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mercoledì 17 marzo 2021

Recensione: MILLE RAGIONI PER SFUGGIRTI di Penelope Douglas

Buongiorno! Oggi vi parlo dell'ultimo romanzo della serie Devil's Night di Penelope Douglas, dal titolo Mille ragioni per sfuggirti. Una storia da cui non mi aspettavo molto, e che comunque, è riuscita a deludermi.


MILLE RAGIONI PER SFUGGIRTI

di Penelope Douglas

Editore: Newton Compton
Pagine: 621
GENERE: Dark Romance
Prezzo: 5,90€ - 16,99
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟½

Trama:
Cosa succede quando ci si ritrova cinque contro uno e non c’è via di uscita? La chiamano Blackchurch. Una villa isolata, in un posto remoto e segreto dove i ricchi e i potenti mandano i figli indisciplinati a darsi una regolata lontano da occhi indiscreti. Will Grayson è sempre stato un ribelle. Spericolato, selvaggio, non ha mai seguito alcuna regola. E la sua famiglia non intende più rovinare la propria reputazione a causa sua. Il fatto è che non è sempre stata colpa di Will… Al liceo ci frequentavamo in segreto quando nessuno guardava, perché non si sapesse che mister Popolarità voleva davvero me, una piccola nerd silenziosa che gli piaceva tanto punzecchiare. Eppure sapeva anche essere affettuoso. E deciso a tenermi al sicuro. La verità è che ha ragione a odiarmi. È tutta colpa mia. I video. Gli arresti. È tutta colpa mia, e non mi pento di niente. Non mi importa di essere rinchiuso. Ho imparato tanto tempo fa che se ti trattano come un animale, hai il permesso di comportarti come tale. Tanto nessuno mi ha mai visto in modo diverso. Il loro unico errore è quello di pensare che io agisca a caso. Posso starmene senza internet, TV, alcol, ragazze, ma uscirò da qui con qualcosa di molto più spaventoso per i miei nemici. Un piano. E un nuovo branco di lupi. Solo che non mi aspettavo che uno dei miei nemici venisse da me. Non so chi l’abbia fatta entrare, ma sento che si nasconde in questa casa. È qui. Quando i cancelli della villa si chiudono e le porte della mia gabbia dorata si aprono, dandomi libero accesso alla casa per un mese, ripenso al fatto che a Blackchurch ci sono cinque problemi. E io sono solo uno di questi.

RECENSIONE

Mille ragioni per sfuggirti è il quarto romanzo della serie Devil’s Night di Penelope Douglas. Considerato che dei tre libri precedenti, ho apprezzato il primo e il terzo, mentre il secondo è stato una vera delusione, anche questo quarto e ultimo, è stato assolutamente insignificante. 

Dopo aver conosciuto la storia di Micheal, Kai, Damon, adesso tocca a Will, il meno problematico dei tre, se così si può dire. Un ragazzo genuino, aitante, allegro, divertente, tutti possono contare su di lui, non ha strane perversioni come Damon, non è misterioso e freddo come Kai, e non è nemmeno fuori di testa come Micheal. In altre parole, è quello più accettabile dei quattro amici. Ed è proprio questo il problema. È troppo “normale”. 

Ma noi che seguiamo la serie da anni, lo sapevamo già. Io sapevo che non potevo e non dovevo aspettarmi nulla da Will, il guaio è che non mi è proprio piaciuto né lui, né la controparte femminile, tale Emory Scott. Will è il ragazzo docile e buono, ricco e sempre disponibile, con cui si divertono tutti. È il migliore amico di Damon, il personaggio più oscuro della serie, con il quale condivide parecchie cose, anche scene alquanto discutibili. 
Ma sorvolando su questo aspetto che è relativo, in questo romanzo Will che dovrebbe diventare il protagonista finalmente dopo le storie di tutti gli altri, non è altro che una macchietta nelle mani odiose di un burattinaio dal nome di Emory. 

Siamo pronti a perdonare a chiunque se veniamo attratti.

