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lunedì 27 gennaio 2025

Recensione: FARE FEMMINISMO di Giulia Siviero

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Nottetempo, oggi vi parlo di Fare femminismo di Giulia Siviero.

fare femminismo

di Giulia Siviero
Editore: Nottetempo 
Pagine: 192
GENERE: Saggio
Prezzo: 11,49€ - 16,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Nella storia dei femminismi, il racconto delle pratiche è spesso rimasto ai margini. Eppure la politica delle donne, dalle suffragiste fino ai giorni nostri, si distingue da tutti gli altri movimenti perché ha saputo intrecciare a pensieri e parole una creatività militante unica e spettacolare. Questo è un libro di racconti e storie, ma intessuto di elaborazione teorica: su come i femminismi abbiano organizzato in piazza funerali alla femminilità tradizionale e liberato topi alle fiere per matrimoni, inventato dispositivi per abortire frugando nei negozi per acquari, distrutto proprietà o opere d’arte. Su come abbiano esposto corpi e vulve nello spazio pubblico, occupato le aule di tribunale per mettere in discussione la legge nei luoghi della sua applicazione, trasformato il silenzio, la rabbia o la provocazione in azione ed escogitato rifiuti, scioperi e ostinati boicottaggi per trasformare sé e il mondo. Le pratiche raccontate da Siviero possono “aprire il presente all’imprevisto, fare la differenza. E questa resta ancora oggi la nostra scommessa politica”. Di fronte al successo mondano di parte del femminismo e di un movimento spesso ridotto alla richiesta di diritti civili, questo libro rappresenta un invito a recuperare una genealogia femminista radicale cui poter attingere per rimettere al mondo desideri, invenzioni antagoniste, esperienze di sorellanza e sovversione, gesti di libertà.

RECENSIONE

Leggere Fare femminismo di Giulia Siviero è stato sorprendente e anche di grande ispirazione. Immaginavo un testo dove avrei trovato riflessioni, critiche al sistema, e invece ho trovato una serie di descrizioni dettagliate ed esaustive di come nasce l’idea della “donna per la donna”, cioè quando le donne, in quanto femmine, si sono realmente rese conto di cosa sono e di cosa possono essere, sia in relazione alla loro testa, al loro cervello, alla loro mente, ma soprattutto al loro corpo. 

È alla fine degli anni sessanta che in tutto il mondo, in modi diversi e con altrettanti personaggi con personalità curiose e definite a modo loro, che la donna comincia a guardarsi allo specchio e a distaccarsi dal modello patriarcale nel quale era stata inserita fin dalla notte dei tempi. Questo libro è davvero importante per chiunque voglia capire il femminismo, ma non è un compendio di concetti, di storielle, di parole da usare o non usare come ne ho visti molti in giro e non è nemmeno un volume che si adatta alla corrente di pensiero odierna: ossia che cavalca l’onda del successo di tutto ciò che riguarda il femminismo a partire dal riverbero incupito sui social, in televisione, nelle assemblee e nei cortei di piazza. 

L’opera di Giulia Siviero si distacca da tutto questo e si concentra, invece, su una visione che spiega davvero che cosa è stato l’inizio del femminismo e cosa le donne pensavano all’epoca, cosa gli passava per la testa, i primi cambiamenti che hanno pensato e poi attuato, fino ad arrivare a oggi. Il femminismo dovrebbe essere prima di tutto uno spazio dove la libertà di qualunque individuo venga non solo protetta ma tutelata in modo che esistano sempre le condizioni affinché ognuno possa sentirsi a proprio agio. 

E l’errore fondamentale che è stato fatto negli anni è stato quello di credere che una volta raggiunti determinati risultati, ci si poteva sedere sugli allori, invece il libro dimostra come ogni lotta femminista sia una nuova lotta ogni giorno. Non esiste fermarsi e non esiste nemmeno pensare che ciò che si è raggiunto oggi possa durare per sempre o possa bastare. Non è un’assicurazione sulla vita che preclude il femminismo da qualsiasi stoccata negativa, non è una banca dati da cui prendere ciò che serve e poi dimenticarsene, ma è un vero e proprio movimento e modo di pensare che si alimenta ogni santo giorno con nuovi modi di pensare, scelte coraggiose e tante ma tante forze che si uniscono. 

Negli ultimi tempi il femminismo è diventato una gara fatta di slogan pubblicitari, di magliette che inneggiano alla lotta (formale, mai fisica), libri che spergiurano a destra e manca soluzioni affinché tutti possano essere femministi perché il femminismo è cosa buona e giusta, ma in realtà, oggi si sta pensando più all’idea di femminismo che al femminismo come atto corporale e fisico, come urla che rompono i timpani per davvero, come persone che scendono in piazza e cambiano il mondo. 

