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martedì 1 marzo 2016

Segreto di famiglia di Mikaela Bley Recensione

Buon martedì! Grazie alla Newton Compton ho avuto modo di leggere in anteprima questo thriller svedese, Segreto di famiglia, in uscita il 3 Marzo! L'esordiente Mikaela Bley ci racconta una storia inquietante di una famiglia molto particolare in cui un evento tragico irrompe in modo totalmente irrazionale: Lycke, una bimba di otto anni scompare senza lasciare traccia. Cosa sarà successo?




Titolo: Segreto di famiglia
Autore: Mikaela Bley
Editore: Newton Compton
Pagine: 336
Genere:  Thriller
Prezzo: € 12,00
Uscita:  2016


TRAMA


A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città. La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm. Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano…


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Segreto di famiglia si adatta perfettamente alla moda degli ultimi anni dei thriller svedesi che hanno riscosso molto successo. Le ambientazioni fredde, piovose di queste città del Nord Europa, molto particolari ed inquietanti quasi lo fossero per natura, contribuisce a creare già di per sé l’atmosfera e ad incidere la lettura di uno strano sapore amarognolo ed eccezionalmente fumoso. 
Le protagoniste di questa storia dell’esordiente Mikaela Bley sono tutte donne, molto diverse tra loro ed ognuna di esse coinvolta in modo totalmente personale nella scomparsa di Lycke, una bambina di soli otto anni che da un giorno all’altro fa sparire le sue tracce. 
I genitori sono i primi ad essere messi sotto i riflettori ma non finisce qui il grado di coinvolgimento parentale di questa strana famiglia, nella quale la figura della bambina appare sin dalle prime pagine paradossalmente sbiadita e inafferrabile. 
Ellen, la giornalista di cronaca nera che decide di occuparsi del caso, non è la solita detective come spesso accade in romanzi simili, ma è una donna che rimane estremamente colpita da quella tragedia che all’apparenza sembra rinchiusa in un totale ed asfissiante mistero. 
L’attrazione quasi perversa che la donna prova per quella storia deriva dal suo passato e dalle sue esperienze. Anch’ella ha vissuto una situazione simile negli anni addietro e che ha riguardato la sorella. Una situazione, dunque, al limite dell’accettabilità che risveglia in lei il sapore delle lacrime e dell’immenso dolore provato per quella ferita che ancora sanguina e che è insanabile. 
Tutto sembra incentrato su di lei. L’autrice gioca molte carte a favore di questo personaggio rendendolo il polo attrattivo dell’intera trama. Nonostante ci siano anche altre donne che occupano la scena, tutte figure familiari che hanno in qualche modo cresciuto Lycke, accompagnandola negli anni della sua vita, è Ellen ad avere maggiore spazio e anche maggiore forza caratteriale e persino emozionale. 
In altre parole, mentre la madre naturale Helena e il marito, che ormai sono divorziati, sembrano quasi privi di emozioni ma ancora peggio, non mostrano di conoscere niente o quasi della figlia, presentando un’apatia che lascia davvero esterrefatti e un’indifferenza che risulta essere incomprensibile da parte di due esseri che dovrebbero amare la loro bambina, Mona, la tata, è l’unica a provare e manifestare dolore per quella perdita. 

Per non parlare di Chloè, la nuova compagna del padre e dunque matrigna di Lycke, che fin dalle prime battute, mette in evidenza il suo odio e il suo fastidio per quella bambina che sembra averle tolto l’aria. Insomma una donna cattiva, antipatica, fredda e scostante che non si fa problemi a dimostrare tutto il suo odio per una ragazzina priva di difese ed essenzialmente fragile. 
L’autrice usa uno stile molto semplice, i dialoghi e le descrizioni sono scorrevoli e raggiungono nell’immediato l’immaginario del lettore senza spingersi oltre i confini della semplice e diretta stesura di un giallo. Voglio dire che non ci sono grosse complicanze nell’intreccio e gli indizi vengono seminati lentamente e con parsimonia, cercando, ovviamente, di allontanare il più possibile, il lettore, dall’ipotetico colpevole. 
Come dicevo, tutta l’attenzione si concentra su Ellen, ed è tale da seguire questo personaggio non solo nel suo coinvolgimento all’interno della scomparsa ma addirittura nella nascita e nell’evoluzione che la vede partecipe di una particolare storia d’amore. 
La nostalgia e il senso di colpa la tenevano ancora stretta nella loro morsa, benchè fossero passati più di vent'anni da quando Elsa era scomparsa.
Questo è un aspetto inusuale in un thriller del genere. In altre parole, per essere chiari, seguendo l’intreccio, non ti aspetti che poi ci sia un tale approfondimento che porta inevitabilmente la storia verso binari assolutamente differenti, ossia romantici. 
Ho apprezzato molto il contesto, amando profondamente quei paesi e le impressioni che ti lasciano addosso. Lo stile narrativo è essenziale, in perfetta sincronia con le atmosfere abbastanza inquietanti e silenziose proprio come il fantasma di Lycke che rimane senza voce. 
Ed è proprio così, perché di lei l’autrice ci dice davvero poco, e non ci permette di squarciare con il nostro sguardo, il velo che tiene prigioniera questa bambina. Vorremmo aiutarla e ascoltare in qualche modo il suo grido di aiuto ma di lei ci arriva solo un richiamo molto lontano che non riusciamo ad afferrare. 
Lycke è una ragazzina silenziosa, introversa, taciturna, ha sofferto in modo particolare la separazione dei genitori e soprattutto la loro assenza emotiva e sentimentale. E’ una bambina sola, di cui solo la tata sembra davvero occuparsi. 
Che questa sia tutta la verità? Oppure dietro l’apparenza si nascondono segreti inconfessabili che fanno dubitare anche dei più innocenti? 
Segreto di famiglia è un thriller che si legge piacevolmente, non è un esordio che spacca, ma sicuramente una traccia la lascia negli amanti del genere. Una lettura che ad essere onesta non ha trasfigurato le mie emozioni né mi ha pugnalato il cuore, ma resta un romanzo godibile.

4 commenti:

  1. Che dire ... sono sempre più incantata, affascinata e coinvolta dalle tue parole <3 <3 <3
    E questo teaser è bellissimo. Bellissimo.
    Mi ricorda vagamente qualcosa in merito alla tata ...

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    1. E' vero, hai ragione! Grazie mille dolcissima Federica! Ti abbraccio forte! <3

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  2. è un thriller che penso potrebbe piacermi davvero! credo proprio che mi procurerò una copia *_*

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    1. Se lo recensirai, verrò a leggere la tua opinione, sono curiosa! ^_^

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