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venerdì 10 maggio 2024

Recensione: COME FARE AMICIZIA COL BUIO di Kathleen Glasgow

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Rizzoli, oggi vi parlo di Come fare amicizia col buio di Kathleen Glasgow.

come fare amicizia col buio 

di Kathleen Glasgow
Editore: Rizzoli
Pagine: 416
GENERE: Young Adult
Prezzo: 9,99€ - 18,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Tiger Tolliver vive a Mesa Luna, località sperduta dell’Arizona, con sua madre June. È una ragazza di sedici anni che naviga tra le acque inquiete dell’adolescenza: ha un’unica amica, indossa abiti assurdi che sua mamma recupera dagli scatoloni abbandonati a bordo strada, suona la batteria senza avere idea di come si faccia, si vergogna del suo corpo. Spesso, si sente come un insetto rinchiuso in un barattolo di vetro. June è una donna ansiosa, iperprotettiva, che si arrabatta vendendo ai turisti marmellate fatte in casa e guidando il bibliobus della contea. Nonostante qualche attrito, ci sono state sempre e solo loro due, e hanno sempre tirato avanti come una “macchina ben oliata, carina e profumata”. È un giorno di maggio pieno di luce, l’estate è alle porte e la scuola sta per finire, e Tiger ha appena dato il suo primo bacio quando riceve la telefonata che nessuno vorrebbe mai ricevere: sua madre è morta all’improvviso; ora, in assenza di un padre o altri parenti che possano prendersi cura di lei, tutto il suo mondo viene stipato in una valigia e spedito presso una famiglia affidataria, e poi un’altra, e un’altra ancora. Inghiottita nel vortice dei servizi sociali, Tiger non vede una possibile via d’uscita dal dolore e dalla solitudine, almeno fino a quando la speranza si manifesta nella persona di Shayna, una sorellastra più grande stravagante e turbolenta come un tornado. Vivere con Shayna è come vivere sulle montagne russe, e sarà proprio questo a dare a Tiger la forza per riemergere, poco alla volta, dall’abisso del suo cuore spezzato, a tirare fuori gli artigli, a fare amicizia col buio.

RECENSIONE

Come fare amicizia col buio di Kathleen Glasgow è una storia che parla della perdita di una persona importante: la madre. Tiger frequenta il secondo anno di liceo, è una ragazza normale come tante altre; vive la sua giovinezza dividendo il suo tempo tra libri, amicizie, amori. È legata in modo quasi viscerale alla sua migliore amica e ha una cotta stratosferica per un ragazzo al quale non riesce a smettere di pensare. 

Il rapporto con la madre è forse quello che tutti vorrebbero. La donna è molto presente, del resto un padre non c’è e Tiger non ha mai chiesto molto di lui. La sua figura è quasi inesistente, a tal punto che la maggior parte delle pagine iniziali del romanzo sono pregne di questo rapporto quasi simbiotico che ha con la madre iperprotettiva ma anche molto divertente. Una donna che sa come prendere sua figlia, o almeno, ci prova. Il suo ruolo non è facile. 

Tiger, il cui vero nome è Grace, è un’adolescente che sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua vita. Ama tanto sua madre, la rispetta, ma in qualche modo sente quasi la necessità, come un ordine che gli giunge dal suo io in formazione, di ribellarsi, di opporsi alla presenza insistente della madre, che in alcuni momenti la fa sentire ingabbiata. Probabilmente non è così. Tutti siamo stati adolescenti e spesso abbiamo avvertito una pressione genitoriale su di noi soltanto perché volevamo opporci per partito preso. Abbiamo fatto le vittime anche quando non lo eravamo e ce ne siamo accorti quando era troppo tardi. È quello che succede alla protagonista di questo romanzo. 

Dopo una brutta litigata con la madre, dove Tiger si rifiuta di indossare un vestito che lei le ha comprato, la donna muore, all’improvviso, di emorragia cerebrale. 
Tiger è sola. Non ha parenti. Non sa che fine abbia fatto suo padre. È minorenne. Non solo si trova a fronteggiare la morte della persona più importante della sua vita, tra l’altro anche l’unica che si è occupata di lei e che tiene a lei, ma deve anche affrontare un procedimento che nessuno vorrebbe vivere: l’adozione. Finisce sotto tutela dello stato e comincia a passare da una famiglia affidataria a un’altra, conoscendo fin troppo da vicino questo sistema di cui si parla sempre troppo poco. 

Mentre leggevo storcevo il naso davanti all’efferatezza di certi comportamenti da parte di genitori affidatari che dovrebbero occuparsi dei bambini e dei ragazzi e invece gli fanno solo del male. E il sistema dello stato che dorme e che non si rende conto, o forse sì, dell’assoluta negligenza che controlla questo mondo di adozioni, in cui le persone veramente degne sono poche. 

Tiger fa tanta tenerezza. Mi sono commossa così tante volte mentre leggevo. L’ho vista occuparsi del funerale, sbrigare tutte le faccende burocratiche subito dopo la morte della madre senza che nessuno le abbia mai insegnato come fare. Tiger è stata gettata nel mondo quando ha perso chi si prendeva cura di lei senza avere gli strumenti per affrontarlo. Troppo piccola, tanto ingenua, incapace, per certi versi, di prendersi cura di sé. Non hanno aiutato le adozioni che ha dovuto affrontare e nemmeno vedere ciò che accade in queste famiglie e a tutti gli altri bambini. 

Il titolo del romanzo non mente. Tiger vede davanti a sé un burrone, e sembra che non abbia altra alternativa che buttarsi. Quel burrone è il forte senso di solitudine, l’assoluto dolore che ti scarifica mente e cuore quando perdi chi ami. Quando sai di essere completamente solo e non sai che cosa fare. Questo romanzo è una storia che ti spezza il fiato. È un viaggio nel dolore di una ragazzina che prova a rialzarsi tante volte e puntualmente ricade. La sua volontà vacilla spesso e le circostanze a volte sembrano aiutarla, altre abbatterla. Insomma, è la vita che con tutta la sua tragedia, le si pone davanti e la mette alla prova. 

La storia di Tiger è la testimonianza che la vita può essere crudele, sinistra, molto più cattiva di quello che possiamo immaginare, ma ognuno di noi è forte, anche quando non abbiamo gli strumenti, possiamo crearceli, perché siamo esseri umani e il nostro dovere è vivere. Continuare a vivere, anche se ci sembra che non ci sia più motivo, ma siamo noi stessi il motivo per cui qualcuno ci ha messo qui. 

Un racconto che ha numerose red flags, che va letto al momento giusto e forse non da tutti. Ma potrebbe essere anche d’aiuto e di conforto a chi pensa che in alcuni momenti, non ci sia davvero nessuna soluzione. Beh, non è così. Come ci dimostra Tiger, tutto si può superare, il modo, poi, dipende da ciascuno di noi, ma ciò che conta è non dimenticarlo.

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