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venerdì 15 novembre 2024

Recensione: SORRY, I DID IT FOR YOU di Bianca Iosivoni

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Giunti, oggi vi parlo di Sorry, I did it for you di Bianca Iosivoni.

sorry, i did it for you

di Bianca Iosivoni
Editore: Giunti
Pagine: 352
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 10,99€ - 15,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
San Francisco. È una piovosa mattina di giugno quando Robyn, giovane e ambiziosa giornalista, arriva trafelata in redazione. Aspetta in ansia un responso su un articolo che potrebbe finalmente farle fare il salto da semplice correttrice di bozze a vera e propria reporter ma, ad accoglierla, trova invece una agente di polizia. Qualcuno ha denunciato la scomparsa di Julian, il suo ex fidanzato. È passato un mese da quando hanno rotto e Robyn pensava di essersi lasciata questa brutta storia alle spalle. Divisa tra la preoccupazione per quello che può essergli successo e il sollievo di saperlo fuori dalla sua vita una volta per tutte, la ragazza si rivolge a Cooper: il suo migliore amico, l'unico che possa davvero capirla, l'uomo del quale è segretamente innamorata e che farebbe di tutto per lei. Tutto, forse anche qualcosa di troppo... Con il progredire delle indagini e l'emergere di ulteriori elementi, Robyn non sa più di chi può fidarsi: né di Cooper, né tantomeno di se stessa. Bianca Iosivoni ci porta dentro alle dinamiche di un amore tossico, mostrandoci quanto è facile e per niente scontato rimanervi fatalmente invischiati.

RECENSIONE

Sorry, I did it for you di Bianca Iosivoni è un thriller psicologico che parte da una serie di premesse interessanti, soprattutto considerando il mondo di oggi, le correnti femministe e tutta quella consistente massa mediatica che non fa che parlare e pubblicizzare relazioni tossiche e storie finite decisamente male. 

Eh, sì, perché questo romanzo rientra perfettamente in quel filone di narrazioni di denuncia nei confronti di quelle storie che tendono a soffocare i rapporti invece di farli evolvere, soprattutto quando in gioco ci sono uomini incapaci di permettere alle loro donne di vivere liberamente, senza doverle manipolare mentalmente o, addirittura, toccarle con violenza. 

Robyn è una donna che lavora presso una redazione giornalistica, ma la sua occupazione non le dà alcuna soddisfazione, perché non scrive articoli, come vorrebbe fare, ma è costretta a correggere quelli di giornalisti più accreditati di lei. Ha un’amicizia che dura da anni con Cooper, un bellissimo ragazzo che fa il paramedico e che tiene a lei più di ogni altra cosa. Da come l’autrice descrive il loro rapporto, me ne sono subito innamorata, perché è evidente quanto si vogliano bene e quanto lui sia davvero promettente: molto dolce, protettivo, ma anche arguto, furbo, sempre con la battuta pronta, e a suo modo sexy. 

Robyn, però, non sembra farci caso, e onestamente, all’inizio, pare che nemmeno lui sia interessato in modo “diverso” alla sua migliore amica. Infatti, passano serate a ridere, a prendersi in giro, a mangiare popcorn, a guardare film e a ubriacarsi, senza che mai succeda qualcosa tra di loro. 
Finché Robyn non conosce Julian. 
Un tipo molto elegante, raffinato, che sa il fatto suo, che la corteggia in modo diretto ma non spudorato e che subito mette le cose in chiaro: la desidera, la vuole come sua fidanzata ufficiale. E basta poco perché Robyn ci cada con tutte le scarpe. Viene totalmente risucchiata da questo amore così forte, immediato, potente, tanto che in pochi mesi si trasferisce da lui, dimentica Cooper e la sua famiglia, e vive sotto l’ala protettiva di quest’uomo che la fa sentire ogni giorno sempre più desiderata, ma attenzione, lo fa in un modo subdolo. 

Quel modo che ormai tutti conosciamo come manipolazione mentale. Julian è molto passionale, tra di loro c’è tanta chimica, e questo ottenebra la mente di Robyn, rendendola facilmente attaccabile, la vittima perfetta per lui che vuole giocare con la sua mente e usare il suo corpo per tenerla legata a sé. Quando cominciano i litigi, soprattutto a causa di Cooper, perché Julian è geloso del loro rapporto, e perché si è accorto che l’amico è ovviamente innamorato di Robyn (insomma, solo lei non se ne accorge), le parole diventano come macigni e fanno scoprire un Julian molto diverso, anzi, piuttosto aggressivo, offensivo, violento. 

E il sesso è usato per blandire questi atteggiamenti assolutamente sbagliati, con i quali vessa continuamente Robyn costringendola, in modo subdolo e malvagio, a fare quello che dice lui. La porta a decidere di non vedere più Cooper, di non fare più nulla per se stessa, e di chiudersi sempre di più nel mondo che Julian le ha costruito, dove la gelosia e quel senso malato di possessività dominano su tutto. 

Robyn mi è piaciuta: è una donna che cerca di maturare, sia sentimentalmente che personalmente. Non ha ancora trovato un posto nella società, non ha un ruolo definito e, ovviamente, la sua vita è concentrata di più sull’amore che sul resto. Rimanendo folgorata dalla determinazione e dal senso di sicurezza che Julian le ha sempre trasmesso, comincia a non pensare più a se stessa ma si impegna al massimo per non deluderlo, e questo significa dimenticarsi di ciò che la fa stare bene. E questo comprende anche Cooper. 
Julian non mi è piaciuto. Fin dall’inizio è chiaro che ha qualcosa da nascondere, ma il bello accade quando scompare e Robyn viene messa sotto torchio dalla polizia perché potrebbe essere una sospettata. 

Il culmine si raggiunge quando Cooper viene accusato, ma la verità dove sta? Ho apprezzato i momenti di avvicinamento tra Robyn e Cooper dopo la scomparsa di Julian. Riconoscendo che l’uomo la maltrattava e la manipolava, con la sua assenza, la donna comincia a sentirsi veramente libera e si rende conto, finalmente, dei sentimenti che prova per il suo migliore amico. Un rapporto pieno di fiducia, di attrazione, di reciproca sincerità, anche se non del tutto… perché attenzione: Cooper non le ha detto tutta la verità. 
E nemmeno Julian. 

Robyn dovrà trovare la forza di andare fino in fondo, di superare i dubbi, le accuse, i segreti e di guardare in faccia alla realtà. Può davvero fidarsi di qualcuno? Insomma, c’è una persona che non le ha mai mentito? 

Il romanzo è scritto bene, è fluido e trasmette la giusta suspense e tensione tipica di questo genere di storie. Non lo so, in alcuni momenti avrei voluto di più. Più aggressività, più mordente, qualcosa che mi facesse sobbalzare sulla sedia. Però tutto è scivolato in modo troppo semplice, a volte, lasciandomi un tantino insoddisfatta. 

Nel complesso, è una bella lettura, soprattutto per chi ama i thriller psicologici bollenti, che mescolano romance e violenza senza esagerare. La manipolazione mentale è una brutta bestia, cambia le persone e può rendere fragili anche dei “pezzi grossi”, anche persone sicure di sé fino a un attimo prima, come Robyn. 
Questa storia insegna a tenere sempre gli occhi aperti. 
E forse la cosa più giusta da dire sarebbe che fidarsi è bene.
Ma non fidarsi è meglio.

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