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martedì 15 novembre 2016

Simon. Il cavaliere della fede di Claudio Zito Recensione + Intervista

Buon martedì cari lettori! Un Fantasy dedicato alla storia dei crociati e al concetto di fede e di verità è la storia di cui vi racconto oggi. Un romanzo che ci porta direttamente nel cuore dei cavalieri della fede con uno stile scorrevole e una storia che esalta la semplicità e la sincerità.

simon. il cavaliere della fede
di Claudio Zito

Editore: Selfpublishing 
Pagine: 160
Genere: Fantasy
Prezzo: 1,99 € - 10,00 
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2015
Link d'acquisto: QUI

Trama:
Un giovanotto dal carattere introverso, rivive in sogno la storia di un cavaliere tenebroso, esternando in questa doppia identità tutte le emozioni ed i sentimenti che giacciono prigionieri nel suo inconscio. La sua vita tanto tormentata è il risultato della decisione a cui è giunto: vivere all’insegna della fede per Dio, affrontando tutti i problemi che ciò comporterà.

RECENSIONE


Simon. Il cavaliere della fede è un romanzo che affronta il genere fantasy con uno stile semplice, quasi ingenuo, spontaneo, che avvicina molto il lettore alla storia e ai personaggi. 
Li avvicina sin da subito, dalle prime pagine dove chi legge entra in contatto con la vita del protagonista, un ragazzo di nome Simon che vive la sua quotidianità in modo estremamente normale, rapportandosi alla sua vita e alla sua famiglia. 
Ma Simon è una figura che ha qualcosa di speciale e attraverso la sua personificazione narrativa scappiamo dalla realtà per entrare in un mondo totalmente nuovo, nel quale bene e male si oppongono e dove emerge una luce sconfinata ed abbagliante: la fede. 
Le cose che accomunavano Simon, sua sorella e i suoi genitori erano l’amore per la famiglia e la disponibilità ad aiutare le persone bisognose, ma prima di tutto l’amore per Dio. Gli interessi in comune con suo padre erano la passione per le Crociate e per gli eventi misteriosi. Da piccolo era come stregato dalle storie che riguardavano gli ufo e le scoperte fatte nel campo dell’astronomia, sognava spesso di diventare un astronauta per viaggiare in lungo e in largo nelle galassie, allo scopo di scoprire l’esistenza di altri popoli da cui imparare nuove cose. Amava la fantascienza. 
Lo stile è scorrevole e fluido. La narrazione procede senza intoppi ma le vicende non mancano di intrighi e di una buona caratterizzazione dei personaggi. 
Il percorso che dovrà affrontare Simon, lo vedrà alle prese con una consistente maturazione psicologica e affettiva che coinvolgerà la sua mente, il suo corpo e soprattutto la sua anima. Egli diventerà un cavaliere della fede con l’aiuto di un personaggio fondamentale che è impossibile non amare ed apprezzare dalla prima all’ultima pagina. 

Il mentore e il consigliere, il saggio e l’incantatore, colui che esprime sempre giudizi sacri e da osservare dall’inizio alla fine: Sigfrid. Un personaggio dalle molteplici qualità che permette all’eroe di evolversi, di imparare dalle esperienze, di entrare in contatto con la parte più profonda di se stesso e di realizzare il suo io nella più assoluta libertà e nel rispetto di due valori fondamentali: l’amore e la verità. 

Sigfrid può essere considerato la chiave di lettura del romanzo se lo si rapporta al concetto di purezza e di fede. Egli rappresenta l’amore completo e totalizzante verso l’umanità e la volontà dell’autore di offrire al lettore una visione lineare e composta, distinta e solidale del concetto principale del romanzo: la potenza dei valori come il coraggio, i sentimenti puri e sinceri, l’onestà, la forza nella misura della protezione e del prendersi cura ma non dell’aggressività e dell’oppressione. 
Ogni tanto Sigfrid faceva una pausa, dando la possibilità a Simon di mettere a fuoco tutte le notizie che ora stava immagazzinando. 

Simon affronterà numerose sfide e non ci saranno soltanto personaggi che lo aiuteranno ma molti che gli si opporranno com’è giusto che sia. La sua storia è un viaggio sia reale che metaforico alla ricerca di se stessi e dell’affermazione dei veri valori della nostra esistenza.

Considerando il mondo di oggi e lo stato morale in cui tutti viviamo, il messaggio principale che ho colto in questa storia è stata proprio la delicatezza e una sorta di spontaneità che quasi tutti sembrano ormai aver perso. La volontà di credere ancora fermamente in qualcosa, perché è quello per cui Simon cresce e matura e soprattutto combatte. 

