Ultime recensioni

giovedì 1 dicembre 2022

Recensione: LOVE IS RED di Sophie Jaff

Buongiorno! Oggi vi parlo di un thriller pubblicato qualche anno fa. Love is red di Sophie Jaff, edito BookMe, mi ha sorpreso, ma non abbastanza.

love is red

di Sophie Jaff
Editore: BookMe
Pagine: 330
GENERE: Thriller
Prezzo: 7,99€ - 14,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2015
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
La sua prima arma è il sorriso: accattivante, irresistibile. Adocchia le sue vittime nei locali alla moda di New York e le seduce con studiata naturalezza. Le fa parlare, le osserva, offre loro da bere e alla fine riesce sempre a portarle là dove vuole arrivare. Già tre ragazze sono morte nell’ultimo mese, la pelle incisa da arcani solchi, e mentre le forze dell’ordine si affannano per trovare il più piccolo indizio, non c’è donna sola, in città, che non sia costretta a convivere con la paura. Quando, nel clima di angoscia scatenato dai misteriosi omicidi, Katherine incontra David per la prima volta, la chimica tra i due è immediata. David non è solo bello, è anche colto, garbato, pieno di attenzioni. Tutto il contrario di Sael, il suo migliore amico: freddo, scostante, eppure dotato di un fascino dall’intensità quasi elettrica. Prima ancora di accorgersene, Katherine si ritrova invischiata in un doppio gioco di seduzione dove niente e nessuno è quel che sembra. E mentre il conto delle vittime sale e l’intera città sprofonda nella psicosi, il cerchio di un destino dalle radici antichissime si stringe attorno a Katherine e ai due uomini che le confondono il cuore. Alla fine, la verità verrà a galla in tutta la sua sconcertante potenza, in un crescendo di colpi di scena dalla portata terrificante. Passione, adrenalina e tutti i colori delle emozioni in un thriller sensuale e intrigante come non ne avete mai letti.

RECENSIONE

Love is red è un thriller che parla d’amore e di morte. C’è un erotismo velato, poco accennato che, però, contribuisce a creare un’atmosfera coinvolgente, pregna di odori e di sapori, soprattutto nella parte iniziale. Non c’è dubbio che le prime pagine mi abbiano catturato subito. 

Kat è una donna che sa quello che vuole, vive con un’amica e suo figlio, e un giorno come tanti, incontra David all’interno di un museo. New York è affascinante ma anche claustrofobica per certi versi, soprattutto quando si susseguono una serie di omicidi per mano di un serial killer definito il Mietitore. Ovviamente le sue vittime preferite sono le donne. 

La storia è raccontata attraverso la voce di Kat e dell’assassino. Due modi di vedere e di vivere completamente diversi. Non sappiamo chi sia il killer, ma impariamo a conoscere la sua personalità attraverso i suoi racconti di come avvicina le sue vittime. Un elemento che mi ha fatto storcere il naso spesso è stato l’elenco di sensazioni che proprio il killer fa comparandole continuamente a odori e sapori, addirittura cibo, o piante, o qualunque cosa esista sulla faccia della terra. 

Liste lunghissime, come quelle della spesa, che non servono assolutamente a nulla. Non ci dicono nulla in più di lui e rallentano soltanto la narrazione. Io, infatti, le ho saltate. Anche perché, l’autrice tenta in tutti i modi di depistare il lettore, ma fin dalla prima pagina è chiaro chi sia il killer. 
Almeno per me non c’è stata nessuna sorpresa. 
 
Come fai ad apprezzare la vita se non hai provato a distruggerla?

Kat comincia a frequentare David, un ragazzo gentile, colto, con cui ha tante cose in comune, fino a quando non ha un incontro alquanto strano con Sael. L’uomo prova a sedurla in un modo molto intrigante, durante una serata del tutto particolare, ma lei, pur provando un’attrazione al di sopra del comune, non cede, invertendo i ruoli. 
I due si rivedranno, indovinate quando? Proprio durante un appuntamento tra Kat e David. 
Sael è il migliore amico di David. 
Ok, fin qui tutto bene. 

I problemi nascono quando l’autrice vuole a tutti i costi far creder al lettore che il colpevole sia una determinata persona. Ecco, questo l’ho trovato molto stupido. L’escamotage per far credere che il colpevole sia tizio, (non posso dirvi chi), sembra un capriccio da parte dell’autore, che non fa altro che far concentrare ancora di più il lettore su chi sia DAVVERO il colpevole. 

Sael è un personaggio ambiguo e misterioso. Devo ammettere, però, che è dotato di un fascino carismatico. Di solito non vado molto d’accordo con i protagonisti maschili dei libri, li trovo sempre troppo stereotipati, o sdolcinati, o esageratamente marcati, quasi ridicoli, invece Sael è ben costruito. 
Lui è DAVVERO un uomo ambiguo. 

L’ambiguità la tocchi con mano quando leggi di lui. Non è una caricatura, come spesso mi è capitato di leggere nei thriller o nei romanzi Dark dove questo tipo di personaggio, più tendente al male che al bene, appare. No, Sael è un mistero, senza dubbio. Non è bellissimo, ma ha quel fascino che ti spezza. Tormentato e cupo, non sai mai cosa aspettarti da lui. Un fascino disperato, oserei dire. 
Kat è un personaggio con cui è facile empatizzare. Ho condiviso con lei i suoi dubbi su entrambi questi uomini. Il rapporto con Sael non sarà perfetto, ma quello con David è troppo perfetto per essere vero. 

 
Chissà come reagirebbe se le dicessi che il tizio morirà presto.

Il Mietitore continua a uccidere, fino a quando viene addirittura catturato un uomo. Ovviamente non è il vero colpevole. Le cose si complicheranno quando verrà uccisa anche l’amica di Kat, e a una trama thriller con risvolti erotici, si aggiunge anche un pizzico di paranormale che a me ha fatto storcere un po’ il naso, ma tutto sommato ci può anche stare. 

Questo romanzo è per menti che amano storie particolari. È scritto in un modo assurdo. Uno stile all’occorrenza descrittivo, ma che non manca di essere morbido e avvolgente quando si tratta di raccontare dell’amore e delle sue infinite sfumature. 
Questa storia è cupa. Mi ha ricordato le ambientazioni medievali, pur essendo ambientata nell’epoca moderna. I sentimenti e le emozioni che scatena, però, sembrano essere radicati dentro noi stessi, quasi come se avessero a che fare con qualcosa di arcano, sepolto sotto la cenere, ma mai del tutto morto. 

Non è stata la lettura che mi aspettavo. Me lo immaginavo diverso, ma non per questo non l’ho apprezzato. Anzi, va detto che merita di essere letto, se non altro per l’originalità della trama e dello stile. 
Tralasciando il fatto che dopo due pagine sapevo chi era il Mietitore. 
Ma che colpa ne ha l’autrice se niente più mi sorprende?

Nessun commento:

Posta un commento