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giovedì 16 marzo 2017

La bugia perfetta di Emily Elgar Recensione

Buongiorno lettori! Un thriller psicologico di quelli veramente belli è La bugia perfetta di Emily Elgar, pubblicato da Fanucci, che ringrazio per la copia!

La bugia perfetta
di Emily Elgar

Editore: Fanucci TimeCrime
Pagine: 272
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 14,90 € - 4,99 
Formato: Cartaceo - eBook
Data d'uscita: Febbraio 2017
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Quando Cassie Jensen arriva nel reparto di terapia intensiva al St Catherine’s Hospital, Alice Marlowe, l’infermiera che si occupa delle sue cure, ne rimane inspiegabilmente affascinata. Quella fragile donna è stata trovata gravemente ferita in un canale lungo la strada, investita da un’auto pirata, ma il suo cuore nasconde qualcosa di tormentato e oscuro. Nello stesso reparto, Frank Ashcroft ha appena riaperto gli occhi dopo due mesi di coma. Solo un riflesso nervoso, pensano i medici, ma Alice è convinta che il paziente percepisca e comprenda quanto gli accade intorno. È Frank l’unico testimone dei dialoghi tra Cassie e le persone che vanno a trovarla. È lui a ricostruire nella propria coscienza, ora di nuovo vigile, un quadro di rancori, ossessioni morbose, rapporti familiari deteriorati, e a mettere insieme gli elementi che potrebbero far luce su quanto è accaduto a Cassie quella notte, sul ciglio di quella strada. Ed è Frank l’unico custode di un pericoloso segreto. Ma Frank è paralizzato nel suo letto, del tutto incapace di comunicare...

RECENSIONE

La bugia perfetta è un thriller a più voci, che emerge da un buio fatto di anima e di mente e che ti avvolge attraverso un’ombra di silenzio, di cose non dette e di parole spezzate che sembra abbiano il suono del vento.

Un suono a volte leggero, delicato, altre furente e talmente impressionante da farti tremare le ginocchia.

Emily Elgar, al suo esordio, non fa assolutamente un buco nell’acqua ma ci accoglie all’interno di una storia dettagliata e particolareggiata dove è l’aspetto psicologico ad essere il protagonista accompagnato da un gioco apparentemente infinito tra piacere e dolore, ricordo ed attesa.

Memoria e vita passata, sono questi i due elementi cardine di questo romanzo che non lascia nulla di intentato e che va a stimolare gli aspetti più reconditi, oscuri, nascosti dell’animo umano.

Alice è l’infermiera dell’ospedale dove si trovano Frank, un uomo in coma da tanto tempo e dove giunge Cassie, una giovane donna incinta che è stata appena vittima di un incidente.

«L’istinto mi dice che sia molto più cosciente di quanto dimostrino i risultati degli esami e delle analisi del cervello, ma l’istinto non conta niente nel 9B…»

Frank è un vegetale. Tutti sono convinti che non possa ascoltare nulla e invece Alice sa che l’uomo è presente ed è partecipe di tutto. Lo sa perché ne avverte la presenza e il coinvolgimento costante e soprattutto perché è una donna buona, generosa, che crede fortemente nel proprio lavoro e che purtroppo ha anche vissuto e sta ancora vivendo un dramma indicibile.

Numerosi aborti hanno ferito il suo corpo ed il suo cuore. Il suo desiderio di diventare madre è ormai diventato insostenibile ed è per questo che quando giunge Cassie, la donna cerca in tutti i modi di prendersi cura di lei e del suo stato interessante.

Una cura ed un senso di protezione talmente forti che avvicinano Alice anche a Frank, un uomo che sembra ormai abbandonato da tutto e da tutti. A differenza di Cassie che è una giovane moglie, al cui capezzale giungono sia il marito che la suocera.
E’ proprio attraverso questi due personaggi che Frank, che davvero ascolta ogni cosa, ha la possibilità di ricostruire la storia di Cassie, il suo passato, il suo presente e soprattutto cosa è accaduto davvero in quell’incidente.

