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venerdì 22 aprile 2016

Cabaret Biarritz di Jose Vales Recensione

Buon venerdì! Grazie alla Neri Pozza ho letto Cabaret Biarritz, un romanzo molto particolare dotato di un stile irriverente, divertente ma che riflette molto bene l'epoca in cui i fatti sono ambientati. L'autore, Jose Vales riesce a mescolare realtà storica con la sua personalissima visione degli eventi creando un romanzo che non solo intrattiene ma mette anche a nudo gli aspetti più eclatanti della società francese dell'epoca.



Titolo: Cabaret Biarritz
Autore: Jose Vales
Editore: Neri Pozza
Pagine: 368
Genere: Romanzo
Prezzo: 18,00
Uscita: Marzo 2016

TRAMA


Nella Parigi del 1938, Philippe Fourac è il direttore e proprietario de La Fortune, una casa editrice dai toni popolari che si rivolge principalmente a un pubblico di signore benestanti. Nemico degli autori avanguardistici e dei tomi arcigni «che puzzano di letteratura», Fourac è alla ricerca costante di fatti e argomenti i cui aspetti «più truculenti, sanguinari e morbosi» possano essere trasformati, da una buona penna, in un romanzo di successo. Quando conosce Georges Miet, un giovane scrittore zoppo, quasi cieco e con più pulci dei ratti di Saint-Germain, il direttore capisce immediatamente che quel ragazzo malconcio è disposto a fare qualunque cosa pur di guadagnarsi da vivere con la scrittura. E così nasce il progetto «Cabaret Biarritz». Fourac incarica Miet di scrivere un romanzo «serio ma appetibile» sui drammatici fatti che una decina d’anni prima, precisamente nell’estate del 1925, scossero l’elegante località turistica di Biarritz, nel sud della Francia. Gli articoli di cronaca dell’epoca pubblicati su La Petite Gironde parlavano del corpo di una donna rinvenuto con una caviglia incastrata in un anello d’ormeggio del porto. Un caso rubricato dalla polizia tra i soliti tragici incidenti di «una notte di bagordi in Côte Basque». Arrivato a Biarritz, Miet intervista gli amici e i conoscenti della vittima, dopodiché passa al setaccio le maliziose ballerine del cabaret Les Sirènes, i ricchi vacanzieri di stanza al Casinò Bellevue, e una schiera pressoché infinita di governanti, gioiellieri, lanciatori di coltelli, artisti omosessuali e becchini. Più le dichiarazioni aumentano, tuttavia, più il mistero si infittisce. Quando scopre che i cadaveri di altre due persone erano già stati rinvenuti in circostanze molto simili alla prima vittima, la polizia inizia a pedinarlo e il suo editore gli intima di tornare a Parigi. Solo, impaurito e senza il becco di unquattrinoMiet è convinto che tre delle persone che ha intervistato – il giornalista locale conosciuto come «Vilko», il fotografo Marcel Galet e l’aristocratica e seducente Beatrix Ross – sappiano molto più di quello che gli hanno raccontato. Il problema è inventarsi un modo per convincerli a parlare.

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Cabaret Biarritz è un romanzo che mi ha attratto subito, osservando la copertina e leggendo la trama. E’ una di quelle letture diverse dal solito, capaci di mescolare storia e fatti realmente accaduti con un estro creativo estremamente particolare, voce esemplificativa della magia dell’autore. 
Un romanzo incentrato su una ricerca e su una serie di interviste che fin dalle prime pagine s’impone per quell’aria retro, legata ad un passato neanche tanto lontano nel quale ciò che viene maggiormente messo in evidenza è l’atmosfera divertente, dissacrante, ironica, chiacchiericcia con cui si affrontavano gli eventi e si viveva la vita. 
Siamo nel 1938 a Parigi. Lo scrittore Miet viene assunto dall’editore Fourac al fine di scrivere un romanzo nel quale dovrà raccontare una storia eccezionalmente intricata che risale ad una decina di anni prima e che ha visto come protagonisti diversi personaggi discutibili dalle più alte sfere sociali a quelle più basse, tutti coinvolti in misteriosi omicidi, in particolare quello riguardante il ritrovamento di un cadavere di una donna nel porto. 
Apparentemente, la questione non sembra così difficile da affrontare se non fosse che Miet deve trasferirsi nel luogo in cui questi fatti sono avvenuti, ossia a Biarritz, nel sud della Francia. Il suo arrivo è accompagnato da una volontà di effettuare delle ricerche ed una vera e propria indagine che possa finalmente fornirgli tutte le informazioni di cui ha bisogno. 
Purtroppo però, più il giovane romanziere indaga, più le cose si mettono male. Il suo ficcanasare evidentemente non piace a qualcuno e la polizia comincia a stargli addosso ed egli è costretto a battere la ritirata. 
Al di là di un intreccio costruito sulla base di una serie di interviste portate avanti dallo stesso Miet di cui però non possiamo leggere le domande ma soltanto le varie risposte dei suoi interlocutori, ciò che salta subito all’occhio è lo stile innovativo e plastico dell’autore che riesce a coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine in una storia eclatante e che si sbizzarrisce cogliendo gli aspetti più esecrabili della società di quei tempi.
I giornalisti, i becchini e i vermi sono gli unici a trarre vantaggio dai morti. E all’epoca a me i morti facevano molto comodo, cosa vuole che le dica. Una cosa le posso assicurare: noi giornalisti di mori ce ne intendiamo. 
Un linguaggio immediato, pronto, che s’impone per scioltezza e fluidità ma che allo stesso tempo riesce a riflettere bene l’atmosfera dell’epoca e soprattutto il tempo passato che ti permette di immergerti in quella stessa condizione un po’ retro che si viveva all’epoca. 
Ecco perché un altro elemento di spicco e di interesse favorevole sono i personaggi. Oltre al protagonista che dovrebbe essere Miet e che scompare ogni volta che un personaggio diventa l’emblema dell’intervista che gli è stata dedicata, molteplici sono le voci che si susseguono e s’impongono nella lettura, evidenziando gli aspetti più disparati e preziosi della realtà. 
Conosceremo fotografi, prostitute, aristocratici, camerieri, ballerine ma in particolare saranno tre i personaggi sui quali Miet concentrerà la propria attenzione, convincendosi che ognuno di loro sappia qualcosa di importante riguardante l'omicidio.

