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mercoledì 19 agosto 2015

La stagione del ritorno di Angela Di Bartolo Recensione

Buon mercoledì cari lettori! Oggi vi segnalo l’ultima recensione e di conseguenza l’ultimo post prima di una pausa che metterà il blog in stand-by per una decina di giorni! Precisamente dal 21 Agosto al 31 Agosto!

Potrete continuare a scrivermi sia alla mail che su Facebook o Twitter, cercherò di essere il più presente possibile ma per quanto riguarda le recensioni e le segnalazioni sarà tutto fermo.

Riprenderò a Settembre con tante novità e con un super mega Giveaway a base di libri ed altro… per festeggiare il blog che ha compiuto un anno e soprattutto tutte le persone che mi seguono con interesse e affetto.

Ma ora veniamo a noi, presentandovi La stagione del ritorno, un meraviglioso Fantasy Epico scritto da Angela Di Bartolo e pubblicato da Runa Editrice a Giugno. Grazie alla gentilezza e alla fiducia della casa editrice, che ringrazio moltissimo, ho avuto la possibilità di leggere questo romanzo che mi ha ispirato tanto e lasciato davvero soddisfatta dopo la lettura.
Spero, quindi, di lasciarvi in buona compagnia e come sempre attendo le vostre impressioni!

A prestissimo!



Autore: Angela Di Bartolo
Editore: Runa
Pagine: 700
Genere: Fantasy Epico
Prezzo: € 19,90
Ebook: € -
Uscita: 25 Giugno 2015

Trama

Nelle Terre d’Oriente si verificano strani delitti. Savìla e Lirian se ne addossano a vicenda la colpa. Diffidenza e sospetto si spargono come un veleno, dopo secoli di pace si torna a parlare di guerra. Pochi sanno che è un altro, il nemico: un’ombra maligna che penetra le menti degli uomini, che fa leva sul loro orgoglio per asservirli, per spingere i popoli a uno scontro totale. E la guerra esploderà, feroce fino alla barbarie, coinvolgendo tutte le Terre d’Oriente. L’unica speranza è un fiore d’argento, un talismano che solo un uomo potrà ritrovare. Sarà un cammino sull’orlo dell’abisso, un arduo viaggio per luoghi remoti ma anche all’interno di sé, a confronto coi propri demoni in una lotta dall’esito mai scontato. La Stagione del Ritorno è la storia di una discesa all’inferno e di una faticosa risalita, in un difficile percorso di maturazione di individui e popoli verso un nuovo equilibrio. Universo fantastico e realistico insieme, quello de La Stagione del Ritorno è un mondo dai tratti rinascimentali e mediterranei dove re e contadini, servitori e maghi si muovono tra intrighi di corte e incantesimi, creature del male e battaglie, eroismo e tradimento. Una storia a più voci narrata con una sensibilità moderna, attenta alle dinamiche interiori e interpersonali, agli interrogativi etici, ai conflitti, ai simboli. Un fantasy non convenzionale rivolto a lettori che amino immergersi in mondi complessi, lettori in cerca non solo di evasione, ma anche di stimoli di riflessione sui grandi temi dell’esistenza umana.

Angela Di Bartolo è nata a Bologna dove vive tuttora. Laureata in Scienze Politiche, lavora presso il suo Comune come Assistente Sociale. Le sue passioni, oltre alla letteratura, sono il giardinaggio, la storia e l’archeologia. Negli ultimi anni ha partecipato con successo a concorsi per racconti di genere fantastico, fra i quali il Premio Sentiero dei Draghi con Ottobre (poi pubblicato nell’antologia Il Ritorno, ed. Lulu, 2008), il Trofeo RiLL con Ponti (uscito in Cronache da Mondi Incantati, ed. Nexus, 2009), SFIDA con Relitti (in Riflessi di Mondi Incantati, ed. Giochi Uniti, 2010), Nostos (ne Il Carnevale dell’Uomo Cervo e altri racconti, ed. Wild Boar, 2012) e La conquista (in Perchè nulla vada perduto e altri racconti, 2013). Il racconto Proxima è stata pubblicato da Ciesse Edizioni nell’antologia Favole della Mezzanotte, 2011, a cura di Stefano Pastor. Nel 2014 ha pubblicato l’antologia di racconti fastastici Per altri sentieri (Runa Editrice) e il racconto illustrato per bambini Nero (Runa Editrice).  Nel 2015 il fantasy epico La Stagione del Ritorno (Runa Editrice).




Quando finirà tutto questo?
Quando un uomo accenderà una stella.


La stagione del ritorno è un romanzo epico e fantastico, considerando la volteggiante assunzione di sensi infiniti che a questi due termini possono essere  attribuiti. Un romanzo scritto con amore e per amore di uno dei più grandi maestri di questo genere narrativo: J. R. R. Tolkien. Ma nel caso del Signore degli Anelli non si può parlare di una storia, di una trama, ma bensì di un universo creato ad immagine e somiglianza della stessa mente dell’autore, capace di inventare un mondo contornato da tante piccole realtà che sarebbe un oltraggio chiamare soltanto romanzo. Vorrebbe dire impoverire la genialità di uno scrittore che, a mio parere, deve incondizionatamente ricevere la medesima devozione di un Creatore, di un Dio.

Angela Di Bartolo a lui s’ispira e lo fa con coraggio e avveduta capacità narrativa, dando vita ad un insieme di accadimenti che riportano dolcemente a quelle atmosfere impossibili da dimenticare, ricoprendole di una personale visione fatta di meraviglia e maledizione.