La foto della copertina, l’avete vista? È della fotografa venezuelana Argelia Bravo e rappresenta una madre che allatta con un passamontagna in testa. La donna rappresenta colei che nutre il cambiamento, e il cappuccio si collega alla tradizione venezuelana di cullare i bambini con l’inno nazionale. Un inno scritto durante il periodo in cui il Venezuela cercava la propria indipendenza dagli invasori spagnoli. Il testo s’intitola “Gloria al popolo bandito.” Ecco il motivo del passamontagna e l’idea in qualche modo sovversiva ma estremamente “giusta” di combattere per i propri ideali e la propria libertà, essenza, vera anima. 

In passato, le donne erano talmente relegate a ruoli subordinati , per non dire inesistenti, che conoscevano poco o nulla persino della loro sessualità. Ed è proprio da questo aspetto che parte la ricerca di significati e di discorsi dell’autrice. Il corpo delle donne era un fatto di dominio esclusivo degli uomini, mariti o medici. La donna non sapeva proprio come era fatta, a livello anatomico e si fidava di tutto ciò che le veniva detto dall’esterno. A noi, tutto ciò può apparire assurdo. A noi donne moderne che ormai conosciamo tutto di noi stesse. Beh, in passato non era affatto così, e bisogna aspettare gli anni settanta perché le prime donne rivoluzionarie e femministe decidano di riappropriarsi del proprio corpo, e mostrandolo alle altre donne come qualcosa che possediamo e di cui non dobbiamo vergognarci. 

Quante cose che si possono scoprire leggendo questo libro, cose di cui la maggior parte di voi non immagina nemmeno l’esistenza. Noi abbiamo ricevuto tutto su un piatto d’argento, ed è davvero sorprendente capire fin dove si siano dovute spingere le nostre antenate per darci quello che abbiamo oggi. Il problema principale che in alcuni contesti esiste ancora oggi è che c’è una divisione tra il mondo di fuori, ossia quello della produzione, delle guerre, della scienza e della cultura e il mondo dentro, fatto di casa e famiglia. Le donne erano le custodi di questo mondo dell’interno che era silenzioso, non poteva e non doveva comunicare con l’esterno e pertanto non possedeva nemmeno dignità politica. In verità, non possedeva nessuna dignità, a volte neanche quella umana, perchè le donne erano spesso dei gingilli che facevano parte della vita della controparte maschile senza voce e senza contenuto. 

Da questo deriva l’incomunicabilità delle donne tra di loro, e quando le stesse donne hanno cominciato a confrontarsi, uscendo da quegli anfratti bui nei quali erano state rinchiuse senza motivo, hanno compreso la loro forza data dall’unione di cervelli e corpi ben più dotati di quelli maschili e in grado di fare qualunque cosa

Silenzio, arrendevolezza, remissività, sono parole che vi sono familiari? Ancora oggi risuonano nelle nostre vite. Si pensi, per esempio, al concetto di volgarità. Le donne non dovevano parlare male, non dovevano usare termini osceni, il loro linguaggio doveva essere puro e scevro di qualsiasi allusione sessuale e di altro genere. Insomma, dovevano parlare tanto per, senza esprimere chissà quali concetti e non dovevano usare la lingua per ribellarsi. Tattiche di disordine e di maleducazione sono state usate dalle prime femministe per turbare il mondo patriarcale e disturbarlo per sempre. La volgarità è un’accezione da cui le donne dovevano stare lontane, ma è diventato anch’esso un modo per opporsi e per ribellarsi a tutto ciò che il patriarcato ha deciso per noi. 

Il corpo di cui le donne si sono riappropriate è stato usato e maltrattato in tutti i modi possibili soprattutto dalla scienza che ha usato caratteristiche femminili come la menopausa o il ciclo per addossare malattie con cui comandarle e tenerle sotto il proprio controllo. Nulla è stato mai spiegato e solo negli anni recenti, le donne hanno cominciato a capire di cosa erano capaci senza più vergogna né paura. 

Fare femminismo è un libro che ti fa riflettere, come amo fare in situazioni simili, che ti permette di capire, ma non solo, anche di addentrarti in terreni spesso impervi e pericolosi, ma che è doveroso calpestare. Capire cosa siamo e da dove veniamo in quanto donne non è solo una scelta personale che può sicuramente migliorarci, ma è anche un dovere che ci pone al centro di un grandioso cambiamento che sta avvenendo intorno a noi. 

Non ho la minima idea di dove questo cambiamento ci condurrà, ma di una cosa sono certa, ne voglio sapere il più possibile. E per capire dove siamo adesso, dobbiamo necessariamente rifarci al passato, dove tutto è cominciato. Giulia Siviero ci aiuta a fare chiarezza e a renderci più consapevoli di cosa è stato e di cosa sarà. Perchè oggi è importante esserci, e nel pieno marasma di pubblicazioni spesso sciocche, frivole e senza senso, è d’aiuto riconoscere ciò che è utile davvero. 
Fermatevi e aprite questo libro. 
Fatelo per voi.

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