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domenica 7 giugno 2015

Intervista a Viorica Cebotari, aurtice di Conquistata dal demonio vol.1

Buona domenica! Oggi dedico questo post all’intervista ad un’autrice esordiente a cui tengo molto perché è una persona dolcissima e meritevole soprattutto perché il libro che ha scritto mi è piaciuto moltissimo. Di seguito troverete le mie domande a Viorica Cebotari, autrice di Conquistata dal demonio, primo volume di una saga composta da tre libri, di cui l’ultimo è in lavorazione.

Per chi si fosse perso la recensione, può leggerla qui.

Leggete e lasciatemi un commento se vi va!
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Ciao Viorica, grazie per aver accettato questa intervista.


1 - Com’è nato l’amore per la scrittura e quando hai iniziato a dedicarti seriamente ad essa?

Innanzitutto, Antonietta, grazie di cuore per questa calda ospitalità. Per me è un grande onore essere intervistata da te. Ora, tornando alla tua domanda, non sapevo di avere la passione per la scrittura fino a quando la storia d’amore tra Emma e Daniel non è sbocciata nella mia mente. Sono stati loro a destarla dallo stato latente e alimentarla man mano che scrivevo le loro avventure fino a renderla essenziale per la mia serenità mentale. Sì, perché se passa un solo giorno senza scrivere almeno una frase, mi sento in astinenza e nervosa come se soffrissi di una tremenda sete e non trovassi un goccio d’acqua in casa. Avevo deciso di dedicarmi seriamente alla scrittura nel momento in cui sono tornata indietro a rileggere il primo capitolo. Ho provato non poche difficoltà a seguirne il filo; era scritto male, privo di scorrevolezza e ripetitivo. La mia fantasia non ha limiti dall’età di due anni, quando inventavo draghi e principesse che mi tenessero compagnia,  però non possedevo gli strumenti giusti per narrarla. Per cui ho accantonato a metà la stesura del primo volume e ho iniziato a studiare diversi manuali di scrittura narrativa, nonché il vocabolario e le nozioni della grammatica. Poi avevo ripreso il romanzo da principio, applicando le nuove regole apprese sulla tecnica. Spero vivamente di averlo migliorato.

2 – Perché hai scelto di scrivere un Fantasy?

Non sono stata io a scegliere, ma la storia stessa. Io sono soltanto una spettatrice con l’obbligo di tramandare al lettore attraverso una tastiera la straordinarietà del rapporto tra Emma e Daniel. Non ho mai dettato le regole. Sono i personaggi a narrarmi le loro vite. Per cui, non è detto che un domani… non ci siano nuovi personaggi, nuovo genere letterario.

3 – Quali difficoltà hai incontrato nella stesura?

Non essendo madrelingua trascorro molto tempo a cercare la terminologia giusta che esprima appieno un concetto, una sensazione o una reazione.  Sono molto pignola per natura. A volte per scrivere una pagina impiego anche più di cinque ore. Tuttavia, ho notato che proprio durante queste ricerche mi accorgo delle eventuali incongruenze presenti nel testo, che nella frenesia di riversare la fantasia su carta, mi erano sfuggiti. Qui calzano a pennello due proverbi: Non tutto il male viene per nuocere e chi va piano, va sano e va lontano. 
 
4 – C’è stato un momento in cui hai pensato di abbandonare tutto?

Abbandonare no, però ho vissuto un grande sconforto nel momento in cui ho iniziato a editare il manoscritto. Lì ho compreso che avevo ancora tanto, ma proprio tanto da imparare sul mondo della scrittura. Non per niente ho dedicato altri sei mesi soltanto alla revisione.

5 – Raccontaci la natura intima e profonda del tuo romanzo.

Il motivo che mi ha spinta a scrivere questo romanzo era stato un particolare periodo felice che stavo vivendo. Mi ero resa conto che il mio compagno mi ama al punto da mettere il mio benessere davanti al suo. E questa, secondo me, supera di gran lunga tutte le dichiarazioni d’amore espresse a parole che, per usare un’espressione abusata, il vento può sempre portarle via. Per questo avevo scelto di scrivere in prima persona; desideravo trasmettere attraverso Emma ogni mia sensazione e ogni emozione che mi pervadeva l’anima. Avevo bisogno di condividere, infondere nel lettore la speranza che anche un amore impossibile può esistere e diventare immortale. Da qui in effetti nasce la scintilla di narrare una storia a sfondo fantastico e incentrarla su una dura lotta non soltanto tra i protagonisti, perché al mondo niente è facile da conquistare e tutto ha un prezzo. Soprattutto l’immortalità, che si tratti di un sentimento, di un’anima o di una speranza.