Tutto inizia con il ritrovamento di un manoscritto anonimo che narra i trascorsi delle Terre d’Oriente, le guerre, le morti, le condanne e la lotta eterna contro il male che mette a repentaglio la vita di popoli e città, sulle quali incombe un’Ombra apparentemente invisibile, ma che trascina lentamente ed inesorabilmente tutti verso una tragica fine.
Un’epoca in cui la bellezza sembra aver lasciato posto al disfacimento, all’odio, al sangue, nella quale le città si scontrano con altre città e Re e Reggenti dimostrano a tratti la loro umanità. Sembrano tutti ansiosi di acquistare potere, controllo, annebbiati da una sete di prevaricazione che li conduce ad una guerra che solo apparentemente è dettata dalla loro volontà, mentre nel profondo del loro cuore, essa non è altro che frutto della presenza del male.

Un male antico che porta il nome di Wormor, il cui potere si concentra nella pietra Melnit, del colore del sangue versato e che si espande di luogo in luogo, attraverso la natura e gli stessi animali, che fungono da condottieri delle anime dei personaggi, umanizzandosi fino a diventare parte integrante della storia.

“Folli fummo a pensarci al sicuro, chè egli non può morire ma soltanto essere sconfitto, e mai per sempre, e sempre a caro prezzo.”

Dunque, La stagione del ritorno racchiude nel titolo, il senso di una rinascita, di un ritorno a quella bellezza e a quella pace perduta nei secoli e che adesso è arrivata proprio al punto di rottura e di irrimediabile sconvolgimento. Non esistono eroi ma soltanto uomini capaci di sbagliare e di mettere a dura prova la loro anima, il loro coraggio, la loro determinazione. Ogni azione, anche il più piccolo movimento è avvolto da una cupa e sentita oscurità, perché più si procede nella storia, più l’Ombra con tutti i suoi rappresentanti, prende il sopravvento, influenzando sinistramente e tacitamente la mente ed il cuore di chi deve combattere.

La città di Lirian e quella di Savila si oppongono, e dal loro contrasto iniziale scaturisce la guerra, un tormentoso avvicendarsi di forze che si scaricano l’una sull’altra al fine di prevalere e finalmente comandare su tutte le Terre d’Oriente. Ma molti non hanno fatto i conti con le presenze oscure e maledette che si aggirano nel bosco, dove si rintana il terribile Wormor e che macchinano al buio, tendendo trappole infide e pericolose per tutti coloro che ancora hanno fede e voglia di combattere in nome della giustizia e della verità. Solo il Mago Wisenard riconosce immediatamente la minaccia che incombe e confida ciecamente in un uomo che possa, grazie alla sua origine elfica, combattere e vincere finalmente l’Ombra, abbattendo definitivamente il suo potere e la sua malvagità. 
Quell’uomo è il capitano di Lirian e si chiama Glirien. Egli sarà costretto ad iniziare un viaggio catartico attraverso terre e città fino a giungere a scoprire l’oggetto più temuto ma anche più desiderato che potrà finalmente riportare la pace tra i popoli e ridare alle terre conforto e sicurezza ma soprattutto giustizia. 
Lo stile di Angela Di Bartolo è armonioso, sinfonico, dettagliato, adattabile, mutevole e sconfinato. E’ infinito nelle sue descrizioni, così come i luoghi e gli stati d’animo che ama raccontare. E’ incredibile come ogni singolo aspetto della sua storia sia ritagliato perfettamente, inciso nel legno come una scultura, con cura e devozione, limando anche la più piccola increspatura per rendere la lettura scivolosa come la seta. Non puoi non restare incantato, catturato dagli angoli di terra e cielo che come una preghiera, una canzone millenaria, un canto pronunciato da creature mistiche e selvagge, ella racconta, senza mai perdere quella lucidità che però è in grado di regalarti attimi di delirante magia. Suoni, odori, passi e rumori, incedere di spade che tagliano il vento, urla demoniache di creature della notte, sangue e parole che si mescolano in un territorio fatto di sogni e di incubi ma soprattutto di paure e di desideri.  

Il linguaggio è costruito per trasportarti, avvolgerti, annichilirti ed esplorarti. Solo in apparenza ti sembrerà di esplorare quelle terre e quelle soltanto, ma in realtà stai esplorando anche te stesso, lasciandoti prendere dalla disperazione, dal senso di sconfitta, dal desiderio di verità che attanaglia l’anima dei protagonisti così come diventa parte integrante della tua stessa coscienza, che non può e non deve restare intatta ed inerme di fronte ad un viaggio che non è soltanto fisico ma è soprattutto spirituale.

In gioco non c’è solo il potere ma anche la memoria di un interno popolo. Un tempo Lirian fu governata dagli Elfi ed è proprio la loro presenza distorta, tra realtà e sogno, a condurre Glirien nel suo viaggio, fino a raggiungere la meta non senza dolore e sofferenza. Tutto il valore di una storia che si racchiude nel passato, nella leggenda, nella tradizione che diventa il cuore pulsante di un’intera stirpe.

