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giovedì 12 settembre 2024

Recensione: LA VITA CONTRO di Rita Ragonese

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di La vita contro di Rita Ragonese.

la vita contro

di Rita Ragonese
Editore: Fazi
Pagine: 288
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟

Trama:
Umberto e Angela si incontrano. Lui alla soglia della pensione, alcolista, cresciuto al CEP – esperimento di aggregato popolare affacciato sulla laguna di Venezia – e lei poco più che ventenne, appena uscita dal carcere della Giudecca, proveniente da una rispettata famiglia ottusamente cattolica, la cui infanzia è stata scandita dalle ossessioni di un padre bigotto. Quando si incontrano per la prima volta, Umberto è il serio, scorbutico e apprezzato macellaio di un supermercato di Mestre che porta sulle spalle il peso di una terribile tragedia accaduta vent’anni prima. Abbandonato dalla moglie e dal figlio, trascina la sua esistenza in solitudine. Angela, ospite di una comunità, arriva al reparto macelleria come stagista, grazie al progetto di recupero proposto dai servizi sociali, al solo fine di ottenere l’affido di Martin, il figlio avuto da Florian, che durante la sua detenzione era stato affidato ai nonni. L’errore di Angela è stato quello di aver ingenuamente creduto alla lealtà del giovanissimo padre del bambino, finendo invischiata, invece, in una serie di attività criminali. Umberto e Angela, dopo un primo momento di collisione, iniziano ad avvicinarsi. Senza volerlo, senza sapere di esserne capaci, finiranno per proteggersi a vicenda, accompagnati dalla lenta scoperta della bellezza, sino all’inaspettato finale. Con una voce calibrata, emozionante, autentica, l’autrice ci racconta una storia di dolore e riscatto con due protagonisti diversissimi che saranno capaci, tuttavia, di dare vita a un’amicizia virtuosa imperniata sulla solidarietà e il sostegno reciproco.

RECENSIONE

La vita contro di Rita Ragonese, è un'opera che si insinua sotto la pelle del lettore con la stessa inesorabile tenacia con cui il dolore e la disillusione invadono le vite dei suoi protagonisti. 
Umberto e Angela, figure centrali di questa storia intensa e crudele, sono due naufraghi della vita, ancorati a esistenze opposte eppure stranamente simili, legate da un filo sottile di sofferenza e speranza che si snoda attraverso le pagine con la delicatezza di un coltello affilato. 

Umberto, un uomo avanti con gli anni, affonda ogni giorno di più nel pantano di una vita che sembra aver perso qualsiasi senso. Abitante del CEP, un quartiere di Mestre noto per la sua desolazione e i suoi problemi sociali, è un relitto umano che vaga in una routine tanto inutile quanto soffocante. La sua vecchia Ford Mondeo, grigia e sfinita come lui, scivola lungo le strade di una città che conosce fin troppo bene, evitandone i punti dolenti come si evita di toccare una ferita che ancora sanguina. È un uomo che sopravvive, non vive; un uomo che si rifugia in un bar cinese dove il barista, silenzioso e indifferente, gli serve il solito caffè corretto, forse l’unico rituale che lo tiene ancora a galla. 

Umberto vive un rapporto coniugale ormai privo di comunicazione, ma carico di tensione e di emozioni irrisolte. La moglie è descritta come una presenza costante e opprimente, qualcuno che "teme" perché rappresenta per lui "la testimonianza vivente della sua miseria." È intrappolato in una vita che non ha più senso per lui, e che cerca di sopportare attraverso piccole abitudini e comportamenti ritualizzati. L’alcol sembra essere un rifugio, un modo per anestetizzare il dolore e l’insoddisfazione che prova. Il suo atteggiamento verso la salute – rifiutando di misurare la pressione e rifiutando i consigli del medico – riflette una forma di autodistruzione o, almeno, di indifferenza verso il proprio benessere. 

Angela, dall’altro lato, è il prodotto di un ambiente esasperatamente religioso, un’involontaria ribelle in una famiglia che ha scelto per lei un cammino che non può e non vuole percorrere. Il padre, che lei chiama "Pater" con un misto di sarcasmo e timore, è un diacono che ha trasformato la fede in una disciplina rigida, annientando ogni parvenza di vita spontanea. E così, Angela esplode, si ribella a quel mondo chiuso e bigotto, finendo però per incatenarsi a un’altra prigione, quella della sua stessa ribellione. Angela, esce dal carcere, ma la sua condizione psicologica la mantiene in uno stato di prigionia interiore. Questo tema si manifesta nel contrasto tra il mondo esterno, simbolicamente rappresentato da Venezia e dai suoi canali, e il mondo interiore di Angela, che rimane chiuso e opprimente. 

