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giovedì 2 giugno 2022

Recensione: SALVARE IL FUOCO DI Guillermo Arriaga

Buongiorno! Oggi vi parlo di Salvare il fuoco di Guillermo Arriaga, pubblicato da Bompiani. Ho amato subito la cover e il titolo, ma quando ho letto la storia, mi sono innamorata, perdutamente.

salvare il fuoco

di Guillermo Arriaga
Editore: Bompiani
Pagine: 678
GENERE: Romanzo Contemporaneo
Prezzo: 15,99€ - 24,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Marina appartiene alla buona società messicana: è una coreografa, sposata con tre figli, vive in un bel quartiere residenziale, frequenta i ristoranti di classe e le persone giuste. Un giorno il suo amico Bernardo la coinvolge in un progetto che la spinge fuori dal suo mondo: dovrà avvicinare i detenuti di un carcere di massima sicurezza all’arte. E proprio in carcere Marina incontra José Cuauhtémoc: “aspetto europeo ma sangue indio”, lui è il fuoco che infiamma una donna rassegnata a una vita senza scosse. Dà nuova linfa alla sua arte, la accende di passione e arriva a farle commettere reati in nome del legame fortissimo che da subito li unisce. José è in prigione perché colpevole di omicidio e proprio dal suo passato violento arriva un cacciatore in cerca di vendetta. E lui è la preda perfetta, chiuso com’è tra quattro mura. Ma né Marina né José, animati da un fuoco che purifica e dà speranza, sono disposti a rinunciare alla loro occasione senza lottare. Con sfumature shakespeariane, un ritmo teso, una costruzione sapiente, Salvare il fuoco mostra i paradossi di un paese, le contraddizioni più feroci dell’amore, e conferma Guillermo Arriaga come uno degli autori più audaci e appassionanti della letteratura contemporan

RECENSIONE

Avete mai provato la sensazione, leggendo un libro, di perdervi completamente nella scrittura dell’autore fregandovene dell’autore stesso e della storia? 
A me non era mai successo. 
Prima di adesso.

Salvare il fuoco è il miglior libro letto quest’anno e uno dei migliori di tutta la mia vita. 
Sono pochi i libri che mi hanno fatta a pezzi. 
Beh, questo è un must se consideriamo il modo in cui è scritto e la storia. 
Il Messico, sì. 
La borghesia benestante rappresentata da una donna che si chiama Marina, sposata, con figli, che fa la coreografa. Vive nell’agio, non ha la minima idea di cosa si cela fuori dalla sua gabbia dorata. Una donna però, che tradisce il marito, che vive di emozioni e purtroppo vive una sorta di sospensione a causa dell’incapacità di raggiungere il successo nel suo lavoro. In quanto donna non si sente realizzata. Con il marito va tutto bene, ma non c’è nulla che le faccia strizzare le viscere e sconquassare il cuore. Insomma, vive in un limbo. Il limbo di quelle persone a cui non manca niente, eppure manca la spinta vitale per sentirsi realmente vivi. 

Josè è un detenuto. 
Ha ucciso il padre. 
Aveva dei contrasti con lui fin da quando era piccolo. La madre, una povera martire dell’arroganza del marito. Un uomo politico, molto colto, capace però di picchiare i propri figli e la moglie se non erano in grado di elevarsi al suo livello. Un uomo di mondo, ma senza alcun sentimento. Privo di emozioni, perfetto per chi lo guardava dall’esterno, ma un mostro dentro. 

Tu esci dal carcere, ma il carcere non esce mai da te.

Josè, dopo che il padre finisce sulla sedia a rotelle, decide di bruciarlo vivo. 
Per vendicarsi di tutte le botte, le offese, le violenze subite da lui, dalla madre e dal fratello. Finisce nel carcere messicano con una condanna che lo vede colpevole e che non lo farà uscire mai più. L’ambientazione di questo romanzo è spettacolare. Così curata, fin nei minimi dettagli. Ti sembra davvero di starci lì in mezzo, di conoscere tutto ciò che circonda i protagonisti, pur appartenendo a due classi sociali completamene diverse. 

Marina e Josè si incontrano in carcere. Lei viene invitata a fare una coreografia per i detenuti. Il loro primo incontro segna il destino, perchè a volte non è la sorte a decidere per noi, siamo noi stessi a tracciare il nostro fato. A farlo con le unghie e con i denti, anche quando tutto ci rema contro. 
È quello che fa Josè appena vede Marina. Sa che non è per lui. Che non ha nulla da offrirle. Eppure combatte contro il destino, meschino e beffardo, per averla. 
Non è difficile conquistarla, sapete? 