Oltre al viaggio, alla memoria, ciò che arricchisce le azioni dei personaggi è l’amore, il sentimento, le emozioni, importanti valori al di sopra del tempo e dello spazio. Glirien è innamorato di Varenia, sorella di Efi, il suo giovane amico che compirà con lui quel viaggio e che diventerà, suo malgrado, lo strumento principale nelle mani di Wormor, che si approprierà, attraverso un maleficio, della sua volontà, rendendolo una presenza scomoda e pericolosa per Glirien, senza però riuscire a sradicare completamente dal suo animo, l’affetto e il senso di amicizia. 
I sentimenti dunque, sono maggiormente rappresentati dalle presenze femminili che apparentemente hanno un ruolo secondario, eppure fondamentale, perché attraverso di esse, l’animo degli uomini rimane puro fino alla fine. Le donne sono incantatrici, di una bellezza quasi magica, emblema di un desiderio che s’insidia nella carne e che si annida nello spirito, indimenticabile. Esse sono la casa, verso cui gli eroi desiderano tornare, e anche quando saranno lontano, le donne visiteranno i loro sogni affinchè la purezza dei loro spiriti non sia perduta del tutto. Sono come dei catalizzatori di speranze e promesse, sono forti e fiere, indomite e tenaci, hanno un fascino regale e la loro essenza è esaltazione e divinizzazione tesa ad idealizzarle, per renderle simbolo di un amore che deve salvare il salvabile.

“Se mai dovessi tornare, tornerò a prenderti.”

Glirien compirà il suo viaggio, accompagnato da uomini forti e valorosi, sui quali inevitabilmente ricadrà l’ombra silente della maledizione ma il fulcro del romanzo è proprio la lotta all’interno del proprio spirito. Una volta che il male ti ha sfiorato non sarai più lo stesso ed è proprio questo che accade a tutti i personaggi, i quali assaporeranno, in prima persona, cosa vuol dire la sconfitta, la perdita, il dolore e la mistificazione. L’inganno e l’odio, ma contro gli orrori e i terrori ci saranno anche i valori, come quello dell’amicizia, della fratellanza e della solidarietà.

La presenza del male è opprimente, scottante, li segue passo passo, è come una nebbia eterna che soffoca. Si respira dappertutto ed incondizionatamente. Lo scontro è vivido, soprattutto nella psicologia degli attori narrativi, nella quale l’ombra tenta continuamente di sopraffare l’anima, perché al di là della sua presenza fisica, essa cerca di insidiarsi nel cuore, abbattendo tutte le difese ed approfittandosi delle debolezze. La sua è corruzione e menzogna, illusione e disumanità.

Questo romanzo è una stagione epica fatta di uomini, di anti eroi che combattono e cercano la verità, che non è altro che la metafora del senso dell’esistenza. Essi sono materiali, pratici, essi combattono e soffrono, feriscono ed uccidono, la loro è un’essenza selvaggia che si annoda alla terra e al sangue versato, alle urla, alla follia di un mondo che si sta distruggendo preda dell’ombra e della morte. Le donne invece sono l’altra metà, quella che salva lo spirito, i sentimenti, per mantenere intatte le emozioni. Sono la ragione e la speranza del cuore.

“Varenia severa e dolce che gli era cresciuta dentro e che sempre gli era stata nel cuore, come una nostalgia di felicità, come un rimprovero, un’accusa, una promessa continuamente rinviata.”

Tutti, indistintamente, sono preda del male, ingoiano errori, bugie, lasciandosi inavvertitamente sopraffare dall’oscurità, rischiando di perdere completamente la propria umanità. Il personaggio che ho apprezzato molto è stato quello di Efi, nel quale si concentrano tutti i contrasti, le tragedie e il dramma del non avere scelta. La sua anima è preda del male ma nello stesso tempo egli continua a lottare per non abbandonarsi completamente all’ombra che gli attanaglia lo spirito e che gli sta oscurando il cuore. Ha compiuto atti ignobili, violenti, terribili ma nella sua interiorità, quella più nascosta, è ancora presente una luce che forse può chiamarsi salvezza.

La stagione del ritorno è un dono a favore del dovere, del rispetto, del coraggio e della lealtà. Un fantasy completo, molto simile ad una pietra, grande ed antica, così pesante e dura, da diventare un approdo, un punto di riferimento, una certezza per un genere narrativo che ha bisogno di autori come Angela Di Bartolo, per narrarci ancora di mondi che profumano di magia, d’incanto ma che sono anche profondamente legati alla realtà, quella nostra, che è possibile riconoscere attraverso una lettura metaforica che non tralascia le brutture e le tristezze della nostra epoca. E’ tutta una dimensione universale, eterna ed insondabile. Un abbraccio di nostalgia e di malinconia per qualcosa che si è perduto ma che può tornare. Poetico, canterino, danzante nell’incastro di frasi e motivetti che si alternano alle più brutali descrizioni, necessarie ed appetibili per rendere la storia magnificamente compiuta.

Un romanzo capace di trasportarti dove vuole, intenso, misterioso e segreto, indulgente, magico, sensibile, violento ma anche delicato. Un omaggio ma soprattutto un regalo per tutti coloro che ancora credono e che hanno bisogno di storie come questa, perché trasfigurare la realtà, incedere nell’incanto, sognare un altrove lontano, è un dono che pochi hanno. 

Grazie ad Angela Di Bartolo per aver creato una terra terribile e meravigliosa nella quale andarsi a riposare, fatta di memoria e leggenda, di creature magiche e umane. Un luogo speciale nel quale rifugiarsi tutte le volte che la realtà ci andrà stretta, dove l’immaginazione potrà ancora una volta volare lontano, libera, senza rimpianti e senza recriminazioni. Perché come diceva qualcuno… L’immaginazione è il più grande rifugio che esista. Sono sicura che una volta chiuso il libro, vi sentirete un po’ più liberi, e questo è il regalo più grande che un autore possa fare: la libertà.



venerdì 14 agosto 2015

Wildflower Hill di Kimberley Freeman Recensione

Buon venerdì cari lettori! Ultima recensione per questa settimana dedicata ad un romanzo molto romantico e coinvolgente, di cui ringrazio Leone Editore per l’invio. Wildflower Hill di Kimberley Freeman è una storia passionale ma di grande insegnamento nella quale le assolute protagoniste sono le donne attraverso tre generazioni.


