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sabato 5 ottobre 2024

Recensione: LA CARTA DA PARATI GIALLA E ALTRI RACCONTI di Charlotte Perkins Gilman

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Lorenzo De Medici Press, oggi vi parlo di La carta da parati gialla e altri racconti di Charlotte Perkins Gilman.

LA CARTA DA PARATI GIALLA E ALTRI RACCONTI

di Charlotte Perkins Gilman
Editore: Lorenzo De Medici Press
Pagine: 96
GENERE: Gotico/Psicologico/Femminista
Prezzo: 13,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Un racconto fondamentale nella storia dell'emancipazione femminile, scritto da una delle voci più importanti nella letteratura degli Stati Uniti fra Ottocento e Novecento. L'atto di accusa contro ogni forma di sopruso e sopraffazione che rendono la donna un semplice oggetto subalterno. Questa edizione anche altri numerosi racconti tradotti per la prima volta in italiano e il fondamentale saggio "Perché ho scritto La carta da parati gialla".

RECENSIONE

La carta da parati gialla e altri racconti di Charlotte Perkins Gilman è un'opera che vibra di tensione e potenza, un grido soffocato che si insinua tra le righe di un diario apparentemente intimo e silenzioso. Pubblicato per la prima volta nel 1892, questo racconto breve si configura come un manifesto di denuncia contro le imposizioni mediche e sociali a cui venivano sottoposte le donne dell'epoca. Il tema centrale, la depressione post-partum, viene trattato con una sensibilità che si avverte chiaramente essere frutto di un'esperienza diretta, quella dell'autrice stessa. 

La protagonista, confinata in una camera dalla carta da parati gialla opprimente e deformante, diventa emblema di tutte quelle donne costrette in spazi fisici e mentali asfissianti, vittime di una società patriarcale che, mascherando il controllo con la cura, privava le donne della loro autonomia intellettuale ed emotiva. L'autrice, attraverso una narrazione in prima persona, ci permette di entrare direttamente nella mente della protagonista, facendo crescere in noi il senso di claustrofobia e oppressione che pervade la sua esistenza. La scelta del diario segreto, un espediente narrativo che dà accesso ai pensieri più intimi, rende la lettura ancora più coinvolgente, permettendoci di sperimentare, quasi fisicamente, la discesa della protagonista nella follia. 

Il personaggio di John, marito e medico, incarna la visione paternalistica e repressiva della società nei confronti della donna. Il suo consiglio di "non cedere alla fantasia" e di controllare la creatività e l’immaginazione è l'espressione più palese di un sistema che temeva l'indipendenza mentale e creativa femminile, relegando la donna al ruolo di moglie e madre, lontana da ogni ambizione intellettuale. L'ironia tragica che traspare dal testo, però, è evidente: proprio quel controllo e quella repressione sono ciò che spingono la protagonista verso la sua autodistruzione mentale. 

Il simbolismo della carta da parati gialla, con le sue figure sfocate e inquietanti, diventa la proiezione esterna del tormento interiore della donna. Man mano che il racconto procede, la carta assume una vita propria, diventa un’entità quasi senziente che intrappola e allo stesso tempo rivela le paure e i desideri repressi. La donna nascosta dietro la carta da parati non è solo un’immagine di pazzia, ma un’eco delle donne che, come la protagonista, si trovano imprigionate dalle aspettative sociali, costrette a nascondere la propria vera natura sotto una facciata di conformità. 

Il racconto, pur essendo scritto in un contesto storico specifico, riesce a mantenere una straordinaria attualità. Le tematiche dell’identità femminile, della libertà e dell’oppressione restano questioni vive anche nella nostra epoca. La scrittura è tagliente, carica di significati che vanno oltre la semplice narrazione di un disagio psicologico. In questo racconto si avverte la forza di una donna che non accetta passivamente il ruolo assegnatole dalla società, ma che, seppur attraverso la follia, cerca una via di fuga, un modo per affermare la propria esistenza e individualità. 

Oltre al celebre La carta da parati gialla, il libro include due ulteriori racconti di Charlotte Perkins Gilman, La sedia a dondolo e Quando ero una strega, i quali, sebbene meno noti, offrono uno spaccato altrettanto affascinante della produzione letteraria di una delle scrittrici femministe più influenti della fine dell’Ottocento. 