La prigione non è solo fisica ma anche mentale e sociale, riflettendo la difficoltà di rientrare in un mondo che sembra non avere posto per lei. La città stessa diventa una metafora del suo stato d’animo: bella ma distante, opulenta ma vuota, capace di evocare sia meraviglia che nausea. Venezia, con la sua decadenza e la sua bellezza, rappresenta la complessità dell’identità di Angela, divisa tra il desiderio di riscatto e la paura di non essere mai più la stessa. 

I personaggi che Angela incontra dopo la sua uscita dal carcere sono rappresentati in modo ambiguo. L’avvocato, l’educatrice, la compagna di cella, perfino la madre, sono figure che appaiono, se non ostili, almeno incapaci di offrire il conforto e il sostegno che Angela cerca. Questo suggerisce una visione del mondo come luogo di incomunicabilità e solitudine, dove anche i rapporti più intimi sono contaminati dalla diffidenza e dal risentimento. La diffidenza di Angela verso gli altri è forse una difesa contro la delusione e l’abbandono, sentimenti che sembrano aver segnato la sua esistenza. 

Angela desidera ardentemente appartenere a qualcosa o a qualcuno – lo si vede chiaramente nel suo desiderio di riavere Martin – eppure, al contempo, respinge qualsiasi tipo di legame che sembri soffocante o predeterminato. Il suo rifiuto di bussare alla porta della camera, la sua irritazione per l’intrusione nella sua vita privata, e il suo disprezzo per l’autorità religiosa tradizionale, sono tutti segnali di una persona che lotta per mantenere un senso di sé in un mondo che cerca costantemente di definirla e controllarla. Angela riflette su come la sua famiglia, e in particolare sua sorella Cristiana, rappresentino tutto ciò che lei non riesce a essere: perfetti, conformi, "benedetti dal Signore". Il paragone con Cristiana la fa sentire sempre inadeguata e distante, incapace di trovare un posto all'interno del nucleo familiare che percepisce come armonioso e ordinato. Questa distanza la spinge verso il rifiuto di quei valori e di quel mondo, in cerca di un'identità che possa affermare al di fuori di essi. 

L'arrivo nella casa accoglienza e l'incontro con Grace segna un nuovo inizio per Angela, ma anche una nuova sfida. La figura di Grace, con la sua personalità forte e ironica, rappresenta un punto di confronto per lei, che deve decidere quanto rivelare di sé e come adattarsi a questo nuovo ambiente. Grace sembra accogliere Angela con un misto di curiosità e accettazione, ma anche con una certa leggerezza che permette alla protagonista di rilassarsi e di sentirsi meno giudicata. Questo incontro è emblematico del suo percorso verso la costruzione di nuove relazioni, basate meno sul giudizio e più sulla comprensione reciproca. Si trova a riflettere sul peso della propria storia personale, una storia che sembra destinata a essere raccontata e giudicata in un contesto dove tutte condividono esperienze di sofferenza e difficoltà. 

Il confronto con Grace e la consapevolezza che in quel luogo la privacy è un lusso inesistente la mette di fronte alla necessità di fare i conti con il suo passato, in modo aperto e diretto. Grace, con la sua risata profonda e il suo atteggiamento aperto, rappresenta una figura di forza e accettazione. Nonostante il passato difficile, che include la vita sulla strada e la lotta per sopravvivere, Grace ha trovato un modo per trasformare la sua esperienza in qualcosa di positivo, lavorando come volontaria per aiutare altre donne in difficoltà. La sua fede, simboleggiata dalla Bibbia consunta che porta con sé, è una fonte di forza e pace, qualcosa che le ha permesso di superare le avversità e di trovare uno scopo. 

La struttura del testo è frammentaria, riflettendo forse la frammentazione dell’identità di Angela. Il flusso di coscienza è mescolato a dialoghi e descrizioni che danno un senso di immediatezza e di confusione, come se il lettore fosse immerso nei pensieri disordinati della protagonista. Questo approccio rende il racconto più intenso e coinvolgente, ma anche più difficile da decifrare, richiedendo una lettura attenta e riflessiva. 

Il ritmo è variabile: a momenti di lentezza contemplativa, in cui la narrazione si sofferma su dettagli minimi, seguono dialoghi brevi e taglienti, che accelerano l’azione e mettono in luce il conflitto interiore di Angela. Questo ritmo spezzato contribuisce a creare una sensazione di instabilità e incertezza, in linea con il percorso esistenziale della protagonista. 

Il rapporto tra Umberto e Angela è un elemento centrale del romanzo, carico di complessità psicologica e sociale. La loro relazione, che si sviluppa lentamente e quasi per caso, diventa una sorta di ancora di salvezza per entrambi, anche se nessuno dei due è completamente consapevole del ruolo che l’altro giocherà nella propria vita. Angela è piena di energia e rabbia, ma è anche profondamente vulnerabile. Ha una personalità forte, ma questa forza è il risultato di una lunga battaglia contro un mondo che ha cercato di soffocarla. Quando incontra Umberto, vede in lui una possibilità, un modo per sfuggire alla disperazione e trovare un punto di riferimento in un mondo che le sembra ostile e ingiusto. 

