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giovedì 11 febbraio 2016

Nel mio paese è successo un fatto strano di Andrea Vitali Recensione

Buon giorno cari lettori! Grazie alla Salani, ho avuto la possibilità di leggere Nel mio paese è successo un fatto strano di Andrea Vitali. Un autore molto amato ed apprezzato di cui non avevo ancora letto nulla. Questa storia viene definita per ragazzi ma in realtà è apprezzabile a qualsiasi età per gli spunti di riflessione e i significati simbolici sparsi in tutto il testo.   



Titolo: Nel mio paese è successo un fatto strano
Autore: Andrea Vitali
Editore: Salani
Genere: Romanzo per ragazzi
Pagine: 173
Uscita: 2016
Prezzo: € 13,90


TRAMA


Le cose normali sono belle: è bello sapere che dopo l'estate viene l'autunno, dopo la domenica viene il lunedì, che si nasce, si cresce e si va a scuola. Ma la troppa normalità e l'abitudine rischiano di avvolgere il mondo nell'indifferenza - una nebbia dove nessuno più si accorge della meravigliosa diversità che palpita attorno a noi: colori, sapori, profumi, emozioni... Ma in una piccola e uggiosa cittadina, dove la quotidianità rischia di annegare le vite in un tedioso grigiore, qualcosa di imprevisto sta per fare breccia nella monotonia. Un bel giorno, come per incanto, tutti i calendari si svuotano e gli orologi cessano di funzionare. I paesani reagiscono come possono, tentando di riordinare ciò che è divenuto caotico, e di ristabilire quel che tutti davano ormai per scontato: la cognizione del tempo. Un libro visionario, arguto e saggio per insegnarci a guardare sempre il mondo con ironia ed entusiasmo, con lo sguardo fresco di un bambino: un invito a scuoterci, a ribellarci, a non farci sommergere dalla passività nei confronti della vita. A riscoprire, soprattutto, la meraviglia verso ciò che ci circonda.  


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Andrea Vitali è un autore molto amato e questo è il primo libro che leggo di lui. Una storia che ufficialmente viene definita per ragazzi ma che, a ragion veduta, posso affermare essere apprezzabile e condivisibile da tutti, qualsiasi sia la vostra età. Già il titolo incuriosisce non poco e incita a leggere la storia raccontata, liberandosi da qualsiasi preconcetto e pregiudizio, seguendo esclusivamente le parole dell’autore, capaci di trasportati con facilità ed enfasi all’interno delle vicende.

Un vero protagonista non c’è, come non ci sono i nomi né tutti quegli elementi tipici di una narrazione comune e lineare. Ci troviamo in un paesino di cui non conosciamo le coordinate e senza una vera identità, mentre conosciamo i primi personaggi, tra cui un bambino che un giorno come un altro, affacciandosi dalla finestra, si accorge che niente di ciò che lo circonda è più visibile. Una nebbia fitta e strana si è abbattuta sul suo paese e ha reso impossibile da riconoscere qualsiasi contorno, strada, palazzo che di esso faceva parte. Insomma una giornata davvero incredibile!

Quella nebbia inclemente e bianca non ha nessuna intenzione di andare via, ed ora dopo ora, giorno dopo giorno, cambia colore ed odore.

Oltre a impedirti la vista, perché era diventata scura scura, aveva assunto un colore marcio tra il grigio il marrone e il verdastro, era diventata una  specie di cola, e camminandoci facevi un sacco di fatica a muoverti.

Da candida e priva di qualsiasi profumo, si trasforma in grigia e poi sempre più scura con una puzza ad accompagnarla che rende difficile qualsiasi tipo di sopravvivenza all’interno di quel contesto che sembra seriamente essere stato colpito da qualche magia o incantesimo.

Lo stile dell’autore è scorrevole, fluido, pulito e caratterizzato da un’ironia delicata ma pungente e soprattutto da un linguaggio estremamente metaforico che non va solo a deliziare il lettore nelle forma estetica della scrittura ma riguarda essenzialmente l’intera costruzione della storia. Ogni particolare, qualsiasi dettaglio, da quello più insignificante fino a quello più grave ed importante, è caratterizzato da una forte valenza simbolica. Partendo proprio dall’assenza del nome di quel paesino che proprio per questo rappresenta ciascuno di noi, la nostra realtà, la quotidianità che tanto ci assomiglia. Gli stessi personaggi, senza vere identità, riflettono uno qualsiasi di noi alle prese con una situazione che, a livello metaforico, tanto strana poi non è.

L’intento è quello di trasmettere un messaggio univoco ed importante per tutti: recuperare l’amore, il desiderio, la voglia di vivere la nostra quotidianità. Quella nebbia, con il suo grigiore e la sua puzza, rappresenta la nostra perdita di volontà nel vivere la vita in modo meraviglioso, sorprendente e vivo. 

