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lunedì 17 marzo 2025

Recensione: IL CORREDO di Patrizia Rinaldi

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Piemme, oggi vi parlo di Il corredo di Patrizia Rinaldi.

Il corredo

di Patrizia Rinaldi
Editore: Piemme
Pagine: 256
GENERE: Romanzo storico
Prezzo: 10,99€ - 18,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Una storia d'altri tempi che incanta come una fiaba. Al palazzo di Capa Guasta il ricco e dispotico marchese Saverio si circonda di giovani vergini per sfuggire a un destino infausto ma una di loro non è chi dice di essere. Il cardo va innaffiato con l'acqua che non si aspetta, per estirparlo meglio se affina le spine. Fine Settecento. Il palazzo di Capa Guasta riflette sull'abisso del mare il suo volto di granito. Alle spalle, una fitta vegetazione tiene lontani ospiti indesiderati. È la dimora del marchese Saverio, capriccioso e ricco nobiluomo che da una vita cerca di fuggire il morbo che ha fatto impazzire quasi tutti i suoi avi. Il suo piccolo feudo è governato da Lauretana, fattucchiera incontrata durante un viaggio. È stata lei a convincerlo che l'unico modo per eludere la malattia fosse isolarsi e unirsi soltanto a vergini: proprio per questo motivo la tenuta è rinomata per la grande accoglienza nei confronti di giovani donne che provengono da altre terre. Altagracia Valiago, bellissima gitana dagli occhi scuri, fugge da un marito violento e arriva con documenti contraffatti alla corte di Saverio, ottenendo l'auspicato asilo. La sua presenza sconvolge un equilibrio precario: il Marchese se ne innamora perdutamente e Lauretana, che vede crollare il suo incontrastato dominio, inizia a dedicarle un odio spietato. Nasce così uno scontro feroce: entrambe le donne arrivano a mettere le mani nei reciproci corredi, bauli colmi di tesori e insospettabili segreti taciuti per anni. Patrizia Rinaldi, maestra della narrativa di genere, scrive un romanzo storico dal fascino fiabesco ambientato in un feudo campano a cavallo di un secolo minore. Una storia che insegna come l'amore sia una forza indomabile, che può scardinare le gerarchie del potere e gettare interi regni nel caos. Lo fa con una lingua unica, partenopea, anticheggiante e magica.

RECENSIONE

Il corredo di Patrizia Rinaldi non è solo un romanzo storico, ma una discesa vertiginosa negli abissi della psiche umana, nei meandri di un potere malsano che si nutre di paura, nell'intricato labirinto delle relazioni umane dove amore e dominio si confondono. 

Ambientato alla fine del Settecento in un feudo isolato sul mare, Il corredo è una storia che parla di sopravvivenza, ossessione e vendetta, muovendosi tra superstizione e razionalità, tra violenza e desiderio. Il romanzo si apre con un'immagine potente: il palazzo di Capa Guasta che "riflette sull’abisso del mare il suo volto di granito". Un luogo quasi fuori dal tempo, circondato da vegetazione inaccessibile e raggiungibile solo via mare, un microcosmo autonomo in cui le leggi non esistono, se non quelle imposte dal Marchese Saverio Contardo de Vedina. 

L'ambientazione è resa con una scrittura sensoriale, quasi barocca nella sua ricchezza di dettagli: "La parte inferiore del Palazzo, consumata dal sale, segnava un confine scuro di mareggiate. L’insenatura dell’approdo finiva in una grotta seminascosta". Qui il mare è molto più di un semplice elemento naturale: è confine, barriera, prigione e al tempo stesso illusione di libertà. 