Una ragazza che più odiosa non esiste. Un personaggio che nonostante abbia gravi problemi in famiglia, una nonna malata da accudire e un fratello poliziotto che la riempie di botte – e non si sa perchè, non è minimamente dolce, gentile, amorevole. Ma dico io, dopo tutto quello che hai passato, in primis tuo fratello che senza una benedetta ragione, ti prende e ti sbatte contro il tavolo, prendendoti a botte come se fossi un sacco da boxe, un minimo di compassione, di empatia verso gli altri, la vuoi avere? Eh, no, sin da ragazzina, muovendoci tra passato e presente, conosciamo una Emory che non fa altro che offendere Will, denigrandolo in ogni occasione possibile, solo perché lui è da sempre perdutamente innamorato di lei. 

Ovviamente anche Emory gli sbava dietro, signori e signore, perché lui è il più bello dei quattro, è quello più dolce, divertente e addirittura più ingenuo e pulito, ma cavoli, lei deve sempre tenerlo lontano il più possibile senza perdere occasione di sputargli in faccia. Non lo fa, ma credetemi, ci manca poco. Io voglio capire che la scusa sia sempre la stessa: Emory ha una famiglia difficile, Will è troppo buono per lei, e deve a tutti i costi “salvarlo” tenendolo lontano dai suoi guai. 
Okay, sorvoliamo su queste scuse stupide che si ripetono all’infinito e che ormai non reggono più, ma ammettiamo pure che voglio prendere per buona questa giustificazione, c’è bisogno di comportarsi come una vecchia zitella incallita e partire a razzo, aprendo quella bocca antipatica e sparando solo parole amare e decisamente brutali, verso un ragazzo che oggettivamente non se le merita? 

Perché, se non fosse ancora chiaro: Will è amico di quei quattro scapestrati, ma non ha nessuna colpa se i suoi compagni sono quello che sono. Lui è diverso, senza dubbio. Si lascia trascinare, sembra non avere spina dorsale, né coraggio. Non è in grado di prendere una decisione perché non potrà mai essere il leader di nessun gruppo, e così via. Ammesso tutto questo, mi chiedo perché per buona parte del libro, dobbiamo sorbirci le considerazioni spocchiose e anche parecchio aggressive di questa tizia che si crede talmente superiore a Will e ai suoi amici, tanto da sbattergli continuamente in faccia i suoi difetti e le sue mancanze? 

L'abuso può sembrare amore.

Odiosa. Odioso tutto il romanzo. E odioso pure Will, che, dannazione, NON reagisce MAI. 
Che personaggio inutile. Lasciatemelo dire. Dovrebbe fare da collante, dovrebbe essere l’elemento sincero che tiene in piedi il gruppo e che rende quell’amicizia a volte amorale e diseducativa per le scelte dei suoi membri, meno spigolosa e più accettabile, ma non è così. 
La presenza di Will è misera, il suo percorso non è ragguardevole come ci si aspetta da un romanzo interamente dedicato a lui. In altre parole, se nei libri precedenti Will era stato messo da parte e considerato poco o nulla, in questo quarto libro, che dovrebbe vedere il suo riscatto, lui scompare definitivamente. Non perché vada via, ma è completamente sopraffatto da Emory e in un modo assoluto. Lei lo comanda. Lei lo controlla. Lei agisce e lui subisce. Anche quando sembra che sia Will a decidere, è sempre lei a mettere l’ultima parola. 

Di tutto il libro, salvo solo i capitoli iniziali e qualcosa a metà del romanzo, perché da un certo punto in poi, mi sono messa le mani nei capelli. 
Non vedevo l’ora che finisse. 
L’attenzione si sposta su altri personaggi, inutili e fuori luogo, le cui storie, sinceramente, non ci interessano perché non ci sarà un seguito e perché, ve lo dico chiaramente, vogliamo sapere di Will e del suo riscatto che non avviene mai. E invece no, anche in questo caso, Will subisce l’entrata in scena di altra gente che, boh, non so a cosa serva con l’aggiunta di un paio di scene a sfondo erotico che, onestamente, e dico ONESTAMENTE, non c’entrano un emerito tubo con tutta la storia. 