Come sempre aspetto le vostre impressioni!




Titolo: Wildflower Hill
Autore: Kimberley Freeman
Editore: Leone
Pagine: 512
Genere: Romance
Prezzo€ 15,00
Ebook€ -
Uscita: 2013

Link acquisto
Trama

Una storia travolgente, romantica e appassionante che attraversa tre generazioni e percorre mezzo mondo. La carriera di Emma, prima ballerina a Londra, è a rischio per un infortunio a un ginocchio. Costretta al riposo, trae un bilancio della sua vita, accorgendosi con amarezza d'aver inseguito la fama e il successo invece dell'amore e dell'appagamento. Tornata in Australia, viene a sapere della morte di sua nonna Beattie e della strana eredità che le ha lasciato... Wildflower Hill è un romanzo avvincente e d'atmosfera sulla possibilità di ripartire, sul ricostruire la propria vita credendo in se stessi, sulla possibilità di scoprire che la risposta a quello che si cerca potrebbe essere molto diversa da quanto si pensi...

Kimberley Freeman, eteronimo della prolifica scrittrice Kim Wilkins, è nata a Londra e vive a Brisbane, Australia, da quando aveva tre anni. È autrice di più di venti romanzi  e ha vinto molti premi letterari. Oltre che in Australia, i suoi libri sono pubblicati in  Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Russia, Grecia, Germania e Italia.




“Sono innamorato di te da tanto tempo."
Lei sorrise, anche se lui non poteva vedere il suo viso.
“Cosa faremo adesso?” le chiese.
“Dimenticarci del mondo e amarci” gli rispose.


Wildflower Hill è stata una lettura coinvolgente ed appassionante. Un romanzo che narra le vicende di una famiglia attraverso tre generazioni di donne, che a loro modo diventano le protagoniste di una storia piena di passione, di sentimenti, di inganni e di amore.

La vera eroina del romanzo è Beattie, nonna della voce narrante di una parte del romanzo, di cui iniziamo a conoscere i trascorsi nel 1929, quando la sua fragile vita si lega a quella di Henry, un uomo sposato ma senza figli, con il quale intreccia una relazione d’amore che le riempie la vita di gioia fino a quando non scopre di essere incinta. Da quel momento in poi l’uomo che ha sempre giurato di amarla senza però mai lasciare la moglie, si mostrerà finalmente per quello che è: un giocatore incallito, misero alcolista che non è in grado di prendersi le proprie responsabilità di fronte a quella nascita e alla madre della sua futura bambina.

L’intreccio temporale si muove su filoni diversi, si passa dal passato in cui ha vissuto Beattie, al presente in cui vive Emma, la rappresentante più giovane della famiglia Blaxland che attualmente vive a Londra e fa la ballerina. Un incidente la priverà della danza, bloccandole un ginocchio ed ella, spinta dalla sofferenza e dalla malinconia, ma soprattutto dal tradimento del fidanzato Josh con cui si lascia definitivamente, verrà pericolosamente attratta dagli echi del passato e della storia della sua famiglia, soprattutto quella della nonna.

Attraverso un viaggio nel corso del tempo, conosciamo Beattie quando era giovane e sconsiderata alle prese con il suo amore intenso e viscerale per Henry, con il quale sperava di condividere tutta la sua vita. Un uomo in grado di strapparle il senno e di condurla a fare anche una pazzia pur di tenere con sé il frutto acerbo del loro amore proibito.

Lo stile di Kimberley Freeman è dolce, sinuoso, estremamente romantico. Ho adorato immediatamente la copertina del romanzo che si addice perfettamente all’atmosfera che si respira all’interno della storia. Un profumo di freschezza, di fiori, di delicatezza, luoghi sconfinati, passioni travolgenti e inganni da svelare che mantengono in vita famiglie e costruiscono sogni di generazione in generazione.

La trama è ricca di accadimenti, non perde un colpo, nonostante sia un romance a tutti gli effetti non manca di inquietare seppur leggermente, con la descrizione di momenti davvero tragici, tristi, violenti e diretti ad impressionare chi legge per condizionarlo ancora di più alla storia. La vita di Beattie non è facile, la sua forza d’animo è davvero smisurata. E’ una vera e propria eroina che non si abbatte di fronte a nulla. Riesce, suo malgrado, nonostante l’abbandono dei genitori, nonostante il rifiuto di Henry, a ricominciare una nuova vita lontano da casa, arrischiandosi in nuove e sconosciute situazioni che la mettono continuamente in pericolo. Ma lei, pur di crescere la sua bambina e donarle una vita serena e felice, è disposta a qualsiasi cosa, anche agli atti più incoscienti e considerati immorali per i quali sarà costretta a subire le angherie degli altri e gravarsi di una reputazione alquanto negativa.

“Pertanto anche Beattie pianse con lei. Pianse per Henry, per l’uomo che le era sembrato che fosse ma che non era. Pianse per la sua solitudine, per essersi isolata dalla famiglia e da quella vita che aveva conosciuto una volta. Pianse per sua figlia che era un autentico splendore e che meritava tutte le cose buone della vita, ma che si era ritrovata povera e nell’incertezza a tremare in una tempesta, lontano da casa.”

