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mercoledì 21 gennaio 2015

Ai miei sogni non chiedo più nulla di Mauro Muccioli Recensione

Eccomi con un nuovo post dedicato ad una recensione molto interessante che riguarda un romanzo scritto dall’esordiente Mauro Muccioli, che ha un titolo che mi ha suggestionato subito, Ai miei sogni non chiedo più nulla, spingendomi a leggerlo e a curiosare nella sua storia. Un thriller molto forte che però non si limita soltanto a questo, perché nella trama ci sono molti altri aspetti che vengono evidenziati e altrettanti sentimenti che prendono il sopravvento.


Leggete per credermi!


Titolo: Ai miei sogni non chiedo più nulla
Autore: Mauro Muccioli
Editore: Narcissus.me
Pubblicazione: 27 Ottobre 2014
Genere: Thriller
Pagine: 346
Prezzo: 6,99 Epub
Ibs

Trama

Mauro sta lottando contro i fantasmi del suo passato, contro qualcosa che gli riporta alla mente i momenti più difficili della sua vita. La Vigilia di Natale del 2013 riceve una telefonata da Mirko, il suo migliore amico. Mirko è in questura, ha una sola telefonata a disposizione. È l’unico indiziato della morte della moglie Cristina. Le prove contro di lui sono schiaccianti. Mauro decide quindi di aiutare l’amico, di uscire dal buco in cui si è rinchiuso. Decide di lottare contro i suoi fantasmi e di rimettersi in gioco. Aiutare Mirko, in realtà, è come aiutare sé stesso. È l’unico modo che ha per salvarsi. Assieme ad una bellissima giornalista di nome Alessia, Mauro inizia ad indagare sul caso. Tra misteri da svelare, enigmi da risolvere e un passato che riaffiora, scoprirà, però, che la verità non sempre deve essere svelata, ma, a volte, solo accettata. Vita e morte, amore e odio, finzione e realtà, tutto mischiato in questo thriller dal finale sorprendente.


Biografia

Sono nato a Rimini il 30 giugno del 1976. La mia passione per la lettura è nata nel periodo scolastico, quando in treno i romanzi gialli mi tenevano compagnia e occupavano i miei viaggi. Il mio primo libro è anche il mio preferito, il grande capolavoro di Agata Christie intitolato “10 piccoli indiani”. Poi mi sono appassionato ai thriller visionari di Stephen King, su tutti i capolavori “Shining” e “Cuori in Atlantide”. Ma forse il complimento più bello che ho ricevuto, è che il mio stile è molto “Falettiano”. Si Giorgio Faletti è stato lo scrittore che più mi ha colpito per duttilità e capacità descrittiva. Questo libro è dedicato anche a lui. In generale tutti i romanzi thriller mi incuriosiscono e il mio sogno è riuscire a scrivere un capolavoro, come “L’ombra del vento” di Zafon, “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel o “Uomini che odiano le donne” di Larsson. Dopo aver letto tanti libri ho deciso di provare a scriverne uno io. Non ho fatto corsi di scrittura o altro, ho solo applicato la mia esperienza da lettore per mettere giù una storia. Volevo raccontare la mia vita mischiandola con un thriller, volevo mischiare verità e finzione.

Volevo solo realizzare un sogno…


Blog personale: www.mauromuccioli.it




L’amore ha confini meravigliosi ma sconosciuti. 

Ai miei sogni non chiedo più nulla è un titolo molto particolare che richiama un verso di una canzone dei Modena City Ramblers ed è una frase molto suggestiva, proprio di quelle che piacciono a me, con quel filo di malinconia nascosta che rende il silenzio del non detto e dell’assenza, una morbida culla dove vanno a dormire tutte le speranze. 

Già nel prologo saltano all’occhio gli elementi tipici di un thriller: il cadavere ed il sangue accompagnati da una sottile e macabra filosofia di ciò che è sbagliato, intenta a cercare spassionatamente un senso al Male. Un male che già dalla prima pagina non lascia scampo perché porta con sé il terribile odore della familiarità e della conoscenza. 

“Prima di chiudere la buca, il male pianse.” 

Mauro, protagonista del romanzo, è l’alterego dell’autore. Programmatore informatico con un’infanzia molto difficile alle spalle ed un presente che lo vede abbattuto e depresso da un amore finito. Attraverso l’uso della prima persona, seguiamo passo dopo passo i suoi pensieri e i suoi ragionamenti riguardo la triste e al contempo sorprendente scoperta della morte di Cristina, moglie del suo migliore amico Mirko. La situazione precipita quando Mauro, non solo deve affrontare la morte inspiegabile di una sua cara amica, ma anche l’incarcerazione di Mirko, considerato l’unico presunto colpevole di quell’efferato omicidio. Nonostante sia sensibilmente coinvolto in questa tragica situazione, il suo desiderio più grande che lo aiuta a non perdere la speranza, è il sogno di scrivere un libro che parli della sua vita, scriverlo con il cuore, in modo che contenga tutto ciò che ha bisogno di raccontare al mondo. 

In questo processo auto conoscitivo lo aiuta una figura che inizialmente appare come un fantasma, un uomo di nome Pj, con il quale Mauro dialoga ogni volta che inizia un capitolo, prima che il seguito della storia faccia il suo corso. E’ quell’uomo a infondergli coraggio e a ricordargli continuamente di credere in se stesso. 


