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mercoledì 18 settembre 2024

Recensione: LA TIGRE DELLA NOTTE di Yangsze Choo

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice HarperCollins, oggi vi parlo di La tigre della notte di Yangsze Choo.

la tigre della notte

di Yangsze Choo.
Editore: HarperCollins
Pagine: 468
GENERE: Romanzo storico/MisteryThriller
Prezzo: 5,66€ - 15,98
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Malesia, 1931. La sveglia e ambiziosa Ji Lin ha dovuto abbandonare il sogno di studiare all’università per pagare i debiti contratti dalla madre giocando a mahjong. Per questo durante il giorno lavora come apprendista sarta e la sera ha un secondo lavoro segreto in una sala da ballo. Durante una serata viene avvicinata da un venditore che la invita per un tango, al termine del quale l’uomo perde un oggetto inquietante che rimane fra le mani di Ji Lin: una fiala in vetro contenente un dito mozzato. Convinta che il dito porti sfortuna, Ji Lin chiede l’aiuto del fratellastro per restituirlo al legittimo proprietario. Anche Ren, un ragazzino di undici anni che lavorava come domestico nella casa del dottor McFarlane, nasconde un segreto. Il vecchio dottore, prima di morire, gli ha affidato un compito: trovare il suo dito mozzato tanti anni prima e seppellirlo insieme a lui. Ren ha solo quarantanove giorni per farlo o l’anima del suo padrone vagherà per sempre sulla terra. Mentre il tempo passa inesorabile e una serie di morti misteriose affligge la valle di Kinta, si comincia a sussurrare che i responsabili siano uomini che si trasformano in tigri. E i destini di Ren e Ji Lin si incroceranno in un’avventura oscura e in un mondo crepuscolare dove i confini della realtà e della magia sono sempre più sottili ogni giorno che passa.

RECENSIONE

La tigre della notte di Yangsze Choo è un romanzo che affascina e seduce per la sua capacità di intrecciare elementi di folklore cinese e malese con una narrazione avvincente e un profondo scavo psicologico dei personaggi. Ambientato nella Malesia degli anni '30, il romanzo non è solo un'esplorazione di un mondo passato, ma anche una riflessione sulla natura umana, sulle credenze che ci legano e sui misteri che ci definiscono. 

La trama si articola su due filoni principali: da una parte, seguiamo Ren, un giovane ragazzo di undici anni che, in un atto di devozione suprema, cerca di compiere l'ultimo desiderio del suo padrone morente, e dall'altra Jin Lin, una giovane donna che sfida le restrizioni sociali del suo tempo per cercare un'autonomia che le è negata a causa del suo genere. Questi due protagonisti, apparentemente lontani per età, classe sociale e contesto, sono legati da un destino comune e da un elemento fisico che diventa il simbolo centrale del romanzo: dito amputato. 

La narrazione è permeata da una tensione costante tra il visibile e l'invisibile, il razionale e il soprannaturale. La Malesia degli anni '30 diventa un crogiolo in cui si fondono tradizioni cinesi, superstizioni locali e le influenze coloniali britanniche. Questo ambiente ibrido è lo sfondo ideale per una storia in cui le leggende prendono vita e le credenze antiche trovano una nuova espressione nelle vite dei personaggi. 

Il tema delle Cinque Virtù Confuciane – Ren (umanità), Yi (rettitudine), Li (proprietà), Zhi (saggezza) e Xin (fede) – è un motore narrativo che guida le azioni dei protagonisti, creando una struttura simbolica che riflette le loro lotte interiori e le loro interazioni con il mondo esterno. Ogni personaggio principale porta il nome di una di queste virtù, ma è proprio il disordine tra queste virtù che genera il caos in cui essi si trovano intrappolati. Questa dissonanza tra nome e comportamento non è solo un espediente narrativo, ma una critica sottile alle aspettative sociali e al peso della tradizione. La fusione tra uomo e bestia, diventa una metafora potente per esplorare la dualità dell'essere umano. Il confine tra civiltà e barbarie è costantemente messo in discussione, e l’autrice utilizza questo mito per interrogarsi sulla natura della violenza, dell'istinto e del desiderio. 

Dal punto di vista stilistico, il romanzo è una celebrazione del potere evocativo della parola. L’autrice dipinge con grande sensibilità le atmosfere dense e umide della giungla malese, i ritmi lenti della vita coloniale e le pulsioni nascoste sotto la superficie di una società strettamente regolata. La sua prosa è intrisa di un lirismo che cattura l'attenzione del lettore, trasportandolo in un mondo che è al contempo reale e fantastico. 

Ren è il personaggio che incarna la purezza dell'infanzia contrapposta alla responsabilità e al peso del dovere. È un ragazzo sveglio e determinato, la cui fedeltà verso il suo defunto padrone lo spinge a intraprendere una missione che nessun bambino dovrebbe affrontare: recuperare e seppellire il dito amputato del suo maestro per assicurarsi che l'anima del defunto possa trovare pace. Questa missione non è solo un compito materiale, ma un viaggio di crescita che lo porta a confrontarsi con la morte, la paura e la moralità. È una vittima delle strutture gerarchiche coloniali e patriarcali. La sua condizione di servitore lo pone in una posizione subalterna, e la sua missione riflette il peso delle aspettative adulte che gli vengono imposte. Nonostante la sua giovane età, è costretto a navigare un mondo complesso, fatto di superstizioni e obblighi che non sempre comprende appieno. Culturalmente, è un riflesso delle credenze cinesi e malesi, immerse nella convinzione che l'integrità fisica dopo la morte sia essenziale per il riposo dell'anima, una credenza che guida l'intera narrazione e conferisce al suo viaggio un significato più profondo. 

