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lunedì 22 febbraio 2016

Comportati come se fossi felice di Marco Alloni e Claudio Magris Recensione

Buon lunedì! Grazie ad Aliberti compagnia editoriale, ho avuto la possibilità di leggere Comportati come se fossi felice, un’intervista realizzata allo scrittore Claudio Magris da Marco Alloni. Un’interessante dialogo che non solo attraversa le esperienze più importanti dello scrittore ma inevitabilmente richiama all’attenzione del lettore i grandi temi della nostra storia e i problemi della nostra realtà.




Titolo: Comportati come se fossi felice
Autore: Marco Alloni, Claudio Magris
Editore: Aliberti
Pagine: 144
Genere:  Intervista
Prezzo: € 14,00
Uscita:  2016


TRAMA


«Comportati come se fossi felice, la felicità verrà dopo». È una frase del grande Isaac Singer, che Claudio Magris ricorda ai lettori di questo libro come una sorta di mantra da interiorizzare, per affrontare la complessità della nostra vita e del nostro tempo. In un fitto dialogo con il giornalista Marco Alloni, pieno di illuminazioni, di citazioni letterarie e non, di profonde intuizioni, Claudio Magris ci offre una lezione su cui riflettere intensamente. Nessuna opera letteraria può dirsi tale se non è fondata su dignità e coraggio. Magris ci ricorda la nostra responsabilità di umani di fronte al nichilismo e alla disgregazione che abitano la modernità. Ci invita a non cedere alle lusinghe del pensiero dominante, ci illustra da quali fatiche e sedimentazioni nasce un’opera letteraria, sia essa grande narrativa o saggistica. Ci parla, anzi ci narra del suo passato, della sua storia di intellettuale votato a un senso etico della ricerca e della giusta misura. Così come del suo presente, improntato al rispetto dell’altro e alla consapevolezza che la memoria è il nostro più prezioso patrimonio. È da queste premesse che nasce quello che per alcuni è il suo capolavoro letterario, il “libro della vita”, come lo ha definito Corrado Stajano: il romanzo Alla cieca, di cui lo scrittore triestino svela il lungo lavoro di elaborazione. Facendoci entrare nel suo laboratorio creativo, nell'infinito viaggiare della sua inesauribile immaginazione.


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Comportati come se fossi felice è un dialogo profondo e articolato tra l’autore dello scritto, Marco Alloni e lo scrittore Claudio Magris, di cui ho avuto modo di leggere e recensire la sua ultima opera pubblicata con Garzanti, Non luogo a procedere. Per me è stato davvero molto interessante leggere questa intervista e conoscere da vicino e a fondo i moti letterari e personali, di vita narrata e vissuta che appartengono a questo autore, così terreno ma allo stesso tempo vicino alle più alte forma di filosofia  e di spiritualismo.

“Comportati come se fossi felice, la felicità verrà dopo” è una frase di Singer che Magris utilizza per rispondere ad Alloni proprio parlando della felicità e dell’essere o meno felici.  Per Magris - non si può vivere scongiurando il dolore, lo si deve accogliere e sopportare. Anzi lo si deve esorcizzare con il coraggio della felicità.- 

Coraggio, dovere, dignità sono tutte bellissime parole che già dalle prime pagine colpiscono la lettura  e ti rendono partecipe di questo confronto silenzioso, tenuto con toni bassi e pacifici, vicino ma allo stesso tempo laborioso che accosta l’autore allo scrittore come due uomini che discutono e si rapportano, rendendo reale gli argomenti e le sensazioni che ne scaturiscono. 

La saggezza di Magris risiede nella sintesi, nel riuscire a convogliare nella giusta misura le ragioni del mondo e le ragioni proprie, dandone testimonianza chiara proprio con le sue risposte alle domande di Alloni che spaziano dalla letteratura alla vita esistenziale dello scrittore, passando per visioni e reazioni talora terrene, altre quasi mistiche. Le opere di Magris sono fatte di vita vera, pulsano di conquiste reali e veritiere e riassumono un’attrazione dell’autore verso ciò che è davvero successo, accaduto, realizzato, perché la vita vissuta - è certo sempre più originale di quello che posso inventare io o possono inventare scrittori ben più grandi di me.-

Drammaticità, dolore, consistenza, angoscia, speranza e morte, tutti fattori che confluiscono in un unico grande aspetto della nostra esistenza: la tragedia, - ed è questo che colpisce di più: che a inventare tali tragedie sia stata la stessa Storia.-

C’è rispetto e partecipazione di fondo nelle sue opere che riflette ed incarna un atteggiamento di fedeltà assoluta a fatti, cose e persone che percorrono e hanno  percorso i nostri anni, il nostro tempo, ogni nostro movimento. - Questa fedeltà alle cose e alle persone è un modo per me di non lasciare che la morte abbia l’ultima parola.-

E’ proprio  quel rispetto a dare - il senso della sacralità e della parità dei diritti di ognuno-, così come il coraggio, la lealtà e il concetto di nobiltà. Questi valori, accompagnati da ricordi, stralci di memorie, e immagini evocative di una vita sempre immersa nell’azione e mai nella contemplazione eccessiva e poco incisiva, emergono come principali voci sottintese ma acute e inclementi nelle sue opere perché parti fondamentali nella costruzione della sua identità di scrittore  e di uomo. 