Un concetto che si chiama Fede, che ha a che fare con l’amore per Cristo e che coincide con il desiderio di veder superate tutte quelle barriere fatte di malvagità, di ostentazione, di rabbia e di ferocia in virtù di una maggiore comprensione e considerazione dell’essere umano. 

Simon è un ragazzo chiuso e poco incline a rapportarsi con il mondo e le esperienze che farà gli insegneranno a guardare dentro se stesso e a scoprire davvero cosa si cela nel suo cuore. Purezza e genuinità sono le caratteristiche fondamentali di questo testo che mi ha colpito per la volontà di mostrarsi senza maschere e senza fronzoli, né ornamenti. E’ stato come vedere direttamente lo scheletro di ciò che l’autore voleva esprimere senza bisogno di alcun abbellimento. 

L’amore ha un ruolo molto importante non soltanto come valore intrinseco e trascendentale legato alla fede ma anche in relazione al rapporto tra uomo e donna e ai sentimenti che Simon proverà per due donne: Florence e Kaleema. Ho trovato i nomi dei personaggi davvero molto belli e assolutamente inusuali. La stessa narrazione, seppur non presentando grandi spunti di originalità, riesce comunque ad esprimere qualcosa di personale e di convincente.
Questa donna tanto ambita da Simon si chiamava Florence. Aveva uno sguardo ammaliante e una bellezza tipicamente mediterranea, insomma madre natura era stata molto generosa con lei; l’unico neo era rappresentato dal suo carattere. Era insopportabile e ribelle, detestava chi faceva uso di armi e chi indossava armature, molto sveglia e risoluta, aveva le idee molto chiare, soprattutto su chi frequentare. Era l’unica figlia di un vecchio saggio del paese, dove ora dimorava Simon.
Simon. Il cavaliere della fede è un romanzo con un finale a sorpresa, che però non intacca tutto l’andamento della storia, che mantiene la sua credibilità non tanto per il realismo, essendo comunque un fantasy, ma per la certezza e la considerazione che si avverte durante tutta la lettura nei confronti di una concezione dell’esistenza indirizzata verso il recupero dei valori e delle fondamenta della vita stessa. 

Un romanzo che è anche di formazione e che esalta gli aspetti meno lusinghieri della realtà, cercando nell’interiorità e nello spirito di chi affronta le esperienze, la forza ed il coraggio per credere e avere fede, non necessariamente come un concetto religioso ma spirituale.  



INTERVISTA


Salve Claudio, grazie per aver accettato questa intervista e benvenuto! 


Claudio Zito
1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo? 

La scrittura è per me una valvola di sfogo, è un mezzo per esternare le proprie sensazioni, i propri desideri; è lo strumento che meglio esprime noi stessi. E poi, la penna riesce a trasmettere, rispetto alla voce, un’immagine più ponderata e sicura del nostro pensiero. Ho iniziato a scrivere seriamente quando stava per nascere il mio secondogenito; forse in quel periodo, qualcosa è cambiato in me, forse ho cominciato ad avvertire il passare degli anni e di conseguenza, le ulteriori responsabilità e la maggiore consapevolezza di espormi, di raccontare qualcosa a cui tenevo tanto. 

 2 - Cosa rappresenta per lei questo romanzo? Perché lo ha scritto? 

Questo romanzo rappresenta la mia prima produzione seria, un condensarsi di tante situazioni e un insieme di emozioni trattenute con forza nel proprio animo. Proprio questa forma di costrizione mi ha spinto a scrivere, dando sfogo a quella parte di me che aveva taciuto da troppo tempo. 

3 – Simon. Il cavaliere della fede è un romanzo dalle molteplici interpretazioni. Un viaggio reale e metaforico alla ricerca di se stessi e dei valori che sembra non esistano più. Cosa pensa della fede e quanto possa essere importante per il futuro? 

Il concetto di fede è piuttosto ampio e non credo di essere molto capace di spiegarlo al pubblico. Ognuno ha una concezione diversa di tale termine, io lo intendo nel senso più semplice: l’amore e la devozione per Qualcosa al di sopra di tutto. Allo stesso tempo, lo considero nel significato più complesso che si traduce nell’attrazione interiore verso Qualcuno che non vedi, ma che sai che esiste; è un amore incondizionato che ti porta a star male quasi fino a farti soffocare, assomiglia un po’ alla prima cotta di un adolescente. La fede è utilizzata dall’uomo solo per giustificare il proprio fine e molti popoli ancora la ostentano come causa delle loro guerre. Ormai, la fede ha assunto un ruolo marginale nella nostra vita e in questi tempi sempre più corrotti, il dio denaro ha acquisito troppo potere, ma di sicuro, non sarà capace di colmare le lacune che nasceranno sempre più numerose nell’animo umano. 

