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giovedì 6 novembre 2014

La ragazza del faro di Dario Giardi Recensione

Buongiorno! Oggi riporto la recensione di un libro inviatomi gentilmente dall'autore, in cui si mescolano romanticismo e destino, narrati con uno stile fluido e a tratti profondamente poetico. Un romanzo breve che si legge in poco tempo e che lascia immaginare molto. Sto parlando dell'opera di Dario Giardi, intitolata La ragazza del faro, pubblicato da Leone Editore

Ditemi come sempre cosa ne pensate! 


La ragazza del faro



Titolo: La ragazza del faro
Autore: Dario Giardi
Editore: Leone
Pubblicazione: 2014
Genere: Narrativa
Pagine: 112
Prezzo: 6.00





TRAMA 

Julien è un trentacinquenne fuggito dall'angosciante monotonia borghese della vita parigina. Trova rifugio in un paesino sperduto della costa bretone, fra le cui brezze crede di poter ritrovare se stesso e l'essenza della vita. L'incontro con la bellissima Adèle, di cui si innamorerà perdutamente, e la quotidianità condivisa con il gruppetto di giovani che ancora vive in paese gli riserverà gioie, dolori, e anche una terribile lezione.


BIOGRAFIA 

Dario Giardi, scrittore, fotografo e musicista, è laureato con lode presso l’Università Luiss di Roma. È autore di guide turistiche, con la casa editrice Polaris di Firenze e con la Lighthouse Publisher di New York, dedicate alla sua grande passione: l’arte e la cultura celtica, etrusca e romana. Ultimamente sta lavorando alla sceneggiatura di un progetto cinematografico internazionale: un film fantasy/documentario sulla civiltà celtica, prodotto da una casa di produzione svizzera.




La ragazza del faro è un libro che si legge in poche ore, che va assaporato lentamente, per percepire i toni poetici e la scrittura lieve e delicata che crea un’atmosfera soffusa, come se la storia fosse ambientata in un tempo crepuscolare, in cui la luce del faro in mezzo al mare rende visibili anche le sfumature più segrete delle anime narrate. 

Anime romanzate che hanno molto in comune con ciò che si cela dentro ciascuno di noi, ed è per questo che l’opera di Dario Giardi raggiunge direttamente il cuore di chi legge, portandogli alla memoria sensazioni, timori, paure, rabbie ampiamente conosciute e condivisibili, come se facessimo tutti parte di questo immenso oceano, che guarda eternamente verso l’orizzonte, senza mai scorgerne la fine. 

Il protagonista di nome Julien fugge dalla città di Parigi, abbandonando il lavoro, la famiglia, la sua quotidianità, perché stanco della superficialità e della banalità di una vita che non lo completa dal punto di vista umano e personale, per rifugiarsi sulla costa bretone, in un borgo marinaro dove inizialmente non conosce nessuno, eppure proprio questo gli dà la forza di essere se stesso. Appena arrivato la prima persona che incontra è Adele, una splendida ragazza, silenziosa e apparentemente triste che rende magico quell’incontro, come se fosse la materializzazione di un sogno a lungo agognato che risale dalle profondità marine per riflettersi finalmente negli sguardi di quei due sconosciuti che da quel momento in poi non sapranno più separarsi. 

“Poi si voltò verso di me come una barca a vela persa tra le onde si trova costretta a virare perché investita da un vento forte capace di reciderne la rotta. Fu un tuffo nell’oceano.” 

Bellissima questa immagine che non solo mette in evidenza la poesia contenuta nelle parole dell’autore, ma anche la sua capacità immaginativa, che permette di trascendere le espressioni quotidiane della vita, per renderle sotto una luce diversa, pura e per certi versi sacra. 

Anime che quando s’incontrano sono alla deriva, il vento le sospinge con forza una verso l’altra e il mare, con il suo maestoso faro, che protegge e sovrasta le acque innamorate del cielo, grazie ad un eterno confine, che non supera mai se stesso, benedice quell’unione futura che avrà l’odore della nostalgia e il sapore della passione maledetta. 

La poeticità della scrittura continua assorbendo tutte le particolarità di questo luogo profondo e assorto che riflette perfettamente l’anima dell’io narrante. La terra bretone è carica di fascino e senso di appartenenza che si avvicina pericolosamente all’essenza dei sogni. Julien si sente vicino a questa atmosfera perché la percepisce come una visione che si ripete e che parte da dentro se stesso fino a ritrovarsi all’esterno, con un incastro perfetto. 

“L’anima di questa terra era così vicina ai miei sogni, così penetrante, da lasciare un’impronta indelebile. Molti la chiamavano la terra dei fari. Io ho visto una terra di orizzonti.” 

