Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice VandA, oggi vi parlo di Femminismo intersezionale di Break The Silence Italia.
FEMMINISMO INTERSEZIONALE di Break The Silence Italia Editore: VandA Pagine: 139 GENERE: Manuale Prezzo: 9,99€ - 18,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Ah sei femminista? E che femminista sei?
Le femministe di oggi sono molto diverse dalle donne che negli anni Settanta bruciavano i reggiseni alle manifestazioni studentesche, o che all’inizio del Novecento venivano trascinate via con l’etichetta di isteriche. Nel corso del tempo il femminismo è cambiato e si è evoluto.
Diversi tipi di femminismo si sono andati definendo, come quello radicale e quello intersezionale. Questo dizionario è uno strumento per orientarsi in un universo linguistico in rapido cambiamento. Circa 150 lemmi, tra neologismi e termini reinterpretati, sigle nuove e sigle vecchie mutate, perché la lingua è lo specchio di una realtà in movimento. E più una società è democratica e costituzionale, più riconosce a tutti il diritto di potersi esprimere. Come scrive la sociolinguista Vera Gheno: «A una maggiore rappresentanza linguistica corrisponde una maggiore rappresentanza sociale e politica».
Un’opera scritta da giovani per i giovani.
Un Vademecum da consultare in caso di necessità e di curiosità.
Prenditi il tuo tempo per conoscere,
non avere paura di porre domande, soprattutto
non avere paura di non sapere abbastanza.
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RECENSIONE
Femminismo intersezionale e altre parole per abbattere la discriminazione è un libro scritto da di Break The Silence Italia, un’associazione che si occupa di osservare, proteggere, tutelare e soprattutto denunciare tutto ciò che riguarda l’essere umano e i soprusi e abusi che subisce.
Intersezionale è quel tipo di femminismo che si distacca da quello radicale per cui l’interesse è centrato non solo sulle donne ma su tutti i gruppi di qualsiasi genere, entità, razza, e provenienza che venga marginalizzato, tenuto distante e sopraffatto. È quel tipo di femminismo che ha uno sguardo ampio, che travalica orizzonti e limiti; è quello che forse fa persino più paura di quello radicale, che è più concertato su se stesso, sulle proprie battaglie al femminile, senza rendersi conto che le violenze, le sopraffazioni vengono subite anche da altri gruppi ugualmente considerati inferiori, maltrattati o non considerati affatto.
Questo librino può essere portato ovunque. Lo si può tenere in borsa, nello zaino, e aprirlo quando serve. Appunto, a cosa serve esattamente? All’interno sono raccolti tanti termini, molti in inglese, credetemi, davvero utili, su tutto ciò che riguarda il mondo dell’oggi, sia la sfera del reale che quella del virtuale. Molte parole non le conoscevo affatto e mi sono servite a scoprire dinamiche e fattori di intervento, capire meglio ciò che accade soprattutto in rete quando si usano determinati termini per indicare, a volte, offese che nessuno può immaginare.
La lingua è democratica. Cavolo, non c’è nulla che dovrebbe essere più democratico del linguaggio. E per far sì che tutti possano esprimersi allo stesso modo, ma soprattutto essere capiti nello stesso modo, è necessario che determinate parole vengano accettate, riconosciute, come si riconosce chi le usa quando parla di se stesso.
Il linguaggio può essere usato per far sentire diverse le persone. Se non accettiamo, e non usiamo una determinata parola con cui qualcuno si difinisce, rinneghiamo la sua esistenza, quello che sente di essere. Quindi è importante essere consapevoli dell’uso che si fa della propria lingua, usarla per avvantaggiare le persone, per farle integrare e non per farle sentire escluse sulla base del nulla. Più la lingua ci rappresenta, e rappresenta tutti, in modo indistinto, senza fare preferenze e senza offendere nessuno, più ci si sentirà parte della società e quindi ci sente anche in grado di rappresentarla socialmente e politicamente.
Tutte le parole che trovate in questo libro sono illuminanti e hanno la capacità di descrivere con molta semplicità diversi fenomeni a cui stiamo assistendo e di cui per parlarne, spesso, non abbiamo le parole.
E invece, ascoltatemi, le parole ci sono. Basta cercarle e riconoscerle.
Ci sono parole per tutto, anche per ciò che non comprendiamo, che ci fa paura, verso cui proviamo disgusto. Nessuno ci obbliga a entrare in empatia con quelle parole e con chi si sente rappresentato da esse, ma ciò che conta è riconoscerle, apprenderle, saperne l’esistenza e non fare finta di niente.
Io, per esempio, ho ammesso subito la mia ignoranza. La maggior parte delle parole non le conoscevo, soprattutto quelle più specifiche, ed è stato un primo passo verso la consapevolezza. Non bisogna avere paura di non sapere abbastanza.