6 – Ti sei ispirata a qualcuno per la creazione dei personaggi di Emma e Daniel?

Non mi sono ispirata a nessuno. Sono personaggi spontanei, nati nella straordinarietà. Per dirla in altri termini: si sono presentati loro stessi alla mia porta.   

 7 –Daniel è un personaggio molto complesso. Quanto lo ami e quanto lo odi?

Parto subito con: non potrò mai odiare Daniel. Dietro ogni sua azione c’è una valida motivazione. Se ti infligge un piccolo dolore oggi, probabilmente è per risparmiartene uno più grande domani, oppure, per come lo conosco io, non è altro che la punta acuminata della sua vendetta perfetta. Lasciare impuniti non è tra le sue abitudini. Daniel è l’incarnazione del fascino misterioso, una calamita per i sensi, per cui non si ha scampo e ci si impiglia facilmente nella sua rete di conquistatore infallibile. Con lui il libero arbitrio è un concetto astratto. Lo si ama e basta. 

8 – “Ancelle di Venere” e “Seguaci di Ares”. Per quale motivo hai scelto queste creature come protagoniste del tuo romanzo?

La mitologia greca mi ha sempre affascinata, e in special modo l’amore clandestino tra Afrodite e Ares. Si narra che tra tutti gli amanti di lei, lui sia stato il suo vero amore, la sua debolezza. E siccome ho da subito considerato tutti i miei personaggi, nessuno escluso, creature speciali, era un mio dovere inderogabile munirli di una veste nuova, contraddistinguerli dal popolo fantasy che gremisce oggi le nostre librerie. Volevo che fossero unici, che rimanessero impressi nella memoria del lettore proprio per la loro peculiarità. 

9 –“Conquistata dal demonio” è un titolo molto rischioso. Raccontaci il motivo della scelta e chiarisci la definizione di “demonio”.

Che fosse rischioso il titolo l’ho scoperto soltanto dopo la pubblicazione. Avevo scelto il termine “Demonio” per suscitare curiosità e quasi per ironia dal momento che Emma,in seguito alle prime vessazioni subite, soprannomina il nuovo primario di neurochirurgia in questo modo. Una bugia che racconta a se stessa perché inconsciamente avverte sin dal principio un’attrazione arcana, ossia viene conquistata dalla potenza sovrumana di Daniel nell’attimo in cui incrocia per la prima volta il suo sguardo, però da testarda che è, ignora i segnali e sceglie di associare questa sensazione all’odio che lei si illude di covare.

10 –L’amore è il protagonista. Cosa pensa Viorica Cebotari dell’Amore?

Cosa penso? Beh… che senza di esso regnerebbero  il caos e la violenza e il mondo perirebbe, per citare Leila, uno dei personaggi del romanzo. L’amore è l’equilibrio ed è collegato alla sofferenza in maniera intrinseca. Non può esistere il nero senza il bianco, come non può esistere il freddo senza il caldo. Uno senza l’altro sarebbe impossibile coglierne la differenza, come d’altronde non si potrebbe apprezzare la luce senza aver mai visto l’oscurità.  L’amore vero è il sentimento che non ti spezza le ali ma ti dà la spinta per volare più in alto, è l’unico sentimento in grado di vedere le lacrime dell’anima prima che gli occhi della persona amata le versino. Quel sentimento che può dare la forza di scalare una montagna a mani nude o cambiare l’indole di una persona nel giro di un attimo.

11- Se potessi scegliere una Casa Editrice importante con la quale pubblicare, quale sceglieresti e perché?

Ho letto fino a oggi centinaia di romanzi ma non ho mai badato alla Casa Editrice che li ha pubblicati. Per me, non importa il marchio ma quante persone leggono le tue parole.  Io desidero solo questo: che Emma e Daniel conquistino più cuori possibili. Ma se proprio devo nominarne una, la prima che mi viene mente è Rizzoli, semplicemente perché mi piace come suona il nome.

12 – Cosa significa per te questo romanzo?

Questo romanzo ha dato una svolta  importante alla mia vita, mi ha aiutata a imboccare la strada giusta per me stessa. Fino a tre anni fa ho convissuto con una sensazione d’incompletezza. Tutto ciò a cui mi ero dedicata non mi soddisfaceva mai appieno. Invece nell’attimo in cui ho scritto la prima frase del manoscritto si è aperta una diga dentro di me, sono stata pervasa da una tale leggerezza come se mi togliessero un peso dal cuore. Emma e Daniel sono stati, in un certo senso, i miei salvatori.    