“La notte è buio, la notte è silenzio.”

Il clima s’incupisce, Mirko è considerato l’unico colpevole e Mauro l’unica persona che ancora crede nella sua innocenza. Sono molti i personaggi che l’autore ci permette di conoscere e che ruotano intorno a questa vicenda che all’inizio sembra molto semplice se non fosse che cominciano ad accadere una serie di fatti inspiegabili che sfiorano il limite della razionalità. 

Ma tutto ruota intorno al concetto di Amore, è inutile nasconderlo, ce ne accorgiamo subito. Un amore però non del tutto convenzionale, un amore che abbraccia talmente tanti aspetti, tante emozioni da spaventare anche il più coraggioso degli innamorati. Un amore che controlla, che distrugge, spavaldo e arrogante, un amore che grida, sussurra, mortifica e sacrifica. Amore che si chiama pianto, amore che uccide piangendo. 

L’intreccio, dunque, si complica lentamente, storie reali si confondono agli incubi, c’è un senso di assenza opprimente che ti gela il sangue. Un’intensa voglia di conoscere la verità che si condensa come fumo davanti ad una finestra e alla fine t’impedisce di guardare. 
C’è un senso di sottile drammaticità nei personaggi. Al primo sguardo potrebbe apparire una storia banale eppure ti accorgi subito che c’è qualcosa di tragico, di inquieto come un urlo soffocato nel silenzio, che cova al buio e che ha smesso di chiedere permesso, perché prima o poi esploderà. 

All’autore non basta parlare di amore e di morte, nella sua intricata visione romanzata c’è anche spazio per la religione, per Dio e per i suoi adepti e in questo vortice di potenziali colpevoli ed oscure personalità che nascondono impensabili misteri, nessuno pare essere innocente. 

Lo stile è diretto, chiaro come le azioni dei personaggi che si muovono veloci, ognuno seguendo la propria prospettiva. Mauro trova una forza ed un coraggio che pensava di aver dimenticato, tutto per salvare quello che considera come un fratello. Si scontra direttamente con il male, uno dei tanti mali di questa storia, nascosto da un’ineccepibile veste e da una maschera di cera senza volto. Un male che si prende gioco di Dio nella sua stessa casa. 


“Scansai la foto, mi avvicinai nuovamente al suo viso e gli sussurrai…Mi dica buon uomo, come l'ha aiutata? Seppellendola sotto tre metri di terra? 

L’aria noir si respira molto bene e diventa davvero difficile stabilire quale sia la verità senza sbagliare. La morte è affascinante come dice l’autore e lo è ancora di più mentre tentiamo di capire a quale dannato male stiamo dando voce. Tutto sembra precipitare, tutto è contro Mirko e per Mauro diventa un tunnel nero ed asfissiante dal quale non riesce ad uscire perché non intende rinunciare all’innocenza dell’amico. 

Il romanzo diventa meta romanzo quando il protagonista inizia a scrivere proprio ciò che stiamo leggendo, mescolando verità e finzione, morte e creazione ed unendo tutto questo in un processo di scoperta, di conoscenza ma soprattutto di creazione artistica. I personaggi sono reali, vicini a noi nelle loro forze e debolezze così come le emozioni descritte, terribilmente umane, dall’odio alla rabbia, dall’amore alla vendetta. 
E’ facile provare empatia per Mauro, compenetrarsi grazie alla sua dolcezza, al suo dolore, a quella solitudine senza nome che lo ha condotto lontano dalla vita, indebolendo la sua voglia di lottare. Ma l’arresto di Mirko diventa la voce che gli urla in faccia di reagire qualunque sia la fine. 

C’è un male sotterraneo in questa storia, che è difficile portare alla luce. False piste, passati fatti di dolore e sofferenza che riguardano tanto le vittime quanto i carnefici di questa inquietante melodia narrativa, rendono le vicende una potente ed oscura rivelazione che tocca l’anima di ciascuna persona coinvolta. Ad un certo punto mentre leggevo, mi è sembrato quasi di avvertire una voce, qualcuno che sommessamente diceva: Salvatevi e non ci riuscirete. 

Mauro Muccioli coinvolge con tenacia e passione in ciò che ci racconta, non solo perché leggiamo la sua storia ma soprattutto perché conosciamo lui stesso, che ci ripete quasi con apprensione quanto ci sia di vero riguardo la sua vita ed il suo dolore. Questa consapevolezza che attanaglia l’attenzione del lettore, lo porta inevitabilmente a rallentare il passo, quasi volesse procedere in quella lettura così personale e particolare, nel modo più delicato possibile. 

Non mancheranno grandi colpi di scena. Tutto ciò che crederete giusto, si rivelerà essere soltanto l’ennesimo falso indizio. E tutto ciò che è bene diventerà male e viceversa in una giostra continua di stravolgimenti e scoperte che travolgeranno tutte le certezze. Vi sentirete come sballottati da una parte all’altra, in un’atmosfera sempre più densa di fumo sporco e di menzogne, dove faticherete a respirare. La vista si annebbierà e arriverete al punto di non sapere più cosa sia il bene, quello vero. 
Perché quando il male piange, il bene cosa fa? Ride. 

