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lunedì 22 febbraio 2016

Intervista a Maurizio Gramolini, autore di Fotografie di una vita tranquilla e Io, te e il Karma

Buon pomeriggio! Il secondo post di oggi è dedicato all'intervista a Maurizio Gramolini  autore di Fotografie di una vita tranquilla e di Io, te e il karma. Domande incentrate sui libri dell'autore e sulla sua esperienza di scrittore.


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Salve Maurizio, grazie per aver accettato questa intervista. 
  
1 – Ci racconti di com'è nato l'amore per la scrittura.
Mi è sempre piaciuto raccontare qualcosa sulla carta. A scuola pubblicavano sempre i miei temi sul giornalino mensile. Per contro facevo schifo in tutte le materie scientifiche… 
Poi nel 2008/2009 mi sono divertito a scrivere un racconto che descriveva la giornata tipo di quell’epoca di mia moglie, la quale pensò bene di suggerirmi di provare a farlo pubblicare. 
E in effetti, partecipando a un concorso nazionale, mi piazzai fra i primi, e il racconto fu pubblicato nell’antologia relativa. Quel racconto mi sembrò anche un buon incipit per un romanzo, e così divenne il “famigerato” Prologo a Fotografie di una vita tranquilla, e anche qui, concorso, e il romanzo vince il premio speciale della giuria e viene pubblicato. Poi, presuntuoso di natura, ci ho preso gusto e ho scritto Io, te e il Karma, pubblicato anche quello. 

2 – Le sue storie sono autobiografiche e sono incentrate sulla famiglia e sui legami familiari. Ci spieghi il perchè di questa scelta. 

Beh, forse perché si tratta dei temi che mi sono più vicini e più familiari, e poi francamente, come non raccontare la storia di personaggi originali come quelli che ho incontrato nelle varie relazioni familiari? Scherzi a parte, a mio avviso ho visto cose che voi umani…ehm ci sono personaggi della mia famiglia che meritano di essere raccontati, e poi sono pigro e faccio meno fatica a scrivere di cose che conosco bene…  

3 – Quale personaggio le ha creato maggiori difficoltà e quale ha amato di più?

Mi è stato davvero difficile parlare dei miei genitori e del rapporto complesso avuto con loro. Sono certo che mi abbiano voluto bene, ma hanno sempre evidenziato difficoltà nel dimostrarlo se non dal punto di vista strettamente materiale; non ho mai ricevuto attestati di stima e apprezzamento diretti da mio padre, ma solo per interposta persona; ho scoperto che parlava con orgoglio di me, ma ne parlava solo con gli altri. La prima edizione di Fotografie di una vita tranquilla è uscita nel 2009, e loro erano già troppo vecchi per poterlo leggere, sono poi venuti a mancare nel 2010. Invece tra i personaggi che ho amato di più in Fotografie sicuramente il mio amico Vincenzo, personaggio assolutamente reale, che mi mancherà sempre, e per Io, te e il Karma il mitico Gino, inviato dalle Alte Sfere, sfigato come pochi, che si ritrova improvvisamente protagonista e ovviamente va fuori di testa; quando scrivevo di lui avevo sempre in mente i personaggi più nevrotici e sfigati di Woody Allen. 

4 – Ci racconti qualcosa di Fotografie di una vita tranquilla e di Io, te e il karma.

Fotografie stigmatizza da dove arrivo, le origini della mia famiglia, i miei periodi “formativi”, per me molto gradevoli e divertenti per molti aspetti, anche se calati in un periodo italiano molto buio e tragico, gli anni 70; e poi evidenzia come la mia generazione, mai sugli scudi da protagonista, abbia comunque dovuto dimostrare grande duttilità e spirito di adattamento rispetto a quanto si prospettava e alla propria preparazione e predisposizione, insomma essere sempre pronti al cambiamento.  E attraverso, o nonostante, tutto ciò il libro fa vedere dove sono giunto e con chi. Detta così sembra un libro veramente palloso, ma in realtà la chiave di lettura è sempre l’ironia e l’autoironia, (sono geneticamente incapace di prendermi troppo sul serio); garantisco a chi vorrà leggerlo una buona dose di risate. 
Io, te e il Karma  invece è decisamente un romanzo umoristico basato sul concetto che è difficile sfuggire al proprio destino e alla propria natura. Credo traspaia chiaramente il mio anticlericalismo di fondo e la mia idiosincrasia all’Autorità (con la A maiuscola) costituita. Questi due disgraziati che attraversano infiniti cicli di reincarnazione, tutti complessi, lei con questo piglio da maestrina dalle tendenze sinistroidi e un po’ antiborghesi, lui un fessone interessato agli aspetti più ludici e goderecci della vita, si scontrano con l’Autorità Unica, il Primo Motore Immobile…e riescono nell’impresa di fargli davvero girare…gli Ingranaggi. 
Mi sono divertito parecchio a scriverlo, confesso.  