Con il mondo virtuale che ormai ha preso in ostaggio le nostre vite, abbiamo capito un po’ tutti quanto siano importanti le parole, perchè poi, diciamocela tutta, così, faccia a faccia, senza mentire, il mondo virtuale si basa sulle immagini, ma soprattutto sulle parole. È la lingua scritta che la fa da padrona, con una caterva malsana di offese, di bullismo, di attacchi gratuiti che non hanno né capo e né coda. Quindi “parola” significa “responsabilità”. Sono due elementi che sono correlati in modo speciale, e a volte, anche drastico. La parola è di una potenza straordinaria, e chi sa usare le parole, è perfettamente consapevole di quanto possa ferire l’altro, adularlo o distruggerlo con una semplice scelta di frase. Ecco perchè chi usa la parola, è anche responsabile della stessa e responsabile dell’impatto che quella parola avrà nel mondo di chi la subisce.
Le parole plasmano le storie, cambiano i rapporti, arrivano persino a modificare la realtà. Il bullismo on line ne è un chiaro esempio. Quelle parole, scritte, gettate lì per caso, che rispondono, il più delle volte, soltanto a un bisogno becero di essere protagonista per un attimo di qualcosa di più grande della propria triste vita, hanno il potere di scardinare i chiodi su cui alcune vite, piuttosto fragili, si sorreggono. E ne vale la pena? Insomma, l’uso della parola, soprattutto sui social, ha il sapore del pericolo, un sapore amaro, respingente, che io non vorrei proprio provare se deve significare attaccare qualcuno che non sa e non può difendersi. Eppure le parole cambiano, ci cambiano, nel bene e nel male. Per questo è necessario essere sempre consapevoli e riflettere sulle nostre scelte, perchè potrebbero essere fatali.
Tra l’altro: “Un linguaggio inclusivo non è un’opzione, è una responsabilità.” La responsabilità di essere parte integrante di questa società, di questo mondo, e in quanto tale, di non essere superiori a nessuno e di dover apprendere e comprendere anche tutto ciò che è diverso da noi, non solo per vivere in piena libertà noi stessi e gli altri, ma anche per evolvere e per migliorarci.
Scoprire parole che non sappiamo serve anche a orientarci in un mondo che è in continuo cambiamento. Insomma, mica volete restare rinchiusi nella vostra piccola bolla? Volete ampliare i vostri orizzonti, imparare a saper parlare, capire e rimanere, così, connessi con tutto ciò che vi circonda?
Comprate questo libro e tenetelo sempre con voi. Farete un atto d’amore. Sapete perchè?
Ci si è chiesti per quale motivo sia nato il linguaggio. La sua nascita potrebbe essere la conseguenza di un atto d’amore.
Mentre tutti gli altri animali comunicano tra lo tramite suoni comprensibili sono alla loro specie, l’essere umano, nel momento in cui ha cominciato a stare in piedi, a coltivare la terra, a usare braccia e mani per fare cose, ha anche perso la pelliccia a cui i più piccoli si tenevano, ed erano proprio loro che passavano la maggior parte del tempo attaccati alle madri. Quando le donne li hanno messi a terra, e si allontanavano da loro, per non far sentire soli i piccoli, hanno cominciato a creare forme di linguaggio per tranquillizzare la prole.
Perciò, se volete continuare a perpetrare quell’atto d’amore, imparate il più possibile parole che aiutino gli altri a definirsi; che aiutino le persone a capire quello che stanno vivendo, perchè così comprendono anche come affrontarlo e superarlo. Scegliete dunque, come ho fatto io, di non chiudermi nel mio piccolo mondo, definito da me e da chi mi ha cresciuto, ma ho aperto la porta e ho attraversato lo sconosciuto scoprendo che anche con una semplice parola, posso far sentire capito qualcuno, possono proteggerlo, e dargli una casa.
Così facendo, quella che era la mia comfort zone, non diventerà mai la sua, ma ne avrà una anche lui; una che anche io ho contribuito a creare.
È questo lo scopo del femminismo intersezionale, ed è lo scopo che ognuno di noi dovrebbe avere. Dio, quanto è brutta l’ignoranza che NON coincide con la mancanza di studi, ma con l’ottusità di pensiero, con la chiusura della mente.
Questo è un libro illuminante. Sembra semplice, ma non lo è.
Ti decostruisce e ti costruisce in poche pagine; ti fa vedere i tuoi limiti, te li mostra in tutta la loro stupidità e ti dice, senza mezzi termini, che, oh, devi darti una mossa.
È arrivata l’ora!
Il mondo non aspetta.
E lì fuori c’è spazio per tutti se impariamo ad amare davvero dove siamo e con chi lo condividiamo.
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