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venerdì 4 ottobre 2024

Recensione: UN AFFARE BALCANICO di Diego Zandel

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Voland, oggi vi parlo di Un affare balcanico di Diego Zandel.

un affare balcanico

di Diego Zandel
Editore: Voland
Pagine: 200
GENERE: Thriller/Spy Story
Prezzo: 8,49€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Fine aprile 1997. Dopo una lunga trattativa Telecom Italia (con la greca OTE) acquisisce il 49 per cento delle azioni di Telekom Serbia. L’affare, in cui sono coinvolti anche i servizi segreti dei due paesi, viene favorito da strani personaggi, i cosiddetti “facilitatori”, legati al presidente serbo Slobodan Milošević. L’azienda italiana paga una somma enorme: 1.500 milioni di marchi tedeschi che Milošević pretende in contanti e che, in parte, gli vengono recapitati con un jet privato in diciotto sacchi di juta delle Poste serbe. “Un affare balcanico” si ispira a quell’inquietante transazione e l’autore, all’epoca dei fatti responsabile della Stampa Aziendale di Telecom Italia, mescola nel romanzo verità storica e finzione con l’abituale maestria, districandosi tra donne misteriose, orsi ballerini, cantanti folk serbe e raffiche di kalashnikov per regalare al lettore pagine avvincenti.

RECENSIONE

Un affare balcanico di Diego Zandel è ambientato a Roma nel 1997, e ha come protagonista Guido Lednaz, un uomo comune che si trova improvvisamente coinvolto in affari di portata internazionale, dove serbi e italiani si scontrano e alleano in un gioco di potere e corruzione che travalica i confini nazionali. 
L’autore, all’epoca, lavorava nella redazione della Telecom, e i fatti raccontati nel libro, sono in parte reali, perché lui ha assistito in prima persona a quegli eventi poco chiari. 

Guido vive una vita relativamente tranquilla come redattore alla Telecom, ma presto la trama si infittisce quando, per caso, ascolta una conversazione in serbo-croato durante una pausa toilette. È in questo momento che il romanzo prende una piega inaspettata: per le sue conoscenze linguistiche e culturali, si ritrova a fare da intermediario in un affare losco, dove le dinamiche aziendali si intrecciano con gli interessi di uomini d’affari senza scrupoli. "Acquisire quote di Telekom Serbia, mi spiegò Gubetti, rientrava in quelle strategie per lo sviluppo internazionale già avviate dall’azienda, per avere un proprio portafoglio di attività internazionali che ne aumentasse il valore in vista di una privatizzazione della nostra società, ma anche di Telekom Serbia, al momento gestita dalle Poste serbe. "

La tensione cresce grazie alla fitta rete di manipolazioni e minacce in cui l’uomo è coinvolto, dove non è mai chiaro di chi ci si possa fidare. Il linguaggio dell’autore è scorrevole e riesce a mantenere un ritmo avvincente, pur concedendo spazio a riflessioni più profonde sui temi del potere, dell’identità e del tradimento. Ciò che emerge è la difficoltà di un uomo che si trova a fare scelte morali difficili in un mondo dove tutto sembra essere in vendita, compresi i valori e le amicizie. 

Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è l’ambientazione: la Roma degli anni ‘90, con le sue istituzioni imponenti e le sue vie affollate, fa da perfetto sfondo a una storia in cui gli intrighi internazionali si sviluppano sotto la superficie. La città, con i suoi contrasti tra antico e moderno, rispecchia le tensioni che attraversano la trama, dove la corruzione e il potere si mescolano con il quotidiano. 

