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lunedì 5 giugno 2017

Il viaggio di Caden di Neal Shusterman Recensione

Buon lunedì! Oggi vi propongo una lettura molto interessante grazie ad HotSpot che affronta un tema a me caro: la schizofrenia. In particolar modo, in questo caso, si tratta della storia del figlio dell'autore, indi una storia vera, che nel libro si chiama Caden. Un romanzo intenso, doloroso che ti porta nei meandri della follia, e quando ti lascia, non lo fa senza segni.

il viaggio di caden
di Neil Shusterman

Editore: HotSpot Il castoro
Pagine: 294
GENERE: Romanzo
Prezzo: 16,50 € 
Formato: Cartaceo 
Data d'uscita: 2017
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Caden Bosch ha 15 anni ed è sempre stato un ragazzo estroverso, pieno di amici e di talento. Da qualche tempo però ha cominciato a sentirsi inquieto, a fare strani sogni e sentire sensazioni ossessive, maniacali, compulsive. Sempre più spesso si ritrova su un galeone che solca il mare alla volta della Fossa delle Marianne, tra tempeste e mostri marini che non riesce a controllare. Caden va in crisi, non distingue più reale e irreale. Da una parte si ritrova in ospedale, accanto al dottor Poirot e agli amici Hal, Carlyle, Skye e Callie. Dall’altra parte è combattuto tra la lealtà verso il capitano della nave e il fascino dell’ammutinamento. Il fondo della Fossa delle Marianne è sempre più vicino e Caden deve scegliere: lasciarsi andare o cominciare la risalita?

RECENSIONE

Il viaggio di Caden è un romanzo scritto da un autore che parla dell’esperienza diretta del figlio di nome Brendan, affetto da schizofrenia. Una storia toccante e drammatica che accompagna il lettore all’interno di un viaggio in cui fantasia e realtà si confondono oltre l’impossibile. 
Ho scelto di leggere questo libro perché l’argomento mi ha sempre interessato a tal punto che in passato ho letto tanti manuali che parlano di questa malattia, studiandola da molti punti di vista. Quindi, sì, conosco di cosa sto parlando e la vita di Caden è stata comunque una dolorosa scoperta a suo modo affascinante e capace di spingere verso tante riflessioni.
Hai due certezze. Primo: sei stato laggiù. Secondo: non puoi esserci stato.
La follia è una condizione dalla quale non puoi fuggire. Il folle è come un vagabondo, è fatto di un eterno vagare che lo conduce alla ricerca di quel posto che è proprio e che è soltanto il suo. Vi dico questo perché la follia è una malattia che ti fa perdere lentamente il contatto con la realtà e con te stesso. 

L’io schizofrenico comincia a disgregarsi ed ecco che per la persona affetta da questa malattia è impossibile percepire se stessa come un essere integro e vivo. Questa condizione è estremamente dolorosa, quasi tragica. Immaginate di perdere la cognizione di tutte le sovrastrutture che vi permettono di comprendere il mondo e di comportarvi di conseguenza. Immaginate di perdere qualsiasi tipo di appiglio, di consapevolezza, di certezza e pensate di sentirvi come alla deriva. Ecco, così si sente un folle e così si sente Caden in questo romanzo.

La sua è una storia commovente ma anche dura e difficile, complicata per certi versi perché ci mette continuamente a confronto con ciò che non possiamo spiegare: ossia i misteri della mente umana.

Caden vive con i suoi genitori e con una sorella. Va a scuola e comincia a dare segni di cedimento quando racconta al padre che qualcuno lì vuole ucciderlo. Questo è solo l’inizio delle sue manie di persecuzione, dell’odio che vede ovunque e dell’incapacità di sentirsi parte integrante della realtà nella quale vive.

Anche la sua camera, diventa luogo di presenze oscure e nefaste. I delfini raffigurati sulle pareti, esseri delicati ed innocenti, ai suoi occhi appaiono come mostri che attendono soltanto di fargli del male.
Le carte dell’ospedale sono firmate. Il patto col diavolo è stato stretto.
Caden è un ragazzo di quindici anni che deve fronteggiare una condizione molto più grande di lui e che giorno dopo giorno lo conduce a diretto contatto con l’abisso.