Il rapporto tra Umberto e Angela nasce in un contesto di bisogno reciproco. Per Umberto, Angela rappresenta una nuova ragione di vita, una persona su cui riversare la propria necessità di redenzione. Per Angela, Umberto diventa una figura paterna alternativa, qualcuno che non la giudica per il suo passato, ma che cerca di aiutarla a costruire un futuro. Tuttavia, questo rapporto non è privo di complessità e ambiguità. Socialmente, il loro legame è un esempio di come due persone marginalizzate, provenienti da contesti diversi, possano trovare una connessione che supera le barriere sociali. Umberto, con la sua esperienza di vita e la sua saggezza silenziosa, offre ad Angela una prospettiva diversa, meno oppressiva di quella imposta dal "Pater" nella sua famiglia. Angela, con la sua giovinezza e la sua determinazione, dà a Umberto una nuova speranza, un motivo per uscire dal suo torpore e per agire in modo proattivo. 

Il loro rapporto è intriso di dinamiche di dipendenza. Angela ha bisogno di Umberto per sentirsi meno sola e per trovare un senso di stabilità che la sua vita non le ha mai offerto. Umberto ha bisogno di Angela per sentirsi utile, per credere che possa ancora fare qualcosa di buono, nonostante tutto. Questa dipendenza reciproca li avvicina, ma potrebbe anche portarli a scontrarsi, soprattutto quando i bisogni dell’uno entrano in conflitto con quelli dell’altro. 

Il legame è complesso e stratificato; nasce dalla sofferenza condivisa e dalla ricerca di una via d’uscita da vite segnate dal dolore e dall’isolamento. Umberto e Angela non trovano risposte facili né soluzioni miracolose. La loro connessione è un viaggio, non una destinazione, e l’autrice ci invita a seguirlo fino alla fine, consapevoli che, come nella vita reale, la salvezza e il dolore spesso camminano fianco a fianco. 

Rita Ragonese scrive con una prosa che è al tempo stesso poetica e brutale. Non ci sono facili sentimentalismi, solo una cruda rappresentazione di ciò che significa davvero vivere, o meglio, sopravvivere. Il romanzo è un ritratto impietoso di due esistenze alla deriva, ma anche un inno alla resilienza umana, alla capacità di trovare un barlume di speranza anche quando tutto sembra perduto.

Qui di seguito trovate elencati i tropes narrativi presenti nel romanzo che vi aiuteranno a comprenderlo meglio.

1. Damaged Protagonists: Sia Umberto che Angela sono personaggi profondamente segnati dal loro passato. Umberto è un uomo che vive con il peso di un trauma non superato, mentre Angela è una giovane donna che lotta contro le conseguenze di una ribellione che l'ha portata al carcere. Entrambi i protagonisti cercano di trovare un modo per guarire e andare avanti, nonostante le cicatrici emotive che portano. 

2. Found Family: Il rapporto tra Umberto e Angela può essere visto come un esempio di "found family", dove persone non legate da vincoli di sangue creano un legame profondo basato sulla comprensione reciproca e il sostegno emotivo. In un mondo che sembra averli abbandonati, trovano nell'altro un senso di appartenenza e famiglia. 

3. Redemption Arc: Entrambi i protagonisti sono alla ricerca di redenzione. Umberto cerca di espiare le sue colpe e di trovare un modo per vivere con il senso di colpa che lo consuma. Angela, invece, desidera riscattarsi dal suo passato turbolento e costruire una nuova vita per sé e per suo figlio Martin. 

4. Mentor and Protégé: Umberto assume il ruolo di mentore per Angela, aiutandola a navigare le difficoltà della vita adulta e a trovare una strada verso l'indipendenza. Questo trope è sviluppato con una forte ambiguità, poiché il ruolo di Umberto non è privo di complessità emotive e di dinamiche di potere sottili. 

5. The Struggle for Survival: Il tema della sopravvivenza è centrale nel romanzo, sia in senso fisico che emotivo. Angela deve lottare per la sua autonomia, per trovare un lavoro e una casa, e per riunirsi con suo figlio. Umberto lotta per sopravvivere emotivamente al dolore e al senso di colpa che lo affligge. 

6. Class Divide: Il romanzo esplora la divisione di classe attraverso i suoi personaggi principali, che provengono da background socio-economici molto diversi. Angela, nonostante provenga da una famiglia benestante, si ritrova emarginata e sola, mentre Umberto, proveniente da un contesto più povero, vive una vita di isolamento e disillusione. 

7. Gritty Realism: La narrazione è caratterizzata da un realismo crudo, senza abbellimenti. Le difficoltà della vita quotidiana, le lotte interne dei personaggi e le ingiustizie sociali sono rappresentate in modo diretto e senza sconti. 

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