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martedì 17 gennaio 2017

Specchio Rifletto di Francesco Palumbo Recensione + Intervista

Buon martedì! Oggi vi propongo la recensione di un romanzo che fa riflettere su ciò che ci circonda, sul sistema delle apparenze e delle maschere con cui viviamo nella nostra società. La lotta eterna tra spirito e corpo, tra estetica ed interiorità alla ricerca del proprio io nel mondo.

specchio rifletto
di Francesco Palumbo

Editore: Selfpublishing
GENERE: Romanzo
Prezzo: 3,99 
Formato: eBook
Data d'uscita: 2016
Link d'acquisto: QUI
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Trama:
È possibile fondare un manuale di body building, una storia d’amore e l’analisi antropologica di uno scorcio sociale circondato da un muro di omertà? A quanto pare Si! Grazie al percorso emotivo di un giovane ragazzo, Mario, costretto a lottare con il suo IO interiore nutrito da integratori steroidi e petto di pollo, ingabbiato in una prigione di ghisa e muscoli. I fantasmi del passato e gli incubi della sua infanzia lo portano, per gioco e per svago, a essere immerso nel mondo, fino ad allora sconosciuto, del body building, del fitness, delle palestre, cosi da farsi coinvolgere fisicamente ed emotivamente in una nuova filosofia di vita che lo porterà a cambiare radicalmente il suo modo di rapportarsi con chi lo circonda e soprattutto con il gentil-sesso. Il fulcro del romanzo è però il distacco emotivo e l’incapacità di empatia del protagonista, i problemi, le paure e le angosce dei giovani ragazzi incapaci ormai di emozionarsi alla semplicità della vita, dove l’apparenza è tutto, dove la gente vive lontano dalla realtà, perché la realtà è lontana da quello che la gente realmente vuole. Spettatore non pagante della sua stessa vita, una vita ordinata, metodica e completamente vuota, l’esigenza di controllare chi gli sta intorno diventa il suo mantra, raccontata nel modo più violento, narcisista ed estremo possibile. È un romanzo viscerale, inquietante, disgustoso. Questo, è un libro che non si rileggerà MAI. Assolutamente mai! Eppure non si riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che vada letto almeno una volta nella vita. Premiato al concorso letterario Lanterna Bianca 2015 e finalista al concorso letterario Jacques Prèvert 2016 come inedito.

RECENSIONE

Specchio Rifletto è un romanzo in cui l’autore mette in gioco molti aspetti che partono dalla quotidianità e dalla realtà per andare ad incrociarsi con percorsi molto più personali ed intimi che fanno parte della sfera psicologica ed emotiva di ciascuno di noi.

Il protagonista, Mario, potrebbe essere ognuno di noi ed in qualche modo lo è. La sua figura appare inserita in un contesto familiare e sociale comune ed abbordabile, con legami di amicizia che rientrano perfettamente nella norma e con una volontà e un carattere che non viene fuori subito ma lentamente, a seconda delle situazioni e delle esperienze che si trova ad affrontare.

E’ un ragazzo che segue i propri studi, che cerca di crearsi nuovi interessi, che ha un legame molto stretto con il suo gruppo di amici e che è ancora sentimentalmente attratto da una ragazza, di nome Maria.

Il mio attuale senso di smarrimento, di timidezza e trascuratezza nell’aspetto e nel pormi, molto probabilmente è dovuto anche a questa batosta. Maria, fidanzata, amante, amica, complice, era anche la mia stilista personale, non solo per lo shopping ma anche in tutto quello che indossavo. Senza di lei, l’armadio è un luogo sconosciuto in cui pescare roba a caso.

Maria è la sua ex. Maria lo ha lasciato per un altro. Maria è diventata parte di un sogno ma anche di un incubo infruttuoso che annerisce le sue notti.

La sua presenza è un fantasma dal corpo pesante e dall’odore stagnante. Un’ombra che insegue il protagonista e che il lettore impara a conoscere piano piano attraverso i ricordi fino a quando la donna diventa di carne ed ossa ed intreccia nuovamente una sorta di rapporto disequilibrato e traballante con Mario. Nel frattempo il nostro eroe inizia un percorso totalmente nuovo che lo porta a contatto con una realtà affascinante ed intrigante: la palestra.

Un luogo che abbraccia qualsiasi stato sociale, qualsiasi età, qualsiasi ideale e mette tutti gli uomini e le donne allo stesso livello. Una dimensione nella quale è l’aspetto fisico a contare più di ogni altra cosa e dove è importante non abbattersi mai, ma cercare sempre di migliorare se stessi, superandosi.


