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venerdì 2 settembre 2016

La ragazza silenziosa di Luigi Mancini Recensione

Buon venerdì lettori! La recensione di oggi è dedicata ad un autore che conosco e di cui ho già letto opere precedenti. Sto parlando di Luigi Mancini e del suo ultimo romanzo, La ragazza silenziosa. Una storia dalle venature thriller ma che colpisce e conquista l'anima del lettore per la sua potenza evocativa, per la poeticità insita tra le pagine e per quella magia capace di dare voce al cuore attraverso il senso eterno di malinconia e speranza.


Titolo: La ragazza silenziosa
Autore: Luigi Mancini
Editore: Les Flaneurs
Genere: Romanzo
Prezzo: 12,00
Uscita: Luglio 2016
Manuel De Luca vive diviso a metà: da una parte la sua routine a Reggio Emilia, il lavoro da copywriter e la frequentazione del Kiss Café, gestito dalla bella barista Nicole; dall’altra i ricordi di un passato fatto di momenti felici, in cui le scene domestiche, l’esempio paterno e la dolcezza di sua madre si affiancano agli incontri intensi con una compagna di scuola. Quello per la ragazza silenziosa è un amore casto, fatto di sguardi e attese, un legame fortissimo che non ha mai avuto un esito. Ma il passato è destinato a riaffiorare nel corso di un’uscita con Grido, il compagno a quattro zampe di incantevoli passeggiate in campagna; Manuel sarà costretto a chiedersi se rivedrà mai la sua anima gemella: dov’è Giulia?

















La ragazza silenziosa è un romanzo sul tempo, sui ricordi, sulla malinconia che scivola via tra le pieghe della terra e gli intrighi delicati e soffusi dell’anima. Una storia che non è una storia ma una lunga lettera d’amore dedicata ad un qualcosa che non ha un vero e proprio nome ma che si avverte sbattere feroce e lusinghiero negli anfratti più nascosti del nostro sentire umano e magico.

E’ un romanzo breve che non deve essere letto ma sentito, interamente e totalmente con l’uso esclusivo dei sensi, dei sapori e degli odori che ciascuno di noi si porta dentro. Una storia diversa da qualunque altra non tanto per l’intreccio necessariamente costruito in base a norme comuni ma per ciò che si legge e si avverte in fondo, dietro, negli angoli più bui della mente che l’ha prodotta e di chi, con prontezza e rispetto, si accinge a lasciarsi coinvolgere da un’armonia distorta ma avvolgente, capace di riportarti alla luce il mondo.

Manuel è il protagonista. La sua vita è legata ai ricordi e alla memoria. Al padre che gli ha insegnato ad essere quello che è, alla madre, agli odori della sua terra ma ciò che lo rende un uomo che si sente vivo e legato alla vita è Giulia, una creatura quasi fantastica che conosce da tempo pur senza averci mai realmente parlato. I loro incontri sono fatti di passato e di nostalgia, di rumori assordanti e di un silenzio talmente tuonante da riempire tutto il resto.
Un silenzio che riempie il cuore di vita e il corpo di passione. E’ per Giulia che Manuel scrive, è a lei che dedica pensieri sparsi, volanti e sognanti, che si accavallano incastrati tra le pagine.
Ogni volta si mantiene tutta la magia del primo sguardo, tutto il fascino irrequieto dell’ultimo incontro, e ci guardiamo sempre come se fosse la fine, siamo in un continuo addio. Sorridi per un istante, sembra che tu voglia dirmi qualcosa, ma non lo fai, prendi a camminare, ti volti tre volte, l’ultima prima di girare l’angolo della scuola. Vuoi chiedermi qualcosa? Dovrei offrirmi di accompagnarti sotto il parapioggia fino alla fermata del tram? Forse, ma non ne ho il coraggio e nemmeno tu riesci a dire nulla, eppure il nostro legame, quest’intreccio di dita invisibili, diventa sempre più forte.
La ragazza silenziosa non è un romanzo usuale. La trama caratterizzata dalla scomparsa misteriosa di Giulia e dall’intento di Manuel di scoprire la verità, dopo il ritrovamento della sua borsa nel bosco, è offuscata dalla vena poetica e fortemente evocativa che colora di eternità e di sogno l’intera storia.

L’intreccio classico assume toni certamente da thriller ma non è questo che colpisce e conquista il lettore bensì tutto quello che l’autore si tiene dentro e lentamente lascia scivolare fuori come se le parole scorressero sinuose tra le curve di una pagina fatta di seta.

