Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Sperling&Kupfer oggi vi parlo di Incontro al Book Club di Alexa Martin.
Incontro al book club di Alexa Martin Editore: Sperling&Kupfer Pagine: 265 GENERE: Contemporary Romance Prezzo: 9,99€ - 17,90€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Drew Young ha sempre preferito i film ai libri, convinta che le storie sullo schermo siano migliori di quelle scritte. Per questo, ereditare la libreria della nonna, la Book Nook, insieme al suo eccentrico club del libro, non rientrava nei suoi piani.
Circondata da scaffali pieni di romanzi e clienti appassionati, Drew si sente decisamente fuori posto.
Tutto cambia, però, con l'arrivo di Jasper Williams, autore di bestseller e inguaribile romantico. La dichiarata avversione della nuova proprietaria per i libri diventa una sfida irresistibile per lui, che si propone di farle cambiare idea e farle scoprire la magia della lettura. Decide così di compilare per lei una lista di volumi da leggere, a patto che la ragazza lo aiuti a esplorare Denver, la città in cui sta ambientando la sua prossima storia.
Tra avventure all'aria aperta e cene in ristoranti improbabili, i due iniziano a scoprire non solo le meraviglie della città, ma anche il piacere di condividere le proprie passioni e di lasciarsi sorprendere l'uno dall'altra. E mentre il futuro della Book Nook è sempre più incerto, Drew inizia a chiedersi: è possibile che la vita reale sia davvero come un romanzo, e che Jasper sia l'autore del suo lieto fine?
|
RECENSIONE
Incontro al Book Club di Alexa Martin racconta di Drew Young, una donna che eredita la Book Nook dalla nonna Alice, l’unica vera figura di riferimento della sua vita. Un’eredità pesante, scomoda, perché Drew non ha nessuna voglia di essere parte di quel mondo fatto di scaffali, lettori appassionati, romanzi con lieto fine e club del libro dove signore di settant’anni sparano battute più affilate di quelle di un comico da stand-up.
Drew, infatti, è tutto fuorché una protagonista accomodante: è stanca, ironica, sarcastica, ferita fino al midollo. Porta dentro una rabbia silenziosa che non esplode, ma logora. Cresciuta con una madre single e abbandonata da un padre egoista e manipolatore, Drew non crede nelle promesse, né nelle seconde possibilità. Tanto meno nell’amore.
“Mi sto antipatica da sola per metà del tempo, quindi com’è possibile che sia una buona idea legarmi a filo doppio a un’altra persona?”
Eppure, proprio in quella libreria piena di fantasmi, Drew inizierà un lento processo di riconciliazione con sé stessa e con ciò che ha sempre cercato di ignorare: il bisogno di essere vista, ascoltata, scelta.
Chi si aspetta un romanzo rosa tradizionale potrebbe restare spiazzato. Certo, c’è l’amore. Jasper Williams, lo scrittore affascinante che arriva a tenere una lettura alla Book Nook, è tutto ciò che Drew rifugge: gentile, ottimista, innamorato della letteratura, convinto che una buona storia possa cambiare una vita. Ma Incontro al Book Club non è la storia di una donna che si innamora di un uomo. È la storia di una donna che si riavvicina a sé stessa, grazie anche (ma non solo) a un uomo che sa rimanere in silenzio accanto a lei. Jasper non è il salvatore, non è il risolutore. È uno specchio e un compagno di viaggio. E quando sbaglia, Drew non lo idealizza. Lo mette alla prova. Gli chiede verità, non favole.
“Le storie, quelle vere, non ti salvano. Ti svegliano.”
Tutto si concentra intorno al conflitto familiare. Drew è il prodotto di un abbandono sistemico: il padre, Andrew Young, ha costruito una nuova famiglia lasciandola indietro, come se fosse un oggetto rotto. E la nuova figlia, Daisy, rappresenta tutto ciò che Drew non ha mai avuto: bellezza conforme, accesso al privilegio, il genitore affettuoso.
Eppure Alexa Martin non cede alla facile contrapposizione. Daisy non è un’antagonista: è una ragazza gentile, insicura, affamata d’affetto, che cerca con delicatezza di costruire un legame con la sorella maggiore. Il loro rapporto è il più bello del libro: timido, teso, fragile, ma sincero. Due donne divise dallo stesso uomo, che scoprono di poter scegliere di appartenersi al di là del sangue.