La sedia a dondolo è una narrazione breve ma densa di suggestioni inquietanti. Il protagonista, un uomo in visita presso una pensione, si trova inspiegabilmente ossessionato da una sedia a dondolo che sembra animata da una presenza invisibile. Questo racconto, pur essendo distante dai temi esplicitamente femministi che permeano le altre opere, lascia trasparire un sottile gioco di potere tra l’individuo e le forze che sfuggono al suo controllo. La sedia diventa simbolo dell’invisibile, del non detto, e la sua oscillazione rappresenta il movimento inquietante della psiche umana, incapace di afferrare pienamente la realtà. Vengono esplorate le dinamiche della paura e dell’ignoto, suggerendo che, talvolta, l’inquietudine può scaturire da qualcosa di apparentemente banale come un oggetto domestico. Tuttavia, anche qui emerge il tema dell'alienazione, che tanto permea la sua scrittura: l'uomo è isolato, solo di fronte a un fenomeno che non può comprendere, in un contesto che diventa rapidamente soffocante. 

Quando ero una strega, invece, si discosta nettamente dal tono cupo e angosciante degli altri testi, regalando al lettore un racconto ironico e provocatorio. Qui, la protagonista si scopre dotata di poteri magici e, per un breve periodo, diventa una sorta di giustiziera sovrannaturale. Il racconto, con un registro quasi satirico, rovescia le dinamiche di potere della società dell'epoca, mettendo in scena una donna che, dotata di poteri straordinari, può punire coloro che ritiene colpevoli di ingiustizie o cattivi comportamenti. 

In un’epoca in cui le donne erano soggette a rigide convenzioni sociali, il racconto sembra offrire una sorta di fantasia di emancipazione: il sogno di un potere che permetta di ribellarsi alle oppressioni quotidiane. La stregoneria diventa una metafora della ribellione femminile, un mezzo attraverso cui la protagonista esercita la sua volontà in un mondo dominato dagli uomini. Anche qui, però, l'autrice non rinuncia a uno sguardo critico: il potere, per quanto liberatorio, può rivelarsi pericoloso e ambivalente, portando a riflettere sulla complessità dell'agency femminile.

Con agency femminile si intende la capacità delle donne di agire in maniera autonoma e consapevole all'interno della società, di prendere decisioni e di esercitare il proprio potere e la propria volontà. È un concetto legato all'indipendenza e all'autodeterminazione, in cui le donne non sono semplicemente soggette alle circostanze o alle aspettative esterne, ma riescono a influenzare attivamente la propria vita e le proprie scelte. 

Nel contesto di Charlotte Perkins Gilman e dei suoi racconti, questo tema riguarda spesso la lotta delle protagoniste per sfuggire alle restrizioni sociali e culturali imposte dalle norme patriarcali dell’epoca. Le sue eroine cercano di ritagliarsi uno spazio di autonomia in un mondo che le priva di libertà, sia mentale che fisica. L'agency femminile diventa quindi un atto di resistenza contro l'oppressione, e nel caso di racconti come La carta da parati gialla o Quando ero una strega, essa si manifesta attraverso una ricerca di libertà, spesso raggiunta con mezzi drammatici o simbolici. L’idea centrale implica la capacità di essere artefici del proprio destino, piuttosto che essere passivi spettatori di decisioni prese da altri.  

I racconti mostrano la sua abilità nel destreggiarsi tra generi diversi, dal gotico al fantastico, mantenendo costante il suo impegno verso una riflessione profonda sulla condizione della donna nella società. La sedia a dondolo scava nelle paure inconsce, mentre Quando ero una strega gioca con l’idea del potere e della giustizia, proponendo una lettura critica e, allo stesso tempo, divertente del desiderio di rivalsa femminile. 

Pur con stili e atmosfere diverse, continuano a dialogare con i temi cari all’autrice, confermando la sua importanza nell’ambito letterario, mostrando come, attraverso la finzione, abbia saputo esplorare i confini della psiche umana e delle strutture sociali.

Parliamo, quindi, di un classico della letteratura femminista che ci offre la possibilità di conoscere una scrittrice straordinaria e un'opera che resta una denuncia potente e attualissima. La prosa non si limita a raccontare il dolore, ma lo trasforma in un’arma per scuotere le coscienze, per far emergere, da quella carta da parati gialla, la verità di una condizione femminile ancora troppo spesso ignorata.


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