I personaggi, seppur numerosi, sono ben delineati. Zoran Vadinović e Momčilo Jovanović, uomini d’affari serbi, sono figure enigmatiche e ambigue, che incarnano perfettamente l’atmosfera di instabilità politica che segna il post-guerra balcanico. Guido, da parte sua, è un protagonista in cui è facile immedesimarsi: un uomo qualunque che si trova a navigare un mondo di giochi di potere, dove la lealtà è una merce rara e pericolosa. È inizialmente intimorito e confuso, ma via via sviluppa un certo cinismo e una determinazione che lo rendono un personaggio in continua evoluzione. – “Noi li chiamiamo facilitatori... purtroppo, vede, in certi paesi le grandi imprese occidentali, se vogliono costruire un’autostrada o una fabbrica, avviare un commercio e così via, devono ungere le ruote, con la speranza naturalmente che gli affari vadano a buon fine... i nostri amici servono a questo...” 

Socialmente, incarna l’impiegato medio che, per via di una serie di coincidenze, si ritrova a interagire con potenti figure che lo vedono non come un individuo, ma come uno strumento utile ai loro fini. La sua vulnerabilità deriva dal fatto che non ha una solida posizione di potere né appoggi influenti, ma psicologicamente cresce nel corso della narrazione, imparando a navigare in questo mondo con maggiore astuzia. 

Zoran rappresenta il potere incarnato. È un uomo abile, carismatico, ma allo stesso tempo manipolatore e opportunista. È un personaggio ambiguo, difficile da interpretare completamente. Mostra segni di cinismo profondo, frutto probabilmente delle sue esperienze in un mondo segnato dalla guerra e dalle tensioni politiche. È una figura che ha imparato a usare il potere non solo per dominare, ma anche per sopravvivere. 

Jovanović è una figura meno delineata ma altrettanto rilevante per comprendere le dinamiche del potere nel romanzo. È più freddo e calcolatore del socio e rappresenta la stabilità e la concretezza di chi ha costruito il proprio impero grazie alla capacità di muoversi nell’ombra. La sua personalità riflette il pragmatismo di chi è abituato a trattare la vita come un affare, senza farsi coinvolgere emotivamente. Simbolo del potere economico che si afferma nella Serbia post-guerra, dove uomini come lui diventano i veri attori del cambiamento economico e politico. È un uomo del sottobosco, che riesce a manipolare le situazioni grazie alla sua rete di contatti e alla sua capacità di rimanere sempre in disparte, facendo muovere gli altri per i suoi fini. 

Stella, la moglie di Guido, seppur non al centro dell’azione, è un personaggio importante per comprendere le dinamiche familiari e psicologiche del protagonista. È la presenza che lega Guido alla realtà quotidiana, alla normalità, rappresenta la tranquillità e il rifugio emotivo per Guido, un personaggio che cerca di bilanciare il crescente stress che il marito affronta. È la classica moglie che, pur non avendo un ruolo diretto negli affari, subisce le conseguenze delle scelte del marito. La sua presenza mette in evidenza quanto le scelte di Guido abbiano un impatto non solo su di lui, ma anche su chi gli sta vicino. 

La corruzione emerge fortemente, non solo a livello politico e finanziario, ma anche morale. Guido, Zoran e Jovanović sono tutti, in modi diversi, vittime e carnefici di un sistema che corrode i valori etici e le relazioni interpersonali. Tutti loro sono segnati da un conflitto interiore: devono decidere se seguire i propri principi morali o cedere alle pressioni esterne per ottenere vantaggi personali. Le tensioni sociali sono evidenti: da un lato,  l’élite economica e politica che usa il potere per arricchirsi e manipolare, e dall’altro, la classe lavoratrice, rappresentata da Guido, che cerca di sopravvivere in un ambiente ostile e dominato da forze fuori dal proprio controllo. 

