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giovedì 31 marzo 2022

Recensione: ACQUE PROFONDE di Patricia Highsmith

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di Acque profonde di Patricia Highsmith, una storia che non mi è piaciuta.

acque profonde

di Patricia Highsmith
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 317
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 7,99 € - 19,00€ 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2022
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟 

Trama:
Victor Van Allen ha trentasei anni, possiede una casa editrice di prestigio, ha una buona rendita, ed è stimato e rispettato dai concittadini di Little Wesley, nel Massachussets, dove vive con la moglie, Melinda, e la figlia, Margherita. La sua vita sembra quasi perfetta ma, in realtà, il rapporto con Melinda è in crisi da tempo e, pur di evitare il divorzio, sono giunti a un accordo che permette un precario equilibrio: Melinda può avere degli amanti, ma non deve abbandonare il tetto coniugale. Vic in società si dimostra sempre molto tollerante con la moglie, anche per non venire meno alla sua fama di uomo liberale e razionale. Nonostante gli atteggiamenti di facciata, però, non è esente dalla gelosia e a una festa cerca di allontanare l’ultimo amante di Melinda raccontandogli di essere un assassino. Quello che era nato come uno scherzo si dimostrerà carico di conseguenze quando la bugia diventerà reale e Vic non riuscirà più a frenare i suoi istinti. Un viaggio nei meccanismi più reconditi dell’inconscio che svela come, talvolta, l’autocontrollo sia solo la più infida delle nevrosi, capace di mutare un uomo apparentemente tranquillo in un omicida.

RECENSIONE

Acque profonde. Mi aspettavo molto di più. Riflettendo, forse no. O meglio, io lo avrei scritto diversamente. 

Vic è il protagonista. Marito devoto, padre di famiglia, uomo che vive di rendita e che nonostante ciò, è proprietario di una casa editrice. Ama la moglie, e all’inizio penserete che sia cieco di fronte alle nefandezze che quest’ultima compie. 

Melinda. Ah, Melinda. Che brutto personaggio. Non posso nemmeno dire, in questo caso, che io amo i personaggi deviati. Perchè Melinda non è nemmeno questo, non la posso giustificare in alcun modo. È una donna che tradisce, antipatica, egoista, priva di qualunque spessore. Non è che ce l’ho con lei, sia chiaro! 
Mi baso sul modo in cui l’autrice ha deciso di descriverla. Anche perchè questa storia è narrata in terza persona, ed è un punto a suo sfavore. 

Melinda, dicevamo. Frequenta altri uomini, di ogni genere, li porta a casa, a cena, si ubriaca con o senza di loro, di fronte al marito che sembra accettare qualunque cosa lei faccia. Vic è un uomo di cultura, molto amato da tutti i loro amici, che lo compatiscono, lo ammirano, e lo difendono dai comportamenti fuori luogo della moglie. Coppie sposate che prendono le parti del marito che si comporta come un santo, accogliendo le frivolezze della moglie e subendo tutti i tradimenti che lei gli riserva. 
Questo è quello che leggerete nelle prime pagine del libro. 

E poi? 
Ecco. 
E. 
Poi. 
Le premesse mi hanno incuriosita. Ci vedevo uno sviluppo pieno di suspense e di colpi di scena nel momento in cui l’autrice avrebbe messo alle strette Vic e fatto finalmente venire fuori la verità. 
Vi spiego. 
Mi ero immaginata tutta un’altra storia. Pensavo che Vic fosse molto più forte e determinato. Che avesse la capacità di farsi valere, che addirittura ci fosse qualche motivo nascosto, misterioso per il suo comportamento così accondiscendente. E invece, è tutto molto semplice. 
Un giorno come un altro, Vic si stanca. 
E comincia a uccidere. 

Mi dispiace, ma non basta. 
Per una come me, abituata a letture molto più forti, che un marito devoto si trasformi in un assassino, non è nulla di sconvolgente. 
Per farmi saltare sulla sedia, ci deve essere una consistente introspezione psicologica, quasi maniacale, ossessiva, approfondita, fin tanto che ripugnante, che mi trascina nel fango e nella melma di un’anima che diventa sporca e vendicativa. 
Figuratevi che anche il modo in cui uccide, mi ha annoiato. 
Boh. 

Mi dispiace fare questo spoiler, ma tanto è scritto anche nella trama. Ed è proprio questo il problema. Che nella trama è già svelato tutto. Tranne un piccolissimo particolare del finale, che, ahimè, non mi ha scosso per nulla. 

Inoltre, lo stile dell’autrice non mi è piaciuto. Molto lento, lentissimo. Soprattutto all’inizio. Pagine intere di pensieri di Vic, di racconti che riguardano gli amici della coppia, e di cose che non mi interessano minimamente. 
Ciò che volevo leggere, invece, era il disvelamento psicologico del protagonista. O almeno, è questo quello che la trama fa credere. 
Quando inizi a leggere, pensi che entrerai nella mente di un uomo normale, che all’improvviso decide di cambiare le carte in tavola e di prendersi tutte le rivincite. 

E invece non è così. Anche nel momento in cui si verifica il cambiamento d’azione di Vic, che da succube diventa carnefice, è tutto molto piatto e privo di coinvolgimento. 
Livello zero di suspense. 
Ma non è possibile, perchè secondo me, un thriller psicologico si basa sulla suspense. Deve farti fare mille congetture, per poi spiazzarti nel finale. Non succede nulla del genere. 

Non nascondo che mentre leggevo, ho riso più volte. Ho riso di Vic e della moglie Melinda. Non mi hanno trasmesso nulla, sembravano essi stessi estranei alla storia. L’unica cosa che salvo è proprio l’assurdità del personaggio di Melinda. Capite che la salvo proprio per la sua follia. È un personaggio così improponibile, irreale, che ha una sua originalità di fondo, che poi alla fine, mantiene in piedi tutto il teatrino del marito e di ciò che gravita intorno a loro.
Io mi sono convinta che se Melinda non ci fosse, Vic non esisterebbe nemmeno.

Ho letto da qualche parte che il film, tratto da questo romanzo, adesso in onda su Prime Video, è stato definito un thriller erotico. 
Boh, sarà qualcosa di diverso dal libro, allora. 
Perchè di erotismo, in questa storia, nemmeno l’ombra. 

Rendere coinvolgente un thriller psicologico è difficile, soprattutto quando tratta un argomento così sfruttato come quello del tradimento e del matrimonio. 
In Acque profonde è tutto così scontato, che alla fine ti chiedi, ma ne è valsa la pena? 
Ah, non chiedetelo a me.

2 commenti:

  1. Ciao Antonietta, ho visto il libro e poi ho letto la tua recensione e mi è venuto da sorridere: ritrovo nella tua descrizione di Vic il volto inespressivo di Ben Afflek che lo interpreta! Capisco ora che è stata certamente una scelta attoriale, che perfettamente -dunque- rimanda al protagonista del libro. Anche il film è piuttosto piatto e di sexy non ci sono nemmeno i titoli di coda...

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    1. Ciao, ti capisco benissimo su Ben Affleck, anche perchè io volevo vedere il film, ma poi mi è passata la voglia, sinceramente, e infatti non l'ho più visto.
      Da come ne parli, non mi sono persa niente! :-)

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