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mercoledì 24 aprile 2024

Recensione: MARE FUORI. LE FORME DELL'AMORE di Angela Lombardo

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Solferino, oggi vi parlo di Mare fuori. Le forme dell'amore di Angela Lombardo, il romanzo che s'ispira alla serie televisiva omonima.

mare fuori. le forme dell'amore

di Angela Lombardo
Editore: Solferino
Pagine: 320
GENERE: Fiction
Prezzo: 11,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Il romanzo tratto dalla serie Tv Mare Fuori L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli ospita ragazzi che sbagliano. C’è chi sbaglia senza volerlo, chi sbaglia con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi beccare e non quello di commettere il crimine. Quando si è adolescenti il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri sogni, senza paura o senza mostrare di averla. L’Istituto si affaccia sul mare: il rumore delle onde, le vele delle barche, i gabbiani sospesi nel vento sono spesso l’unico appiglio per le ragazze e i ragazzi detenuti a cui aggrapparsi e sognare una vita migliore, in cerca di quell’amore che non hanno ricevuto o che non sanno ancora donare, al quale ancora faticano a dare nome e forma. Perché le forme dell’amore sono infinite, ma non bisogna mai smettere di cercare quella che ci rende più felici. Questo romanzo racconta le loro storie. Storie che si consumano dentro le mura del carcere ma che sono cominciate fuori, a volte in famiglie crepate più di certe case dei vicoli di Napoli, altre in famiglie eleganti di città lontane dove chi sbaglia è escluso per sempre. Storie uniche e intrecciate, raccontate da voci molto diverse che urlano per disperazione e nella speranza di avere un’altra possibilità dalla vita. Storie che uniscono e dividono, storie di giovani e adulti legati da un destino in cerca di riscatto, perché quando un minorenne finisce in carcere c’è spesso un adulto che non ha saputo ascoltare, che non ha saputo capire, che non ha saputo abbracciare l’anima fragile che gli chiedeva aiuto.

RECENSIONE

Mare fuori. Le forme dell'amore è un libro scritto da Angela Lombardo insieme a chi ha creato la sceneggiatura della serie televisiva, Cristiana Farina. Un libro che ripercorre passo dopo passo la prima e la seconda stagione di Mare Fuori, proponendoci gli stessi personaggi, con un approfondimento emotivo che spesso nella serie non è presente per motivi televisivi.

Il primo personaggio che incontriamo è Filippo. Un giovane del nord che dopo aver provocato, per sbaglio, la morte di un suo caro amico, si ritrova richiuso nel carcere minorile di Napoli. Filippo ama il pianoforte, adora la sua famiglia, sua madre e sua sorella, eppure si sente continuamente messo sotto pressione dalla donna che lo ha messo al mondo, che punta tutto sulla sua carriera al pianoforte. Filippo è ricco, appartiene a una famiglia agiata, senza problemi, è un “chiattillo”, così lo chiamano appena mette piede nel carcere. Tutti gli altri, per la maggior parte napoletani, lo vedono come un intruso, uno che non ha carattere, che ha avuto tutto dalla vita e può spezzarsi con un semplice soffio di vento. Diventa subito la vittima sacrificale del capetto bullo dell’istituto.

Ciro, il secondo protagonista del libro. Questo giovane arrogante, quasi sempre con la sigaretta in bocca, che detta legge tra i compagni e anche un pò tra le guardie che lo temono perchè è figlio del boss, Don Salvatore Ricci. Per chi ha visto la serie ritroverà tutti i personaggi, da Pino a Edoardo, Milos, ma l’entrata più spettacolare è quella di Carmine, figlio della donna, Wanda, che da anni contrasta il controllo e il prestigio del boss Don Salvatore. 

