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lunedì 18 marzo 2024

Recensione: FINCHÈ CI SONO STELLE DA CONTARE di Maria Martinez

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Corbaccio, oggi vi parlo di Finchè ci sono stelle da contare di Maria Martinez.

finchè ci sONO stelle da contare

di Maria Martinez
Editore: Corbaccio
Pagine: 458
GENERE: New Adult
Prezzo: 8,99€ - 16,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Fin da bambina Maya si è sacrificata anima e corpo per il balletto. È una giovane promessa della Compañía Nacional de Danza di Madrid e gli impresari più prestigiosi hanno scommesso su di lei. Ma un incidente mette bruscamente fine ai suoi sogni: Maya non potrà mai più ballare. Il suo compagno, nel lavoro e nella vita, la tradisce. Il mondo le crolla addosso: la nonna Olga, che sulla nipote proietta tutte le ambizioni frustrate che non ha visto realizzarsi nella figlia, la caccia di casa ritenendola responsabile della sua disgrazia. E così Maya, senza più una prospettiva certa e lontana dalla madre, che si è separata e si è rifatta una famiglia in un’altra città, decide di andare alla ricerca di suo padre, che non ha mai conosciuto. L’unico indizio per trovarlo: una foto. Un luogo: Sorrento. Maya parte per un lungo viaggio di scoperta, di ricordi, di orizzonti inaspettati.

RECENSIONE

Finchè ci sono stelle da contare di Maria Martinez è un romanzo sui nuovi inizi e su quelle esperienze di vita che ci spezzano in due e che provano ad abbatterci, e ci provano, ci provano, ci provano finché ci riescono, oppure, semplicemente, ci riusciamo noi a superarle uscendone nuovamente vivi. 

Maya ha 22 anni, è una ballerina. Ha dedicato tutta la sua vita, dall’infanzia all’età adulta, a incarnare il sogno della nonna: diventare una grande stella della danza classica. La madre l’ha abbandonata quando era piccola e non sa chi sia suo padre. Il rapporto con la nonna, la persona più importante della sua vita, è un insieme di ordini, compromessi e freddezza che non augurerei a nessuno. Olga è una donna che riversa su sua nipote tutti i suoi sogni distrutti e fatti a pezzi da una carriera da ballerina che non è mai riuscita a portare a termine. C’è poco da dire: Olga non ha sfondato. Perciò ha creato una scuola per imporre la propria alterigia e incutere terrore a poveri bambini e bambini che vivono nella paura di tradire le sue aspettative. 

La stessa Maya non si rende conto che ha sempre vissuto inseguendo i sogni degli altri, senza mai conoscere per davvero se stessa; senza fermarsi a riflettere se fare la ballerina era davvero ciò che voleva, oppure era solo un riflesso di ciò che credeva giusto fare per non deludere chi le stava accanto. La sua vita, quindi, non è felice. E lo è ancora meno quando a causa di un incidente non può più ballare. Nel momento in cui ha più bisogno di aiuto, scopre che il fidanzato la tradisce e la nonna la caccia di casa perchè la considera colpevole dell’incidente. Sembra che Maya sia passata con il semaforo rosso e abbia provocato l’inevitabile. 

Comunque siano andate le cose, la protagonista si ritrova da sola. L’unico conforto è una vecchia fotografia che ritrae la madre con un ragazzo sorridente. Maya si convince che possa essere suo padre e decide di partire per Sorrento e cercarlo. Lo farà da sola, mostrando un coraggio che non tutti avrebbero. Con il cuore spezzato e con l’anima in mille pezzi. Non è facile rialzarsi dopo una brutta caduta e Maya si è fatta davvero male non solo perchè non può più ballare, ma perchè ha perso l’affetto della nonna e ha l’autostima sotto i piedi dopo che il fidanzato l’ha tradita. 

Insomma, è in un bel casino. Nonostante ciò, dimostra immediatamente di avere carattere. Il suo viaggio in Italia è testimoniato da descrizioni molto dettagliate della costa sorrentina, un luogo magico, libero, in cui si respira l’aria della libertà e dove Maya incontrerà un ragazzo, spagnolo come lei che vive in Italia, che le farà scoprire cosa significa guardarsi dentro, comprendendosi, senza stare a sentire quello che gli altri pensano o vogliono da noi. 

Questa storia mi ha fatto riflettere su un concetto: spesso non ci rendiamo conto di quanto gli altri ci condizionino la vita. Non sembra, ma pensare di avere bisogno di qualcuno, o di sentire continuamente la necessità che quel qualcuno ci confermi la sua presenza o il suo sostegno, anche se può essere bello, è sbagliato. È un pò quello che è successo a Maya e anche a me. Lei è dipesa per anni dal volere e dal giudizio della nonna; lo ha talmente interiorizzato che poi ha perso di vista chi era lei realmente. Cosa vuole Maya per davvero? Ma soprattutto, chi è Maya? 

Spesso ci giustifichiamo dicendo che dipendiamo dal volere di qualcuno perchè è un nostro familiare oppure perchè è qualcuno che amiamo, allora non c’è niente di male. Non è vero. Questo genere di dipendenza ci indebolisce anche se non ci sembra. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, ci consuma. Consuma lentamente la nostra forza, il nostro carattere, ciò che ci rende unici perchè ci fa agire con la nostra testa, ci manipola senza cattiveria, ma ci manipola perchè ci ricopre di un involucro che non abbiamo deciso da soli. 

È una storia in cui Maya deve dimostrare di essere qualcuno per cui vale la pena lottare prima di tutto per se stessa. Vi siete mai chiesti se valete la pena per voi stessi? Io l’ho fatto. E la risposta non è stata così scontata. 
Prima di pensare agli altri e a quello che vogliono da noi, pensiamo a quello che noi stessi vogliamo. E se non lo sappiamo ancora non allarmiamoci, non succede niente. È la vita, è il cuore, è l’anima. 
È la nostra storia e credetemi, nessuno può decidere come andrà a finire. 
Solo noi. 
Grazie a Dio.
E se qualcuno ci prova a scrivere il finale al posto nostro, diamoglielo un bel calcio in quel posto.
Una volta e per sempre.

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