Julien inizia una relazione particolare con Adele e nel frattempo approfondisce l’amicizia con Nicole e Cecile, mentre discute fin troppo spesso con Christophe che lo accusa di essere stato un codardo ed un vigliacco per aver abbandonato Parigi ed essersi rifugiato in mezzo al nulla. Cristophe è chiaramente la metà oscura di Julien, è come se l’autore avesse voluto introdurre un personaggio, quello che potremmo definire l’antagonista, per mettere in evidenza le debolezze del protagonista, e soprattutto ciò che la sua coscienza stenta a riconoscere. Intanto il suo rapporto con Adele si complica a causa di un segreto che l’uomo scopre in malo modo e che distrugge il castello magico che la sua relazione con la dolce ragazza del faro, con tanta fatica aveva costruito. 

Il paesaggio bretone non è un semplice sfondo ma diventa una palpabile presenza che attraverso le consistenti descrizioni dell’autore s’impone all’attenzione del lettore, diventando una splendida visione fatta di fierezza e sentimento. Senza ammetterlo esplicitamente e usando le parole affidate ai personaggi di contorno, il nostro protagonista, sottilmente intende specchiarsi nella meravigliosa essenza di quel piccolo mondo bretone, incarnando, per volontà o per effettiva appartenenza, quegli stessi valori, così penetranti, forti, silenziosi ed indomabili. 
Il vero bretone è colui che non mostra mai i propri sentimenti, ha un carattere stoico ma non arrogante, coglie il silenzio di ciò che lo circonda e lo compensa con l’immaginazione, rendendo visibile ciò che agli altri resta inevitabilmente celato. 

Le descrizioni delle atmosfere mi hanno conquistato molto di più delle azioni, perché devo dire, che la storia procede abbastanza lenta, gli eventi che scombussolano la vita del nostro eroe, sono pochi e si possono contare sulle dita di una mano, ma ciò che più si ricorda di questo romanzo, è sicuramente la sua scrittura e lo stile dell’autore, un lento scivolare tra le lettere e l’inchiostro, mentre esse raccontano ancora e ancora del mare e dei suoi profumi senza mai stancare. 

“Era un profumo umido e malinconico, ma nello stesso tempo carico della forza e del coraggio di uomini duri e pazienti, di mari e frontiera.” 

 Julien s’innamora perdutamente di Adele, nonostante ci siano problemi che appaiono insormontabili. Di lei lo ha conquistato tutto, a tal punto che anche quando crede di averla dimenticata, dentro di lui scopre l’eternità di quel sentimento che porterà entrambi troppo vicino alla morte. 

“La sua timidezza non era solo una patina di mistero. Era il suo essere, una capacità innata di miscelare purezza e sensualità, due caratteristiche che credevo introvabili nella stessa persona.” 

Il racconto procede fino alla fine, lasciandoci la percezione che qualcosa non sia andato per il verso giusto. Confesso che il finale non solo mi ha lasciato l’amaro in bocca ma non l’ho trovato giusto, come se fosse un pezzo alieno, messo lì senza coscienza e senza rifletterci, facendo perdere all’intera storia una parte del proprio fascino. 

L’amore, la passione, il tradimento sono gli elementi cardine dell’intreccio e vengono vissuti sempre con dignità e con rispetto grazie al modo di raccontare dell’autore che non si omologa alle scritture più forti e violente che vanno così di moda in questi tempi. 

La ragazza del faro è per certi versi una storia romantica e maledetta, che affronta l’amore come la morte, che celebra la solitudine e affonda nel silenzio. Che ascolta il volo dei gabbiani e s’inebria dell’odore libero e lontano del mare. Un mare che diventa la culla di un sentimento, che lo fa nascere, lo protegge e lo custodisce finchè quell’amore tanto bramato non decide di ferire se stesso e di trascinarsi verso quell’orizzonte in cui non ci può essere altro che dolore e fine. 

Perché l’incomprensione, le menzogne, l’inganno non possono essere combattuti se non attraverso la verità. Questa è la storia di un destino che si compie, del destino di un amore che nasce ai piedi di quel faro e si spegne tra oceano e cielo, nel ricordo di un sogno che è sempre appartenuto a quelle onde e ad esse ritorna inesorabile.



8 commenti:

  1. CIao Antonietta!!!!!!!
    come va??
    bella la trama e il libro... non è proprio il mio genere, ma mi è piaciuta la tua recenzione va dritta al punto... mi incuriosisce molto l'ambientazione e i paesaggi...!

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    1. Ciao Martina! Tutto bene, grazie!^^
      Sono proprio l'ambientazione ed il paesaggio ad essere descritti perfettamente ;)

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  2. ma è carinissimo questo blog! Nuova Follower ;)

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  3. Ciò che mi affascina di questo romanzo è lo stile. la trama non so perché mi appaia un po' trita e ritrita :)

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    1. La trama non è nuova, è la storia tra un uomo e una donna, fondamentalmente, quindi amore, tradimento, passione e purtroppo anche la morte. Però lo stile davvero è bello. Poi io ho il debole per le scritture poetiche e quindi sono di parte. Grazie di essere passata! :)

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  4. Le frasi che hai riportato colpiscono molto e anche la recensione!! :))

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