La mia vita scorre banale ma ogni mattina sento sempre più forte il richiamo della mia immagine riflessa nello specchio. Mi attira a sé come il canto delle sirene in cantava il povero Ulisse.  Sembra voler dire qualcosa, e ogni volta resto lì davanti sempre qualche secondo in più, ad aspettare non so esattamente cosa.

Lo specchio ha un ruolo fondamentale, come suggerisce lo stesso titolo del romanzo. Specchio che riflette l’immagine di Mario. Inizialmente un’immagine di un ragazzo quasi senza spirito, senza energia, senza muscoli, e senza forza per combattere e per imporsi in quella vita che comunque gli appartiene. 


Un po’ soggiogato dalla famiglia, un po’ sconsolato negli studi, piuttosto ripetitivo con gli amici, Mario è alla ricerca del suo vero io e ogni volta che si guarda allo specchio, vede un’immagine di sé che non gli piace. Come se fosse sbiadito, insapore, quasi inconsistente. Comprende di aver bisogno di ridare rigore, forma e colore alla propria vita, ma soprattutto consistenza. E’ diventato come un’immagine trasparente, senza corpo, quasi senza carne.

La palestra che inizia a frequentare insieme ai suoi amici, mette in moto un meccanismo che partendo dall’esterno e dall’esteriorità, arriva ad intaccare la personalità del protagonista, mettendo fuori tutti i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue piscosi.

Comincio a pensare al mio disagio interiore colmabile da qualcosa di esteriore, una specie di scudo o corazza muscolare scudo di quello che ho dentro. O forse è quello che l’IO riflesso vorrebbe.

Il rapporto con Maria che sembra riprendere quota non è altro che un mezzo per mettere fuori le nuove parti di sé che Mario sta scoprendo. Giocherà con la sua ex ragazza e con il suo attuale fidanzato, fingendo di amarla ancora e di voler tornare con lei, tirandogli davvero un brutto tiro ed uscendone certamente vittorioso.

Lo stile dell’autore è scorrevole ma non è privo di errori. La storia si legge senza intoppi, assistendo ad un percorso di crescita, di scoperta e di maturazione che abbraccia tutti gli aspetti della vita di un individuo. La scelta della palestra come luogo simbolo per una rinascita psicologica ed interiore, è in perfetta linea con l’immagine della nostra società che si basa fondamentalmente sull’estetica e sul valore dell’aspetto fisico che s’impone su tutto.
Questo specchio è diventato la finestra affacciata sulla mia coscienza interiore. Una valle arida e desertica caratterizzata da un clima estremo, dove al centro c’è lui, accovacciato in un angolo di una gabbia, in una calma serafica. Capace di controllare con il suo potere l’ambiente circostante e il clima di quel territorio. Può controllare tutto tran ne la prigione dove è rinchiuso.
Mario diventa anch’egli un simbolo, un valore stesso di quella società nel momento in cui riesce ad imporsi, a venire fuori e a esorcizzare le paure, le incertezze e i dubbi che lo attanagliavano.
Specchio Rifletto è un romanzo che apparentemente può sembrare una storia semplice ma invece nasconde importanti riflessioni che devono essere colte per essere apprezzate fino in fondo.

Una storia che riflette, proprio come uno specchio, perfettamente il mondo in cui viviamo, le nostre aspettative, i nostri timori e la ricerca di ognuno di noi della propria realizzazione.

Consigliato a tutti coloro che non hanno paura degli specchi e vogliono guardare dentro se stessi senza filtri e senza mezze misure.



INTERVISTA


Salve Francesco, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuto!

Grazie a te per l’opportunità e per questa intervista concessa.


Francesco Palumbo
1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

L’ultimo anno universitario, con tesi, completo e dolcini pronti per festeggiare, il professore di Diritto Civile ha deciso, forse per la mia estrema dedizione alla materia, di tenermi li con lui e per un anno interno nel frattempo che ripetevo e approfondivo lo stesso argomento ho deciso, per gioco, per svago di mettere nero su bianco quello che già avevo da qualche tempo in testa. 


2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto?

Penso che ogni scrittore, io non posso certo definisco tale, scrive per lasciare un messaggio, un segno di se ai posteri, io ho deciso di scrivere questo romando per esorcizzare una parte di me, della mia vita, che mi ha toccato nel profondo, quale questa parte sia più autobiografica rispetto ad altre, nel romanzo, lo lascio alla libera interpretazione dei lettori. Ma Specchio Rifletto per me, è stato una sorte di terapia per esorcizzare i fantasmi del passato e doveva rimanere chiuso in un cassetto. 


3 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta?