Josè è un personaggio unico. 
Credo che difficilmente ne incontrerete uno simile. 
Non è bello, ma ha un fascino così primordiale da conquistarti per quella sensazione di assoluta libertà che trasmette. La sua sicurezza, pur stando chiuso in un carcere, con una colpa così grave che gli pende sulla testa, è invidiabile. Le guardie e gli altri detenuti scompaiono in sua presenza. Cattura tutta l’attenzione perchè è un uomo. Un Uomo con la U maiuscola. E non perchè sia un assassino. Semplicemente perchè è cresciuto raccogliendo dentro di sé la personalità del padre e quella sua, creando un mix di aspetti impareggiabili da chiunque. 

È colto, preparato, disciplinato. È passionale, selvaggio, determinato. È talmente sicuro di sé da condurre Marina da lui senza che lei nemmeno se ne accorga. La conquista attimo dopo attimo semplicemente parlandole, sfiorandola, imprimendole la sua anima e la sua vita piena di terrore con un solo sguardo dritto negli occhi. 
Josè è anche un poeta. Lui scrive, esattamente come faceva il padre. Ed è per questo che continua a sopravvivere in quel carcere, con una condanna a morte addosso e senza un solo affetto che tenga a lui. Lo fa per amore della scrittura. E, poi, lo fa anche per Marina. L’ultima donna che vedrà nella sua vita prima di morire. 

Non importa cosa abbiamo fatto, ma quello che faremo. È ora di agire.

Non avevo mai letto un libro di Guillermo Arriaga. Pensate che dopo aver letto questo, li ho comprati tutti, così, a scatola chiusa. Non sono molti, purtroppo. È come se dopo averlo letto, avessi sempre fame. Fame delle sue parole e del suo modo di raccontare. 
Credo che se potessi scegliere quale stile possedere nello scrivere, sceglierei quello di questo autore. Ecco, vorrei scrivere come lui. Non mi interessa la storia. Mi interessa l’intreccio delle parole, la capacità unica di creare immagini e di travolgerti con una miriade di emozioni diverse tra loro. 

Non aspettatevi una storia facile. 
Salvare il fuoco è un libro duro, crudo, sporco, senza filtri. È poetico, pieno di citazioni letterarie, con sfumature shakespeariane, e con una carrellata di pugni in faccia. Il linguaggio è a volte volgare, spinto, perché i protagonisti, dietro le loro maschere e quel falso perbenismo, e codici morali, sono tutti uguali. Usano il sesso per soddisfare i loro istinti più reconditi. Le bugie per corrompere il prossimo e il sangue e la violenza per imporsi. 

Nessuno si salva. 
Non c’è alcuna promessa di lieto fine. 
Marina e Josè si ameranno in un mondo che continua ad andargli contro. Faranno delle scelte discutibili, tradiranno e faranno soffrire chi gli è accanto, mostrandosi anche un po’ egoisti, ma salvare il fuoco significa proprio questo. 
VIVERE. 
Con l’acqua alla gola, sempre sul punto di saltare nel buio, spappolandoti a terra. Con una fame che non si placa e con la voglia di bruciare per non sentirti vuoto. 
In questo libro, il fuoco ha vari significati. 
Il fuoco è Josè. 
La sua ferocia, la sua furia, il suo essere incontaminato, pulito, privo di maschere e di secondi fini. La sua essenza è così potente, così pura da essere paragonata al fuoco perchè capace di bruciare qualsiasi cosa tocchi. 
L’energia del fuoco è devastante. 
Ma se non ci fosse energia, saremmo morti. 

Ho avuto la vita fra le mani e l'ho lasciata andare. Invece di berla, l'ho riempita di sangue.

Il fuoco è l’istinto, la vitalità di un individuo. 
Salvare il fuoco significa salvare la nostra vita, quello che siamo, sfuggendo ai compromessi, alle menzogne, a tutto ciò che ci costringe a essere qualcosa di diverso da quello che siamo. 
Salvare il fuoco significa purificarci. E amarci. Inseguendo i nostri sogni. 

Nonostante il romanzo parli del Messico, tutto quello che accade al suo interno, dalle emozioni ai sentimenti, riguardano tutti noi. È una storia così universale, così completa, intera, da non poter essere paragonata a nessun altra. Ironica quanto basta, ma anche tragica, fulminea, devastante nella sua brutale verità. 

Ho la sensazione che non troverò mai nulla di così potente. 
Ho la sensazione di essermi innamorata. 
Perdutamente. 
E non della storia. 
Nè dei protagonisti. 
Delle parole. 
Un semplice susseguirsi di lettere che mi hanno fatto capire quanto possa essere reale una storia raccontata. 
La magia nera della letteratura. 
Un incantesimo che ha aperto uno squarcio di luce nella mia anima. 
E tra le mille ombre, ora c’è un fuoco che brucia di più.

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