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lunedì 11 aprile 2016

Il canto del sangue di Anthony Ryan Recensione

Buon lunedì cari lettori! Grazie alla Fanucci, che ringrazio per la gentilezza e la disponibilità, ho letto un romanzo meraviglioso! Molto lungo ma ben costruito, un Fantasy davvero incredibile. Sono stata trasportata in un mondo altro senza più avere la voglia di tornare! Di cosa sto parlando? De Il canto del sangue di Anthony Ryan. Per chi ama questo genere è imperdibile!



Titolo: Il canto del sangue
Autore: Anthony Ryan
Editore: Fanucci
Pagine: 761
Genere: Fantasy
Prezzo: 16,00
Uscita: Gennaio 2016

TRAMA


Pochi mesi dopo la morte della madre, l'undicenne Vaelin Al Sorna viene portato da suo padre alla Casa del Sesto Ordine, una confraternita di guerrieri devoti alla Fede, che diventerà la sua nuova famiglia. Sulle prime il ragazzo si sente tradito dal proprio genitore, ma la sua tempra forte lo aiuta ad affrontare l'addestramento severo e le terribili prove a cui tutti i membri dell'Ordine vengono sottoposti. Ma per Vaelin e i suoi fratelli, diventati temibili guerrieri, il futuro ha in serbo molte battaglie in un Regno dilaniato da dissidi e il cui sovrano nutre mire di espansione. E tra segreti e complotti, il giovane dovrà fare i conti con la sua voce interiore, un canto misterioso che lo guida, lo avverte del pericolo, lo rende immune alla fatica, sensibile alle voci della foresta. Il canto è un dono del Buio, può ardere o spegnersi, non proviene da nessuna parte e non può essere insegnato: solo occorre affinarne il controllo, esercitarlo, perfezionarlo. Il canto è Vaelin stesso, il suo bisogno, la sua caccia. E presto gli rivelerà che la verità può tagliare più a fondo di ogni spada.

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Il canto del sangue è un romanzo nato dal selfpublishing e poi pubblicato da una delle più autorevoli case editrici straniere. Una storia paragonata ai più grandi autori del fantasy internazionale che non tralascia elementi sicuramente non originali ma spicca per la strutturazione personale dell’intreccio e per lo stile dell’autore che rendono la lettura un vero e proprio viaggio in un’altra dimensione. 
La mole è più di 700 pagine che però non pesano né infastidiscono il procedere della conoscenza che fin dalle prime pagine ci presenta un mondo tipicamente epico e fantastico nel quale il personaggio principale è l’unica voce tuonante dell’intera trama. Una voce forte e minacciosa, un uomo, Valein chiamato in molti modi e conosciuto in tutto il Regno, rappresentante avvalorato e dignitoso di una storia che è capace di narrare di guerre, di sangue e di battaglie ma anche di una profondità e di una interiorità particolarmente malinconica non solo legata alla magia, ai sortilegi e alle maledizioni ma a qualcosa di più inabissato nell’animo umano e che ha a che vedere con i doni del Buio. 