«Il mio sguardo guizza su Cassie. E' ancora lì; è ancora viva. Ma non ha più un'aria serena. I muscoli facciali non sono rilassati; sono contratti, la bocca rotonda, pietrificata in un urlo silenzioso, e la verità mi investe, chiara come se mi fossi tagliato sull'affilatezza della presa di coscienza: Cassie e il suo bambino non sono al sicuro neanche qui.»

Il rapporto con il marito e con la suocera non sono idilliaci, sono alquanto morbosi, inquietanti, strani, confusionari. Frank scoprirà lentamente tradimenti, oltraggi, e diventerà l’unico custode di un segreto indicibile.

Il punto di vista alternato tra i tre personaggi porta il lettore ad inseguire continuamente la storia attraverso punti di vista diversi che non gli permettono di annoiarsi ma anzi, risvegliano continuamente la sua più accreditata attenzione, proprio per non perdere nessun particolare.

Lo stile è piacevole, la trama intrigante, la costruzione dell’opera in perfetta sintonia con la gestione di un thriller psicologico che raggiunge i più alti livelli di aspettativa e non li delude.
Una cover molto accattivante introduce all’interno di un labirinto fatto di tante bugie e di misteri da svelare, tutto al di sopra di una dimensione alterata e quasi sognante.

«La bocca si riempie di un sapore inusuale. Le ricorda qualcosa, qualcosa di metallico e, mentre si addentra sempre di più nella notte, sa che sapore ha la sua bocca. 
Il sapore del sangue.»

Da incubo rarefatto, da coma liquefatto, da menzogna intrisa di vergogna.

Ogni personaggio è un mix perfetto di passato e di presente ma soprattutto di miserie e di verità. Nessuno tra Cassie, Alice o Frank è felice o è stato veramente felice, sono tutti portatori di un peso enorme, costante e distruttivo che li porta ad un punto di non ritorno.

L’arrivo di Cassie è come un’epifania grondante di sangue, una lacrima nera, un letto di spine. E’ una figura che porta tanto altro dietro di sé e mette in crisi tutto quello che c’è stato fino a quel momento, per tutti, ma nello stesso tempo è anche un modo per risolvere la sua stessa figura e la sua intricata esistenza.

La bugia perfetta è uno di quei romanzi che non ti chiedono il permesso, che ti fanno fare tante ipotesi, perché il materiale c’è per farne e se ami i thriller come questo, che non ti lasciano respirare, non puoi non farli. Eppure, alla fine, ti rendi conto che è tutto inutile, perché la verità sta dall’altra parte ma sai bene che questa non è una delusione, è una meravigliosa consapevolezza. La consapevolezza che tu hai fatto il tuo lavoro, lettore, ossia quello di leggere e di presupporre e lei, l’autrice ha fatto il suo, e lo ha fatto dannatamente bene: giocare. Con te.


6 commenti:

  1. Adoro il tuo modo di scrivere Antonietta!
    Non ho letto il libro ma faccio i complimenti all'autrice per essersi cimentata in un simile intreccio psicologico al suo primo romanzo... e, dalle tue parole, sembra essere stata davvero brava!
    Credo che lo leggerò!
    Un bacio

    Nuovo post sul mio blog!
    Se ti va ti aspetto da me!
    http://lamammadisophia2016.blogspot.it

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  2. Ciao:) Sai che non vado pazza per i thriller però questo mi intriga molto, sembra serbare molti segreti e mi piace anche l'ambientazione ristretta e ospedaliera (l'ospedale, per me, è il luogo horror per eccellenzaxD). Sicuramente ci farò un pensiero:)

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    1. Ciao Virginia, anche a me piace molto l'ambientazione di questo tipo, devo essere sincera e aggiungere che la mia preferita in assoluto sono i manicomi XD
      O i luoghi abbandonati... vabbè... ma questo è un altro discorso :-)
      Un abbraccio!

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  3. Ciao Antonietta!
    No, vabbè! Con una recensione così come si fa a non leggerlo! 😄

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    1. Ciao Ophelie!
      Grazie, sono felicissima di averti incuriosito! <3

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