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lunedì 7 ottobre 2024

Recensione: UN GRIDO DI LUCE di Abi Daré

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Nord, oggi vi parlo di Un grido di luce di Abi Daré.

un grido di luce

di Abi Darè
Editore: Nord
Pagine: 384
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Non è una notte come tutte le altre. Domani, finalmente Adunni andrà a scuola. Tia ha lottato a lungo per dare a quella ragazzina brillante e coraggiosa la possibilità di lasciarsi alle spalle la miseria di Ikati, il villaggio nigeriano in cui è nata e cresciuta, per inseguire il suo sogno più grande: studiare, per costruirsi un futuro diverso e, un giorno, insegnarlo anche alle altre bambine che, come lei, sarebbero altrimenti relegate al ruolo di moglie e madre, senza prospettive né istruzione. Eppure, adesso che la guarda dormire, tutto ciò cui Tia riesce a pensare sono le parole che ha origliato per caso pochi giorni fa, mentre faceva visita alla madre gravemente malata. Perché, da quelle parole, è chiaro che la madre le ha mentito per vent’anni, nascondendo un segreto che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Tia vorrebbe cercare risposte, ma non c’è tempo: qualcuno sta bussando alla porta di casa sua, con l’intenzione di riportare Adunni a Ikati e dal marito da cui è fuggita. Dovrà quindi scegliere che cosa sia più importante: se fare luce sul proprio passato o aiutare Adunni, affinché la sua voce non venga messa a tacere, ma diventi un faro di speranza per tutte le ragazze del suo villaggio. Una storia commovente di amicizia e solidarietà femminile. Due protagoniste dal coraggio esemplare. Un viaggio sull’importanza di trovare la propria voce e restituirla a chi non ce l’ha o ancora non sa di averla.

RECENSIONE

In Un grido di luce, Abi Daré esplora le dinamiche sociali e culturali della Nigeria, presentando due protagoniste femminili la cui lotta per l'indipendenza e il riscatto personale diventa simbolo di speranza e resistenza. Attraverso i personaggi di Adunni e Tia, l’autrice costruisce un romanzo carico di emozioni e riflessioni, ricco di significati psicologici e sociali. 

Adunni è il simbolo di un’innocenza che lotta per emanciparsi dalle convenzioni sociali. La sua forza risiede in un’ostinata determinazione che trascende i limiti imposti dalle tradizioni patriarcali del villaggio. Nonostante la sua giovane età e la mancanza di istruzione formale, è caratterizzata da una straordinaria capacità di resistere all’oppressione. Il suo desiderio di andare a scuola e cambiare il proprio destino rappresenta la voce di tutte quelle donne che, pur essendo prive di diritti e possibilità, trovano dentro di sé il coraggio di sognare un futuro migliore. La sua lotta contro un sistema che la vorrebbe moglie e madre, a discapito della propria identità, è un grido di sfida, un richiamo universale all’importanza dell’istruzione e dell'autodeterminazione. 

Tia, dall’altro lato, offre un ritratto più complesso e sfaccettato. Imprigionata dai segreti del proprio passato, il suo percorso è quello di una donna che si confronta con le proprie fragilità e i propri traumi. La relazione con Adunni diventa il mezzo attraverso cui cerca di redimersi e, al contempo, proteggere la giovane dalla stessa società che ha oppresso lei. Tuttavia, ciò che la rende particolarmente interessante è la sua incapacità di affrontare completamente il proprio passato. L’ambiguità del suo legame con Adunni non è solo una forma di protezione altruistica, ma anche una ricerca di riscatto personale. L’autrice costruisce attorno a Tia un ritratto di donne che, pur avendo potere e risorse, sono costantemente messe alla prova da una società che perpetua il dominio maschile e la disuguaglianza. 

Il villaggio di Ikati, con le sue rigide norme patriarcali, rappresenta il microcosmo di una realtà ancora intrappolata in dinamiche oppressive. L’ambiente è soffocante, e le giovani ragazze vengono sacrificate alle convenzioni sociali. L’immagine di Adunni e delle altre durante il rituale assume un significato simbolico: l’asina che viene gettata rappresenta il peso delle tradizioni che opprimono le donne, mentre la loro trasformazione in leonesse suggerisce la possibilità di riscatto, di ribellione contro un destino che sembrava inevitabile. 

