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venerdì 5 settembre 2025

Recensione: LE REGOLE INFRANTE di Silva Gentilini

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Piemme, oggi vi parlo di Le regole infrante di Silva Gentilini.

le regole infrante

di Silva Gentilini
Editore: Piemme
Pagine: 224
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 9,99€ - 15,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Dopo l'incidente, qualcosa in Vinni si rompe. Sua madre non c'è più. La testa sbanda, gratta, si inceppa, i farmaci tengono tutto in piedi, ma sono troppi. Vorrebbe tornare alla vita di prima, alla leggerezza dell'adolescenza. Ma per farlo deve passare da Villa delle Rose. È una clinica candida affacciata sul verde, promette lusso, efficienza e pace. Eppure qualcosa non torna. I pazienti sembrano in pausa. Fragili, sospesi, interrotti. Ciascuno è lì per un motivo differente e l'identico scopo: superare una dipendenza. Farmaci, alcol, sesso, gioco, cibo, non importa. Vinni si avvicina a Bianca, una donna elegante e spezzata che lotta contro l'anoressia e contro sé stessa. Bianca è innamorata di Toni, un residente della casa di cura. È una relazione che, per quanto complicata, li tiene in piedi, e nutre anche il rapporto tra le due donne. Finché non accade un evento che rompe i delicati equilibri della clinica. Un evento che nessuno riesce - o vuole - spiegare. A indagare arriva una commissaria che non si lascia distrarre dalle stranezze dei sospettati, né intimidire dall'ambiguo proprietario della struttura. Villa delle Rose trema. E poi qualcosa si muove. Lasciando al lettore uno spiraglio di redenzione in un romanzo corale, crudo, che gioca con l'inquietudine, la fragilità e il peso dei segreti.

RECENSIONE

Le regole infrante di Silva Gentilini è un thriller psicologico la cui storia può sembrare uguale a tante altre, inutile nascondersi dietro a un dito; i thriller sono particolari, a volte persino ripetitivi e se non si sa giostrare le trame ma soprattutto i personaggi, si rischia di proporre vicende di cui ne abbiamo le tasche piene. Ma questo non è un thriller classico, è un sottogenere psicologico che trova la sua forza immediata proprio in una magistrale descrizione dei personaggi. 

Lo dico subito: mi sono affezionata a ognuno di loro, ed è stato come conoscerli dal vivo, beh, lasciatemi usare questa parola, "dal vivo" in un mondo in cui la virtualità e i social sono talmente preponderanti che i libri, a volte, sono molto più reali di chiunque essere in carne e ossa che si trovi dall'altra parte. 

Il personaggio più riuscito è quello di Bianca, una donna la cui sofferenza va respirata sulla pelle; una donna magrissima, anoressica, di un'età molto matura, con questi capelli rossi spioventi e questi occhi ancora troppo accesi che vaga tra i corridoi della clinica Villa delle Rose in cerca di una salvezza che probabilmente non vuole, ma a cui è costretta a sottostare dopo un'infanzia infelice sotto un matriarcato potente e destabilizzante e un matrimonio da giovane con un uomo molto più grande di lei attratto solo dalle ragazzine e che quando lei rimane incinta, la considera ormai "donna" e dunque merce da buttare. Una vita, quella di Bianca, che riconosci passo dopo passo e che scopri attraverso i suoi ricordi e le sedute con lo psichiatra, un uomo pieno di umanità che crede davvero che i suoi pazienti possano salvarsi. 