Siamo troppo abituati ad abituarci alla vita;  per noi, ormai certe cose e forse quasi tutte, sono normali, non hanno nulla di speciale ed è proprio qui che c’è l’errore. Dovremmo avere la voglia ed il coraggio di sorprenderci ogni giorno, perché nulla è scontato, e soprattutto non lo è la stessa vita che è già di per sé,  un vero e proprio miracolo. 

Apprezzare i gesti quotidiani, le presenze quotidiane che ci sono accanto, come un caffè o un saluto, una visione, uno sguardo verso un panorama, significa renderci vivi e presi dalla vita stessa senza lasciarci andare a quel grigiore indefinito e pesante in grado di ottenebrarci la mente, facendoci dimenticare che siamo su questa terra per vivere, per tentare, per combattere e per non smettere mai finchè siamo capaci di respirare.

Mentre la nebbia continuava ad entrare e uscire da casa nostra a me dava l’impressione di essere contenta di muoversi un po’ dopo  tanto tempo di immobilità.

Nel mio paese è successo un fatto strano è una storia definita per ragazzi che però riesce a trasmettere moltissimi significati e a dare avvio ad altrettante riflessioni che andrebbe letto da chiunque.  

Oltre alla nebbia, un altro elemento fondamentale disturba la vita degli abitanti di quel paesino così strambo: il tempo. I calendari diventano bianchi e tutti gli orologi si fermano. Senza il senso del tempo, c’è il pericolo che si perda il ritmo e tutta l’esistenza subisca un forte cambiamento. 

Ma l’assenza della percezione delle ore, dei giorni, significa anche recuperare ciò che la fretta quotidiana ci impedisce di fare, e significa approcciarsi alla realtà in modo totalmente differente. Attraverso lo sguardo del bambino, Vitali decide di evidenziare la meraviglia e lo stupore che si conservano negli occhi degli innocenti. 

Una bellezza della scoperta e dell’attesa che noi grandi ed ormai adulti, abbiamo completamente perso. Ormai tutto ciò che ci circonda ci sembra scontato, banale, e siamo diventati indifferenti di fronte al bello della vita stessa. Dovremmo essere capaci di recuperare lo spettacolo che si nasconde dentro di noi, lo spettacolo che ci mantiene vivi e che si riflette all’esterno. 

Non possiamo ingrigirci, abbandonarci al tempo che passa senza godere di ciò che ci appartiene, ossia ogni più piccolo particolare che abbiamo avuto la forza di costruirci. Non si smette mai di imparare, e la vita anche a novant’anni, può essere in grado di sorprenderti. Dovremmo ricordarci che la vita è una, al di là di qualsiasi disquisizione filosofica o religiosa, la vita resta una ed è unica. 

Perché allora vivere come se si avesse tutto il tempo del mondo? Non è così. Non siamo immortali e io nemmeno vorrei esserlo. Noi siamo umani e viventi, viventi, quindi viviamo, non aspettiamo che la vita ci passi addosso, senza lasciare traccia.


3 commenti:

  1. Antonietta, sai cosa sei riuscita a fare con questa recensione da vertigine?
    Mi hai ricordato perché ho deciso - grazie anche a Susanna Tamaro che mi ha dato il coraggio di farlo - di scrivere praticamente questo nel terz'ultimo capitolo del mio libro, e, ti giuro, rileggere questa cosa, qui, con la tua recensione a dir poco stupenda e da vertigine quale è, mi fa capire che davvero abbiamo più cose in comune di quanto potessi pensare, a volte ho come l'impressione che mi tolga le parole di bocca, e in questo caso, se anch'io avrei letto questo libro, avrei scritto quello che hai scritto tu, anche se non così bene ...
    Quante persone ho conosciuto che danno sempre tutto per scontato, come se dovessimo vivere in eterno e come se avessimo tutto il tempo del mondo per fare quello che non si vuole fare in quel determinato momento, dicendo frasi scontate del tipo "Abbiamo tutta la vita davanti!", non pensando però che quella vita potrebbe finire l'attimo dopo. Perché così è. :-)

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  2. Mi era sfuggito questo commento, Federica! Hai compreso perfettamente il senso dell'intero romanzo e non avevo dubbi, neanche uno, sul nostro trovarci d'accordo.
    Leggere questo libro mi ha fatto pensare proprio al tempo e al fatto che capita più spesso di quanto si vuole di pensare come se fossimo eterni, e dunque, letture come questa ti aiutano a ritrovare il senso del reale e della nostra presenza nella realtà.
    Ma quando mai un libro è inutile?! Ogni lettura ti lascia qualcosa dentro, di più forte o meno forte, ma sono tutti pezzi di te e so che puoi capirmi! <3

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