Il potere, qui, non è solo una questione di controllo politico o economico, ma si intreccia profondamente con l'opportunismo, l'ambizione e l'assenza di limiti morali. La corruzione è presentata non come un'eccezione, ma come parte integrante del sistema. I personaggi che ricoprono ruoli di potere, specialmente Zoran e Jovanović, si muovono in un mondo dove la corruzione è normalizzata e quasi accettata come un mezzo necessario per portare a termine gli affari. Il dialogo tra Guido e Gubetti, dove si discute di come “ungere le ruote” per facilitare le operazioni, mette in luce quanto la corruzione sia una prassi consolidata nel mondo delle telecomunicazioni e degli affari internazionali. La corruzione, in questo contesto, non è soltanto morale, ma anche economica: tangenti, ricatti, favori personali e politici fanno tutti parte di un meccanismo di scambio che lega il potere economico al potere politico. – "L’argomentazione mi tranquillizzò un minimo, tuttavia ero consapevole che si trattava di corruzione. Avevano fatto così anche con Claudia, ne ero certo. Ma lei, che stava alla segreteria, era più addentro di me alle segrete cose. "

I soldi sono al centro di ogni azione nel romanzo. Il denaro non è visto semplicemente come un mezzo per acquistare beni, ma come la vera misura del potere. La ricchezza permette ai personaggi di ottenere rispetto, connessioni e di manipolare le situazioni a proprio favore. Il concetto di denaro è indissolubilmente legato alla corruzione: le tangenti e gli affari illeciti sono sempre finalizzati ad aumentare il capitale personale o a ottenere privilegi. Per personaggi come Zoran e Jovanović, la ricchezza rappresenta anche una forma di protezione; più sono ricchi, più possono sottrarsi alle conseguenze delle loro azioni, rendendosi intoccabili. 

L'intero intrigo che si sviluppa attorno all’acquisizione di Telekom Serbia da parte di Telecom Italia è un esempio classico di come gli affari e la corruzione siano strettamente legati. Nel contesto del romanzo, gli affari poco chiari non sono solo una questione di semplice illecito economico, ma riguardano accordi internazionali in cui le persone agiscono come pedine su una scacchiera molto più grande. Guido viene coinvolto in un sistema in cui il potere e la corruzione si estendono ben oltre i confini nazionali, coinvolgendo governi, aziende, e faccendieri pronti a tutto pur di massimizzare i loro profitti. 

I personaggi utilizzano le relazioni personali come moneta di scambio. Guido viene manipolato da Zoran attraverso una combinazione di lusinghe, minacce implicite e promesse di carriera. Questo scambio di favori è una forma sottile di corruzione, dove le persone sono costrette a fare concessioni morali in cambio di sicurezza o vantaggi personali. La proposta di Zoran a Guido di far parte del suo circolo di potere in Telecom Italia, apparentemente come un favore, rivela come il potere si esprima non solo nel denaro, ma anche nella capacità di ottenere lealtà dalle persone attraverso un gioco di ricatti e promesse. 

Guido è il personaggio che più soffre sotto il peso di queste dinamiche corrotte. Rappresenta il conflitto interiore tra la sua integrità morale e la pressione del sistema che lo circonda. Pur sapendo di essere coinvolto in affari poco chiari, non è un personaggio che agisce con cattiveria; è invece spinto dalle circostanze, costretto a prendere decisioni difficili per proteggere se stesso e la sua famiglia. Questa tensione morale lo rende una figura tragica, che riflette il dilemma di chi vive in un mondo dove la corruzione e il potere sembrano essere l’unica via di sopravvivenza. – “Ma questo, Stella, è cinismo... non si può vivere così: l’uomo ha anche bisogno di sognare!” “E tu sogna. Quello che mi hai appena raccontato non è accaduto... tu sei rimasto tutto il giorno in ufficio, impegnato in riunioni senza fine e, tornato a casa, mi hai raccontato un bel romanzo, degno del tuo amato Eric Ambler...” 

In Un affare balcanico, Diego Zandel esplora il potere e la corruzione come forze che permeano ogni aspetto della vita politica e sociale, influenzando le scelte personali e professionali dei personaggi. Il denaro, gli affari illeciti e la manipolazione delle persone emergono come i principali strumenti attraverso cui si costruisce e si mantiene il potere. Il romanzo dipinge un mondo in cui l'etica e la morale sono sacrificate sull'altare del successo economico, e dove il potere, se non controllato, diventa una forza corruttrice capace di distruggere relazioni e integrità.

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