In quel luogo, calmo, sereno, tranquillo, ci vanno le persone che soffrono di dipendenze, alcol, sesso, droga, gioco; qualsiasi sia la dipendenza, lì, tra quelle quattro mura puoi tentare di guarire perché ci sono persone che ci provano davvero a farti fare il percorso di cui hai bisogno e a renderti indipendente dalla parte debole (infida) di te stesso. Bianca è una donna che mi ha colpito molto, è dotata di una forza straordinaria; le sue scelte possono spesso apparire incredibili, la sua stessa malattia, l'anoressia, la porta a distruggersi senza un reale motivo, ma nonostante ciò, riesci ad amarla e a comprenderla per il suo coraggio, la sua determinazione e quella resilienza che la rende un faro in mezzo alla notte

Vinni, al contrario, sembra persa. Dopo la morte della madre in un incidente in cui lei si è salvata, si è abbandonata ai farmaci e alle droghe per sopravvivere; il padre spera che alla villa possa ritrovare se stessa. Tra le due donne nasce un'amicizia profonda che ci invita a riflettere sul potere e la forza delle donne e sulle crepe dell'essere umano che lotta continuamente contro se stesso e gli altri. Le regole infrante è un romanzo pieno di fascino, con una scrittura a tratti cruda ma piena di poetica speranza nella vita. Ammette senza nemmeno tante sottigliezze che la vita può anche distruggerci ma allo stesso tempo è capace di darci gli strumenti per rialzarci tutte le volte in cui cadiamo. 

E l'amore? L'amore è un sentimento tanto forte quanto inaspettato. Bianca, pronta a morire e a lasciarsi andare, trova l'amore proprio in questo luogo di persone spezzate e si convince che non perché si è rotti allora abbiamo perso il nostro valore. Anche le persone spezzate, distrutte, ammaccate hanno diritto alla vita; e soprattutto possono salvarsi se lo vogliono davvero. 
Un giorno alla volta, le dice il dottore. Ed è vero. Il passato non possiamo controllarlo, ormai è andato. Il futuro è fuori dalla nostra portata perché non lo conosciamo. L'unica cosa su cui abbiamo potere è questo momento. 
Questo momento è SOLO nostro. 
È questa la consapevolezza a cui sia Bianca che Vinni giungono ognuna con un percorso difficile alle spalle, con la voglia di sparire e con la rinnovata certezza che si può superare tutto, o quasi, ma bisogna provarci. Del resto siamo progettati per affrontare qualsiasi cosa, ed entrambe le donne trovano nell'amore quel desiderio di continuare a vivere per sfamarsi di un sentimento che è l'unica ragione per cui il nostro cuore batte per davvero. 

Villa delle Rose non è solo una clinica di lusso, è una prigione dorata, un limbo candido e rassicurante dove le persone sono "in pausa", sospese tra un passato che le ha distrutte e un futuro che non sanno come affrontare. L'autrice crea un'atmosfera quasi tangibile: si percepisce l'odore di pulito forzato e Amuchina, il silenzio carico di urla non dette, il fruscio dei passi di chi si trascina nei corridoi, ognuno perso nella propria battaglia. La villa è un microcosmo perfetto della sofferenza umana, un luogo dove la normalità è solo una facciata e ogni crepa nell'intonaco sembra nascondere un segreto. 

Questo romanzo è un thriller, è vero, ma per me è stato come un lungo viaggio umano, di profonda conoscenza delle debolezze e delle storture della vita. Un viaggio che mi ha permesso di capire che nessuno è mai finito per davvero e che solo se sei tu a deciderlo, puoi fallire. Uno straordinario affresco di umanità con personaggi che sembrano fatti di carne e ossa, di alito e sudore. Ci sono scrittori a cui basta davvero poco per far vivere un personaggio, basta una parola scritta nei modi e nei tempi giusti per aprire universi che si caricano di passioni, di emozioni e di sentimenti più reali di uno sguardo in uno specchio. 

Ogni personaggio è il riflesso di un pezzo di noi. Non siamo qui per giudicarli, né per criticarli, è impossibile farlo, perché l'autrice non ce lo permette, loro stessi si appropriano dei nostri cuori e li rendono malleabili come creta nelle loro mani. Letture come questa ti fanno sentire più umano — sì, forse oggi è un'illusione, ma per chi è ancora capace di "sentire" la vita e le sue grida di dolore, è un modo per sapere di essere meno soli.

Non leggetelo per la storia. Ma per i personaggi che fanno di questa storia: LA STORIA.

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