Questo romanzo è un gioco a duri colpi che ha a che fare con la morte e con il sangue, con il mistero ed i segreti, ma soprattutto provoca nel lettore un senso di inquietudine perché nonostante ci si avvii consapevolmente alla fine, che si avvalora di una sacrosanta rivelazione, c’è qualcosa che nel fondo dell’anima non quadra. Ho apprezzato le sezioni iniziali di ogni capitolo dedicate alla genesi del romanzo. Sembrano un modo per dimostrare premura e cura da parte dell’autore nei confronti dei suoi lettori. 

“Quando il tuo lettore inizia ad affezionarsi ai personaggi del tuo libro, quando non riesce più a capire la differenza tra realtà e finzione, tutto questo è magia. La scrittura è magia.”

Non credete a ciò che leggerete, tutto è il contrario di tutto e non c’è nulla che ami di più di un romanzo nel quale la presunta verità non è altro che una bugia capovolta, senza più alcun confine tra ciò che è giusto e sbagliato, ma soltanto lo stupore e la certezza di aver letto qualcosa che non ti aspettavi. 
L'autore ha creato una storia complicata ma avvincente e noi di certo non stiamo qui a pettinare le bambole, ma vogliamo proprio una trama che ci faccia sudare, che ci tenga incollati al libro e che faccia traballare tutti gli altari di plastica sui quali abbiamo eretto le nostre dannate ma necessarie verità. Proprio una storia come questa, capace di mostrarti un orizzonte nel quale le visioni si scambiano e i ruoli si svestono dei loro abiti prestabiliti per diventare enigmaticamente qualcos’altro. 

All’inizio e per molto tempo ancora, crederete di leggere una sola storia, quella di un omicidio apparentemente irrisolto. Grave errore che ahimè commetterete tutti. Un freddo intenso e macabro vi condurrà all’interno di due romanzi, nei quali le vite di molteplici personaggi s’intrecceranno per condurvi oltre qualsiasi possibilità di redenzione. 

“Erano due storie diverse ma tristi. Decise di unirle e di vendicarsi.” 

Ai miei sogni non chiedo più nulla non è soltanto un thriller ma è la storia di una vita che si mescola ad altre vite, ognuna delle quali ha da dire qualcosa di importante, qualcosa che segna e che fa riflettere. Amo i libri che ti mostrano altro da ciò che già sai, poco importa se il linguaggio usato sia poetico, aulico, metaforico, straziante o semplice come in questo caso. L’importante è la naturalezza e la spontaneità con cui ti accompagnano, la dolcezza e la cura che dimostrano nel sussurrarti qualcosa che andando al di là di ciò che è vero oppure inventato, ti lascia qualcosa dentro. Qualcosa che senti nello stomaco perché ti rendi conto di aver letto qualcosa di vero e per vero intendo con l’anima. Scritto da chi crede ancora nel cuore. 

Ai miei sogni non chiedo più nulla è memoria, passato, violenza, abuso, sogni infranti e ferite mai dimenticate. Ogni romanzo non è solo magia ma è un sogno e Mauro Muccioli ne ha realizzati tanti in una volta sola.



Anterpima Nord: Ricordati di sognare di Rachel Van Dyken dal 22 Gennaio in libreria!

Buongiorno cari lettori, oggi giornata ricca di post! Iniziamo subito con un’anteprima che riguarda un bellissimo ed intenso romanzo che uscirà domani grazie alla Casa Editrice Nord. Trattasi di Ricordati di sognare di Rachel Van Dyken, il cui titolo è già fortemente evocativo.


Un’uscita da non perdere sia in formato cartaceo che in ebook!


Rachel Van Dyken

RICORDATI DI SOGNARe



Autrice: Rachel Van Dyken

Casa Editrice: Nord

Data di uscita: 22 Gennaio 2015

Genere: New adult

Pagine: 336

Prezzo:Cartaceo 16,40 Ebook 8,99




Un romanzo delicato e intenso, che tocca temi universali
come l'amore e la morte,
la malattia e l'amicizia, la speranza e la perdita.

Per due anni, è come se non avessi vissuto; ero persa in un baratro di dolore, da cui credevo non sarei più riemersa. Poi ho incontrato Wes Michels. Lui è il raggio di sole che ha squarciato le tenebre della mia esistenza, la luce che mi ha ridato la speranza e la forza di ricominciare. Mi sono affidata ciecamente a lui, anche quando tutti mi dicevano di non farlo: Wes è troppo ricco, troppo impegnato a diventare la nuova stella del football e, soprattutto, troppo corteggiato per rimanere fedele a una ragazza come me. Non sanno quanto si sbagliano.
Non conoscono il suo cuore e sono all’oscuro del suo segreto. Su una cosa però avevano ragione: non avrei dovuto innamorarmi di lui.
Ho paura che, se resterò ancora una volta sola, sprofonderò di nuovo nel baratro. Perché adesso so che ogni giorno passato con Wes potrebbe essere l’ultimo…

Letto, riletto, commentato e consigliato da legioni di fan in tutto il mondo, Ricordati di sognare è un romanzo struggente e carico di speranza. Perché quella fra Kiersten e Wes è una storia d’amore unica come ogni storia d’amore, e universale come solo le grandi storie d’amore sanno essere.