Lo stesso abisso che la sua mente gli suggerisce e che fa parte del viaggio immaginario che deve compiere a bordo di una nave dove è prigioniero insieme ad altri ragazzi. Proprio lì si confronta con il capitano, burbero e cattivo e con il suo pappagallo, con un occhio solo.
All’interno del libro ci sono tanti disegni che sono stati realizzati direttamente da Brendan, quindi esprimono realmente ciò che ha vissuto e sentito quel ragazzo.
Caden è il suo alterego ed è il modo dell’autore di esorcizzare una malattia che ti distrugge dall’interno senza che tu te ne accorga. Ti consuma letteralmente perché ti fa perdere senza volerlo il contatto con la realtà.

Lo stile è semplice e curato. Il lettore vive sulla propria pelle il viaggio immaginario di Caden e anche i suoi pochi momenti di lucidità che lo vedono a contatto con la famiglia, gli amici e la stessa società dalla quale è inevitabilmente tagliato fuori.

La follia è una malattia punitiva da un certo punto di vista, è qualcosa che per combattere devi averne coscienza e nel caso della schizofrenia non è così facile, né logico o banale. Perché la prima cosa che si perde è proprio il contatto con se stessi.
Sento dei passi. Si apre una porta, e mani, dozzine di mani, centinaia di mani mi afferrano. Non posso lasciare che mi prendano.
L’io narrante diventa il riflesso della perdita di consapevolezza di Caden che passo dopo passo confonde sempre di più l’immaginazione con la realtà fino ad essere condotto all’interno di un ospedale psichiatrico dove conoscerà tanti altri ragazzi e dove troverà una qualche forma di conforto in una ragazza che ama guardare fuori dalla finestra per tutto il tempo.

La finestra è un simbolo importante, questo romanzo è pieno di simboli e di metafore che sta a voi interpretare. La finestra sul mondo, il vetro che separa lo schizofrenico dal resto della realtà.
Perché è questo quello che succede. La follia ti porta ad estraniarti, senza che tu lo voglia. Ti porta a sentirti spezzato, ad avvertire che il tuo io, la tua consapevolezza di te stesso si sta facendo a pezzi e sta cadendo piano piano senza fare rumore. Perché a te sembra che nessuno ti stia ascoltando e che nessuno possa aiutarti. In realtà le persone ci sono, come nel caso di Caden, persone che vogliono prendersi cura di te, ma molto spesso è davvero difficile, se non impossibile rompere quel muro dietro il quale il folle si nasconde, non per sua volontà. Un muro che lo separa dal resto del mondo e che lo separa persino da se stesso, perché egli finisce per perdere la coscienza di sé, non sa più che esiste, non sente più che è vivo, è un morto che cammina.
Non vedo nulla. Niente nave. Niente mare. La nebbia è densa come cotone.

Per Caden il percorso è tortuoso e doloroso, la sua esistenza può apparire da un lato molto suggestiva per quel perdersi quasi romantico e malinconico, ma dentro i suoi occhi si può scorgere solo tanta sofferenza, quella sofferenza che ti porta a non poterti esprimere come vorresti e a gridare in cerca di aiuto. Un dramma interno che è avvolto da un’oscurità pregnante e profonda, in fondo alla quale, spesso può esserci ancora un barlume di speranza. Ma se non tocchi il fondo non puoi vederla.

6 commenti:

  1. A parte essere ripetitivo in alcuni punti l'ho trovato scritto magnificamente. Se sottolineassi i libri (ma non lo faccio!) sarebbe tutto una riga!!!

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    1. Sono perfettamente d'accordo con te sulla sottolineature, a tratti è davvero magico anche se non smetti mai di pensare a quanto disagio e dolore ci sia dietro.

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  2. Io sono di parte, perché amo Shusterman. Non vedo l'ora di leggere questo libro *-*

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  3. Ciao Antonietta <3 Una storia molto forte e commovente, una di quelle che di solito evito di leggere perché mi scombussolerebbe l'anima. Ma credo che l'affronterò comunque, perché mi ha colpito e perché sento di doverla leggere. Le tue parole mi hanno fatto capire che si tratta di una lettura che non posso perdere :)
    Un abbraccio <3<3<3<3

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    1. Ciao Maria, io adoro questo tipo di storie, anche perchè la mente mi ha sempre affascinato tantissimo. Grazie! <3
      Un abbraccio! :****

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