Con il passare del tempo, con la fatica, il sudore, la maledizione della solitudine, con l’arroganza e la superiorità di chi la circonda, si renderà conto che la sua vita deve subire una svolta definitiva, altrimenti rischia di perdere tutto e Beattie non può permetterselo perché deve avere cura della sua bambina, deve proteggerla e farla crescere donandole sicurezza. Il lavoro come cameriera presso la tenuta di Wildflower Hill diventa l’occasione per riscattarsi, per rendere finalmente reali i suoi sogni ma con un prezzo altissimo da pagare.

Ho amato molto la descrizione dei personaggi femminili che diventano gli assoluti padroni della scena narrativa. L’autrice ama incondizionatamente le sue donne, le sue creature al femminile alle quali dona tutto il carattere, la personalità, la forza che gli serve per andare avanti ma soprattutto per essere indimenticabili. Donne che diventano modelli di intelligenza, caparbietà, bellezza, passione e tormento. Beattie è l’esempio lampante di una condizione non privilegiata che la porta a dover lottare continuamente contro la povertà, l’indifferenza, i continui tentativi di soprusi che le sono indirizzati ma lei, anima in pena ma mai sconfitta, riesce a rialzarsi puntualmente, ogni volta, più forte di prima.

“Perché quando le cose vanno male, le persone forti vanno avanti.”

I sentimenti sono il clou di ogni azione, essi diventano il motore, l’input, lo slancio che decide ed indirizza la storia verso una direzione piuttosto che un’altra. Le emozioni sono le velate compagne annidate nei cuori delle donne di Wildflower Hill, rese tangibili, violente e inossidabili dalla voglia intrepida che volteggia dentro ciascuna di loro e le spinge a vivere a pieno ed in profondità tutto ciò che la vita ha in serbo. Beattie scoprirà con la lontananza e con la delusione di non amare più Henry, nonostante sia il padre di sua figlia. Conoscerà un uomo di nome Charlie, un aborigeno, con cui stabilirà un rapporto di lavoro dietro il quale però si nasconde un interesse diverso, tenuto celato per paura delle dicerie della gente. Un sentimento denso e pregno di affetto ma anche di desiderio sessuale, di attrazione, di appartenenza. Nonostante le ritrosie di lui nel tenerla lontano, conoscendo le possibili reazioni della comunità di fronte ad un legame sentimentale tra una donna bianca ed un nero, Beattie non può frenare i propri sentimenti e negare a se stessa di essersi innamorata di lui. La sua forza di donna, madre, amica, amante si manifesta a pieno nella decisione di non negare i propri desideri. Ella ama e desidera profondamente e sentitamente, senza vergogna, senza orrore, senza timore.

“Guardarlo così da vicino e per così tanto tempo, stimolava la ferita dolorosa del desiderio dentro di lei. Che cosa importava? Tutti in paese già pensavano male di lei. Non c’era nessun altro che avrebbe potuto offendersi. Che cosa importava se lo voleva?”

L’autrice costruisce un personaggio completo, così profondo da non avere un fondo, arricchito di connotazioni che lo rendono un modello femminile di grande valore. Il suo modo di reagire alle difficoltà, la sua pazienza, la volontà di rischiare affrontando qualsiasi avversità, la rendono preziosa e da ammirare.

E’ proprio l’ammirazione quella che ho provato di fronte a questo romanzo, costruito perfettamente, annodato segretamente, capace di infonderti quella leggerezza ma anche di colpirti con scene emozionanti in cui le parole dell’autrice vanno dirette a incidere i tuoi sensi ed il tuo cuore.

La storia di Emma che appartiene al presente fa da contorno, da contenitore all’esplosione di vita e di carne e sangue che è la personalità della nonna, così indomita, così condottiera della propria esistenza, pronta a non lasciarsi calpestare né abbattere da qualsiasi forma di sconfitta. Attraverso la memoria, i ricordi, le lettere, la storia della sua famiglia, la giovane maturerà una nuova consapevolezza, quella di non voler più sottostare alla sua vita così com’è stata fino a quel momento, conquistando un coraggio e una tenacia completamente nuovi che la condurranno a vivere una nuova ed intensa storia d’amore legata inesorabilmente all’universo quasi magico ed incantato di Wildflower Hills.

La presenza seppur ormai lontana di Beattie diventa un’eco di promesse e di sogni, una sorta di apparizione magica, fantastica che guida le azioni legate al presente di Emma per condurla verso la decisione giusta, l’unica possibile: ascoltare il proprio cuore.

Il linguaggio dell’autrice è di facile comprensione, è molto vicino alle sensazioni, è un veicolo forte e potente che conduce direttamente alla fonte della storia. Un odore intenso di vita, di sacrificio, di speranza, di crescita, di miglioramento. Un insegnamento a non arrendersi mai, a lottare anche laddove ci sembra che non abbiamo le possibilità per farlo.

Il vigore dell’amore diventa la forza che trascina e sconfigge anche la più radicata delle maledizioni, abbatte i rancori dei nemici, e le false verità delle malelingue.
Impossibile non amare la frenesia, il calore, i brividi che questa lettura è capace di infondere, lasciandoti addosso la voglia di amare e di sperare che un giorno tutto, ma davvero tutto, possa andare finalmente a posto.



giovedì 13 agosto 2015

L'antiesorcista di Paolo Grugni Recensione

Eccomi con il secondo post di oggi riguardante la recensione di un romanzo dalla storia contrastante e molto provocatoria perché tocca un argomento delicato e scandaloso insieme: l’esorcismo e soprattutto la visione di una Chiesa altamente discutibile. Il romanzo s’intitola L’antiesorcista di Paolo Grugni, pubblicato da Novecento.


