Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Coconino Press, oggi vi parlo di L'amica geniale di Chiara Lagani e Mara Cerri.
L'amica geniale di Chiara Lagani e Mara Cerri Editore: Coconino Press Pagine: 254 GENERE: Graphic Novel Prezzo: 28,00€ Formato:Cartaceo Data d'uscita: 2022 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Questa è la storia dell'amicizia tra Raffaella Cerullo ed Elena Greco. Lila e Lenù. Un legame indissolubile che inizia con due bambine che si prendono per mano, in un rione miserabile della periferia napoletana negli anni Cinquanta, e percorre tutta la loro esistenza. Fino a una scomparsa misteriosa, l'ultimo tentativo di far perdere all'una le tracce dell'altra. Un suggestivo viaggio per immagini nel romanzo che ha incantato i lettori di tutto il mondo attraverso lo sguardo e la sensibilità artistica di Mara Cerri, una delle migliori illustratrici contemporanee, e la sapienza narrativa di Chiara Lagani, drammaturga e interprete della compagnia teatrale Fanny & Alexander. Una trasposizione appassionata che, sfruttando le potenzialità espressive del linguaggio a fumetti, illumina da nuove angolazioni l'opera più iconica di Elena Ferrante.
|
RECENSIONE
Ci sono libri che anche se li prendi in mano per la prima volta, sai che fanno parte di te, così, a priori, come se facessero parte della tua carne in origine, esattamente come i denti, le unghie, i capelli.
L’amica geniale di Elena Ferrante è il mio libro.
Forse un giorno ve ne parlerò, forse, no.
Di certo, oggi sono innamorata pazza della graphic novel di Chiara Lagani, con illustrazioni di Mara Cerri che adatta la storia al fumetto.
Ci sono storie che ti lacrimano dentro. Che ti urlano addosso. Che ti sputano in faccia.
Ci sono storie nate per raccontare di te, e di tutti gli altri. Raccontano senza peli sulla lingua, di mondi che non hai mai visto, ma che ti hanno cucito dentro e di cui non puoi liberarti.
Il romanzo è viscerale e profondo, è feroce e crudo e crudele. Il romanzo fa male.
La graphic novel è più tenue, dolce, accomodante, è come una carezza dopo lo schiaffo e i graffi della Ferrante.
L’amicizia complessa tra Elena Greco (Lenù) e Raffaella Cerullo (Lila) nella Napoli degli anni ’50 viene non solo tradotta visivamente in questo volume, ma viene interpretata artisticamente e simbolicamente.
L’amica geniale, per chi non lo sapesse, è il primo volume di una saga che esplora il rapporto di amicizia e rivalità tra due donne, intrecciato alle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia del secondo dopoguerra. Lenù e Lila crescono in un rione povero e violento, dove le donne sono spesso relegate a ruoli subordinati e i legami personali sono segnati da conflitti, lotte di potere e gerarchie imposte dalla società patriarcale.
Elena Ferrante narra con realismo psicologico e uno stile evocativo, immergendo il lettore in un mondo brutale ma affascinante, dove la parola scritta diventa lo strumento principale di emancipazione. Il linguaggio è denso, rabbioso, violento, e capace di restituire con autenticità la dimensione emotiva delle protagoniste. Solo quello? Vulesse o' ciel! Eh, no, perché Elena Ferrante non solo prende tutte le emozioni conosciute e le mette in questo libro, ma ne crea di nuove, a tal punto che mentre leggi, ti chiedi, se hai mai provato quella sensazione che ti sembra sia stata inventata proprio da lei. Ti mette di fronte a personaggi e storie che ti scavano dentro mentre ti canticchiano a bassa voce che non puoi disfartene.
Mai.
L’adattamento di Lagani e Cerri non si limita a riprodurre la storia, ma la interpreta in chiave visiva e narrativa, sfruttando il linguaggio del fumetto per amplificare gli elementi psicologici e simbolici della vicenda.
Chiara Lagani opera un’operazione di riduzione del testo senza sacrificare la profondità della narrazione. Le parole sono essenziali, quasi rarefatte, lasciando che siano le immagini a veicolare l’intensità emotiva della storia.
La narrazione assume una dimensione più interiore e riflessiva.
La frammentazione del testo permette di rappresentare il flusso di coscienza di Lenù, con un’alternanza tra passato e presente che richiama la struttura del romanzo originale.
L’amicizia tra Lenù e Lila viene resa con estrema potenza visiva, evidenziando il loro legame ambiguo, fatto di complicità, invidia, ammirazione e gelosia.
