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giovedì 13 gennaio 2022

Recensione: IL DIGIUNATORE di Enzo Fileno Carabba

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Ponte Alle Grazie, vi parlo della storia vera di Giovanni Succi, noto digiunatore vissuto nell'Ottocento, nel libro Il digiunatore, attraverso la scrittura di Enzo Fileno Carabba. Una storia che non pensavo potesse colpirmi a tal punto!

Il digiunatore

di Enzo Fileno Carabba
Editore: Ponte Alle Grazie
Pagine: 256
GENERE: Romanzo biografico
Prezzo: 8,99€ - 16,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2022
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, Giovanni Succi si impone sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi. C'è qualcosa in lui di invulnerabile, che non si arrende neanche all'evidenza. Qualcosa che ha imparato ancora bambino dalle carovane dei circhi, quando scendevano dal Paradiso Terrestre verso la pianura romagnola. Alla saggezza errante dei saltimbanchi, Giovanni deve la sua gioia e la sua salvezza, l'urgenza di diventare quello che è: uno spirito sensibile, un leone indomabile, un profeta immortale. Guidato dall'utopia del socialismo e dal battito del suo cuore, veleggia libero come un elisir attraverso deserti e savane, cespugli e radure, nuvole e gabbie, e mette il suo digiuno al servizio dell'umanità. Coltivando in sé la sorgente di una speranza illimitata - riflessa in donne dai nomi armoniosi quali Ginevra, Gigliola, Guerranda -, segue il suo respiro per il mondo, dal Canale di Suez al manicomio della Lungara, dalle strade del Cairo e di Milano alle corsie della Salpêtrière. Incontra donne-belve e grandi esploratori, Sigmund Freud e Buffalo Bill, mentre l'Occidente sfocia nella modernità e perde per sempre l'innocenza. In questa biografia sentimentale, Carabba parte da una storia vera per trasfigurarla in un grande romanzo, che ci svela il valore del dubbio, le acrobazie dell'entusiasmo, la fierezza della semplicità. Perché è proprio lì, sul confine tra il pieno e il vuoto, dove la nebbia personale si dissolve nell'incontro con gli altri, che si nasconde la promessa dell'eternità.

RECENSIONE

Il digiunatore è un romanzo che mi ha donato una lettura inaspettata. Inspirato alla persona e alla vita di Giovanni Succi, noto digiunatore conosciuto in tutto il mondo, mi ha permesso di entrare in contatto con un mondo e una personalità unica, controcorrente e sicuramente speciale. 
Un uomo magico, oserei dire, così come quel potere tanto discutibile che lo rendeva una vera leggenda. È esistito davvero Giovanni Succi? O come tutti gli uomini straordinari del passato, è soltanto un mito? 

Eh, no, lui ha vissuto davvero, nell’Ottocento, e ha viaggiato in tutto il mondo per diffondere la sua arte. Perchè è di questo che stiamo parlando: Succi era un artista. Uno dei primi a digiunare e a rendere quel digiuno, un vero e proprio spettacolo a cui chiunque poteva assistere. 
All’inizio, non volevo crederci. Quando la CE mi ha proposto di leggere questo libro, sono rimasta perplessa. Non pensavo che una storia vera, di questo calibro, così lontana dalla mia esperienza e dalla mia preparazione, potesse colpirmi a tal punto da diventare uno dei libri in cui ho fatto più sottolineature. Proprio per ricordarmi dei passaggi fondamentali che non hanno a che vedere soltanto con la vita di Succi, ma possiedono una valenza universale, che riguarda il senso della vita al di sopra di qualsiasi epoca, e quindi fuori dal tempo. Sempre e comunque applicabile. 

Giovanni era un vero eroe o un truffatore? So che questa è la domanda che vi state ponendo. Beh, a dirla tutta, non è facile digiunare per giorni e giorni, per mesi interi senza mai mostrare affaticamento, malattia, senza, soprattutto dimagrire. Ebbene, Succi, a differenza di altri digiunatori, aveva questo potere particolare, questa capacità, più che altro, di mostrarsi sempre al cento per cento delle sue possibilità. Non aveva il volto sofferente, né piangeva o si disperava perchè digiunava. I suoi spettacoli facevano il pieno e la gente rimaneva sconvolta mentre lo osservava, perchè cercava sempre di trovare il trucco. 

La magia. Volete sapere qual era? Un elisir donatogli da uno stregone durante uno dei suoi viaggi in Africa. Con quell’elisir Giovanni non avrebbe patito la fame, e avrebbe contrastato la privazione degli alimenti. Ma attenzione, ogni magia ha un suo prezzo da pagare. E questo consiste nel non esagerare e nel non approfittare della situazione. 

