Buonasera cari lettori. La seconda recensione di oggi la dedico ad una raccolta di racconti scritta con uno stile semplice e scorrevole, crudo ed incisivo. Sergio Beducci ci racconta di una visione dell'umanità priva di fronzoli e di mezze misure, mettendo in evidenza emozioni e sensazioni estremamente reali e naturali, così come le sentiamo, senza alcuna forma fittizia.
Pocofuturo
di Sergio Beducci Editore: Antonio Tombolini GENERE: Racconti Prezzo: 1,99 € Formato: eBook Data d'uscita: 5 Ottobre 2016 Link d'acquisto: QUI
Trama:
Questo libro è composto da quattordici racconti, brevi e meno brevi. Ritratti di adolescenti messi di fronte alla malattia, alla sofferenza o semplicemente refrattari a uniformarsi alle regole che qualcuno ha deciso per loro. Vite di giovani e meno giovani presi tra solitudine e incapacità di immaginare per sé o per il mondo un futuro credibile o anche solo accettabile. Il titolo alla raccolta, Pocofuturo, è stato scelto perché in qualche modo il futuro si è contratto, ha perso di significato, è scivolato verso un futuro prossimo, un presente dilatato, atemporale. Pochi sogni, nessun ideale da realizzare: ognuno chiuso nel proprio angusto mondo, spesso intriso di rimpianto, di rancore. Le uniche figure che conservano umanità, capacità di emozionarsi, energia vitale, sembrano essere i giovani marginali, le ragazze in fuga, i bambini che anche di fronte alla morte sono capaci di reagire, affrontandola. Così, tra le pieghe di un’esistenza che sembra cristallizzata nell’inerzia e nell’apatia, può apparire d’improvviso una possibilità nuova, una speranza, persino l’amore. Un libro pieno di gatti con nomi strani, di cani che si chiamano Platone, ma anche di adolescenti che del filosofo e della sua allegoria della caverna, sono affascinati. Un racconto presenta un identico inizio per uno svolgimento e un finale completamente diverso, quasi fosse l’uno la cover o il remix dell’altro, come si usa tra i musicisti e i dj.
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RECENSIONE
Pocofuturo è una raccolta di racconti che abbracciano una vasta schiera di figure che prendono spunto dalla realtà e dalla nostra socialità, coadiuvate nella loro presentazione ed esplicazione dallo stile dell’autore, franco e diretto, che permette al lettore di cogliere la profondità delle azioni, le sue bellezze e altresì brutture, senza che le storie siano contaminate da una sterile benevolenza di fondo.
Cosa voglio dire? Sergio Beducci scrive in modo lineare e scorrevole, senza fronzoli e senza mezze misure. I suoi racconti o sono bianchi o neri, il grigio non è un colore contemplato, né auspicabile. Con un ritmo narrativo che si alterna tra la calma e la rabbia, tra l’odio e l’amore, conosciamo diversi personaggi con le loro fisse e le loro malattie, con speranze e possibilità, capaci di donare al lettore l’immediata sensazione di non essere giammai creature di carta, ma bensì reali e sanguinanti.
Il primo racconto, Gli occhi come il mare, è poetico ma anche stranamente malinconico. Sono rimasta subito colpita dalle poche pagine di questa storia che però è stata capace in pochi attimi, di accarezzarmi e di conquistarmi. Una bambina ed un bambino che si guardano e condividono pochi momenti sulla spiaggia e la loro unione tra parole e sguardi rubati, si consolida attraverso il dolore, con un unico gesto che si riassume in quello dello scambio di una lacrima.
«Mi piacerebbe avere anche io gli occhi come i tuoi». «Allora chiudili e avvicinati» rispose lei. Con le dita raccolse il proprio pianto e glielo passò sulle palpebre, sulle ciglia, unendolo alle sue stesse lacrime che adesso scendevano inarrestabili. «Ecco, ora li hai anche tu».
Due anime che vagano incerte nel mondo e che ancora non conoscono esattamente quale sia il loro ruolo, ma si lasciano prendere e trasportare dalla magia di quel momento, il cui finale è capace di imporsi per delicatezza, una sorta di ingenuità sommersa che fa fatica a venire fuori, ma che esiste.
E allora ecco, la capacità principale dell’autore di raccontare le emozioni più umane e più vicine a ciascuno di noi attraverso la quotidianità e persino la perversione.