Dopo aver raggiunto i vertici delle classifiche del New York Times e di USA Today, Rachel Van Dyken si è imposta come scrittrice di rilievo nel panorama della narrativa americana e i suoi romanzi sono richiesti a gran voce dal suo immenso pubblico di lettori.

venerdì 16 gennaio 2015

Intervista ad Adrien Brandi autore di Winston Berwick e il segreto del Mastro D'Armi

Buongiorno lettori, oggi vi presento un’intervista molto interessante realizzata all’autore esordiente Adrien Brandi, che ha pubblicato il romanzo fantasy Winston Berwick e il segreto del Mastro d’Armi che ho recensito la settimana scorsa. 

Per chi si fosse perso la recensione può leggerla qui.

Vi lascio in compagnia del nostro autore di oggi e se qualcosa vi colpisce non dimenticate di lasciare un commento con la vostra impressione!





Ciao Adrien, grazie per aver accettato questa intervista.
1 - La prima domanda riguarda la scrittura. Com’è nato l’amore per essa e quando hai davvero iniziato a scrivere?

Da piccolo creavo trame complicate per i miei giochi, costruivo i miei personaggi con il polistirolo e li dipingevo con gli acrilici. Ora li costruisco con le parole.
I primi raccontini li creai tra i nove e i dieci anni, poi a venti cominciai a scrivere racconti più lunghi, sulle trenta-sessanta pagine. Finalmente cominciai a sviluppare una tecnica mia, che mi è utile ancora.


2 - L’idea del tuo romanzo da dove nasce e che cosa devono aspettarsi i lettori?

Tutto è cominciato con Arcady, il vecchio gobbo e imprevedibile, protagonista insieme a Winston del mio romanzo. Vidi un film avventuroso: Il cavaliere di Lagardère. C’era un attore francese, Daniel Auteuil, che zompettava sui tetti tirando di scherma, travestito da gobbo. Era meraviglioso. Quel personaggio mi entrò subito nel cuore.Le storie che mi toccano di più sono quelle in cui il protagonista cresce in forza e sapienza, sotto la guida di un terribile saggio. Il “mentore” o il “maestro” sono archetipi universali che attraversano tutta la narrativa mondiale e il cinema. Il protagonista doveva essere un maestro scorbutico ma simpatico, con cui l’allievo entrava in un rapporto di amore-contrasto, generando anche situazioni brillanti. Così è nato il rapporto fra Arcady e Winston. Altro elemento essenziale è la “vendetta”. Le storie in cui c’è una vendetta sono meravigliose. Sia chiaro, nella vita reale la vendetta è una cosa terribile, ti rovina dentro, ma nella letteratura genera opere straordinarie. Fornisce ad un personaggio il motore psicologico più solido, che insieme all’amore, permette le imprese maggiori. In ultimo, serviva un personaggio ottuso da combattere, Dantòn, con una mentalità rigida, arrogante, che stimolasse l’azione. Così Winston e Arcady non si fanno certo pregare, contenti di sfidare un personaggio così autoritario. Mi piacciono i castelli, il mistero, gli zombie e le storie fantasy piene d’avventura. Quindi per me è stato naturale mettere insieme tutte queste cose in un’unica opera. Cosa devono aspettarsi i lettori? Altre storie piene di divertimento, perché la saga del Clan Berwick è appena agli inizi.

3 - Quanto c’è di autobiografico nella storia?

Di Winston coltivo l’amore enorme per i libri. Arcady, come me, pone l’uomo al centro delle cose. Mentre Caine e Dantòn scovano i varchi Riegher con la tecnologia e i satelliti, Arcady predilige il fattore umano, che vince contro la macchina.
«A me piacciono le cose antiche e i vecchi metodi»,disse convinto Winston.
«Allora siamo gli ultimi a pensarla così, caro ragazzo».
È un tema che sento attuale e mi è piaciuto inserirlo nel libro.

4 – Quanto curi i personaggi di contorno?

Cerco di curarli al massimo. Un personaggio deve esistere in una storia solo se riesce a dare un contributo vero alla trama o a rivelare qualche aspetto dei protagonisti. Perciò mi domando sempre: qual è la sua funzione nel contesto? Serve veramente ai protagonisti? Risolve qualche problema? Fa progredire l’azione?

5 - Da dove nasce l’idea del Mastro d’Armi e dei Varchi Riegher?

Mi piace l’idea che la mente umana possa realizzare cose incredibili, che nasconda segreti che la scienza moderna non sappia ancora spiegare.
I Varchi Riegher sono degli “Stargate” da cui spuntano zombie. Mi piaceva l’idea di un reparto speciale, i “Lancieri di Berwick”, sempre pronto ad intervenire per bloccare l’infezione, un po’ come i “Men in Black” con le minacce aliene.

6 - Poiché tu stesso hai affermato trattasi di una saga, attualmente hai già in mente la storia degli altri due volumi o è ancora tutto da stabilire?

Ho già in mente il secondo e il terzo volume. Vorrei creare un prima trilogia di avventure del Clan. In realtà mi piacerebbe creare una saga lunga, perché il Clan ha tanto da dire e i personaggi, secondo me, si prestano a parecchie avventure.