“Per la prima volta mi accorgo che le è mancata una delle cose migliori che la vita poteva offrire: il rapporto con Alice Young.”
E proprio Alice, la nonna assente ma onnipresente, è la vera stella del racconto. La sua figura è viva in ogni gesto, in ogni angolo della libreria, nel modo in cui Drew cerca di fare le cose per bene. È il simbolo delle donne che ci hanno amato senza rumore, con una presenza costante, con una pazienza incrollabile.
Alexa Martin costruisce un mondo femminile complesso, ironico, tenero e feroce. Le Galline Maliziose, le anziane clienti del book club, sono un coro greco di saggezza e disobbedienza. Amiche della nonna, adottano Drew come fosse una nipote testarda da redimere, ma lo fanno con amore, affetto e soprattutto sarcasmo. Rappresentano la forza delle donne che non si arrendono all’invisibilità della vecchiaia, che leggono romanzi erotici e parlano di vita con una lucidità commovente.
Anche Elsie, la migliore amica di Drew, è un personaggio centrale: madre di quattro figli, moglie, brillante e stanca, è la prova che la maternità può essere scelta, vissuta, desiderata e comunque faticosa. Non è la madre idealizzata: è la donna che si divide tra yoga, poppate, battute taglienti e desiderio di essere vista come persona, non solo come funzione.
Questo romanzo è un omaggio alla solidarietà femminile, quella che guarisce, che consola, che non pretende la perfezione ma accoglie la vulnerabilità. Non c’è rivalità: c’è confronto. C’è sostegno. C’è sorellanza, vera.
Essere Drew Young significa essere nera in un mondo che ti misura su standard altrui. Significa crescere senza spazio per sbagliare. Significa chiedersi se hai diritto alla felicità quando ti hanno insegnato a non aspettartela. Ma Drew non è solo la sua rabbia. È la sua fotografia, la sua sensibilità, il suo desiderio di restare fedele a sé stessa anche quando tutto spinge verso la resa.
Il romanzo parla molto, anche se tra le righe, di identità e riconoscimento. Drew non si sente a casa da nessuna parte, finché non capisce che può costruire casa ovunque sia amata davvero. Anche in mezzo ai libri che non ha scelto, con le persone che inizialmente le sembravano troppo.
Drew odia leggere. O almeno, così dice. In realtà, ha smesso di credere nelle storie perché ha smesso di credere in sé. I romanzi le sembrano finzioni buoniste, bugie patinate su una realtà troppo dura per concedersi sogni. Eppure, pagina dopo pagina, libro dopo libro (grazie alla lista di Jasper), qualcosa si incrina. Si apre.
Impara a leggere non per evadere, ma per riconoscersi. Per vedere la propria vita con occhi diversi. Jasper non le regala illusioni: le offre possibilità.
Il padre di Drew è la ferita mai chiusa. Il simbolo di tutte quelle famiglie in cui i ruoli non corrispondono all’amore, e l’amore non basta. Drew non cerca più il suo affetto, ma combatte ogni giorno con il suo fantasma. Anche Daisy, la sorellastra “perfetta”, non è immune: scopriamo quanto anche lei sia una figlia mancata, cresciuta in una vetrina, ma senza radici. La famiglia, in Incontro al Book Club, non è un vincolo ma una costruzione. Non si eredita: si sceglie. Ed è nelle Galline Maliziose, in Elsie, in Jasper, che Drew trova la sua vera rete di affetto. Persone imperfette, invadenti, tenaci — ma sincere.
Incontro al Book Club è molto più di una commedia romantica. È un romanzo sulla realtà che pulsa sotto le apparenze, sulle verità che non si dicono per educazione, sulle crepe che ci attraversano e che spesso, se illuminate, possono diventare il luogo da cui entra la luce.
È un libro che si legge sorridendo, ma che lascia un piccolo nodo in gola. Perché ci riconosciamo. Perché ci chiede di riflettere su chi siamo stati come figli, su chi vogliamo essere come adulti, su cosa lasciamo e cosa scegliamo di raccogliere.
Una lettura intensa, umana, struggente.
Una storia per chi non crede più nelle storie.
Una carezza per chi è stanco, una spinta per chi ha paura.
E, pagina dopo pagina, ti rendi conto che sì… forse, solo forse, vale ancora la pena credere che il lieto fine non sia un’illusione, ma un inizio diverso da scrivere insieme.
Nessun commento:
Posta un commento