Ditemi come sempre cose ne pensate!



Titolo: L'antiesorcista
Autore: Paolo Grugni
Editore: Novecento
Pagine: 227
Genere: Thriller
Prezzo: € 9,90
Ebook: € 4,99
Uscita: Marzo 2015

 Trama
Chi è Josh Maine? Un serial killer ossessionato dai prelati? Un angelo sterminatore? L’Anticristo in persona? O, forse, semplicemente un uomo alla ricerca della sua vendetta, consapevole di una verità così poco accettabile da non poter nemmeno essere sussurrata tra le ombre di un confessionale? Contro Maine si erge un misterioso, potentissimo ufficio della Chiesa cattolica demandato alla missione estrema: la lotta contro il Demonio. Una Roma livida, inquietante, oscurantista fa da sfondo alla massacro che Maine conduce come una vendetta. Una massacro che si accompagna a una discesa nei meandri di una cospirazione che scavalca ogni parametro della fede, allargandosi a un progetto di dominio globale delle coscienze che va ben oltre il demoniaco. Il romanzo sfrutta gli stilemi dei noir per indagare nel mondo degli esorcismi (tra l'altro è recente la notizia di un corso per esorcisti organizzato presso l'Università Europea di Roma) e svelare gli inganni, le truffe e i raggiri che vi si nascondono. Un forma di controllo della credulità popolare non dissimile dalle pratiche di maghi e stregoni e guaritori che infestano l’Italia. Partendo dal fenomeno dell’esorcismo, il libro si trasforma in un’accusa contro la Chiesa e le sua malefatte storiche e recenti. “L’Antiesorcista” è un romanzo che non ha paura di puntare il dito contro uno dei grandi mali che attraversano da sempre la storia dell’umanità: la fede in un Dio che non esiste. "L'inferno in Terra ha una porta. Si chiama Vaticano. Da un autore - culto l'opera più eretica di sempre". (Alan D. Altieri)

Paolo Grugni (Milano, 1962), oltre a L’Antiesorcista, ha pubblicato sei romanzi: Let It Be (Mondadori, 2004), Mondoserpente (Alacrán, 2006), Aiutami (Barbera, 2009), Italian Sharia (Perdisa Pop, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2012) e La geografia delle piogge (Laurana, 2013).




L’antiesorcista è un romanzo denso di riflessioni, di stoccate, di rimproveri sull’operato della Chiesa e su tutti coloro che si considerano messaggeri di Dio in terra. I preti, in primis, come tutti coloro che si occupano di diffondere la parola del Signore, così come se fosse una vera e propria missione, avvantaggiata dalla presenza opprimente del Vaticano, diventano simbolo di un sistema oltraggioso, agli occhi dell’autore, e costruito ad arte per attanagliare la mente e l’anima delle persone affinchè la loro intelligenza e il loro apparente libero arbitrio, in questo caso l’assoluta libertà di scegliere  a cosa credere, diventi merce assoluta e di scambio di un totalitarismo religioso senza eguali. 

Paolo Grugni scrive un giallo molto articolato, nel quale si mescolano omicidi che si susseguono velocemente e una presenza opprimente e dilaniante, costituita dal Vaticano e dai suoi più alti rappresentanti. Ma la sua attenzione si rivolge in particolare ad una speciale categoria di coloro che rappresentano il Signore, ossia gli esorcisti. E’ contro il loro operato che la penna dell’autore si scaglia, creando un intreccio ad arte che tende a evidenziare lentamente, senza mai perdere il tono chiaro e assordante, le falle che si trovano alla base di questa presunta istituzione che dovrebbe difendere i deboli mentre non fa altro che approfittare della speranza e dell’ignoranza di tutti coloro che hanno una fede.

A dispetto di un qualsiasi giallo nel quale l’assassino si conosce solo alla fine, qui sappiamo fin dalle prime pagine chi è l’antiesorcista. Si chiama Josh Maine e lavora all’ambasciata. La sua vita è estremamente complicata, caratterizzata da un passato turbolento nel quale egli stesso ha avuto a che fare da vicino proprio con quella sezione del Vaticano che si occupa dell’esorcismo. Da giovane volle diventare prete e in questo modo potè valutare in prima persona e vedere con i propri occhi quanto di marcio si cela dietro il velo della Chiesa. Ne fu disgustato a tal punto da passare dalla parte opposta, essendo sorretto e guidato in questo cammino di comprensione e conoscenza, da una figura misteriosa ed estremamente inserita all’interno del gruppo più vicino al capo della Rinascita, ossia l’organizzazione che si occupa proprio di lottare contro tutti coloro che vengono considerati sovvertitori dell’ordine stabilito. 

Maine è solo. Su di lui ricade tutta la responsabilità di giustiziare qualsiasi figura che si arroghi il diritto di praticare una qualche forma di esorcismo e che abbia a che vedere con la presunta credenza nel demonio, nella superstizione, persino nella magia.
L’atmosfera che si respira nel romanzo è bianca e nera, tranciata di netto, assolutamente suddivisa in due parti, dominata da due folgori, eccezionalmente significative e tuonanti. Da un lato l’antiesorcista che uccide con un’arma bianca e gira il mondo intero pur di liberarlo dalla presenza malata ed ossessiva di tutte quelle figure che con il loro operato sbagliato e sinistro, si approfittano di chi crede realmente in Dio, e dall’altro gli esorcisti stessi e i preti membri della Rinascita, capeggiata da Padre Throma, un individuo malefico e terribile che apparentemente si comporta come se fosse l’ultimo paladino rimasto in vita di quella giustizia che deve a tutti i costi proteggere la vera fede ma dall’altro, nel suo privato, non è altro che un malato, un semplice e piccolo uomo che si approfitta di coloro che si credono impossessati dal demonio, per usufruire sessualmente delle loro rimostranze senza alcuna remore.