Sicuramente il più amato e odiato è il protagonista, Mario, nel suo sviluppo emotivo, più che fisico, riesce ad agglomerare nella sua lotta costante con lo specchio e il suo IO interiore, in queste poche pagine, come vorrei e non vorrei assolutamente essere, cinico egocentrico, dolce, romantico. In realtà, non riesco ancora a definire, anche alla luce di nuove esperienze avute dalla scrittura alla pubblicazione del libro quale parte sia più utile e quale mi rappresenti di più. 

4 – Specchio Rifletto è una storia che spinge a riflettere e che si basa sull’aspetto estetico, filosofico, psicologico e relazionale di ciascuno di noi. Qual è il messaggio che secondo lei dovrebbe cogliere il lettore?

Spero che questa pseudo denuncia a un mondo così poco raccontato possa far capire che la frenetica corsa verso la perfezione fisica non è tutto e le esperienze negative che ognuno di noi ha nel corso della vita sono appunto esperienze e servono a temprare l’animo.

5 – La palestra è il luogo in cui la storia comincia a prendere realmente forma. Quanto c’è di autobiografico nel protagonista e nelle esperienze raccontate?

Ho frequentato per molti anni quell’ambiente, non solo come semplice iscritto pagante, anche se, non si direbbe guardando il mio fisico!, ho conosciuto molte persone parlato e visto molte cose e penso che ogni romanzo prenda spunto inevitabilmente da esperienze personali o quantomeno che circondano chi scrive, anche Meyer in Twilight, giusto per citarne uno, non avrà certo frequentato nel suo intimo lupi o vampiri, ma qualche cosa di vero sicuro c’è.

6 - Chi è Francesco Palumbo nella vita di tutti i giorni?

Sicuramente non uno scrittore, collaboro con vari studi legali per approfondire il diritto penale materia che tanto mi affascina nella speranza che questa passione possa trasformarsi un giorno in professione.

7 - Quali emozioni prova mentre scrive?

Terapeutica, sei concentrato 24 ore su 24 su quello da scrivere, qualsiasi cosa ti circonda, frase detta, gesto è uno spunto di analisi, di riflessione. Capitava di svegliarmi di notte per annotare una frase, una parola indispensabile per andare avanti al nuovo capitolo. 


8 – Di che colore è il suo romanzo e se dovesse associarlo ad un odore, quale sarebbe?

Colore penso rosso, che è anche il mio colore preferito amore, passione, pericolo, violenza, aggressività. Odore, non mi viene in mente nulla, ma posso dire che sicuramente come sensazione uditiva mi ricorda una canzone di Enaudi, nuvole bianche, sottofondo delle mie notti insonni passate a scrivere.

9 – Perché i lettori dovrebbero leggere Specchio Rifletto?

Me lo chiedo anche io… ma penso che la storia di Mario, il protagonista, sia facilmente ritrovabile in ognuno ipotetico lettore e la sua evoluzione emotiva, fisica, psichica, possa far riflettere sul concetto di essere ed appararie.

10 – Le chiedo di lasciarci con una citazione del suo romanzo che vuole leggano i lettori.


L’unico luogo dove si ridiscutono le regole sociali, dove la scala gerarchica subisce un rimescolamento basato su nuovi principi, non di natura economica o culturale, è la palestra. Una volta in sala pesi, tutti in abbigliamento sportivo, spogliati da cravatte, camice, camici, tute da lavoro, si crea una parità sociale. Non importa chi tu sia, avvocato, medico, professore, cuoco, netturbino, studente o disoccupato, in quel momento sei all’interno di una realtà parallela dove le regole sono dettate da chi ha più massa, da chi solleva più ghisa.

4 commenti:

  1. Gemellina cara con questa recensione mi hai ispirato pensieri e riflessioni lontane che non mi toccavano da tanto di quel tempo, riflessi anche questi ma che graffiano sempre nel profondo. Grazie per averci proposto questa lettura, con le tue parole, come sempre, hai arricchito la mia giornata e l'hai resa più piena. Grazie a te ed alle letture che scegli <3 un abbraccione

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    1. Cara Ely, grazie di cuore per le tue parole e per la tua dolcezza! <3 Un abbraccio fortissimo :***

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  2. Cara Antonietta, sembra davvero interessante questa storia che riflette la trasformazione di un giovane da insicuro a padrone di se stesso e della sua vita. Penso che molti di noi possano identificarsi in questo percorso che, in modalità simili o del tutto diverse, abbiamo comunque compiuto ne corso della nostra vita.
    Anche l'intervista è molto interessante :)
    Un bacione :-**

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    1. Ciao Maria, hai colto perfettamente nel segno. Ci sono molti aspetti e temi trattati nel romanzo nei quali rispecchiarsi ed è per questo che è una lettura adatta a tutti, che fa riflettere e comprendere.
      Grazie!
      Un abbraccio forte forte! <3<3<3

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