 7 - Cosa significa per te questo romanzo?

Significa l’occasione di metter su carta tante idee che mi affascinavano, dando sfogo a ciò che ho dentro. La mente è come una pianta che deve dare i suoi frutti, con naturalezza. Tutte le storie che mi porto dentro sono i miei frutti. Penso che sia il momento giusto per comunicare queste storie grazie al self-publishing.

8 - Perché la scelta di usare uno pseudonimo per pubblicare?

Sono un Berwick! Se Arcady sapesse che racconto le cose di famiglia si arrabbierebbe…
Simenon si firmava all’inizio “George Sim”, Stephen King si firmava anche come “Richard Bachman”, la Rowling ultimamente ha scelto un nome maschile “Robert Galbraith”.
In realtà molti scrittori utilizzano uno pseudonimo, che è simbolo di libertà, fantasia e anche scaramanzia.

9 - Quali sono i libri che ti hanno cambiato l’esistenza?

Consiglio ogni opera di Michael Crichton. Simenon per lo stile narrativo. Ma l’elenco sarebbe veramente lungo.

10 - Quali sono i tuoi autori preferiti e quelli che consideri fonte d’ispirazione per la tua opera?

La lista sarebbe interminabile e poco interessante.
È più interessante il fatto che per tutta la stesura di Winston Berwick non pensavo ad opere letterarie conosciute, ma ad un telefilm che si chiama NCIS (Unità anticrimine), con l’agente Gibbs al comando. È una serie meravigliosa, piena di ritmo, che sa alternare azione, commedia, dramma e investigazione in un modo incredibile. Perciò ogni volta che dovevo affrontare un capitolo mi domandavo: come lo scriverebbe uno sceneggiatore di NCIS? Come posso ritrovare il senso del ritmo di questo telefilm?
Ancora piango la fuga di Ziva David che ha lasciato il cast.
Zivaaa… dove sei?

11 - C’è un libro che avresti voluto scrivere tu?

“Dune” di Frank Herbert... o la sceneggiatura di NCIS!

12 - Oggi c’è una diatriba aperta riguardo il mercato editoriale. Uno scontro tra piccole e grandi case editrici e il self-publishing. Cosa ne pensi? Quali sono i pro e i contro di uno e dell’altro?

Per il momento in Italia lo scontro vero e proprio non esiste ancora. L’editoria classica mantiene il primato sul mercato. Ma negli USA non è così. Ci sono self-publisher che hanno venduto milioni di copie in digitale. I grossi editori italiani stanno guardando con interesse l’evoluzione del problema. Sempre più autori si proietteranno sul self-publishing.
Secondo me lo scontro maggiore si avrà tra piccola editoria e il self-publishing.
È bene chiarire cosa sia un self-publisher: è un piccolo editore a tutti gli effetti. Come il piccolo editore deve imparare a fare un corretto editing, con il confronto di amici appassionati di scrittura, deve imparare a correggere bene il proprio testo, deve imparare ad utilizzare un programma di video scrittura in modo più che dignitoso, al fine di realizzare l’e-book e il pdf di stampa, deve saper scegliere un titolo accattivante, deve avere gusto per realizzare o scegliere una copertina valida, deve scegliere la piattaforma digitale migliore dove distribuire i propri libri, deve imparare a gestire la campagna pubblicitaria e tutto ciò che è marketing (dalla creazione del sito internet, blog e social network). Insomma, deve studiare parecchio e acquisire un sacco di competenze, per realizzare tutte queste cose da solo, o deve diventare un manager che sappia coordinare un team professionale.
Perciò, se uno scrittore non si sente in grado di fare tutto ciò allora sarà costretto a rivolgersi agli editori, e accettare qualunque proposta editoriale, anche dalla più piccola casa editrice, demandando tutti questi compiti, nella speranza che l’editore lo sappia fare in modo dignitoso.
Se invece lo scrittore, come nel mio caso, si sente in grado di correre da solo allora potrà decidere di affidarsi al self-publishing.
È prima di tutto una scelta caratteriale e poi di convenienza.

13 - Meglio cartaceo o e-book? L’editoria sta cambiando ma secondo te cosa offre oggi di diverso rispetto al passato quando un autore emergente faticava davvero a farsi conoscere?

Penso che il libro cartaceo non sparirà, ma rimarrà soprattutto per i best-seller. Nel futuro penso che nelle poche librerie che rimarranno aperte, troveremo essenzialmente i best-seller con copertina rigida ed edizioni di lusso, mentre tutto il resto verrà assorbito dall’editoria elettronica, a basso prezzo. Ormai la distribuzione su carta è troppo onerosa, e le grandi case editrici si stanno digitalizzando. Ma nell’equazione c’è Amazon, che sta giocando in anticipo con una forza invidiabile… il futuro è veramente nebuloso.
Anche oggi lo scrittore emergente fa fatica a farsi conoscere, perché la concorrenza su internet è enorme, ma il web gli permette di acquistare un biglietto della lotteria in più. Non è più dipendente solo dalle case editrici e può costruire nel tempo un proprio pubblico.
Quante volte abbiamo cercato inutilmente vecchi libri senza successo, solo perché si erano esaurite le scorte? Invece la meraviglia dell’e-book e del print on demand secondo me è questa: testi sempre reperibili, che non dipendono dalle copie presenti in deposito, visto che l’opera è on line ventiquattr’ore su ventiquattro. Le copie cartacee sono stampate solo ed esclusivamente nel numero richiesto, senza rese di stampe e senza inquinamento inutile.
Con Amazon tu compri e loro stampano il libro e te lo portano fino a casa.
Oppure scarichi subito il testo e te lo leggi sullo smartphone. È fantastico!