Insomma, il suo successo si fonda sulla sua capacità di essere sempre quello che la gente si aspetta. Un uomo bonario, dolce, accondiscendente, capace di catturare la simpatia di chiunque. Ovviamente, anche l’antipatia. Perchè il successo porta con sè una miriade di detrattori che cercavano di farlo passare per un truffatore, senza riuscirci. Ciò che colpiva di lui era che pur restando giorni e giorni senza mangiare, quando poi mangiava, lo faceva abbuffandosi di tutto senza mai risentirne. Succi riusciva a suggestionare gli altri perché per primo suggestionava se stesso. Aveva due scopi nella sua vita: la bontà e la felicità. 

Che personaggio, signori. 
Succi voleva insegnare agli altri a essere invincibili attraverso il digiuno. Per lui era la manifestazione della magia assoluta, dell’immortalità, della forza del leone. Inoltre la chiave del suo successo fu proprio il dubbio che incuriosiva la gente. – La gente vuole discutere. Più dubbi gli dai e più sono contenti. Così si sentono furbi. 

Nemmeno la paura di morire era in grado di fermarlo. Ogni volta provava ad andare sempre più a fondo, perchè in realtà, lui la morte la conosceva bene, era anch’essa una forma di digiuno. La certezza di essere indistruttibile gli regalava giornate di immortalità. Nulla sembrava abbatterlo ed era invidiabile la sua capacità di relazionarsi alle persone e di diventare amico dei personaggi più strambi, ancora più pazzi di lui. 

Intanto però anche per Giovanni ci fu il manicomio. Venne internato più volte perchè nella sua volontà di fare digiuno venne riscontrata una patologia mentale che per molti aveva bisogno di essere curata. In entrambi i casi, venne fatto uscire perchè dichiarato impossibile da guarire. 
Certo, come si guarisce da un potere magico? 

Per molti Giovanni era un folle totale. Per altri, un genio. Ciò che è certo è che tra l’intelligenza e l’immaginazione, lui scelse l’immaginazione. Chi lo farebbe al giorno d’oggi? Solo un pazzo o un artista fin dentro il midollo. E Succi era un artista. 
Temerario, anticonformista, ribelle, un uomo assurdo, nel vero senso della parola. Io ne sono rimasta affascinata. Stregata, oserei dire. A me la magia l’ha fatta. Peccato che di digiunare non se ne parli proprio. 

Mi accontento di ammirarlo e di conservare di lui un buonissimo ricordo. E la cosa più bella, sapete qual è? Che la scrittura dell’autore è talmente affabile, familiare, vicina a noi, che io ho la folle idea di conoscere Succi di persona. Lo vedo qui accanto a me, mentre mi racconta le sue imprese pazzesche. Lo vedo e lo sento come se fossi sulla carovana dei suoi personaggi mitici come l’uomo cavallo senza milza, da cui ha preso inspirazione per i suoi spettacoli. Indimenticabile, davvero. – Il digiunatore aveva fame di tutto ma doveva sempre fare a meno di qualcosa. 

Lontano anni luce da ciò che leggo normalmente. Ma proprio per questo unico e irripetibile. Come solo le storie vere, vissute sulla pelle della gente vera, sanno essere. 
Giovanni Succi ha scelto la felicità, ma non è stato sempre felice. Ha pagato per aver voluto incarnare l’immaginazione e mettere da parte il raziocino. E dobbiamo ringraziarlo proprio per questo. Per averci regalato un po’ di caos in questo mare di banalità. 

Era un uomo eroico, un po’ infantile, incapace di disprezzare qualcuno, pronto a darsi per gli altri. Un uomo grande e grosso che aveva la fama di essere un digiunatore, ma mangiava come nessun altro. Sfidò chiunque e qualunque cosa, persino il manicomio per conquistare il mondo normale attraverso la sua anormalità. Il suo motto era la conoscenza di se stessi, dei propri limiti, delle proprie capacità. Era questo lo scopo ultimo del suo digiunare. Lui stesso scatenava le forze che lo scatenavano, (perdonate il gioco di parole), e quando si rese conto che conoscere totalmente se stessi è impossibile, cercò un modo o qualcuno che gli mostrasse chi era. 
Un mito. 
Nel vero senso della parola.

2 commenti:

  1. Non conoscevo questo personaggio! Decisamente un uomo incredibile però!

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  2. La sua storia è pazzesca e al di fuori del comune. Tutta la sua vita, per la sua particolarità, vale davvero la pena di essere conosciuta :)

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