Le prime pagine scorrono veloci e ci permettono di conoscere la vita di Vaelin che si racconta a Lord Verniers, cronista del Regno che lo accompagna in un viaggio verso un'isola dove lo attende un duello probabilmente mortale con un sfidante eccellente. Valein ha passato gli ultimi cinque anni imprigionato e adesso in cambio della sua libertà deve affrontare questa sfida perché prima di tutto lui è l’Uccisore della Speranza. 
La narrazione si suddivide in cinque parti anche se dal punto di vista del racconto degli eventi, è riscontrabile una prima sezione nella quale si assiste alla formazione di Vaelin e una seconda in cui tutta l’attenzione si concentra sulle infinite battaglie che il protagonista affronta insieme ai suoi compagni. 
L’Ordine ha molti fratelli, tutti diversi, tutti che trovano il proprio sentiero nella Fede. Non illuderti che l’Ordine sia pieno di uomini virtuosi, che passano ogni momento libero a prostrarsi per i defunti. Siamo soldati, ragazzo. La vita di un soldato è dura, breve nel piacere e lunga nel dolore. 
Vaelin, all’età di 11 anni e orfano di madre, viene affidato dal padre, Lo Stratega del Regno, al Sesto Ordine. Da questo momento in poi il bambino crescerà senza particolari affetti, superando prove e mistificazioni, subendo allenamenti e macchinazioni di ogni sorta pur di diventare il più grande guerriero del regno. Le prove sono estremamente difficili, molte addirittura mortali ed egli riesce sempre a superarle dimostrando una propensione innata alla lotta e un notevole senso di giustizia che lo rendono ben presto un vero e proprio leader per i suoi compagni, chiamati fratelli e per tutti coloro che incontrerà durante il suo lungo cammino. 
Vaelin è un personaggio che mi ha conquistato fin dalla prima parole che l’autore gli ha dedicato. E’ esattamente il genere di protagonista che apprezzo e per il quale il libro, ai miei occhi, diventa magico. La sua formazione è ardua e complicata, il suo eccellere sugli altri, il suo istinto, la sua capacità di uccidere nonostante egli non ami farlo, eppure sa che è necessario se vuole essere un guerriero degno del Sesto Ordine e difendere con tutte le armi a disposizione la Fede. Con questa parola non pensate a nulla di religioso perché non ci sono dei o figure da adorare alle quali fare riferimento, bensì il Sesto Ordine si appella al culto dei defunti e degli antenati allo stesso modo in cui gli ordini restanti si occupano a loro volta di guarigione, di spiriti, di apprendimento, di diffusione della fede e del contrasto di qualsiasi forma di eresia.  
Nonostante la voce principale sia quella di un unico personaggio, intorno ad esso si muovono una scia di figure interessanti e delineate magistralmente, a cominciare dai compagni di crescita e di combattimento del protagonista che mettono in evidenza la preparazione dell’autore e la sua naturale predisposizione al racconto. 
Ma la mia gente lo conosceva soltanto con un nome, ed era questo a risuonarmi di continuo nella testa la mattina che lo portarono ai moli: Uccisore di Speranza. Presto morirai e io sarò lì ad assistere. Uccisore di Speranza. 
La parte magica è presente ma in forma soffusa e poco delineata, molto spazio viene dato alla maturazione dell’eroe e in particolar modo a tutto ciò che è costretto ad affrontare. 
Anthony Ryan crea un mondo pieno di pericoli, di rischi e di sfumature tutte da osservare e da prendere con sé. Un velo malinconico abbraccia l’essenza di Vaelin e lo rende un guerriero diverso, umano ma anche segnato da qualcosa fin dal principio. Qualcosa di poco chiaro e di oscuro che lentamente trova conferma anche nella volontà di alcuni esponenti di un segreto Settimo Ordine, di volerlo morto. Tra fughe, attacchi, sangue e scontri, il suo destino si compirà, destino uguale nella lotta come nell’amore.  
La donna più bella che avesse mai visto, inondata di luce lunare. Era uno spettacolo davvero affascinante che desiderò con tutte le sue forze di non rivedere mai più. 
Un destino attraversato da un canto, una melodia, una voce interiore che Vaelin si accorge di sentire dentro di sé e che lo avverte dei pericoli e gli permette di scoprire chi sta mentendo. Un istinto primordiale che conserva nella sua anima e che lo rende un combattente invincibile. Qualcosa che non si può insegnare né ottenere con la magia o inventare, è legato alla parte oscura, al Buio, e non può essere combattuto ma soltanto controllato. E’ come energia naturale, come una fiamma che brucia intrepida ma che può anche spegnersi. Evocativo ed emozionante come l’intero libro, capace di far tremare e di regalare brividi per intensità e coinvolgimento. La sua figura è possente e tratteggiata in modo perfetto, senza alcuna sbavatura.  
Le pagine sembrano ammaliarti, condurti in luoghi nei quali resti imprigionato tale è la voglia di conoscere cosa accadrà.  
Il canto del sangue è un romanzo che sicuramente parte da una base non originale, riferendosi costantemente alle storie e ai personaggi di altrettanti romanzi universalmente riconosciuti eccellenti, ma la sua particolarità consiste nel non farti sentire minimamente l’ipotetica banalità che potresti tranquillamente riscontrare in una situazione simile. 
http://orkawolf.deviantart.com/art/Mystery-270549705