14 - Scrivere è…

Scrivere è… la capacità di saper creare emozioni.
Le emozioni alimentano la lettura e si radicano dentro, formando i ricordi più belli.
Spero, che la saga di Winston Berwick, possa regalare al pubblico tante belle emozioni.


mercoledì 14 gennaio 2015

L'amore conta di Carmen Laterza Recensione

Buon pomeriggio cari lettori, ho da poco terminato la lettura del romanzo di Carmen Laterza, intitolato L’amore conta, nel quale si mescolano riflessioni e cambiamenti tutti al femminile e che riguardano tutte le problematiche legate all’amore nelle sue molteplici forme. Una lettura profonda e determinata, che spinge molto a pensare e a riflettere su ciò che abbiamo e che vorremmo avere.

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!


Titolo: L'amore conta
Autore: Carmen Laterza
Editore: SelfPublishing
Pubblicazione: 2014
Genere: Romanzo
Pagine: 276
Prezzo: 0,99
Amazon

Trama

Irene ha 38 anni, è sposata da due anni e vive nell’operoso Nordest di Pordenone. Lei e Luca non hanno figli e la loro vita agiata sembra scivolare via, giorno dopo giorno, senza lasciare traccia. Inquieta e alla ricerca di una scossa emotiva Irene una notte decide di iscriversi a Meetic, un sito di incontri. Inizierà così una lunga serie di appuntamenti con gli uomini più disparati, lasciandosi conquistare dalle loro storie e dai loro corpi. Ma Irene ha un passato che capitolo dopo capitolo si intreccia alla sua storia presente. Il primo incontro con Luca, l’inizio della loro storia, la scoperta dell’esistenza di una figlia avuta da Luca da un precedente matrimonio e per anni rifiutata, fino al loro matrimonio e al viaggio di nozze. Un passato che si alterna a un presente fatto di incontri con uomini superficiali, e perverse avventure. Un percorso, quello di Irene, che parte dall’inquietudine esistenziale, scivola nel cinismo e finisce nel tradimento. Sarà l'amore a salvarla, quello che si prova per gli altri e per se stessi, perché nella vita " l'amore conta, e sa contare."


Biografia 

Carmen Laterza, è nata nel 1974 a Pordenone, dove vive e lavora come Dirigente Scolastico. Laureata in Lettere e Diplomata in Pianoforte, ha recentemente autopubblicato il saggio musicologico I duetti d’amore nelle opere di Giuseppe Verdi. L'amore conta è il suo primo romanzo.



L’amore conta è un romanzo che ti parla direttamente in faccia, che ti guarda dritto negli occhi e ti dice “Io sono così, e tu?”. 

A questa domanda che si ripete sottilmente per tutto il corso del romanzo, attraverso le inquiete e spesso paradossali esperienze della protagonista, io ho fatto fatica a rispondere, perché sapevo che il vero senso di quella domanda non è come si è ma se si ha il coraggio di esserlo. 

Irene è una donna vicina ai quaranta, con un marito ed una vita apparentemente felice, con una lavoro e una soddisfazione superficiale che ad un certo punto comincia tempestosamente ad andarle stretta. Non sopporta l’uomo che ha sposato, le sembra di non riconoscere più quel Luca che molti anni prima l’ha completamente conquistata con la sua sicurezza e la sua determinazione, con la sua famiglia ricca e con il suo lavoro perfetto. 
La narrazione si sviluppa su due piani temporali differenti. I capitoli si alternano tra passato e presente, incorniciando alternativamente i momenti più addietro della vita di Irene e quelli legati agli attimi odierni, nei quali si scatena la crisi. 
Dai suoi ricordi, la relazione con Luca splende di dolcezza e familiarità, di amore e di passione, di rispetto e profondità, a parte qualche piccolo segreto che l’uomo fa l’errore di rivelarle troppo tardi che però non turbano l’idilliaco legame che in breve tempo si conclude in matrimonio. 
Lei lavora, lui anche, la famiglia di lui l’accoglie come la donna della sua vita senza la quale prima e dopo non ci sarà nulla, ma allora cosa manca alla nostra cara Irene? 

Alle soglie dei quaranta all’improvviso la vediamo una notte svegliarsi, e precipitarsi al pc per intrufolarsi tra le decine di foto di probabili conquistatori e conquistate del sito di incontri più famoso d’Italia: Meetic

Ciò che all’inizio sembrava un gioco, “giusto per guardare un po’”, diventa un’ossessione, un lento ed incisivo convincersi che sarà proprio in mezzo a quelle foto senza nomi reali e senza vite da conoscere, che Irene troverà ciò che le manca. Perché parliamoci chiaro, lei lo dice, e anche chiaramente: le manca qualcosa. Quella vita le va stretta, ormai si sente vecchia ed è ora di vivere per davvero. 