Aneddoti a volte divertenti, altre estremamente seri con i quali Magris risponde alle domande incalzanti dell’autore, che con calma e pacatezza, e mai con sfrontatezza e superbia, gli pone quasi nel silenzio e in un’atmosfera taciturna, nella quale le parole sembrano farsi strade da sole in modo naturale e spontaneo, senza scossoni né terremoti. Un dialogo sincero e immediato, che abbraccia i grandi temi esistenziali come quello del peccato e del senso di colpa, sui quali Magris discute in modo appassionato e sempre consapevole, evidenziando la forte coscienza della presenza del male, considerando in modo lucido e palese che - se esiste l’ingiustizia, se esiste la violenza, esiste quindi anche il male: un male che, se ci crediamo, possiamo attribuire persino al Padreterno.-

Ne emerge una visione disincantata, che non si accontenta solo del peccato personale e del suo relativo senso di colpa. Non si è puri solo perché non si è mai commesso nessun peccato o reato. Per Magris - la storia della salvezza è una storia della salvezza del mondo. E anche se il male del mondo non è colpa mia, nonostante questo io non ne sono innocente.-

A questo si relaziona inevitabilmente anche il concetto di moralità e della dignità di un individuo. Non basta essere puri e casti per essere salvi o per assolvere al proprio dovere morale. E’ necessario anche sporcarsi, magari curando un ferito o prendendo parte ad una lotta, insomma difendendo, proteggendo, prendendo parte alla vita nella sua smisurata tragedia e meraviglia.

Magris esprime una sensibilità aperta ed è un autore dicotomico, in grado di  porsi in una posizione dialettica e di conciliazione tra poli opposti. La sua è una propensione umanistica verso  il dubbio, al di fuori di qualsiasi compromesso e soprattutto certezza data per vinta o accettata come tale, il suo viaggio narrativo e letterario ben si adatta e si conforma alla percezione di un mondo che - propone la scissione ma chiede la conciliazione, che si offre come frammentario ma non cessa di alludere a possibili unità.-

Un altro tema fondamentale è quello del viaggio inteso come movimento fisico ma anche come arte del narrare. Viaggiare è un modo per recuperare la realtà, per raccontarla. Critica non feroce ma sentita nei confronti dei media e di tutto ciò che ci viene costantemente proposto e di cui spesso ci sfugge il vero senso, perché tutto sembra costruito a tavolino, proprio per essere inafferrabile. Il compromesso esiste secondo l’autore ma non deve essere qualcosa che va a ledere la nostra dignità conducendoci a compiere qualcosa di ignobile ma bensì può coincidere con - il sapere che non si fanno solo le cose in cui uno crede con passione.-

Lo stesso atteggiamento lucido e coscienzioso, ma anche riflessivo e chiaro, lo scrittore lo adotta nei confronti dei fatti di Charlie Hebdo, considerando come elemento di primaria importanza il rispetto. E quelle vignette erano - oscene, inaccettabili- quindi mancavano proprio di quel rispetto necessario. Questa affermazione non sottintende un appoggio dell’autore nei confronti di quegli atti di attacco e di ferocia, per giunta realizzati da persone che non possono essere definite - terroristi, troppo nobilitante. Assassini: punto e basta-, ma bisogna considerare che il rispetto è fondamentale e ad esso è connesso il senso di responsabilità, quindi in un clima già pieno di tensione e di mancati equilibri, intaccare simboli o persone, significa provocare reazioni ed ulteriori tensioni che andrebbero accuratamente evitate.

L’esperienza letteraria e personale di Magris coglie anche punti più dolorosi e critici come i suoi momenti di crisi, vissuti sempre in modo propositivo e mai abbattendosi perché - abbiamo una musica dentro di noi che, qualche volta, torna a uscire anche se siamo o ci sentiamo distrutti.-

Emerge, dunque, l’anima di un uomo forte e coraggioso, intenso e capace di ammaliare, convincere, farsi seguire da coloro che hanno la possibilità di leggerlo e di conoscerlo. Un uomo profondo e radicato nella sua umanità e anche nelle sue debolezze e fragilità. Nella sua luce e nel suo buio.  Un uomo che considera la morte meno potente se c’è la memoria e che usa la memoria per ricordare attraverso la scrittura. Un uomo che è uno scrittore che di fronte alla nostra editoria moderna risponde nell’unico modo possibile con intelligenza e acutezza: non si può pensare che i libri che vendono di più, ossia i bestseller, siano gli unici a rappresentare il nostro tempo, non si può quindi, subordinare i valori estetici a quelli economici. Eppure è ciò che avviene, a lui e a tanti scrittori che vivono il nostro tempo e che sono vittime di un sistema erroneo e insulso.

Comportati come se fossi felice è un dialogo che permette di conoscere uno scrittore dinamico ed essenziale, presente ma allo stesso tempo estraneo rispetto a certi meccanismi, promozioni e premiazioni che concorrono nel mondo di oggi e che rendono la letteratura odierna ciò che conosciamo. Un uomo che si racconta e che lo fa con tranquillità, rendendo chiaro il proprio punto di vista senza tirarsi indietro e senza usare scappatoie. Le parole lette, sue e concrete, ti portano ad apprezzarlo ancora di più una volta conosciuto cosa si cela dietro ciò che hai letto e che rende i suoi romanzi così personali ma allo stesso tempo universali.


8 commenti:

  1. Wow, questa recensione è come un viaggio, quando magari ti annulli completamente dalla realtà che ti circonda e guardando fuori dal finestrino rifletti su quelle cose che nella vita non hai ancora capito ma che solo il tempo, forse il giorno dopo ... chissà, avrai modo di capire.
    Mi è piaciuta tantissimo la citazione in merito alla dignità e al coraggio di un'opera letteraria <3 <3 <3

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    1. Bella, vero? Anche a me, tantissimo, mi ci ritrovo completamente. Grazie dolcissima Federica! :****

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  2. Deve essere davvero interessanti, belli i temi trattati.

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  3. Non rientra nel mio genere di lettura ma la tua recensione è davvero dettagliata.

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    1. Grazie, l'ho letto davvero con molta molta attenzione! :-)

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  4. Bella la cit sulla musica dentro di noi :)

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