Il Marchese Saverio è un tiranno delle sue stesse ossessioni, un uomo tormentato dalla paura di ereditare la follia che ha devastato la sua famiglia per generazioni. La sua psiche è intrappolata tra la razionalità scientifica e la superstizione medievale, tra il bisogno di controllo e il terrore dell’ignoto. "Il potere lo aveva educato e gli aveva insegnato l’abbraccio di sale e zucchero già nel latte della prima balia: vincere significava piegare dolce e aspro alla volontà di convenienza". Questa sua visione della vita è evidente nel suo sadico piacere per la caccia: non solo ha popolato la tenuta di animali esotici importati per il suo divertimento, ma "le prede dovevano avere speranza di fuga", quasi a illudersi di un equilibrio tra preda e predatore, tra destino e libero arbitrio. Ma la vera preda è lui stesso. Ossessionato dalla sifilide e dalla "lebbra della testa", rifiuta ogni contatto sessuale con donne non vergini, per timore del contagio. 

Il matrimonio con Costanza di Loya della Torre del Parco di Clenardo, scelto solo per strategia politica, è un paravento che gli permette di celare le sue vere inclinazioni e desideri. Saverio è un uomo che vuole dominare ogni aspetto della sua esistenza, ma la sua paura lo rende debole, schiavo di una paranoia che lo consuma lentamente. 

Se Saverio è il volto ufficiale del potere, Lauretana è la sua ombra, la sua governante e strega personale, colei che ne custodisce i segreti e al tempo stesso lo tiene sotto controllo. Donna di straordinaria intelligenza, Lauretana ha imparato a muoversi nel mondo con l’unico strumento che la società le ha concesso: la paura. "La vecchia era contenta della sua fama di strega. Nessuna indagine per vicinanza col diavolo poteva raggiungerla in quel luogo appartato". La sua manipolazione si basa su un perfetto equilibrio di menzogne, segreti e giochi di potere, e il suo odio per Altagracia, la misteriosa donna che sconvolge il suo dominio, è una delle parti più complesse della storia.

L’ingresso in scena di Altagracia Valiago, la bellissima gitana in fuga da un marito violento, introduce nel romanzo un’energia opposta a quella di Lauretana. Se quest’ultima è strategia e calcolo, Altagracia è istinto, sopravvivenza, resistenza. Il suo corredo, il baule che porta con sé, non è solo un oggetto materiale, ma un simbolo del suo passato, della sua identità e delle verità nascoste che finiranno per sconvolgere l’ordine della tenuta. 

Ma la sua lotta per la libertà non è semplice. 
In un mondo dove le donne sono o vergini da preservare o streghe da bruciare, Altagracia deve imparare a giocare secondo le regole di chi la vuole distruggere. 
Il rapporto con Saverio è ambiguo: attrazione? Strategia? Una forma di vendetta? 
Anche quando sembra soccombere, la sua forza interiore la spinge sempre a resistere. 

Il corredo non è solo un viaggio in un’epoca passata, ma un romanzo che risuona con inquietante attualità. Il tema del potere maschile che si nutre di paura, della condizione femminile intrappolata tra sottomissione e ribellione, e della paura del contagio, fisico e morale, sono temi che ancora oggi dominano la nostra società. Saverio potrebbe essere il simbolo di ogni dittatore che governa con la paranoia, Lauretana rappresenta le dinamiche tossiche di manipolazione e coercizione, mentre Altagracia incarna il coraggio di chi non si arrende. 

L'autrice usa una lingua ricca, suggestiva, che mescola italiano colto, dialetto partenopeo e inflessioni arcaiche. Le descrizioni sono potentissime, quasi pittoriche, e i dialoghi sono pieni di tensione e doppi sensi. 

Il romanzo non si limita a raccontare una storia, ma costruisce un mondo fatto di carne e di paura, di sudore e di rabbia, di sogni e di incubi
Il corredo non offre facili consolazioni ma immerge il lettore in un universo spietato e autentico. Ogni personaggio è un tassello di una lotta eterna tra potere e ribellione, tra paura e libertà. Patrizia Rinaldi ci regala una storia intensa, scritta con una voce potente e inconfondibile, capace di restare nella mente e nel cuore del lettore. Un libro da leggere, studiare e ricordare. Fino in fondo. Fino all’ultimo battito di questa storia che lascia a bocca aperta.

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