Appaiono come un vero e proprio riempitivo, giusto perché la storia era troppo breve, o magari perché Will e Emory non sono abbastanza accattivanti, allora, io autrice che faccio? Ci butto in mezzo altra gente, li faccio scopare come ricci, e spero così, di catturare l’attenzione di chi legge. 
Ma cari miei, il vero lettore non si lascia abbindolare da questi stratagemmi. Se voglio leggere solo scene di sesso, e credetemi questo libro ne è strapieno, tutti vanno a letto con tutti, in pratica, mi leggo un erotico, e fine della storia. 
Se tu, autrice, non sai cosa dire, non inventarti scene alla Mission Impossibile che personalmente mi hanno fatto ridere. A un certo punto, mi sono immaginata questi personaggi all’interno di un film, e li ho visti recitare con le pistole, quelle fughe rocambolesche che non esistono nella realtà, per poi salvarsi, tutti insieme, come nelle migliori tradizioni dei film d’azione. 
Ma, adesso mi chiedo. Questo libro è un Dark Romance o un romanzo d’azione? 
La traduzione, come sempre, lascia a desiderare, ma è sicuramente migliorata rispetto al libro precedente. 

Se avevo la possibilità di fuggire, fuggivo sempre.

Come ho detto prima, il rapporto iniziale, quello relativo al passato, tra Will e Emory, stava per conquistarmi. Mi sono sentita coinvolta fino a un certo punto. Ma poi, c’è stato un cambiamento di rotta che mi ha fatto perdere la strada e non sono più tornata a casa. Inoltre, aggiungo un particolare che ho notato ripetersi in tutti e quattro i libri. Lo stesso sistema di odio e amore tra i protagonisti. Ok, che è un Dark, e l’odio, l’angst, sono fondamentali, ma è mai possibile che queste coppie, per ben quattro libri, si rapportino tra di loro nello stesso modo? Gli uomini che le vogliono, (certo Will in modo più mieloso di altri), che insistono a discapito della loro credibilità sfiorando il limite del consenso, e le donne, tutte incredibilmente forti, talmente forti che l’ultima, Emory, diventa seriamente poco credibile. 

Avevo già diversi dubbi su Banks, nel secondo libro, anche lei arrogante, irriverente, fredda, ma con Emory abbiamo raggiunto livelli mastodontici di assurdità. Spesso mi sono chiesta cosa diavolo ci trovasse Will in lei. Perché se vuoi rendere una protagonista distaccata, devi spiegare anche bene perché, e soprattutto dovresti mostrare i lati più sensibili e gentili del suo carattere in modo da far capire a chi legge di cosa lui si è innamorato. Io non ho visto niente di tutto questo. 
Inoltre, il fratello che la picchia senza una spiegazione. Suvvia, Penelope Douglas, potevi almeno perdere una mezz’ora a scrivere il perché questo tizio si comporta in questo modo con la sorella, considerando, che in virtù di questo, lei rifiuta per dieci anni il ragazzo che dice di amare. E anche su questo nutro qualche dubbio. Perché lo manda persino in galera. 

Non mi dilungo oltre perché potrei scrivere un libro sulle mie considerazioni. Mille ragioni per sfuggirti è un romanzo che mi ha deluso. Nel vero senso della parola. E mi ha deluso sapete perché? Non perché mi aspettassi qualcosa, anzi. È il contrario. Proprio perché non mi aspettavo niente, all’inizio e per un bel po’, ci ho creduto perché la storia mi stava piacendo. 
Ma poi, non so cosa sia passato per la testa all’autrice, che tra l’altro, interviene persino nella storia suggerendoci un finale alternativo, che Dio mio, è un NONSENSE assoluto. 
Mi ha deluso perché mi ha fregato proprio nel momento in cui gli stavo dando credito. Nel momento migliore ha dato il peggio di sè.

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