“Ho 38 anni e non ho più tempo da perdere.” 

Una rivelazione senza mezzi termini, che fin dalle prime pagine ci scuote e ci mette di fronte a questa inossidabile verità, a cui lei è giunta e ci giungiamo anche noi, con tutto il nostro bagaglio di sicurezze e certezze di una vita al limite della normalità, che traballano davanti a tale lucidità tragica. 


“Mi sono accontentata di ciò che mi è arrivato. Ma ho veramente scelto io?” 

In quanti si sono fatti questa domanda? Irene se la pone e cerca anche una soluzione. La cerca in tutti i modi, la cerca facendo male a se stessa e a chi la circonda, in particolar modo all’amica Anna, dalla quale si distacca perché lei non le mostra la comprensione che si aspettava. Oltre a Luca, nella vita di Irene c’è o meglio c’era un punto fermo fin da quando era adolescente e questo punto fermo si chiama Anna. La sua migliore amica, l’amica per la pelle, quella con cui condividi tutto, quella che non abbandoni neanche quando si sposa e ha due figli, quella che ti tiene per mano e che non ti lascia mai. 
 Ma anche l’amicizia come l’amore ha una fine, una sua stanchezza nascosta, che cova fino a quando non esplode in una nuova e drammatica consapevolezza. Irene comprende che Anna non condivide la sua scelta di “esplorare” altre vite, altri uomini, altre forme di slanci e di interessi pur di trovare la propria armonia. Anna è una che è diventata troppo banale, che si è accontentata di un marito e dei figli senza più lottare per la propria felicità. 

Il personaggio di Irene è descritto molto bene dall’autrice, che usa un linguaggio semplice ma scorrevole, facendosi leggere in modo piacevole e creando interesse. La prosa scivola e lentamente il carattere e la personalità di Irene si svestono di ogni paura e di ogni inibizione per entrare in un mondo fatto di sconosciuti e di mistero, nel quale saranno più le delusioni che le vittorie. 

Incontrerà tanti uomini, più giovani o con qualche anno in più di lei ma cosa le lasceranno questi pseudo incontri al limite del paradossale e della volgarità? Niente, altro che niente. Nessuno di loro è in grado di portarla dove vuole, di sfondare il muro di lacrime mancate nascoste da un’esistenza che l’ha resa prigioniera di una gabbia invisibile fatta di dolore e rabbia da quando la madre è morta. 

Irene è complicata, Irene è sincera con se stessa, Irene non si ferma. Mai. 

Fino a quando non ci sbatte la testa e allora deve rialzarsi e contare tutti i pezzi in cui il suo corpo e la sua anima si sono spezzati. 

Odia il padre perché è sopravvissuto alla madre, salvandosi in un incidente mortale che non ha saputo evitare. E allora la piccola bambina irrisolta ha trattenuto le lacrime perché la madre le diceva che era segno di debolezza e da allora non ha più pianto, ha solo covato una rabbia che l’ha condotta al limite della sopportazione e di una sottile malvagità contro l’uomo che l’ha messa al mondo e che non è mai riuscita a perdonare e mai ci riuscirà. 


“Provare pena per me stessa sarebbe già qualcosa, forse il segno di un’umanità che sento perduta. Invece se cerco dentro di me non trovo più nulla, né amore, né pietà, né speranza. Nemmeno tristezza. Solo rabbia.” 

Legami familiari che sopravvivono su fili fatti di cera, la cui consistenza è sempre sul punto di sciogliersi se fa un po’ più caldo, se la ferocia della rabbia prende il sopravvento ma finchè ci sarà quell’anonimo freddo tra padre e figlia, l’apparenza di un sentimento sarà tenuto in salvo. 

Carmen Laterza ci racconta di una donna che potrebbe essere chiunque, una donna che decide per se stessa laddove comprende che non prova più niente per l’uomo che ha amato. E’ stato triste leggere pagine intere dedicate a quelle emozioni che un tempo c’erano e che poi sono svanite, sostituite da distacco, noia, indifferenza mortale. Ho riconosciuto la padronanza dell’autrice dell’argomento, la sua capacità di raccontare i processi mentali di Irene e di spiegare di volta in volta il perché delle sue azioni fino a giungere al punto di non ritorno. 
E’ stato triste sì, ma anche dannatamente reale, privo di tentativi patetici di addolcire una situazione che di dolce non ha assolutamente nulla, solo per renderla più accettabile. 

Irene o si ama o si odia, sicuramente bisogna riconoscere la sua forza, la sua determinazione, la sua volontà di andare fino in fondo per scoprire cosa sta cercando pur di finire in un mondo che alla fine non le appartiene e non l’è mai appartenuto. Così come questo romanzo, o lo ami o lo odi. Vie di mezzo non possono esserci, perché vie di mezzo dentro non ne trovi. 

Irene vivrà esperienze divertenti e assurde ma dovrà anche fare i conti con la sua parte più oscura che la condurrà in un luogo chiamato trasgressione, dove la depravazione non è tanto lontana dalla perversione, e dove il limite può essere un bivio davanti al quale non si può sempre scegliere. Ma lei lo ha fatto, lei ci ha condotto fin lì e poi ha avuto la forza di scegliere, di farlo guardando in faccia il suo dolore, la sua inquietudine, i suoi fantasmi, prendendoli per mano e allontanandoli, uno per uno. 