13 – Ad oggi con la pubblicazione, ti sei pentita di qualcosa e vorresti cambiarla?

Sinceramente no, perché ho come l’impressione che anche a cambiare un paragrafo potrebbe stravolgere il decorso della storia o addirittura spezzare la vita di un personaggio. Tante volte mi è capitato di avere un’idea mentre guido l’auto o semplicemente attendendo in fila alla cassa di un supermercato, per poi arrivare a casa e scoprire, non appena aperto il file del manoscritto, che la brillante idea veniva subito bocciata dai personaggi. Come ho già accennato prima, non ho alcun potere di decisione sulle loro sorti.

14 – Chi è Viorica Cebotari nella vita di tutti i giorni?

Innanzitutto la mamma di un piccolo monello di due anni e mezzo, una moglie che negli ultimi tempi trascura un po’ troppo il marito perché anche quando non scrive ha la testa concentrata soltanto sul romanzo, uno spirito allegro che adora le chiacchiere tra le amiche dinanzi a un caffè, un’ accanita sostenitrice dell’amore vero e un’ inguaribile sognatrice.

15 – Quali sono i tuoi autori preferiti?

Ho tanti autori preferiti, a partire da Charlotte Brontë con la sua Jane Eyre. È stata lei la prima a mostrarmi l’ingresso nel magico mondo della lettura. Avevo solo dodici anni e da allora la brama di scoprire nuove storie, vivere altre mille avventure non mi ha mai abbandonata. Erri De Luca è un altro autore che preferisco perché con la semplicità delle sue parole è in grado di farmi ridere e piangere, disperata nello stesso paragrafo. Vorrei un giorno saper scrivere come lui. 

16 – Cosa provi quando scrivi?

Evasione mentale. La mia realtà frenetica non esiste più. Anzi, io stessa non esisto più. È come se aprissi la porta di un mondo segreto pieno di sorprese del quale possiedo soltanto io la chiave. Mi immergo nella storia al punto da lasciarmi trasportare dal susseguirsi degli eventi e sopraffare dal  flusso delle emozioni dei personaggi, come ridere, arrabbiarsi, soffrire o piangere assieme a loro.  

17 – Se dovessi dedicare il tuo romanzo a qualcuno, a chi lo dedicheresti?

Al mio compagno che non ha mai smesso di credere in me e sebbene non trovi mai le parole per incoraggiare o adulare, ma che con i fatti si è sempre dimostrato il migliore. A mia sorella che ha la pazienza di sopportarmi, di non offendersi mai e di essere la mia prima fan oltre a spronarmi in tutto ciò che faccio. E a tutti i lettori che hanno trovato il tempo per leggere il mio romanzo, cogliendo l’occasione di ringraziare ognuno col cuore in mano.

18 – Ti chiedo di lasciarci con una citazione del tuo romanzo, che vuoi che i lettori leggano.

«Luce della mia anima oscura, tu hai trasformato in paradiso il mio inferno. Hai riscaldato il sangue che ora mi scorre nelle vene, generato sentimenti che non avrei mai sperato di vivere, come la gelosia, la paura o il dolore. Amore mio, sono invisibile senza di te. Riesci a capirlo o no?»

19 – L’ultima domanda è bianca. Scegli tu stessa cosa dire a chi ti sta leggendo. Qualsiasi cosa che per te abbia un senso.


Più di qualcosa che abbia un senso, vorrei rispondere a cosa non ce l’ha. Una delle mie più ferree convinzioni è che non ha senso vivere nell’illusione. Non ha senso chiudere gli occhi davanti all’evidenza, come non ha senso accumulare e ignorare il dolore in silenzio perché col tempo corrode l’anima. Cito le parole di Fiorella Mannoia nel brano “I dubbi dell’amore” che secondo me rispecchiano tutti i sintomi di un’illusione:  “Ma se domani io, mi accorgessi che ci stiamo sopportando e capissi che non stiamo più parlando, ti guardassi e non ti conoscessi più, io dipingerei di colori i muri e stelle sul soffitto.”  

2 commenti:

  1. ciao bellissimo il tuo blog di lettura, mi sono unita ai tuoi follower ti va di ricambiare? ti invito anche nel mio gruppo su facebook dove troverai tanti appassionati ed amici blogger e perchè no, trovare nuovi lettori, grazie ^_^
    http://acolpidicarrello.blogspot.it/
    https://www.facebook.com/groups/1432060427101228/

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