4 – Qual è il messaggio che i lettori dovrebbero cogliere attraverso il suo romanzo? 

Il messaggio che questo racconto vuole esprimere è di ricordare ai lettori che prima o poi, lasceremo le penne su questo mondo. La nostra esistenza sarebbe meramente banale se fosse vissuta solo per accantonare ricchezze o badare solo ai propri interessi. L’egoismo non crea stimoli, ma li distrugge. Vivere con l’amore e la genuinità nel cuore, potrebbe aiutare tutti a combattere con più forza i problemi della vita, spesso riuscendo a superarli utilizzando una marcia in più: la semplicità. 

5 – A cosa si è ispirato per il personaggio di Simon? 

Come in ogni storia che si rispetti, c’è sempre qualche dettaglio tipico della vita dell’autore. In questa storia, Simon ha molte cose in comune con me ed è ispirato al carattere introverso che mi ritrovo, a particolari interrogativi mai risposti, a “situazioni” mai risolte e ben celate alla vista dei più. Simon è il risultato di due mondi paralleli, talmente amalgamati che si riesce a distinguere l’uno dall’altro. 

6 – Qual è il personaggio che ama di più del suo romanzo e quello che proprio non sopporta? 

Ci sono due personaggi preferiti in questa storia. Il primo è Sigfrid, grande maestro di vita, che coniuga il suo sommo sapere al rispetto e all’amicizia indissolubile, e l’immensa fede in Cristo all’amore spassionato verso l’uomo; in pratica è il mentore che ognuno di noi vorrebbe avere al suo fianco. La seconda preferenza è costituita dalle donne del racconto, sia che si chiami Florence o Kaleema. Entrambe incarnano l’amore e l’innamoramento allo stato puro. Rappresentano la donna forte che brama il suo uomo, gli è fedele e spartisce con lui i momenti belli e quelli difficili, insomma una valida compagna di vita. Il personaggio che odio è quello di Geoffrey. Non ho mai tollerato gli infami, i traditori, quelli che vendono l’anima al diavolo per ricavare un obolo a scapito degli altri. 

7 - Cosa pensa del selfpublishing e della pubblicazione con una Casa Editrice? 

Il selfpublishing è una forma di editoria, forse anche molto valido, ma che a me, non ha dato i risultati sperati. Lo considero come un mezzo per regalare una speranza a chi vuol fare da sé. Il bravo scrittore emergerà comunque, ma spesso, questa forma di editoria si traduce in un’illusione che può compromettere lo stimolo di scrivere ancora, per un esordiente. La più importante forma di pubblicità è sicuramente il passaparola e solo in tal caso il selfpublishing potrà portare fortuna. Preferisco le case editrici tradizionali, anche se, arrivare ad esse è una vera scommessa; hanno comunque la necessità di trovare autori che facciano vendere, però una volta scovata una giovane promessa , la coinvolgono e la aiutano a migliorare se stessa attraverso un gruppo di esperti e la formano dandole un’idea di ciò che realmente può uscire dalla sua penna. 

8 - Di che colore è il suo romanzo e se dovessi associarlo ad un odore, quale sarebbe? 

Il mio romanzo è di un colore ocra, come il colore della terra, quella cosa che tutti calpestano, ma che tutti sorregge. Ha un odore di incenso, acre non appena lo annusi, ma naturale quando ti pervade. 

9 - Quali emozioni prova mentre scrive? 

Le emozioni che la scrittura mi dona sono molteplici. In genere, quando scrivo, mi immedesimo nei protagonisti della storia e quindi riesco a vivere le loro avventure, provare le loro emozioni, le loro angosce al punto che spesso smetto perché mi sento un tantino provato. 

10 – Chi è Claudio Zito nella vita di tutti i giorni? 

Claudio è un comune operaio, attaccato alle proprie origini e che come tanti compie sacrifici per andare avanti. È anche un uomo che ha dei sogni nel cassetto e cerca di raggiungerli con i pochi mezzi a disposizione che possiede. Con occhio vigile nota i cambiamenti dell’uomo e della società e si rende conto che molte volte, per progredire, bisognerebbe fare un passo indietro. 

11 – Perché i lettori dovrebbero leggere Simon. Il cavaliere della fede? 

Bella domanda! Questo romanzo racconta una storia avvincente, per certi versi può apparire banale, ma ha il suo punto di forza. È un libro fantasy, ma anche di narrativa contemporanea, sotto una forma nascosta. Parla di amore, di amicizia, rispetto, tradimento, di storia. Simon il cavaliere della fede rappresenta una fusione fra immaginazione e vissuto, anche se è difficile da credere; non fermatevi alle apparenze, per molti versi è futuristico. 