5 – C'è stato un momento in cui ha pensato di abbandonare la scrittura?

In considerazione del fatto che si tratta di un hobby, no, direi di no. Scrivo quando mi viene in mente qualcosa e quando ne ho voglia. 

6 – Il suo stile è serio ma anche profondamente ironico. Ha scritto più con la testa o con il cuore? 

Penso di scrivere quasi unicamente con il cuore. 


7 – Momenti divertenti si alternano a attimi di riflessione sulla realtà. Eppure tutto sembra poter essere superato grazie all'amore. E' davvero così? Quanto conta la speranza nella sua vita?

Speranza e amore sono elementi imprescindibile della vita, ma purtroppo non bastano a superare i casini quotidiani, settimanali, mensili e via dicendo. Una relazione di coppia “vera”,  solida, per me è il fondamento indispensabile per “tentare” di sopravvivere. I figli già sono un’altra cosa…sono individui a se stanti nei quali ti illudi di intravedere qualche briciola di te stesso, ma non è così. Fortunatamente. 

8 – Ad oggi con la pubblicazione, si è pentito di qualcosa e vorrebbe cambiarla?

Proseguo con l’alto tasso di presunzione: assolutamente no.  

9 – Pensa che fare lo scrittore sia la sua strada? 

Magari. Sono vicino alla sessantina, vivo in una nazione dove si legge sempre meno…la vedo dura. 

10 – Cosa significa per lei questo romanzo? Qual è il suo valore?

Fotografie può costituire un interessante spaccato generazionale, sia per chi ha vissuto quell’epoca che per chi è interessato a un’esperienza di prima mano e senza filtri. 
Io, te e il Karma è un divertissement per tutte le menti aperte. 

11- Quali sono gli autori dai quali trae ispirazione?

Come forse si evince dai miei libri non amo molto le vie di mezzo. Mi piacciono i libri horror oppure i libri umoristici; e quindi per l’horror e il paranormale Stephen King, Peter Straub, Graham Masterton, James Herbert, Dean R.Koontz. Per la componente umoristica Woody Allen, Antonio Amurri, Stefano Benni, Michele Serra, etc.  
Mi fa piacere ricordare un’autrice italiana che a me personalmente ha dato moltissimo, e che purtroppo è relegata allo stereotipo di autrice melò; parlo di Brunella Gasperini, della quale, grazie a mia madre, ho letto tutti i libri e che, nella speranza che qualche editore ne ripubblichi l’opera, consiglio vivamente a tutti. 

12 – Chi è Maurizio Gramolini nella vita di tutti i giorni?

Riporto quanto espresso in Fotografie di una vita tranquilla: 
“Banale ometto di mezza età, mediamente dotato in diverse cose, fenomenale in nulla. Grosso modo comunque fa, o ha sempre fatto che cazzo gli pareva.” 

13 –  Scriverà ancora storie?

Sto scrivendo un romanzo paranormale ambientato fra la Toscana e la Lombardia, un libro  serio, cupo e, spero, spaventoso. Sono in dirittura finale. 

14 – Le chiedo di lasciarci con una citazione di uno dei suoi libri che vorrebbe leggessero i lettori.

Da Io, te e il Karmail protagonista rivolto al Capo (Dio): “Secondo me, come minimo Ti serve un benchmark, fatto da una società specializzata, indipendente, certamente degli agnostici, che hanno più apertura mentale. Un benchmark di confronto con altre dottrine, ma non i soliti concorrenti tipo Allah, o Maometto, che Vi date sempre una mano sotto sotto, un confronto con qualcosa di più moderno, qualcosa tipo New Age, Ambient, (ma senza eccessi vegetariani che non li sopporto), qualcosa che mette la natura e il mondo che ci circonda nella giusta considerazione, che consente di elevarsi spiritualmente anche senza una chiesa o un prete, senza questue, materiali o spirituali che siano. 

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