Maine è un uomo ferito da una perdita molto grave, quella che lo ha visto rinunciare alla sorella, scomparsa molti anni prima senza lasciare nessuna traccia. Si teme un coinvolgimento della malavita e soprattutto della Chiesa, che non a caso, per il protagonista, diventa non solo una missione ma anche una sorta di vendetta privata.

“Era una lotta senza fine, un esorcista ucciso veniva immediatamente sostituito da un altro, più cattivo, più maligno, più perverso. Avrebbero dovuto essere in molti a ripulire il mondo dagli esorcisti per sperare di poter, un giorno, cantare vittoria. Ma Maine era solo e tale sarebbe rimasto.”

Il potere ecclesiastico viene denudato e impoverito di qualsiasi concezione religiosa che possa in qualche modo salvarlo. L’autore non perdona e spoglia il Vaticano, con tutta la sua incredibile lotta contro il demonio, di qualsiasi valenza positiva, definendolo soltanto un sistema perverso, sporco e manipolatore. Un potere oscurantista e fuorviante, teso soltanto ad impressionare e a rendere inermi gli uomini per comandarli e per serpeggiare nella loro mente fino ad impadronirsi di ogni volontà.
Gli esorcismi, alta manifestazione della lotta contro il male, vengono definiti messinscene degne dei più famosi teatri, momenti in cui tutto è organizzato alla perfezione per colpire le falle deboli dell’intelligenza dei partecipanti e condurli, inconsapevolmente, dalla parte della Chiesa.

“La cerimonia iniziò con inni e preghiere. I fedeli presero a genuflettersi e a rialzarsi, sollevando e battendo le mani al ritmo degli inni sacri. L’effetto scenico della folla adorante che si muoveva all’unisono era straordinario. La massa aveva un suo potere, un carisma dal quale era difficile rifuggire.”

Attraverso le parole dell’autore non c’è via di scampo: è tutto terribilmente finto, persino l’amore di Dio e verso Dio mostrato dai preti, sembra essere soltanto un gioco, un illusione per giocare e spezzare le credenze più radicate e stravolgerle a loro vantaggio.
Grugni non mostra pietà e mette sotto accusa l’intera categoria ecclesiastica, il mondo dei santi, quello dei papi, senza alcun ripensamento, senza mostrare alcun tipo di debolezza o di accettazione. Il suo antiesorcista agisce per il bene dell’umanità, e attraverso la morte egli libera il mondo da una presenza torbida e sconclusionata.

Il male è il punto centrale dell’intera storia, la sua è una visione distorta che vede continuamente capovolgersi il senso vero della questione. Per la Chiesa il male è il demonio con il quale camuffa tutti i problemi psicologici e psichiatrici dei fedeli, fingendo di curarli ed assoggettando così le loro menti. Per l’antiesorcista e coloro che lo sostengono, Dio non esiste e non esiste neanche il demonio, il vero male si cela nel Vaticano e in tutte quelle pratiche che distruggono l’amor proprio e la dignità delle persone.

Lo stile dell’autore è privo di macchie, essenziale, lucido, mira dritto allo scopo: coinvolgere il lettore senza neanche dargli il tempo di pensare, di fermarsi, di riflettere. E’ pieno di rivelazioni, di scoperte, di sentenze su ciò che riguarda tutto il mondo religioso. Può essere addirittura sconvolgente per chi non è pronto ad affrontare determinate concezioni, visioni della nostra realtà. Bisogna essere pronti a confrontarsi e a valutare senza lasciarsi prendere dalla particolarità di alcuni concetti che potrebbero, se non preparati, mettere su un'altra strada. Una storia che non perde tempo e non ti fa perdere tempo, che si rivela per quello che è, nella sua sanguinaria ed eretica valenza di sdoppiamento del ruolo di chi ne è coinvolto. Una missione rigenerante che dovrebbe ripulire il mondo e che ha come base una lotta antica tra il bene e il male, dimostrando ancora una volta, come le due parti continuamente si cedano il posto. 

Un fascino indiscutibile riveste eternamente il male, da qualsiasi prospettiva lo si guardi. In questo caso non è importante valutare se sia quella giusta o quella sbagliata, ma lasciarsi semplicemente coinvolgere da un giallo scritto bene e a suo modo emozionante.
L’autore concentra tutto il suo romanzo sulla figura del demonio che nonostante sia il grande assente di tutta la storia, quello più nominato e offeso, non è altro che un mezzo per valutare, invece, la presenza consistente delle due opposizioni che si giocano il vero ruolo centrale, tra benedizioni e maledizioni. Il demonio è solo una scusa, una pausa sbagliata, un equivoco, uno sgambetto per darti l’illusione di cadere in un abisso molto più grande di te, contro il quale non puoi lottare, non puoi capire, non puoi venirne fuori se non con le ossa fratturate. Ma in realtà non c’è nulla di tutto questo, non c’è nulla di così intangibile e misterioso. L’antiesorcista è un romanzo pratico, dannatamente materiale, dove il vero male lo fanno gli esseri umani, con le loro mani e le loro teste. Togliete la pellicola di protezione al vostro spirito e lasciatevi macchiare dall’immondo, non farete altro che accorgervi che è più umano di qualunque altra cosa, persino di voi.