E questo credo dipenda esclusivamente dalla bravura dell’autore di riuscire a mescolare tutto gli elementi e ad incastrarli perfettamente creando un universo simile ma profondamente a sé rispetto a tutto il resto. Come dire… Il fatto che ci siano chiari riferimenti ad autori maestri di questo genere permette al lettore amante di queste storie di avvicinarsi ad un romanzo come questo ma sicuramente è solo il primo passo verso un mondo percepito in modo sostanzialmente differente e unico. 
Anthony Ryan riesce a creare personaggi a tratti commoventi, altri estremi e crudi dove l’inganno, i sotterfugi, le battaglie, le incriminazioni e la morte sono all’ordine del giorno ma vengono vissuti con l’ansia e la suspense necessaria affinché tutto appaia come qualcosa di assolutamente nuovo e per questo altamente godibile. 
Il ritmo imposto è ricco di pathos e di coinvolgimento, intenso e capace di convincerti a non smettere di leggere.  
Un altro elemento che ho apprezzato molto sono stati i nomi, lo stesso Vaelin è qualcosa di fortemente evocativo che si annoda bene ad un intreccio nostalgico e basato su una qualità intrinseca e magica come può essere quella di un canto, di un dono, di un richiamo lontano che ti scorre nelle vene. Il modo di raccontare di Ryan non appesantisce la lettura, non ti annoia perché non si perde in inutili descrizioni pur fornendoti tutti gli elementi necessari affinché, pagina dopo pagina, tu possa avvertire che non ti manchi nulla. 
Qualcosa mi è mancato però, quando sono arrivata all’ultima pagina. Nonostante l’autore sia riuscito a fornire un finale perfettamente adattabile alle vicende raccontate fino a quel momento, la storia di Vaelin non è ancora finita ed è proprio in quel preciso istante in cui me ne sono resa conto, che quella malinconia che avevo avvertito per tutto il romanzo ha trovato una ragione: anche io ho sentito quel canto che da Vaelin è arrivato fino a me, per restarci.

8 commenti:

  1. Molto bella la recensione, mi piacerebbe leggerlo!

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  2. Sono perfettamente d'accordo con te riguardo alla mole delle pagine, se un libro ti cattura scorre che è una meraviglia al contrario di alcuni che non arrivano neanche alle trecento ma che dopo due pagine non vedi l'ora di metterli giù!!
    Io non sono un'amante di questo genere ma se ti ha lasciato così tanto dentro significa che ne è valsa tutta la pena di leggere un libro così lungo... a me basta fare un salto nella memoria per ricordare tanti romanzi altrettanto lunghi che mi hanno lasciato altrettanta bellezza dentro e per citarne uno a caso... The help, di 526 pagine ma che non esiterò a rileggermelo quando potrò perché è sul serio un libro da leggere. :-))))

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    1. La penso esattamente come te, cara Federica, anche io, appena possibile rileggo i libri che mi sono entrati dentro al di là della loro mole. Insomma, se un libro ti prende, non ha poi così importanza quanto sia lungo, anzi forse non dovrebbe finire mai! <3

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  3. Un titolo molto suggestivo anche se non amo il genere :)

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    1. Il titolo esprime perfettamente il senso del romanzo! :-)

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  4. Ciaooo! Come ti dicevo sto leggendo in questi giorni (che prevedo saranno tanti data la mole del libro) questo libro! La tua recensione è davvero bella, per ora sto ancora leggendo di un Vaelin ragazzo che si ritrovare ad affrontare le varie prove dell'Ordine e mi piace molto come personaggio! Ovviamente ti aggiorno quando lo finisco *_*
    Fede

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    1. Ciao Federica! A me è piaciuto tantissimo anche se ancora devo leggere il secondo che mi piacerebbe acquistare in cartaceo. E' una storia davvero bella, sono contenta che stia piacendo anche a te. Leggerò con piacere la tua recensione. Un abbraccio! <3

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