Lo stile cambia repentinamente e si adatta al livello culturale e sociale dei personaggi. Anche il loro modo di raccontarsi cambia ovviamente in relazione alla loro personalità e al loro ruolo all’interno della storia. E dunque ci sarà chi racconterà in modo diretto e realistico ciò che sa del mistero oppure chi si concentrerà molto di più su se stesso tralasciando ciò che realmente interessa a Miet, mettendo in evidenza la tendenza del proprio carattere verso l’arroganza ed il narcisismo.  
Più gente incontrerà Miet, più le cose si complicheranno perché invece di chiarire i misteri ed i segreti che avvolgono Biarritz, le interviste produrranno ulteriori dubbi, provocando non pochi rischi per il protagonista. 
Ma del resto questo romanzo è anche una sorta di racconto criminale che usa la parodia e l’ironia per evidenziare le falle della società francese di quegli anni tutta incentrata sui soldi, il divertimento, la cocaina, le baldorie e i festeggiamenti. 
Cabaret Biarritz, dal titolo molto evocativo e dalla copertina che inevitabilmente ricorda quella di un circo che si configura come l’emblema della rappresentazione della profondità e della miseria della realtà attraverso la risata ed il divertimento, è una prova letteraria molto interessante sia dal punto di vista storico che narrativo. Una lettura fuori dal coro che si presenta come una narrazione nella narrazione: dalla testa di Vales a quella di Miet per arrivare alla testa di ciascun intervistato.
Mi domandavo cosa si riproponessero di fare quei due suonati mettendo in giro simili storie, perché non dubito che si celasse uno scopo e meno onesto di quello che ci si potrebbe immaginare, probabilmente in quel desiderio di lanciare accuse ridicole su persone che, alla fine, ormai erano morte. 
Una linea che si annoda su stessa diventando concentrica per poi arrivare ad un finale che non ti aspetti. Gli indizi sparsi per la risoluzione del mistero confluiscono in modo soddisfacente alla fine, quando tutto sembra essersi concluso, rivelando solo allora una piccola sorpresa. 
Il clima è effervescente, a tratti stralunato, un po’ evanescente come se riflettesse l’aria bonaria e sorniona dei personaggi che sembrano vivere tutto ciò che di tragico avviene nel loro mondo con quell’atteggiamento tipico della chiacchiera e della frivolezza, senza profondità e senza compassione. 
Cabaret Biarritz è stata una lettura ricca di elementi, di segreti, di misteri da scoprire capace di non essere noioso nonostante la storicità degli eventi, ma in grado di dire qualcosa di più, e di dirla in modo originale e con passione, vita, coinvolgimento. Il fiore all’occhiello consiste naturalmente nella capacità di scrittura dell’autore che ha reso estremamente personale quella vicenda rendendola allo stesso tempo di tutti perchè è riuscito a trovare il punto di contatto tra il realismo e l’immaginazione. Il realismo di un fatto tragico unito alla disinibizione e alla parodia di una società tutta chiacchiere e divertimento. 


16 commenti:

  1. Non ho mai letto niente di questo autore ma devo ammettere che la trama sembra carina e coinvolgente!

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  2. Non conoscevo affatto questo autore grazie mille

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  3. Ok, è ufficiale, corro in biblioteca a prenotarmi questo libro!

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  4. Autore a me sconosciuto, ma a questo punto credo proprio che lo cercherò...il libro sembra bello e coinvolgente...lo cercherò

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  5. non conoscevo questo autore, molto interessante questo libro
    Alessandra

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  6. grazie per i tuoi consigli sempre utili, passa da me se tiva

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  7. Ciao cara! Io sono un'accanita lettrice di libri e sono felicissima di aver scoperto il tuo blog!
    Mi sono unita ai tuoi iscritti e ti leggerò sicuramente con grande piace <3

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    1. Ciao Maddalena, grazie di essere passata! Mi unisco subito ai tuoi follwer, un blog come il tuo è sempre bello da seguire!

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  8. Non ho mai letto nulla di questo autore, la trama mi ispira

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