Segnalazioni Made in Italy: Fine dell'estate di Giulia Mancini e La farfalla con le ali di cristallo di Demetrio Verbaro

Buongiorno! Oggi giornata di doppi post! Il primo, che troverete di seguito, è dedicato a due segnalazioni Made in Italy. Un romance contemporaneo scritto dall’esordiente Giulia Mancini, alla sua seconda pubblicazione ( la prima qui), con una storia dal titolo Fine dell’estate. Il secondo libro, invece, pubblicato da Demetrio Verbaro e intitolato La farfalla con le ali di cristallo è un romanzo di fantascienza.


Date un’occhiata!


Autore: Giulia Mancini
Titolo: Fine dell'estate
Editore: Selfpublishing
Pagine: -
Genere: Romance contemporaneo
Prezzo: € -
Ebook: € 1,99
Uscita: Agosto 2015
Sito autrice


            
È l’anno 1983, epoca in cui l'unico modo di conoscersi è quello di incontrarsi nei luoghi di ritrovo più consueti: un parco, una piazza, il centro città,  la scuola. Claudio ha diciannove anni, ma a volte pensa di averne molti di più tanto è insofferente la sua anima, cerca di nascondersi sotto una maschera di sicurezza e spavalderia, ma lo tradiscono la sua espressione inquieta e le troppe sigarette che fuma rabbiosamente. Vorrebbe scappare dalla soffocante cittadina di provincia in cui vive e forse anche dalla sua vita. Silvia ha sedici anni, tanti sogni da realizzare, tra cui quello di vivere altrove, e tanta immaginazione per dare forma alle sue fantasie, ama i libri e scrivere i suoi pensieri su un diario. Quando conosce Claudio gli sembra di trovare la risposta a tutti i suoi interrogativi irrisolti e soprattutto alla sua richiesta d’amore. Sono arrabbiati con il mondo intorno a loro: i genitori, i professori, le convenzioni sociali soffocanti della piccola città di provincia, troppo attenta alle apparenze e al pettegolezzo. Entrambi manifestano la loro rabbia con i mezzi che hanno a disposizione, il disprezzo, il disappunto e la ribellione. Si incontrano casualmente in un pomeriggio  d’estate e si innamorano. Il loro incontro  diventa un manifesto e il loro punto di forza contro il mondo, ma anche l'occasione di una possibile felicità. Grazie alla loro incoscienza e al loro amore assoluto e totalizzante, come solo sa essere l'amore adolescenziale, tutta la loro vita sembra prendere una direzione diversa e finalmente positiva. Un grande dolore travolge però inaspettatamente la loro vita. Può un amore così giovane resistere alle prove più dure? Forse la realtà riserva alla loro vita un epilogo differente.  O forse il loro è stato soltanto il sogno breve di un'estate.

“Non lo aveva preventivato, non aveva pensato che un giorno avrebbe provato un così grande attaccamento alla vita, una voglia di vivere così forte e disperata, lui che aveva sempre scherzato con la morte quasi credendo di dominarla. Non si era mai reso conto di quanto la vita fosse preziosa, fino a quel momento, il momento in cui capiva che poteva perderla e che era al di fuori del suo controllo.”

Giulia Mancini nasce in Puglia ma si trasferisce giovanissima a Bologna dove vive e lavora. Ha sempre avuto la passione per la lettura e per la scrittura e nel corso degli anni ha scritto a fasi alterne, romanzi e racconti brevi, ma solo per se stessa e per pochi amici. Ha pubblicato nell’agosto del  2014 La libertà ha un prezzo altissimo. Questo è il suo secondo romanzo.




Autore: Demetrio Verbaro
Editore: Lettere Animate
Pagine: 135
Genere: Fantascienza
Prezzo: € -
Ebook: € 0,99
Uscita: 2015



             
Il 3 marzo del 1520, il sacerdote azteco Ghetumal consegna al conquistadores spagnolo Hernan Cortes un libro sacro. Ghetumal l’aveva trovato qualche anno prima sotto la statua della dea della pioggia. Nessuno sa chi l’ha scritto, né quando. Nel libro c’è sia una profezia sul futuro: il 18 agosto del 2044 qualcosa sconvolgerà il mondo, e sia una mappa da decifrare per cambiare il corso degli eventi. Los Angeles 2043. L’esploratore Matthew Lekos e lo studioso di storia Walden Green entrano in possesso del libro. Derisi dalla comunità scientifica per la loro ingenuità, sono gli unici a credere nella profezia e riescono a decifrare la mappa, cercando in tutti i modi di aiutare l’umanità. La profezia sarà vera? Cosa succederà il 18 agosto del 2044? In un susseguirsi di colpi di scena, tra svolte imprevedibili e pagine piene di suspence, il lettore arriverà all’incredibile finale. Il romanzo è un thriller intimistico ambientato in un futuro prossimo, con uno stile diretto e ricco di pathos.


Demetrio Verbaro nasce a Reggio Calabria il 14/12/1981. Sin da bambino s’innamora della lettura. L’altra sua grande passione è il calcio. E’ sposato e ha due figli. Ha pubblicato con “ Lettere Animate Editore” tre romanzo: il thriller “ il carico della formica ” il romanzo d’amore “ l’attimo eterno ” e il romanzo di fantascienza: “ la farfalla con le ali di cristallo ”.