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venerdì 14 giugno 2024

Recensione: DRAGONFALL di L.R. Lam

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Gribaudo, oggi vi parlo di Dragonfall di L.R. Lam, un Fantasy Romance primo di una triologia!

dragonfall

di L.R.Lam
Editore: Gribaudo
Pagine: 432
GENERE: Fantasy Romance
Prezzo: 11,99€ - 19,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
I draghi non sono mai stati così sexy. Sapevo già cos’avrei visto. Una qualche parte ancestrale di me riconosceva quell’odore. Quello delle creature che ci avevano sconfitto, quasi sterminato e confinato in un mondo morente. Una fiamma d’odio si accese viva nel mio petto e serrai le mani a pugno. Era un umano. Il primo che avessi mai visto in carne e ossa. Mi curvai su di lui, la punta di un dito sospesa sopra la sua guancia. Quando ripenso a quel momento, anch’esso mi pare sospeso nel tempo. Perché, naturalmente, quell’umano eri tu. E questa è la nostra storia, Arcady.

RECENSIONE

Dragonfall è un romanzo Fantasy di L.R. Lam che ha come protagonisti i draghi e gli esseri umani. Nel passato, i draghi e gli uomini andavano d’accordo, combattevano insieme contro il Male e si aiutavano a vicenda. 

Poi qualcosa è accaduto che li ha messi gli uni contro gli altri, a tal punto che i draghi sono stati cacciati. Adesso vivono isolati, in una terra abbandonata piena di desolazione, dove si respira soltanto aria di vendetta. Lì è nato Everen, che secondo la profezia è l’ultimo drago maschio che sconfiggerà gli umani e riporterà la dignità al suo popolo riconquistando tutto ciò che gli è stato sottratto nei tempi addietro. 

Arcady è un umano che non vive una vita facile, anzi. Lotta ogni giorno contro la povertà mentre il mondo di Lumet, patria degli umani, vede accrescere il potere nelle mani esclusive dei ricchi mentre il popolo subisce atti dolorosi e tristi. Arcady organizza una rapina e ruba un potente artefatto perché soltanto così può risollevare le sorti della propria famiglia, ma non si accorge che qualcosa va decisamente storto, e permette, senza volerlo, a Everen di attraversare il Velo e di entrare nel mondo umano. 

I due protagonisti di questa storia appartengono a due specie diverse; due razze che in passato muovevano i loro passi insieme, facendo affidamento l’uno sull’altro, ma che poi, si sono inevitabilmente separati e adesso sono diventati dei veri e propri nemici, pronti a guerreggiare e a uccidere, persino, pur di prendere il sopravvento l’uno sull’altro. Il drago è figlio della regina di Vere Celene e ha una sorella di nome Cassia che però rimane nella terra desolata, e di cui conosciamo i pensieri soltanto attraverso dei brevi capitoli nei quali è lei a esprimere il proprio parere. 

Intanto Arcady si ritrova legato a Everen senza saperlo. I due non possono toccarsi perché questo comporta uno svilimento della magia del drago, e sebbene tra di loro nasca lentamente un’amicizia, ancor più lentamente questa si trasformerà in qualcosa di più. Siamo abituati a leggere storie di nemici che diventano amanti con uno sfondo di guerra che albeggia e che è pronta a scoppiare da un momento all’altro. Eppure lo stile narrativo dell’autore ci permette di immergerci completamente nella storia e di valutare con criticità tutto ciò che avviene. 

Io, per esempio, sono rimasta molto colpita, già dalle prime pagine, dall’uso della “ə” con cui Arcady si riferisce a se stesso. Per chi non lo sapesse, questo simbolo serve a indicare un’identità fluida e a contrastare il binarismo; in altra parole, viene usato dalle persone che non voglio definirsi né maschi e nemmeno femmine. Insomma, non vogliono definirsi affatto. È una scelta che mi è parsa molto intelligente e che ha fornito a questo romanzo quel quid in più che lo ha differenziato dalla maggior parte dei romanzi dello stesso genere. Mi è parso come un passo in avanti, come se fosse un modo per dare qualcosa in più a chi legge; uno sguardo più intelligente che si pone come scopo quello di ampliare gli orizzonti partendo, perché no, dalle cose proprio più semplici e scontate. 

Il conflitto è l’elemento principale di tutta la storia. Arcady e Everen appartengono a due mondi agli antipodi e il drago sa che, alla fine, dovrà uccidere l’umano se vorrà sopravvivere e riportare la propria specie al suo posto legittimo. Sì, lo so, è un cliché che bene o male conoscete tutti bene. E cosa vuole dire questo? La storia è scorrevole, e la sottotrama dell’innamoramento tra i due resta comunque una sottotrama che accompagna lo svolgersi dell’intreccio principale senza rallentarlo in modo irreparabile. Ho apprezzato il modo in cui l’autore ha deciso di strutturare i POV. Arcady parla in prima persona; Everen in seconda persona usando uno stile epistolare diretto ad Arcady. E poi ci sono altri due personaggi, Sorin e Cassia, che parlano in terza. 

A dispetto della trama, che soprattutto all’inizio appare disperata e desolante, perché i personaggi soffrono ognuno a modo loro e si trascinano dietro paturnie che arrivano dal loro passato e che non gli danno tregua, l’avanzare della storia e il suo sviluppo, regala anche molti momenti divertenti che sottolineano quanta diversità ci sia nei due personaggi principali: una diversità che convince. 

Un romanzo che è solo il primo di una trilogia e si presenta abbastanza bene proprio perché si concentra sulle vite parallele di due antagonisti che dovrebbero odiarsi e combattere l’uno contro l’altro, ma che invece si ritrovano a essere complici proprio quando tutto sembra perduto. 
Il finale, con il tipico cliffhanger, per fortuna già ampiamente annunciato, lascia con il fiato sospeso, in attesa che il prossimo volume sia pubblicato in tempi ragionevoli.

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