12 – Le chiedo di lasciarci con una citazione estrapolata dal suo romanzo che vuole leggano i lettori.

Era una notte stellata, illuminata da una luna piena così vicina che sembrava di poterla toccare. Mentre era steso… fu rapito dai suoi pensieri quando udì dei rumori e un intenso profumo già sentito precedentemente. Non fece in tempo a voltarsi che due mani gli coprirono gli occhi e labbra morbide gli sfiorarono la fronte…  Rimasero là, tutta la notte, amandosi ardentemente, mentre il paesaggio intorno faceva da sfondo a quella cornice d’amore ed era l’unico testimone di quella notte di passione.

9 commenti:

  1. Ciao Antonietta :-* questo fantasy mi ispira e anche tanto, per il tema trattato e la copertina molto bella.. Ammiro inoltre chi come l'autore, nonostante i tanti sacrifici che si affrontano ogni giorno, non mette mai da parte i propri sogni e tenta di realizzarli anche con pochi mezzi a disposizione..
    Ottima recensione come sempre e bella intervista ^_^
    Un abbraccio grande :-**

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    1. Ciao cara Maria, sono perfettamente d'accordo con te e hai colto davvero bene il senso della storia e ciò che ha spinto l'autore a scrivere. E' un romanzo che esprime il valore dei sentimenti e dei sogni attraverso la fede e il coraggio.
      Grazie di cuore!<3
      Un abbraccio! :***

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  2. Cara Antonietta, con piacere me accorgo che hai saputo estrapolare da questa storia, esattamente quello che volevo trasmettere al lettore. Spesso non è affatto semplice esternare i propri stati d'animo, i propri sentimenti, e lo facciamo scrivendo un racconto o appuntando un diario segreto. Tu hai tradotto le lacrime dell'autore, nel modo più corretto che potessi fare. Complimenti davvero. Claudio

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    1. Grazie Claudio, sono davvero felice di essere riuscita ad esprimere attraverso le mie parole, il messaggio raccolto nel suo libro e soprattutto tutto ciò che c'è dietro la costruzione della sua storia. Ho cercato di raccontare le impressioni e le emozioni che mi sono giunte e la sincerità e la delicatezza con cui sono state raccontate dall'autore.
      Grazie!

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  3. Ciao Antonietta! La tua recensione, come al solito, è molto bella, ma il libro non mi convince. Purtroppo quello della fede e della religione (intese nella maniera più ampia) sono argomenti che mi piacciono molto e per i quali sono particolarmente schizzinosa, se il libro su esse è incentrato. Questo in particolare, anche a giudicare dagli estratti, non rientra molto nelle mie corde. Ma mai dire mai, comunque!
    Ah, lo sai, parlando d'altro, che mi hai fatto comprare gli eBook della Jomain? Sentiti pure in colpaxD

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    1. Ciao Virginia, viva la sincerità! Ci mancherebbe altro, in fondo le recensioni servono un po' anche a questo, a farsi un'idea su un romanzo e capire se può rientrare nei propri gusti.
      Sono felice che leggerai la Jomain, e spero soprattutto di non dovermi sentire in colpa perchè non ti piacerà ma anzi mi auguro l'esatto contrario! <3
      Non vedo l'ora di leggere cosa ne pensi. *___*
      Un abbraccio!

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    2. Ciao Virginia, hai perfettamente ragione. Non pretendo di parlare di fede e religione da critico, ma cercò solo di descrivere, secondo il mio modesto punto di vista, esperienze di questi due importanti concetti. Non pretendo di esser bravo nel farlo, cerco solo di mostrare ai lettori, che esistono numerose variabili nell' affrontare le problematiche della fede e che spesso è più semplice creare dei racconti per rendere credibili delle storie alquanto reali. Grazie per il tuo parere che reputo sicuramente costruttivo.

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  4. Ciao Antonietta cara ❤️ Scusa la latitanza è stata forzata purtroppo, se non ci fosse il modo di programmare blogger sarei persa con i miei post. Finalmente sono qui e riesco a leggere la tua recensione di martedì che, essendo intrisa di fantasy, non poteva non catturare subito la mia attenzione ❤️ Davvero una lettura interessantissima, ma quanti libri vorrei leggere?! Non mi basterebbero neanche giornate di 48h xD

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    1. Ciao dolce Ely <3 Ti capisco, per fortuna in mezzo agli impegni abbiamo questo spazio dove poter far vivere i nostri sogni attraverso i libri. So che ti piacciono i fantasy e questo potrebbe sicuramente piacerti. :-)
      Eh sì, ci vorrebbe tanto ma tanto tempo.
      Un abbraccio! :***

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