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giovedì 7 gennaio 2016

Il Siberiano di Giovanna Roma Recensione

Buongiorno! La recensione di oggi tra cioccolata e caramelle della calza, è dedicata al romanzo Dark di Giovanna Roma, dal titolo Il Siberiano. Dopo La mia vendetta con te, questa autrice molto particolare e coraggiosa, torna con il sequel che ho considerato molti passi avanti rispetto al precedente. Prossimamente partirà il blog tour grazie al quale, nella tappa a me destinata, ci sarà un’interessante intervista… Stay tuned!



Titolo: Il Siberiano
Autore: Giovanna Roma
Editore: Selfpublishing
Pagine: 347
Genere:  Dark Romance
Prezzo: € 1,99 Ebook
Uscita: Dicembre 2015


TRAMA


Sono stato tradito dal mio migliore amico. Maksim non ha ben chiaro contro chi ha dichiarato guerra. È giunto il momento di un cambio al vertice, di pagare per i propri errori. Lacrime di sangue righeranno le guance della sua bella Katerina. Non supererà mai il dolore che gli infliggerò. Ha avuto l’audacia di tradirmi ancora, ma scoprirà sulla sua pelle che sarebbe stato meglio non essere ritrovati dal Siberiano.



**Attenzione**

Dark Contemporary Romance.

Questi romanzi contengono situazioni inquietanti, scene molto forti, violente, esplicite e un linguaggio crudo. Non adatti a minori o persone particolarmente sensibili o suscettibili. Leggerli potrebbe scioccarvi, persino disturbarvi.



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Il Siberiano è il degno sequel de La mia vendetta con te e sapete perché dico degno? Perché prima di tutto è senza dubbio superiore al suo predecessore per molti motivi che sto per spiegarvi. Lo stile di Giovanna Roma difficilmente lo trovate da qualche altra parte, ve lo dico subito. Potrà piacere o non piacere, potrà farvi storcere il naso, infastidire, ma è suo, e non è facilmente equivocabile. Cosa significa questo? Che il modo in cui scrive non lo confondete con quello di qualcun altro e questo è sicuramente un punto a suo favore.

La personalità di un autore viene prima di ogni cosa, secondo me. Al di là del suo piacere o meno, essere riconoscibili rende uno scrittore unico nel suo genere, nel bene e nel male.

Come nel precedente romanzo, anche questa volta l’autrice non si tira indietro e racconta una storia forte, terribile, dannata, macchiata di sangue e di violenza, di morte, ma ascoltando forse una voce che giunge da lontano, ha smorzato un po’ i toni di quell’irruenza tanto passionale e spesso feroce che la contraddistingue, nella forma come nel contenuto, al punto da rendere questa storia meno spigolosa, e in qualche modo più avvicinabile.
Avvicinabile nel senso di coinvolgente e apprezzabile da più persone, più vicina e meno travolgente dal punto di vista dell’aggressività eccessivamente marcata dimostrata nella trama e nel linguaggio del primo romanzo.



“Voglio che ricordi che io non sono l’eroe buono e mai lo sarò. La voce densa mi aggroviglia lo stomaco e salire le lacrime agli occhi. A sentirlo parlare sembra davvero condannato alle fiamme per l’eternità e a non bramare altro. Quindi era giusto ucciderli? Ha un’espressione tesa. Perché è questo che fanno i cattivi, uccidono i buoni, non è vero? Sta zitta! scatta in piedi, stringendo forte i pugni. Non c’è bontà in me, Kate. Non perdere tempo a cercarla. Gli occhi sono inferociti e urlano un bisogno selvaggio di distruzione.”

Ritroviamo Maksim e la sua Katerina in un rapporto amoroso al di fuori di qualsiasi schema di controllo che possa essere ricondotto alla moralità e alla normalità. Ma a qualcuno interessa la normalità? Ditemi di no, vi prego. Perché senza indugiare inutilmente in vezzi e sciocchezze proprie delle storie d’amore per timorosi e puritani, quello dei due protagonisti è un legame forte ma pungente, caldo ma anche freddo che ghiaccia corpo e cuore se non adeguatamente surriscaldato. Vita e vivere, questo è quello che emerge dalle pagine attraverso un uso, senza mezze misure, del pericolo, dell’inganno, del tormento e soprattutto della vendetta.

Eh sì, ancora un’altra vendetta che questa volta metterà il nostro eroe cupo e nero in pericolo. Lo metterà in catene e la sua forza, la sua durezza, il suo animo rude ed incontrastato verrà messo ancora una volta alla prova dal nemico più spietato, quello che un tempo era suo amico: il Siberiano.