La storia di Cesare che vuole uccidere il cane della sua ex fidanzata Katia, che lo ha lasciato dopo un iniziale colpo di fulmine perché ha compreso che quel ragazzo è tutta apparenza e soprattutto imposizione. Violento e impostato, non riesce più a regalarle nessuna emozione che sia vivibile e per cui valga la pena combattere. Ma Cesare non ci sta e organizza un piano per uccidere Platone. Peccato che le cose non vadano come le aveva immaginate e il brutto finale è proprio dietro l’angolo. Brutto per lui, naturalmente.
Deve essere stato allora che lui aveva iniziato a fare quel verso che sembrava un lamento e invece un lamento non era. Deve essere stato allora, sì. Non era un lamento: era il principio della sua vendetta.Un suono sordo che gli veniva dal basso ventre e che significava: “Ti annienterò”. Un verso animalesco e primordiale che esprimeva l’urgenza di vendetta. E ora il momento era giunto.
Questa è la storia più incisiva e davvero cattiva che l’autore ha inserito. C’è malvagità, ossessione, cattiveria allo stato puro. Un sentimento portato all’estremo che però, al giorno d’oggi, non ci sembra poi così impossibile, considerato quello che si sente in giro. La bravura dell’autore coincide con la volontà di raccontare un’umanità ridotta all’osso, con l’intenzione di mostrare le sensazioni e i sentimenti, belli o brutti, così come sono, anche se alcune scene possono apparire surreali ed assurde, esse non sono altro che la voce interiore dei personaggi.
Incontri improbabili tra uomo e donna, relazioni difficili tra padri e figlie, situazioni imbarazzanti al limite della vergogna e dell’esaltazione, Pocofuturo è un viaggio vero e proprio in un sostanziale universo umano privo di dolcezza e di delicatezza, salvo qualche attimo più morbido e accondiscendente. Il titolo stesso non mente. Di quel poco futuro a cui si allude, l’autore non sembra dimenticarsi della possibilità di qualcosa di più positivo che scavalchi il muro di solitudine e di incomprensione che si respira in molte storie, per andare ad abbracciare una visione più costante, appena calda ed accogliente.
Le atmosfere sono a tratti ribelli, altre più calme; alcune silenziose mentre altre si oppongono per la loro loquacità. Insomma, una visione avvolgente e pregnante, che si nutre della realtà e di ciò che ci circonda per ricordarci che spesso, oltre l’inerzia, l’apparente perdita di vitalità e di fiducia, il forte senso di inadeguatezza e la staticità, è importante non smettere di sentire lo stimolo del cambiamento, l’energia della vita.
Sembra molto carino ^^
RispondiEliminaSì, cara Ophelie, non sbagli! <3
EliminaCiao Antonietta:) Non sono amante dei racconti, ma questa sembra una raccolta davvero interessante. Mi piace soprattutto il fatto che i racconti cambino registro, passando dal delicato al cupo, spiazzando continuamente il lettore. Sembrerebbero, fra l'altro, temi molto attuali (e tristemente, se pensi a Cesare!). Ma... Povero Platone! Fortuna che lasci intuire un lieto fine (almeno per lui), perchè io sono una di quelle ragazze che se in un film muoiono tutti non batte ciglio, ma se qualcuno sfiora l'animale si rifiuta di continuare la visionexD
RispondiEliminaUn abbraccio!
Cara Virginia, è tutto esattamente come hai intuito, e proprio perchè anche io ho un certo debole per gli animali, ho voluto dare qualche indizio proprio su quel racconto cercando di far capire che Cesare non avrebbe vinto. XD Anzi... per lui si prospetta un destino davvero cattivo... Ma basta, ora non voglio dire altro! :-)
EliminaCome non condividere quello che hai detto sul rifiuto di continuare la visione? Perfettamente d'accordo.
Un abbraccio! :****
Gemellina cara, sai che forse una raccolta di racconti potrebbe farmi uscire da questo periodo di apatia libresca? me lo segno assolutamente, sai che i tuoi consigli sono sempre preziosi per me <3 Un bacione di cuore smackkk
RispondiEliminaCara Ely, i racconti di solito sono più immediati e spesso di facile lettura. Quindi potresti proprio staccare la spina dai romanzi, leggendo questa raccolta! <3
EliminaUn abbraccio forte! :*****