempo le persone impararono a conoscerlo e ad apprezzare il suo modo di essere, fidandosi di lui, attratte dalla sicurezza che si celava dietro ogni sua parola.” 

Rebecca cerca continuamente conforto nel suo amico virtuale ma l’unica risposta che riceve per le sue controversie amorose è la solitudine. Rebecca deve imparare a stare da sola se vuole che la confusione riguardo ciò che desidera veramente passi una volta per tutte. Vento sembra essere molto saggio ed è una vera Guida. Egli considera la donna come un essere destinato a non essere compreso a causa della superficialità dell’uomo. Anche le donne che sembrano felici sono in realtà tristi perché devono sopportare il peso dell’incomprensione, come un profondo vuoto che resta per molto tempo incolmabile. Ciò che l’uomo non comprende è che amare una donna significa renderla libera e invece i maschi fanno l’esatto opposto, ossessionando le loro compagne proprio perché non sono in grado di capirle. 

La donna per Vento è come una rosa, quindi all’uomo basterebbe “solo mantenere la giusta distanza e avvicinarsi a toccare i suoi petali solo quando lei avrebbe voluto e si sarebbe fidata.” 

L’autore attraverso il Vento ci racconta di se stesso, della sua interiorità delicata e del suo dono per le parole, che intreccia e poetizza a proprio piacimento. E’ come se la figura di Rebecca che all’inizio era quella centrale, venisse lentamente messa da parte per lasciare spazio a quella di Vento, che con il suo soffio accoglie sempre di più tra le sue braccia fatte di forza e di aria, le insicurezze e i timori della giovane donna, che ha bisogno realmente di una guida per non sbagliare. L’autore ci racconta i moti del proprio animo mentre adula e celebra l’intelligenza, l’indole femminile che è capace di stregare completamente l’uomo, facendolo cadere ai propri piedi. 

“Considero la donna simile ad una spada di cristallo: tanto pericolosa e, allo stesso tempo, tanto fragile.” 

Quante descrizioni della donna, con un uso carezzevolmente romantico delle metafore, tese ad idealizzare una figura paragonata alle essenze più delicate e pure, sottili e leggere, fragili, sempre sul punto di spezzarsi come le debolezze e le insicurezze della donna che da questo romanzo ne esce esaltata ma anche custodita, protetta come un prezioso segreto. 

“Sentivo che una parte di me era imprigionata in un luogo buio e desolato, mentre l’altra era sempre pronta a spiccare il volo.” 

La leggenda della ragazza del mare è un’opera dedicata alla donna, paragonata alle più preziose forme della natura. Un’emblema, un sogno, un simbolo che diventa leggendario e arriva direttamente dal mare, il mare della vita. La Guida, il Vento è la strada che ognuno di noi dovrebbe percorrere per giungere e comprendere le più intense profondità del proprio animo, fino a raggiungere quella felicità tanto agognata. 

L’intento dell’autore è eccezionalmente nobile, fedele al principio da cui tutta l’opera trae ispirazione: l’amore, la donna, la libertà. Tra le pagine emerge un sofferto e gridato No alla violenza contro le donne. Un No contro tutti quegli uomini che in assenza di comprensione tentano di possederne il corpo, dilaniandone l’anima. Un No contro le donne stesse, quelle che non sopportano la solitudine e che fanno prevalere la paura e l’incertezza di restare sole, cercando negli uomini un rifugio più che un compagno, un àncora di salvezza piuttosto che l’amore vero, accettando soprusi e mancanze in nome di qualcosa che non esiste. Questo romanzo è un’immensa allegoria sulla vita, sull’esistenza, sulla morte e sull’abbandono. Un intenso sogno ad occhi aperti attraverso cui un’anima poetica ci narra con passione le emozioni del proprio cuore e i ragionamenti della mente, dopo che le esperienze e le delusioni della vita lo hanno condotto ad essere ciò che è. 

Ho apprezzato le pagine in cui la sua anima cercava un pretesto per mettersi a nudo, per raccontare ancora qualcosa di sé al mondo. Un anima che appariva quasi senza futuro perché “Forse non amerò mai più” (come lo stesso autore ha ammesso), abbandonata alla solitudine, in cerca di un appiglio che l’agganciasse nuovamente alla vita reale. 

Gran parte delle parole sono come un fiume in piena, scorrono, invadono e trascinano l’attenzione, chiedendo, implorando forse, di poter diventare consistenza, battito, vita. Sembra quasi di annegare, a tratti di perdere il controllo e di affogare in mezzo ad un turbine di pensieri, di ragionamenti che lasciano spazio improvviso alle emozioni, alle lacrime, ai sorrisi, alla luce che ti sembra di intravedere lo stesso, nonostante hai raggiunto il fondo. 

Ed è così, quel fondo lo senti, lo intravedi prima di andarci a sbattere contro, perché quello che racconta questa storia è bello e crudele insieme ma è anche un insegnamento con il quale, grazie all’uso della delicatezza e del rispetto delle parole, l’autore raggiunge il proprio scopo: farsi ascoltare, seppur concedendo tanto di se stesso, la parte più ferita, quella che facilmente si vorrebbe nascondere. 

Eppure lui è qui, davanti a noi, con il bagaglio delle proprie paure, le gambe stanche per il lungo viaggio e il volto solcato dalle rughe del silenzio a cui si è condannato. Ma sul suo viso compare un mezzo sorriso che significa che è arrivato. E non a mani vuote ma stringendo un romanzo che è come una scoperta, un piccolo mondo di pensieri e sentimenti che si dischiude davanti a tutti, con un pizzico di timidezza ma anche molto coraggio, perché questa storia serve per guardare le cose da un’altra prospettiva, per comprendere anche ciò che scivola dalla nostra ragione e la possiamo anche prendere, perché no, come una storia che ci fa compagnia in qualche sera d’inverno, quando ci sentiamo al sicuro, protetti dalla nostra Guida che ci racconta, sussurrando ancora e ancora, una nuova ed immortale leggenda.



6 commenti:

  1. Volevo dargli una possibilità, ma aspettavo qualche recensione. La tua è la prima che leggo, e non sembra niente male.

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    1. E' un libro con diversi contenuti, ed è scritto bene. Credo sia giusto dargli una possibilità.

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  2. Questa è una tematica che mi sta molto a cuore, da tempo partecipo in tutti i modi che mi riescono a tutto ciò che riguarda maggior diritto e rispetto per le donne, essendo fermamente convinta che il sessismo sia qualcosa di estremamente attuale, e questo libro è una delle tante voci alzate per questa causa. Sono davvero felice che tu abbia voluto presentarlo e recensirlo sul tuo blog :)

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    1. E io sono felice che tu abbia letto la recensione e che ti abbia colpito, soprattutto perchè il libro tratta proprio della donna e di tutto il suo mondo, compreso purtroppo quello delle violenze. L'autore lo ha scritto proprio affinchè la sua voce sia non solo voce ma un grido. :)

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  3. Sembra un libro dalle tematiche interessanti.

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