Mara Cerri opta per un tratto onirico e sfumato, che si distacca dalla rigidità realistica per immergere il lettore nella percezione soggettiva di Lenù. Le immagini sembrano emergere dalla memoria della protagonista, restituendo un senso di nostalgia e introspezione.
Colori tenui e atmosfere rarefatte: la palette cromatica è dominata da tonalità morbide e opache, che enfatizzano il carattere malinconico della storia.
Rappresentazione simbolica: molti passaggi non sono illustrati in modo letterale, ma attraverso metafore visive, che amplificano il significato psicologico della vicenda.
Espressività dei volti e dei corpi: la gestualità dei personaggi è estremamente comunicativa, rendendo superflue molte spiegazioni testuali.
Le prime pagine scorrono veloci mentre ci perdiamo nel volto pieno di rughe di Elena, ormai in età avanzata, che ripensa all’amicizia con la sua vecchia amica e a tutto il male che lei le ha fatto. Avere un’amica come Lila è complicato, diventa molto spesso ingestibile e Elena ne sa qualcosa, quando ha dovuto abbassare la testa, oppure stare zitta o fingere di non tremare di fronte all’irruenza di Lila. Il tratto sfumato di Mara Cerri impari a conoscerlo fin dalle prime sfumature di umanità che cattura con la sua creatività, donandoci un ritratto di Elena adulta che è carico di malinconia e di tante cose non dette. Il tuffo nel passato ci prende per mano, e senza prepararci, ci immerge in un mondo distrutto e distruttivo, dove i personaggi sono rappresentati con colori spaesati esattamente come loro; bambini in cerca di una maturità che per molti arriverà fin troppo presto – come per Lila, e adulti che non sanno quasi mai gestire le proprie emozioni, una su tutte: la violenza. Gli occhi, questi occhi di diversi colori che popolano le pagine, che inghiottono chi li guarda, che trasudano angoscia e che rivelano molto più di quanto sia sopportabile ammettere per sé stessi e per gli altri.
Alcuni momenti cruciali del romanzo vengono reinterpretati con particolare efficacia.
La caduta della bambola: simbolo del primo trauma e della dinamica di potere tra Lenù e Lila, resa in modo quasi onirico.
La violenza e l’oppressione nel rione: la graphic novel enfatizza le atmosfere cupe e oppressive, facendo emergere con più forza la dimensione claustrofobica dell’ambiente in cui crescono le protagoniste.
Il contrasto tra sogno e realtà: l’arte di Mara Cerri gioca spesso sul confine tra ricordo e immaginazione, evocando la percezione soggettiva e i sentimenti contrastanti di Lenù.
Se il romanzo è un’immersione totale nella memoria e nei pensieri di Lenù, la graphic novel rende tutto più viscerale e intuitivo, grazie alla potenza dell’immagine, creando un’esperienza sensoriale e immediata.
Attraverso le illustrazioni, emergono sfumature emotive più sottili, che nel romanzo erano espresse solo attraverso il linguaggio interiore della protagonista, donando maggior enfasi alle emozioni.
Il linguaggio del fumetto permette una maggiore libertà espressiva, introducendo elementi metaforici e visivi che arricchiscono il significato della storia, rendendola piena di simboli.
Per chi non ha ancora letto L’amica geniale, questa versione rappresenta un modo più accessibile per entrare nel mondo di Elena Ferrante, pur senza sostituire la profondità del testo originale, attirando, così, nuovi lettori.
La graphic novel di L’amica geniale è una trasposizione di grande valore artistico, capace di esaltare la profondità emotiva e simbolica del romanzo originale. Grazie alla sintesi narrativa di Chiara Lagani e alle illustrazioni evocative di Mara Cerri, l’opera riesce a tradurre in immagini l’intensità del rapporto tra Lenù e Lila, senza tradire l’anima del libro originale.
Le parole scritte non sono tante, perché c’è tanto spazio – doveroso, ai disegni, alle linee delle bocche, ai tratti accennati di quei visi che crescono nel tempo e che se da bambini trasmettevano tenerezza, da grandi spesso provocano rabbia e incomprensione.
Mara Cerri non rivela con chiarezza le linee, ma le adombra per rendere quelle stesse anime come sospese nel tempo, come condannate a un eterno ritorno. Ho ritrovato nelle illustrazioni la stessa potenza del romanzo: la capacità di rendere al cuore umano, personaggi eterni, che non vivono nelle pagine, non hanno MAI vissuto lì dentro, ma hanno sempre vissuto in mezzo a noi.
Nessun commento:
Posta un commento