Irene è stanca del conformismo, di ciò che la società ci impone, di vivere indossando dei ruoli, di recitare su un palcoscenico davanti al quale non esiste pubblico, perché siamo tutti attori, nello stesso modo, nella stessa ottusità.


“Scegli un posto e conformati, scegli un ruolo e recitalo: il resto verrà da sé.” 

Non siamo altro che appartenenza, ci hanno insegnato che la vita non è altro che appartenere ad una famiglia, ad uno status, ad una condizione, alla quale dobbiamo omologarci perché soltanto quando avremo scelto quel modello allora diventeremo riconoscibili e quindi entreremo a far parte dello squallido teatrino dell’umanità. 

Irene si ribella, Irene sceglie un’altra strada, Irene non ama, non sente più quell’amore che conta e che sa contare. E allora trova il coraggio di dare libero sfogo ai suoi sensi, alle sue emozioni, apre le porte alla ricerca e non importa se debba mettere in gioco la testa ed anche il corpo, non importa più, ormai il fine ed il mezzo diventano un’unica cosa insieme alla ricerca stessa di qualcosa che potrebbe non esistere ma a cui lei sente maledettamente di dover arrivare. 

E ci prova, sì che ci prova con tutta la forza di una donna, perché io ho guardato al di là del tradimento, semplice e di facile intuizione. Io ho guardato al di là della ricerca del sesso, della volontà di solitudine perché il dolore che ti porti dentro è troppo grande per non farti aggrappare ad una ricerca che non esiste. 

La verità è che Irene ha smesso di amarsi e ha cercato in quel tradimento qualcosa che senza amore non poteva avere. Ha smesso di rispettare se stessa prima degli altri, quando ha creduto che con il corpo poteva raggiungere sensazioni che solo l’anima può donarti. Ha confuso la ricerca con il mezzo e tutto è diventato un errore infernale dal quale solo le lacrime, quelle che hai trattenuto per tanto tempo, fino a scorticarti il cuore per non darlo a vedere, possono salvarti da quel baratro che porta soltanto il tuo nome. 


“Ma ci vuole amore per tutto questo, ce ne vuole davvero tanto. E io non ne ho abbastanza.” 

Non è vero Irene, tu ce l’hai e il finale di questo romanzo vi scalderà il cuore. Dopo pagine intere nelle quali lo sguardo della protagonista sembrerà vacuo, persino cieco ed insensibile di fronte al vero senso dell'esistenza. Dopo parole che come fiumi vi racconteranno di scene di sesso, di scambi di uomini, di passioni senza alcuna disciplina, arriverà un abbraccio, infinito e caldo come la vita di chi si prende cura anche di chi pensa di non meritarlo e vi dimostrerà che dopo tanto dolore, dopo aver toccato il fondo, dopo essersi persi e aver perso tutto, una lacrima può accarezzarti l’anima, riconciliarti con la vita e riempirti finalmente di quell’Amore che conta perché ci rende umani più di qualsiasi altra creatura sulla faccia della terra.




lunedì 12 gennaio 2015

Anteprima DeAgostini: Four di Veronica Roth!

Buongiorno cari lettori, anche oggi procedo con una segnalazione di un romanzo molto atteso che riguarda la saga di Divergent di Veronica Roth, in uscita per la DeAgostini. Non voglio perdermi in chiacchiere, date un'occhiata a questa attesissima notizia!

FOUR
 di Veronica Roth 


L’ultimo attesissimo capitolo della saga di Divergent. 

Una raccolta di momenti indimenticabili, un viaggio di sola andata nel cuore di Tobias. 

In libreria dal 27 gennaio 


Veronica Roth ci riporta nella Chicago distopica di Tris, raccontando i momenti fondamentali della vita di Quattro e regalandoci così un viaggio nella mente del tenebroso e tormentato protagonista  maschile di Divergent.



Trama
Quando per Tobias Eaton – il figlio del leader degli Abneganti – arriva il Giorno della Scelta, il ragazzo non ha dubbi: vuole andarsene dalla fazione che per sedici anni è stata la sua prigione e allontanarsi dalla furia del padre violento. Per il suo nuovo inizio sceglie di unirsi agli Intrepidi, perché desidera imparare da loro a sconfiggere le proprie paure e a essere coraggioso. Con un nuovo nome, “Quattro” comincia l’addestramento, che lo porta ben presto a scalare la classifica degli iniziati e ad attirare su di sé l’interesse delle più alte sfere dirigenziali, che lo vorrebbero trasformare nel più giovane capo fazione che gli Intrepidi abbiano mai avuto. Ma è davvero così… oppure c’è qualcosa di più inquietante dietro gli intrighi attuati dai leader Intrepidi? Due anni dopo, Quattro – disgustato dalle trame della sua fazione – è pronto a fare la propria mossa e a lasciarsi di nuovo tutto alle spalle, ma l’arrivo di una giovane iniziata cambia ogni cosa. Perché, grazie a lei, Quattro scopre un lato di sé che non credeva di possedere. Grazie a lei, potrebbe tornare a essere semplicemente Tobias.


Pag. 288 - Euro: 14,90