Il villaggio, dunque, è un microcosmo di una Nigeria rurale in cui la povertà, la mancanza di accesso all'istruzione e le norme culturali costringono le donne a vivere in uno stato di subordinazione. Le dinamiche patriarcali del villaggio sono rigide, con ruoli predeterminati per le donne: devono essere mogli, madri e servitrici della famiglia, e qualsiasi forma di devianza da queste aspettative viene punita. Il matrimonio forzato e la poligamia sono temi centrali nel romanzo, con Adunni che viene venduta in matrimonio per soddisfare i debiti del padre, un atto che illustra la riduzione della donna a merce di scambio. I capi villaggio, gli uomini più anziani e le figure di autorità esercitano il loro potere per mantenere lo status quo, e le donne, spesso escluse dalle decisioni, devono affrontare queste imposizioni senza poter contare su alcun sostegno legale o istituzionale. Questo crea una dinamica asfissiante, in cui il destino di una giovane come Adunni sembra segnato fin dall'inizio: il ciclo della povertà e della sottomissione si perpetua attraverso generazioni. 

Il modo di parlare di Adunni, ingenuo e sgrammaticato, è una scelta stilistica che amplifica il realismo del romanzo. La semplicità e la dispersione diventano una forma di resistenza linguistica: una lingua che, pur non essendo perfetta, riesce a esprimere la verità e le emozioni di chi la parla. 

Tia è legata a un passato che la costringe a nascondere verità scomode, ma allo stesso tempo, il segreto rappresenta una forma di protezione. Il segreto è una forma di potere: svelarlo può liberare, ma può anche distruggere. La dicotomia tra il bisogno di rivelare la verità e la necessità di proteggere chi si ama è una tensione che attraversa tutto il romanzo, e che trova espressione nel dilemma morale di Tia. L'autodeterminazione diventa un valore cardine, una forma di riscatto personale e collettivo per le protagoniste, in particolare Adunni. Il suo desiderio di istruzione non è solo una lotta individuale, ma diventa un atto morale di resistenza contro un sistema che nega alle donne l’accesso alla conoscenza e, dunque, al potere. 

Nel personaggio di Tia si manifesta una sorta di dilemma morale: una donna che, pur avendo raggiunto una certa posizione sociale, rimane intrappolata in una rete di aspettative culturali che la soffocano. Il suo legame con Adunni solleva interrogativi su cosa significhi veramente proteggere qualcuno: la sua apparente volontà di aiutarla è mossa dall'altruismo o dal bisogno di espiare i suoi stessi sensi di colpa? Tia affronta una lotta interiore tra il desiderio di liberare se stessa dalle catene emotive del passato e il bisogno di adempiere al ruolo di salvezza per una giovane ragazza. In questa tensione morale si rispecchia la complessità del rapporto tra chi ha vissuto la propria oppressione e chi cerca di liberarsene. 

Sebbene le donne nel villaggio siano spesso in competizione o persino complici nella perpetuazione delle stesse norme patriarcali, spesso però trovano anche modi per sostenersi l’un l’altra. La relazione tra Adunni e Tia è l'asse portante di questa solidarietà. Tia, pur essendo una donna più privilegiata, si rende conto che il destino di Adunni è in molti modi il riflesso della propria esperienza, e la loro alleanza diventa uno spazio in cui si può costruire una resistenza silenziosa contro le ingiustizie del loro mondo. Non è una solidarietà perfetta o priva di ambiguità, ma è comunque un esempio di come le donne, nonostante le differenze di classe e di esperienza, possano sostenersi reciprocamente nella ricerca di libertà. 

Anche Big Madam, nonostante il suo comportamento spesso brutale nei confronti di Adunni, è un personaggio che incarna questa ambivalenza. In lei vediamo il riflesso di una donna che, pur essendo riuscita ad affermarsi in un sistema dominato dagli uomini, riproduce la stessa violenza subita, perpetuando l'oppressione sulle donne più giovani e povere. Tuttavia, nel suo intimo, esiste una consapevolezza del proprio dolore e della propria condizione, un desiderio di fuga da un matrimonio infelice che risuona con le aspirazioni di Adunni. La figura della domestica Khadija è un altro esempio di solidarietà femminile, anche se tragico. Khadija cerca di prendersi cura di Adunni, ma anche lei è vittima del sistema che non lascia scampo alle donne che tentano di infrangere le regole.

Un Grido di Luce esplora l’identità femminile nel contesto di società tradizionali e patriarcali, ma lo fa con una delicatezza e una profondità che colpiscono il lettore. Attraverso le scelte dei suoi personaggi, esplora le contraddizioni di un mondo in cui le donne sono simultaneamente vittime e complici del sistema patriarcale. Tuttavia, nella solidarietà, anche se imperfetta, si trova la chiave per immaginare una via d'uscita, un futuro in cui la libertà e l'istruzione possano essere accessibili a tutte.

Adunni e Tia non sono solo personaggi, ma rappresentano archetipi di resistenza e speranza. Attraverso di loro, riflettiamo sulle dinamiche di potere, sulla necessità di dare voce a chi è costretto al silenzio, e sull'importanza della solidarietà femminile in un mondo che spesso cerca di spezzare i sogni e le aspirazioni delle donne.

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