Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Piemme, oggi vi parlo di La vita segreta della casa in miniatura di Audrey Burges.
Il la vita segreta della casa in miniatura di Audrey Burges Editore: Piemme Pagine: 322 GENERE: Romanzo Prezzo: 10,99€ - 19,90€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Nascosta nella sua mansarda tra le montagne, Myra Malone, trentaquattrenne enigmatica, affascina migliaia di lettori in tutto il mondo con il suo blog dedicato a una straordinaria casa in miniatura. Ogni post è un evento atteso da una comunità appassionata, che scambia foto di stanze ispirate alla sua creazione e discute teorie su questa misteriosa autrice solitaria. Ma persino Myra non comprende appieno i segreti della sua minuscola casa: stanze che appaiono e scompaiono, melodie che echeggiano senza spiegazione...
A migliaia di chilometri di distanza, la vita di Alex Rakes, giovane erede di un'importante azienda di mobili su misura, viene stravolta da un incontro casuale con due appassionati di case di bambole, che gli mostrano un'immagine presa da un blog. Quella riproduzione in scala di una stanza lo colpisce profondamente: è identica alla sua camera da letto, e la villa che la circonda gli ricorda la casa di famiglia, un luogo intriso di mistero sin da quando sua nonna scomparve senza lasciare traccia.
Spinto dal bisogno di svelare il legame inspiegabile tra la sua vita e la casa di Myra, Alex decide di contattarla. Nasce così un'intensa corrispondenza, che li conduce a esplorare i segreti nascosti nelle pieghe delle loro esistenze: due mondi paralleli, uno in miniatura e uno reale, intrecciati da un destino comune.
Un incontro nato dalla perdita ma definito dall'amore.
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RECENSIONE
La prima cosa che colpisce, leggendo La vita segreta della casa in miniatura di Audrey Burges è il suo respiro nascosto. Sembra un libro piccolo, silenzioso, delicato come le stanze della minuscola villa che ne è il fulcro. Ma dentro quelle pareti in scala 1:12 si apre un mondo vasto, che parla di lutti, traumi, amore, magia e rinascita.
Audrey Burges costruisce una storia che racconta il dolore trattenuto e la dolcezza viscerale di un’affettività non detta.
Myra Malone è una donna che vive nel margine: reclusa volontariamente, chiusa tra le pareti di una mansarda e ancora più tra quelle della propria mente. Ha trent’anni, ma porta addosso la fragilità di una bambina ferita, sopravvissuta a un incidente che ha devastato non solo il suo corpo, ma anche il suo modo di abitare il mondo. Myra costruisce, restaura, arreda una casa in miniatura ereditata dalla nonna Trixie, con un’ossessione che ha il ritmo di un rito sacro. Quella villa diventa il suo universo: uno spazio dove la memoria si fa tangibile, dove ogni oggetto è una carezza o una ferita.
L'autrice plasma Myra con delicatezza psicologica: è un personaggio rarefatto ma potentemente concreto, come quelle anime che, nel silenzio, riescono a dire di più. La sua voce, attraverso il blog in cui descrive la villa e i suoi misteri, si insinua piano piano, fino a toccare il lettore con una verità quasi intima. Myra non racconta se stessa, ma la casa: eppure, stanza dopo stanza, il lettore scopre che quella casa è se stessa.
Alex Rakes è il contraltare maschile di Myra. È un uomo ferito, anche lui prigioniero di un passato che non riesce a comprendere: quello della misteriosa scomparsa della nonna Willa, svanita dalla casa di famiglia senza lasciare tracce. Quando scopre, per caso, che la villa in miniatura di Myra è una replica esatta della sua casa d’infanzia, si innesca un misterioso legame che supera la logica.
Il loro rapporto, fatto di e-mail, sussurri scritti, rivelazioni lente, coinvolge e spesso commuove in modo del tutto naturale. Non c’è nulla di smielato, nulla di forzato. È un incontro tra due anime equidistanti dal mondo, due persone che nel dolore si somigliano più di quanto credano.
La Minuscola Villa è il personaggio più vivo di tutti. Una casa che cambia, che cresce, che aggiunge stanze, che inghiotte e restituisce, che sembra avere una propria volontà. È un oggetto magico, certo, ma anche un simbolo potentissimo: rappresenta l’inconscio, la memoria, la possibilità di guarigione.
L'autrice costruisce un universo sospeso tra realismo e magia, in cui la casa non è più solo un luogo da abitare, ma uno specchio dell’anima. Le stanze scompaiono come i ricordi troppo dolorosi da affrontare, o appaiono come le verità che si è finalmente pronti a vedere. In questo senso, il romanzo ha un che di psicoanalitico: ogni gesto di Myra, ogni aggiunta o sottrazione alla casa, è un tentativo di rielaborazione.
Le nonne incarnano il punto focale del romanzo. Trixie, con la sua tenerezza e i suoi insegnamenti, è l’origine della creatività di Myra. Willa, la nonna scomparsa di Alex, è il mistero, l’assenza che genera domande. Entrambe, però, incarnano una forma di eredità emotiva. Sono le donne che hanno amato prima, e il cui amore si è sedimentato in oggetti, gesti, silenzi.
L'autrice ci parla del femminile come trasmissione di cura e di bellezza. E ci mostra, con finezza, quanto il dolore che non viene elaborato possa attraversare generazioni, restando intrappolato nelle pareti di una casa, nei mobili, nei soppalchi della memoria. La vita segreta della casa in miniatura è un libro sospeso: i giorni non passano davvero, il tempo si dilata, si piega, si annoda come nelle migliori opere di realismo magico.
L'autrice scrive con una lingua poetica ma mai leziosa. I dettagli sono precisi, la voce narrante è sobria e calda, e ogni frase sembra poggiarsi sulla pagina con la cura di una miniatura. Il romanzo procede per immagini, impressioni, piccoli lampi di verità. Non c’è mai uno scarto violento, eppure la tensione narrativa cresce con discrezione fino a un finale che è più una liberazione che una chiusura.
La vita segreta della casa in miniatura si insinua dolcemente nell’anima di chi legge.
Parla di ciò che resta quando tutto sembra perdersi: dei ricordi che si aggrappano agli oggetti, delle emozioni che cercano spazio, delle persone che, in silenzio, si tengono strette anche senza toccarsi mai.
È un libro che insegna la bellezza dell’intimità, della solitudine che si fa scelta, dell’amore che sa aspettare.
Un romanzo che, come la villa di Myra, si apre piano, rivelando stanze segrete e meravigliose che vale la pena di scoprire.
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