Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di Una vacanza incantevole di Elizabeth Jane Howard.
una vacanza incantevole di Elizabeth Jane Howard Editore: Fazi Pagine: 432 GENERE: Romanzo storico Prezzo: 9,99€ - 20,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2024 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
La protagonista di questo romanzo è una ragazza come tante. Sedici anni, figlia di un compositore squattrinato, non conosceremo mai il suo nome, ma capiremo presto quanto si sforzi per trovare una propria identità, nonostante l’opaco destino già tracciato che la lega alle sue coetanee. Siamo nella Londra di inizio Novecento, e lo spazio vitale riservato alle ragazze perbene è rigidamente delimitato dalle mura domestiche. Ma a spezzare una routine quotidiana noiosa e avvilente arriva un invito inaspettato: la ragazza trascorrerà le vacanze di Natale nella dimora di campagna della famiglia Lancing. Per la prima volta potrà viaggiare da sola, per la prima volta assaporerà la libertà. L’atmosfera che si respira a casa Lancing è molto diversa da quella a cui è abituata: profumo di fiori, conversazioni brillanti, lunghe ore di ozio e lauti banchetti allietano le giornate; e poi c’è Rupert Laing, che la stuzzica suscitando in lei dei sentimenti mai provati prima. Una volta tornata a casa, non sarà facile affrontare di nuovo la normalità, soprattutto con la guerra imminente, che porterà con sé le prime amarezze della vita adulta.
Il romanzo d’esordio di Elizabeth Jane Howard, autrice della saga dei Cazalet, svela già tutto il suo talento per la scrittura; critica pungente verso l’educazione delle ragazze borghesi dell’epoca e ritratto di una giovane donna che lotta per ritagliarsi il proprio posto nel mondo, Una vacanza incantevole racconta in maniera impeccabile il desiderio, l’eccitazione e il commovente melodramma dell’adolescenza.
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RECENSIONE
Elizabeth Jane Howard, con il suo romanzo d’esordio Una vacanza incantevole, scrive una storia delicata e profonda attraverso cui esplora il percorso di formazione interiore di una ragazzina di cui non sappiamo mai il nome. Pubblicato per la prima volta nel 1950 e ora riproposto al pubblico italiano da Fazi Editore, il libro è un’opera narrativa che, sotto l’apparente semplicità di una storia di crescita personale, cela una sofisticata analisi psicologica e sociale.
Al centro del romanzo c’è una giovane donna senza nome, un dettaglio che potrebbe sembrare insignificante, ma che riflette il suo status incerto nella società e nella famiglia: una figura che si muove silenziosamente sullo sfondo, invisibile agli occhi degli altri e spesso anche a se stessa. La narrazione, costruita come un flusso di ricordi e riflessioni, ci conduce attraverso le sue esperienze, dal senso di claustrofobia della vita familiare a Kensington fino all’inatteso invito a trascorrere una vacanza di Natale in campagna, che rappresenta il suo primo vero contatto con un mondo diverso.
L’autrice ci immerge nella mente della protagonista, nel suo desiderio di evasione e trasformazione, ma anche nelle sue paure e insicurezze. È un ritratto così intimo e vivido da far risuonare le sue emozioni con quelle di chi legge, creando una connessione profonda e viscerale.
Nella famiglia della protagonista si concentra tutto il suo malessere. Il padre, un compositore fallito, incarna l’archetipo del patriarca autoritario e frustrato, il cui talento artistico è rimasto inespresso, trasformandosi in un fardello emotivo per chi lo circonda. La madre, stanca e rassegnata, rappresenta le donne sacrificate del primo Novecento, intrappolate in ruoli che le costringevano a negare i propri desideri e aspirazioni. La sorella maggiore, impeccabile e distante, è il simbolo del conformismo e dell’adesione silenziosa alle convenzioni.
Questo microcosmo familiare, descritto con una precisione quasi fotografica, è uno specchio della società britannica dell’epoca: una classe media impoverita, che lotta per mantenere una rispettabilità di facciata nonostante il degrado materiale ed emotivo. I dettagli dell’ambiente – i davanzali scrostati, i vestiti rattoppati, il salotto che funge da sala studio – sono rivelatori di una realtà in declino, dove la bellezza e la creatività soccombono sotto il peso delle aspettative sociali.
La protagonista, inizialmente una figura passiva e schiacciata dal contesto, intraprende un percorso di crescita che la porta a interrogarsi sulla propria identità e sui propri desideri. Le sue riflessioni sulla solitudine, sul bisogno di appartenenza e sull’inadeguatezza appartengono a tutti noi e creano empatia. L’autrice è brava nel catturare le sfumature della sua mente, dalla malinconia alla speranza, dall’apatia al desiderio di riscatto.
La vacanza in campagna, pur essendo un breve interludio, rappresenta una svolta cruciale. Attraverso l’interazione con nuovi personaggi e situazioni, la protagonista inizia a intravedere un mondo più ampio, ricco di possibilità. Questo spostamento geografico e simbolico le offre una prospettiva nuova, ponendo le basi per un cambiamento interiore che, pur accennato, resta aperto.
Elizabeth Howard ambienta il romanzo in una società britannica del primo Novecento, caratterizzata da rigide divisioni di classe e ruoli di genere prescritti. La musica, il rituale del tè, le passeggiate nei Kensington Gardens e la cura quasi ossessiva per l’abbigliamento non sono semplici dettagli: sono simboli di un’epoca che cercava di mantenere un ordine formale in un mondo in rapido cambiamento.
La vacanza in campagna introduce un contrasto evidente con la grigia monotonia della vita urbana. Qui, la protagonista scopre un’energia nuova, un senso di comunità e di vitalità che le era stato negato nella sua casa soffocante. Tuttavia, l’autrice non indulge in una visione idilliaca della campagna: anche in questo contesto emergono dinamiche sociali e relazionali complesse, che sottolineano l’impossibilità di una fuga completa.
La scrittura è limpida, elegante, capace di evocare con pochi tocchi scene e stati d’animo di grande intensità. Ogni frase è calibrata con precisione, ogni dettaglio è significativo. Il suo stile, seppur sobrio, trasuda una sensibilità acuta e una profonda empatia per i suoi personaggi. L’autrice ci invita a vedere il mondo attraverso gli occhi della protagonista, rendendo il lettore un testimone diretto delle sue emozioni e dei suoi pensieri.
Una vacanza incantevole è un’opera raffinata, acuta, intelligente, un viaggio emozionante nel cuore di una giovane donna e di una società in trasformazione.
Elizabeth Jane Howard dimostra una grande capacità di connettersi con le emozioni più intime dei suoi personaggi, offrendoci al contempo un ritratto acuto e realistico di un’epoca. Da leggere per riflettere ma anche per emozionarsi.
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