Ji Lin è un personaggio profondamente influenzato dalle norme sociali e culturali. È una giovane donna intelligente e ambiziosa, ma è intrappolata in una società che le nega opportunità a causa del suo genere. La sua decisione di lavorare come apprendista sarta e, segretamente, come ragazza da sala da ballo riflette la sua lotta per l'indipendenza economica e personale, sfidando le norme che vorrebbero relegarla a un ruolo subordinato. Rappresenta la tensione tra modernità e tradizione. La sua scelta di lavorare di nascosto in un ambiente considerato moralmente discutibile è una ribellione contro le aspettative della famiglia e della società, che la vorrebbero in un ruolo più domestico e rispettabile. Tuttavia, il suo legame con la famiglia, in particolare con la madre e il fratellastro Shin, la costringe a fare compromessi che la tengono ancorata a una realtà che cerca di superare. Dunque, Ji Lin è un prodotto di un sistema patriarcale che valorizza l'educazione solo per i maschi, limitando le aspirazioni femminili. La sua storia mette in luce la frustrazione e il senso di ingiustizia vissuti da molte donne della sua epoca, costrette a rinunciare ai propri sogni per conformarsi alle aspettative sociali. La sua relazione con il fratellastro Shin, complicata da sentimenti contrastanti di amore e gelosia, aggiunge ulteriori strati alla sua psicologia, rendendo il suo personaggio complesso e sfaccettato. 

Infine, William Acton, il chirurgo che ha eseguito l’operazione al dito del dottor MacFarlane è un personaggio ambiguo, la cui moralità è messa in discussione nel corso della storia. È coinvolto in una serie di eventi misteriosi e inquietanti che ruotano attorno alle morti di diverse persone, tutte legate a lui in qualche modo. È afflitto da un senso di colpa latente e da un crescente timore delle conseguenze delle sue azioni. Nonostante la sua posizione rispettabile come chirurgo, è chiaramente un uomo che lotta con i propri demoni interiori. È coinvolto in una relazione extraconiugale con una donna sposata, una relazione che si trasforma in un incubo quando lei inizia a chiedere denaro, e poco dopo, viene trovata morta in circostanze misteriose. 

Sembra essere un uomo diviso tra il suo ruolo pubblico di medico rispettabile e le sue azioni private che lo portano sempre più vicino a un punto di rottura morale. La sua tendenza a desiderare che i problemi scompaiano magicamente, e il fatto che ciò avvenga, lo pone in una luce sempre più sospetta. La sua incapacità di affrontare apertamente le conseguenze delle sue azioni lo isola e lo rende una figura tragica, intrappolata in un ciclo di colpa e negazione. 

Simbolicamente, rappresenta l'arroganza e la disconnessione dei colonizzatori britannici rispetto alle culture e alle credenze locali. Nonostante la sua formazione scientifica e il suo scetticismo verso le superstizioni, si trova inesorabilmente coinvolto in un mondo in cui le credenze soprannaturali e il destino sembrano avere un ruolo concreto. La sua discesa nella paranoia e nel sospetto riflette la fragilità del potere coloniale quando si confronta con le forze invisibili e incomprensibili della cultura locale. 

La tigre della notte è un romanzo che riesce a coniugare il fascino del mistero con una profonda riflessione sulla condizione umana. È un'opera che invita alla lettura lenta e attenta, alla scoperta dei suoi strati più nascosti e alla riflessione sulle molteplici sfaccettature della cultura e dell'identità. Yangsze Choo è una narratrice capace di affascinare e provocare, e di regalare un’esperienza letteraria di rara intensità. 

Qui di seguito trovate i tropes narrativi presenti nel romanzo che possono aiutarvi a comprenderlo meglio.

1. The Quest: Il trope della "missione" è centrale nella trama, con Ren che deve recuperare il dito amputato del suo maestro e seppellirlo per garantire la pace dell'anima del defunto. Questa missione dà impulso alla storia e collega diversi personaggi e sottotrame. 

2. Star-Crossed Lovers: Il legame tra Ji Lin e il suo fratellastro Shin può essere visto attraverso questo trope, dato che il loro amore è proibito e ostacolato da norme sociali e culturali. Questo crea una tensione drammatica all'interno della storia. 

3. Forbidden Love: La relazione tra William Acton e la sua amante sposata incarna questo trope, aggiungendo un ulteriore strato di complicazione e pericolo alla trama. La loro relazione è moralmente ambigua e gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della storia. 

4. The Haunted Character: William Acton rappresenta questo trope, essendo tormentato dalle conseguenze delle sue azioni e dai sensi di colpa, soprattutto in relazione alle morti misteriose che lo circondano. Il suo personaggio è costantemente perseguitato da eventi che sembrano essere al di fuori del suo controllo. 

5. The Setting as a Character: L'ambientazione in Malesia è così vividamente descritta e così integrata nella trama che diventa quasi un personaggio a sé stante. Le superstizioni locali, la giungla e l'influenza del colonialismo britannico permeano la storia, influenzando le azioni e le decisioni dei personaggi. 

6. The Magic Realism: Questo trope è evidente nelle manifestazioni soprannaturali che appaiono nel corso della storia, come i sogni profetici, le apparizioni di spiriti, e la credenza nei weretiger, che si mescolano alla realtà quotidiana dei personaggi senza essere completamente spiegati. 

7. The Noble Servant: Ren incarna questo trope, essendo un giovane servitore devoto al suo padrone anche dopo la morte di quest'ultimo. La sua lealtà e il suo senso del dovere lo portano a intraprendere un viaggio che va ben oltre le sue responsabilità. 

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