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giovedì 27 ottobre 2022

Recensione: A FIOR DI PELLE di Sophie Jackson

Buongiorno! Sto cercando di smaltire la lettura di diversi cartacei acquistati anni fa e mai letti. Oggi è il turno di A fior di pelle di Sophie Jackson, edito Fabbri editori. Una storia amatissima, almeno un tempo, ma che a me non è piaciuta. 

a fior di pelle

di Sophie Jackson
Editore: Fabbri editori
Pagine: 358
GENERE: Contemporary Romance/New Adult
Prezzo: 6,99€ - 13,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2017
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟 

Trama:
Kat ha 24 anni e insegna letteratura inglese in un carcere di New York. Wes Carter è un giovane detenuto, brillante e misterioso, amante dei libri e della musica, ma con una pericolosa tendenza a mettersi troppo spesso nei guai. Quando Carter entra a far parte della classe di Kat, tra loro scatta subito una scintilla: i due iniziano a sfidarsi, e a sfidare un destino che sembra portarli entrambi sull'orlo di un abisso. Nel loro passato si nascondono delle ombre determinate a intrecciarsi in un'attrazione fuori da ogni controllo, oltre qualsiasi razionalità. Ma difendersi dalla passione diventerà ogni giorno più difficile. Una storia d'amore proibita e impossibile da vivere, un romanzo emozionante come una carezza sulla pelle capace di far vibrare il cuore.

RECENSIONE

A fior di pelle è un romanzo un po’ particolare. Una storia tra un’insegnante e un detenuto che mi aspettavo più incisiva. Inoltre, la particolarità risiede nel fatto che è pieno di citazioni letterarie, al limite dell’assurdo, secondo me. 
Vi spiego perchè. 

Kat insegna letteratura inglese nel carcere. Ovviamente le sue lezioni sono ricche di libri e di citazioni, ma ciò che ho trovato decisamente esagerato è stato lui, il protagonista maschile, Wes, che conosce gran parte delle citazioni di Kat, e anzi, sembra conoscere molto di più dell’universo letterario. 
Non lo so, è possibile creare un personaggio che è finito in carcere, ma possiede buone conoscenze a livello culturale, ma a me è sembrato troppo assurdo, come se fosse forzato. Ecco, il modo in cui l’autrice ha creato questo personaggio non ha saputo fornirmi la credibilità necessaria affinché io lo apprezzassi. 
C’è da dire che questa storia pubblicata diversi anni fa, è nata su Wattpad e come fanfiction di Twilight. Quindi, credo di non dover aggiungere altro. 

Wes è un ragazzo bello, intraprendente, un pizzico arrogante e ribelle, perchè cerca continuamente di farsi mettere in punizione, come un bambino che vuole sfidare l’autorità. Poco spessore caratteriale nel suo personaggio, e poca profondità psicologica. 
E quel maledetto instant love che io odio come se non ci fosse un domani. 
Ebbene sì, dovete sapere che io non sopporto quando i protagonisti, dopo un minuto che si sono guardati, s’innamorano l’uno dell’altro perdutamente. È un po’ quello che accade in questo romanzo. Fin dal loro primo incontro, Kat e Wes provano una forte attrazione l’uno per l’altra. 
A dire la verità il modo in cui i due si relazionano, mi ha infastidito. Perché non c’è stato trasporto o coinvolgimento da parte mia. 

Un dettaglio, però, va considerato. 
Wes conosce già Kat! 
Infatti, sappiamo che Kat, in passato, ha vissuto una tragedia. Ha visto morire suo padre in una specie di attentato, e un ragazzo sconosciuto, di cui lei non ha mai visto il volto, l’ha salvata. 
Non sa chi sia. E non lo ha mai saputo. 

A un certo punto, però, scopriamo che quel ragazzo è proprio Wes! 
Che diamine di coincidenza, non vi pare? 
Cioè, questi due s’incontrano da piccoli. Lui la salva. Lei lo considera un angelo. Non lo vede in faccia e non sa chi diavolo sia. 
Ok, passano gli anni, molti anni, e guarda caso, considerando quanto grande è il mondo, Kat finisce per insegnare proprio nel carcere dove è detenuto Wes, il suo salvatore. 
Lui la riconosce. Ovvio! 
Lei non ha la più pallida idea di chi lui sia, però le piace. Altro che se le piace. 

La storia va avanti, basata principalmente sugli incontri in carcere di questi due, sulle loro discussioni pseudo letterarie, e poi nulla. 
Niente di che. 
A un certo punto, Wes esce, a patto che continui a seguire le lezioni di Kat anche fuori dal carcere. 
E vi pare che lui non le segue?! 
Che fortuna, oserei dire! 
Anche perché non solo segue le lezioni, ma segue anche Kat fin dentro il suo letto, più e più volte. 
E questo è tutto. 

C’è una frase che mi ha fatto saltare sulla sedia. – Certo, quando era arrabbiato era di una bellezza sorprendente: la sua pelle sembrava brillare. 
La pelle che brilla? Insomma, un omaggio rivisitato a Edward Cullen, la cui caratteristica, come tutti sappiamo, è la pelle che brilla sotto al sole, al contrario di qualsiasi vampiro che si rispetti - che sotto al sole ci muore! 

Un altro dettaglio che mi ha infastidito è che da quando Kat lo vede per la prima volta, non si fa altro che parlare di quanto questo tizio sia bello e sexy. Una noia mortale, ogni due secondi di due. 
Poi, ovviamente, dopo soli due giorni, in cui si sono scambiati circa dieci parole, e non lo dico io, ma lo dice Kat nel libro, la nostra protagonista già sa per certo che Wes è DIVERSO da tutti gli altri. 
Oh, my, God, vi ricordo che stiamo parlando sempre di un detenuto. Uno che ha avuto a che fare con la droga e la criminalità. 
Ma lui è DIVERSO, obviously. 

Anche lui non è da meno. Prima di riconoscerla come la ragazza che ha salvato anni prima, dopo averla vista SOLO una volta, pensa che lei gli sia entrata sotto pelle. 
Ah, così, subito. 
Ciò che invece mi ha fatto ridere è l’accoppiata che l’autrice ha voluto creare tra sesso e libri. 
Il nostro caro Wes è un mostro in letteratura, perchè sa spiegare, per filo e per segno, i significati delle metafore contenute nei testi, ancor meglio di Kat, che, sorry, è addirittura insegnante di letteratura. E non solo. È un gigante nel sesso, sia quello parlato, che quello… realizzato! 
Ok, la smetto. 

Credo di avervi dato parecchi elementi su cui riflettere. Non è un romanzo che ha suspense. Ma proprio per niente. Si assiste alla storia dei due protagonisti, con uno svolgimento piuttosto banale, che non regala nessun tipo di fremito o di scossone. 
Insomma, fin dalla prima pagina, sai come andrà a finire. 
Leggerlo o non leggerlo, credetemi, è la stessa cosa.

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