Carmine, però, è diverso. Non vuole immischiarsi negli affari della camorra. Lui ama fare il parrucchiere e per difendere la sua adorata Nina, si è trovato con le mani sporche di sangue. Sì, ha ucciso un ragazzo, ma lo ha fatto per evitare che la sua ragazza venisse violentata dal branco, eppure a nulla servono le giustificazioni. Davanti alla legge è un criminale e come tale viene trattato, allo stesso livello di tutti gli altri. Filippo e Carmine detto “o’ piecuro” diventano i bersagli più accreditati del carcere, quelli che subiscono le angherie più disparate e che cercano di difendersi in tutti i modi, pur mantenendo la loro dignità. 

Oltre all’odio e alla vendetta, c’è anche l’amore tra le mura dell’istituto. Filippo si innamora di Naditza, una zingara mentre Carmine avrà una figlia dalla sua dolce Nina. Altri personaggi popolano la storia, con brevi apparizioni come Cardiotrap, Edoardo, il comandante Massimo, la direttrice Paola, il mitico Beppe. I pensieri dei protagonisti attraversano le pagine e permettono al lettore di entrare nella storia di ciascuno di loro. Storie intrecciate, a volte piene di fiducia, di speranza, di aspettativa, altre volte macchiate di delusione, di marcio, di abbandono. Carmine subirà una grave perdita mentre uno dei protagonisti dell’istituto morirà. 

L’intento è quello di voler rappresentare un mondo che rispecchia quello reale: il confine tra bene e male non esiste, e anche se molti ragazzi si salvano dal crimine, molti altri non li puoi cambiare. Un esempio è la presenza di Viola, un personaggio gotico, quasi fuori dal mondo. Le sue labbra scure, la sua voglia continua di tagliarsi per sentire il dolore fisico che offusca quello emotivo, è il chiaro esempio che nonostante tutti i tuoi sforzi, certe anime hanno un destino segnato, non le puoi salvare. È una consapevolezza con cui tutti, dentro all’istituto, devono fare i conti. 

Lo stesso accade per Ciro. Un ragazzo forte, all’apparenza determinato nella sua affermazione del potere, della sopraffazione, della supremazia. In realtà, quando si troverà a un passo dalla morte, rivelerà un animo debole, impaurito. Nemmeno lui vuole morire e sembra quasi rinnegare tutta la sua vita da criminale. 

Mare fuori è una rappresentazione a volte edulcorata di un ambiente che non esiste. Non esiste l’istituto in cui è ambientata la storia, non esiste che donne e uomini possano condividere gli stessi spazi. Eppure, nonostante queste libertà narrative, resta un’idea di buon livello. Un modo per trasmettere ai giovani la consapevolezza che non sempre il mondo che crediamo pieno di luci e di oro è così semplice o auspicabile. I giovani sono naturalmente attratti dal mondo criminale, perchè tutto gli sembra facile e raggiungibile. Potere facile. Donne facili. Soldi facili. Ma si scordano che c’è anche la morte facile e Mare Fuori lo dimostra in tante occasioni. 

È molto crudele in certe scene; ci sono momenti che diventano come delle spine nel fianco, ma in quel caso, è più vero di tutto il resto. E credo che sia questa la cosa più importante: mai perdere di credibilità. Se questa storia è nata per i giovani e per lanciare un messaggio positivo, è importante che la vera realtà non venga mai persa di vista, altrimenti si rischia di creare un altro mondo fittizio. E di mondi fittizi in cui rifugiarsi per non affrontare la realtà, penso che ce ne siano anche troppi. 

Ci si affeziona con facilità a ogni singola storia perché in fondo sono tutti ragazzi, ognuno con i propri sogni e delusioni. Molti amano le proprie famiglie, lottano per le loro madri, sorelle, fratelli; altri si sentono soli e abbandonati; altri ancora hanno vissuto sulla propria pelle o quella degli altri, violenza fisica e verbale. Qualcuno gli ha messo troppo presto una pistola in mano, oppure troppo tardi gliel’ha tolta. 
Quando ormai tutto era già perduto. 
E molti sono morti. 
Altri moriranno. 
Ma la lezione che sembra volerci lasciare la storia dei ragazzi di Mare fuori è che tutto questo non vada perduto invano.

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