Seta nera perché il silenzio di questo romanzo l’ho immaginato oscuro e buio, introverso, racchiuso in un bozzolo di restrizione e desideri infranti.
Malinconia, amore, desiderio, carnalità, visione, sono tutti aspetti che caratterizzano lo stile di Luigi Mancini che non dice mai solo quello che appare. La sua scrittura apre una porta apparentemente insondabile su altri luoghi, altre circostanze, altre creature che popolano il suo petto e infervorano i battiti del suo cuore.

Emozioni e sensazioni languide e multiformi si mescolano nell’atmosfera così carica di sogni e di incubi costanti, di fantasmi e figure magiche.
La ragazza silenziosa è Giulia, la sua essenza inafferrabile, quella voglia eterna di tenerla lì ad un passo da lui senza mai afferrarla.

La sospensione di un attimo che dura una vita intera e la consapevolezza di poter condividere tanto, persino tutto, anche senza voce, anche senza sguardo, solo con la condivisione e lo sfioramento dell’anima.
Leggendo sono stata trasportata in spazi alternativi, culle di dolore e incanto.
Mi piaceva vagare nei sentieri di campagna, soprattutto quand’era grigio, quel cielo prossimo a piovere che sembra dire: Ho dentro tanto dolore e vorrei farlo cadere.
Un mare di silenzio che con le sue onde rendeva al mio cuore una melodia straziante ma vera. Una presenza costante della fine, della morte, della caducità dell’esistenza attraverso il pensiero incessante del passare del tempo e della distorsione degli attimi felici in gelide manifestazioni di staticità.

Manuel ama Giulia di un amore che aleggia come un’ombra che non teme la luce. Un’ombra che non esisterebbe senza i momenti più luminosi che fanno parte della vita ma è nella dimensione più nascosta e celata che si nutre di se stessa. Un amore evocato, che è invaghito ed invaghisce, un amore torturato e adorato, leggero ma corposo, sentito nella mente come nelle ossa.
Giulia, l’incantevole ragazza che era scomparsa nel nulla, si era accorta di me, ancora una volta, gridava aiuto e io non potevo non sentirla.
Luigi Mancini, ancora una volta, ci regala un pezzo del suo mondo, del suo sentire vago ed incerto eppure fisico, capace di tracciare percorsi di insane meraviglie e vellutate tragicità sulla nostra stessa pelle. Lui scrive, noi leggiamo e ci ritroviamo con i segni addosso. Piccole punte nere di sacrificio e soddisfazione che decretano la sua capacità di parlare direttamente alla parte più istintiva, romanticamente sbagliata di una vita che non sarebbe nulla senza l’emozione.
Senza la fuga delle sensazioni, senza la poesia dell’eternità, senza il richiamo lugubre e dissonante dell’ammaliante malinconia.

Quello che racconta è la storia di un rapimento ma non nel senso fisico del termine. Il rapimento della parola, del silenzio, della poeticità. Luigi Mancini scrive per rapire e per rapirsi, ogni volta, ogni dannata volta. Rapimento e libertà sono un’unica cosa indissolubile e contrastante che rende il suo stile personale ed unico.
Forse, anche tu, mio amante silenzioso, mentre non dici, mi parli d’amore.


4 commenti:

  1. Gemellina questa recensione e' delicata come una carezza e potente come un bacio, come in fondo lo sono anche i ricordi. Mi hai ammaliata r conquistata con le tue parole e le immagini che hai fatto esplodere nella mia testa. Emozioni e sensazioni fortissimi, sei la mia pittrice delle emozioni gemellina! Un abbraccione super gigante ❤️

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    1. Dolcissima Ely, sono sicura che questo romanzo conquisterebbe anche te, con la tua sensibilità e capacità di emozionare. Spero davvero che tu possa leggerlo, mai come questa volta, perchè conoscendo il tuo modo di esprimere le tue sensazioni, questa storia e la poeticità dell'autore ti colpirebbero sicuramente! <3<3<3
      Grazie di cuore!
      Un abbraccio grandissimo! :****

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  2. Gli amori non vissuti sono quelli che ti porti dentro per sempre, sono quelli idealizzati e anche quelli che ti fanno soffrire maggiormente. Hai saputo mettere un luce i sentimenti più nascosti di Manuel e sei riuscita ad andare oltre la trama di questo thriller molto soft. Molto bella questa recensione e anche il libro merita una possibilità!
    :-*

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    1. Esatto, Maria, è proprio così, hai colto nel segno il senso della storia. Ti ringrazio per le tue parole e sono felice che tu pensi che questo romanzo abbia una possibilità, perchè è così! <3<3<3
      Un abbraccio!

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