E cosa c’è di più terribile, sanguinoso, disarmante dell’amicizia che si trasforma in tradimento e poi vendetta? E’ questo ciò che ci mette davanti l’autrice. Tre personaggi che si contendono lo scettro di protagonisti. Maksim, l’ineguagliabile fonte di forza e peccato, la stella marcia che si nutre delle tenebre, l’indomabile assassino che lentamente mostra pezzi del proprio cuore. Risultato: inarrivabile, come nel primo romanzo.  Katerina, la giovane donna vittima dei suoi stessi desideri che nel primo romanzo sembra più una bambola che una vera protagonista. Dimenticatevi di lei per come la ricordate. Adesso è un’altra, finalmente. Mostra polso, ritmo e costanza. Mostra di saper padroneggiare il nuovo ruolo che le è stato affidato, a suo modo gestisce una fetta di controllo nonostante i tentativi subdoli di Maksim di irretirla. Risultato: migliorata al cento per cento rispetto al precedente, assicurato. E infine, lui, il Siberiano, la new entry sul palcoscenico, colui che appare a tratti e crea una serie infinita di strappi che passo dopo passo giungono fino alla carne martorizzata delle sue vittime. Un assassino senza coscienza, una macchina da guerra, il peggiore di tutti, colui che incarna il silenzio freddo della morte. Risultato: è lui. Che altro?

“Ti sei offerta a me, senza sapere cosa si nasconde dietro le mie azioni? È a lui che sto affidando la mia vita. La disperazione fa prendere decisioni folli. Boccheggio sotto la sua perfidia, però non lo implorerò di lasciarmi respirare.”

Scene piccanti, bollenti in cui il sesso diventa senza dubbio espressione di dominazione, potenza, controllo e se prima l’amore non era neanche avvisabile, adesso c’è qualcosa che si muove e lo fa anche velocemente! Maksim si sente sempre più catturato dalla sua donna, da colei che un tempo considerava solo una prostituta ma che adesso comincia a volere quasi per sempre. Sempre sì, nonostante questa parola gli faccia un po’ paura, ma più passa il tempo e più lui si rende conto che ha bisogno della sua presenza e soprattutto comprende quanto Katerina riesca a colmarlo, accettandolo in tutta la sua bestialità.




L’autrice ci spiega aspetti del passato di Maksim che aiutano a comprendere il suo carattere, validi per l’inserimento del personaggio del Siberiano.

Per chi ha letto la mia recensione al romanzo precedente sa che alcune cose non mi erano piaciute ma avevo ugualmente premiato il coraggio di Giovanna Roma nel perseguire le sue idee, le sue creazioni, anche se consapevole della loro durezza e violenza. Uno stile spiccio, spesso volgare che in questa seconda prova trova una sua collocazione e accettazione. I modi si sono ammorbiditi, la storia è cresciuta, le atmosfere sono sempre pregne di suspense e attesa. 

Apprezzo l’aria da thriller che si respira, che tiene sempre sulle spine, e la sua capacità di andare a fondo nei personaggi, non esiste superficialità in questo senso. Di ognuno di essi riesce a darci un quadro completo, insomma è facile identificarli come fossero di carne ed ossa, talmente presenti da essere quasi soffocanti. Oppressivi come le maniere di Maksim che a volte ti fanno sentire spaesata ma curiosa. E’ così anche nella lettura. 

Le scene ti scuotono, scorrono veloci, animate, tragiche nella loro drammaticità perché i protagonisti di Giovanna Roma non sono esseri facili, la loro umanità va cercata, scavata, e forse trovata. Le loro azioni non sono assolutamente condivisibili e il loro mondo è fatto di odio e di morte. Non sono salvabili, né prima né dopo. Non ci sono prospettive utopiche di salvazioni memorabili. Maksim è questo: una roccia che non ammette cedimenti, se non quelli avvertiti con il battito del suo cuore. Ma sono solo accenni… Non illudetevi.

Certo è che la storia matura, il rapporto amoroso prende una strada, smettendo di restare in bilico, il Siberiano è un elemento estremamente valido per accompagnare i veri protagonisti a fondo della loro storia, senza pentimenti né remissioni. Perché una cosa ho capito con i romanzi di Giovanna Roma: non esistono incertezze né passi indietro. Lei procede dritto per la sua strada, qualunque sia il bagaglio che si porta sulle spalle, e credetemi, ne ha scelto uno davvero pesante. Ha scelto di scrivere diversamente, ma ha mostrato la sua intelligenza quando ha reso le sue storie più vicine alla realtà, meno burbere e intoccabili. Le ha rese un po’ più umane e ha dimostrato di maturare, di crescere, di migliorarsi. Non credo esista successo più grande di questo: superarsi e mai tornare indietro.

3 commenti:

  1. Grazie, grazie, grazie per la recensione. Le tue parole mi fanno riflettere su tutto il lavoro dietro Il Siberiano. Il tuo scritto e' il risultato che anelavo di raggiungere: il riconoscimento di avere uno stile mio e migliorare sempre.
    A presto con il blog tour.
    Giovanna Roma

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    1. Un risultato meritato cara Giovanna, come per la prima recensione anche in questa sono stata sincera e mi è piaciuto molto per tutte le motivazioni che ho indicato. Continua così e grazie a te!

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    2. Ci sarà il seguito del libro?? Quando??

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