Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Piemme, oggi vi parlo di Le regole infrante di Silva Gentilini.
le regole infrante di Silva Gentilini Editore: Piemme Pagine: 224 GENERE: Thriller psicologico Prezzo: 9,99€ - 15,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Dopo l'incidente, qualcosa in Vinni si rompe. Sua madre non c'è più. La testa sbanda, gratta, si inceppa, i farmaci tengono tutto in piedi, ma sono troppi. Vorrebbe tornare alla vita di prima, alla leggerezza dell'adolescenza. Ma per farlo deve passare da Villa delle Rose. È una clinica candida affacciata sul verde, promette lusso, efficienza e pace. Eppure qualcosa non torna. I pazienti sembrano in pausa. Fragili, sospesi, interrotti. Ciascuno è lì per un motivo differente e l'identico scopo: superare una dipendenza. Farmaci, alcol, sesso, gioco, cibo, non importa. Vinni si avvicina a Bianca, una donna elegante e spezzata che lotta contro l'anoressia e contro sé stessa. Bianca è innamorata di Toni, un residente della casa di cura. È una relazione che, per quanto complicata, li tiene in piedi, e nutre anche il rapporto tra le due donne. Finché non accade un evento che rompe i delicati equilibri della clinica. Un evento che nessuno riesce - o vuole - spiegare. A indagare arriva una commissaria che non si lascia distrarre dalle stranezze dei sospettati, né intimidire dall'ambiguo proprietario della struttura. Villa delle Rose trema. E poi qualcosa si muove. Lasciando al lettore uno spiraglio di redenzione in un romanzo corale, crudo, che gioca con l'inquietudine, la fragilità e il peso dei segreti.
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RECENSIONE
Le regole infrante di Silva Gentilini è un thriller psicologico la cui storia può sembrare uguale a tante altre, inutile nascondersi dietro a un dito; i thriller sono particolari, a volte persino ripetitivi e se non si sa giostrare le trame ma soprattutto i personaggi, si rischia di proporre vicende di cui ne abbiamo le tasche piene. Ma questo non è un thriller classico, è un sottogenere psicologico che trova la sua forza immediata proprio in una magistrale descrizione dei personaggi.
Lo dico subito: mi sono affezionata a ognuno di loro, ed è stato come conoscerli dal vivo, beh, lasciatemi usare questa parola, "dal vivo" in un mondo in cui la virtualità e i social sono talmente preponderanti che i libri, a volte, sono molto più reali di chiunque essere in carne e ossa che si trovi dall'altra parte.
Il personaggio più riuscito è quello di Bianca, una donna la cui sofferenza va respirata sulla pelle; una donna magrissima, anoressica, di un'età molto matura, con questi capelli rossi spioventi e questi occhi ancora troppo accesi che vaga tra i corridoi della clinica Villa delle Rose in cerca di una salvezza che probabilmente non vuole, ma a cui è costretta a sottostare dopo un'infanzia infelice sotto un matriarcato potente e destabilizzante e un matrimonio da giovane con un uomo molto più grande di lei attratto solo dalle ragazzine e che quando lei rimane incinta, la considera ormai "donna" e dunque merce da buttare.
Una vita, quella di Bianca, che riconosci passo dopo passo e che scopri attraverso i suoi ricordi e le sedute con lo psichiatra, un uomo pieno di umanità che crede davvero che i suoi pazienti possano salvarsi.
In quel luogo, calmo, sereno, tranquillo, ci vanno le persone che soffrono di dipendenze, alcol, sesso, droga, gioco; qualsiasi sia la dipendenza, lì, tra quelle quattro mura puoi tentare di guarire perché ci sono persone che ci provano davvero a farti fare il percorso di cui hai bisogno e a renderti indipendente dalla parte debole (infida) di te stesso.
Bianca è una donna che mi ha colpito molto, è dotata di una forza straordinaria; le sue scelte possono spesso apparire incredibili, la sua stessa malattia, l'anoressia, la porta a distruggersi senza un reale motivo, ma nonostante ciò, riesci ad amarla e a comprenderla per il suo coraggio, la sua determinazione e quella resilienza che la rende un faro in mezzo alla notte.
Vinni, al contrario, sembra persa. Dopo la morte della madre in un incidente in cui lei si è salvata, si è abbandonata ai farmaci e alle droghe per sopravvivere; il padre spera che alla villa possa ritrovare se stessa. Tra le due donne nasce un'amicizia profonda che ci invita a riflettere sul potere e la forza delle donne e sulle crepe dell'essere umano che lotta continuamente contro se stesso e gli altri.
Le regole infrante è un romanzo pieno di fascino, con una scrittura a tratti cruda ma piena di poetica speranza nella vita. Ammette senza nemmeno tante sottigliezze che la vita può anche distruggerci ma allo stesso tempo è capace di darci gli strumenti per rialzarci tutte le volte in cui cadiamo.
E l'amore? L'amore è un sentimento tanto forte quanto inaspettato. Bianca, pronta a morire e a lasciarsi andare, trova l'amore proprio in questo luogo di persone spezzate e si convince che non perché si è rotti allora abbiamo perso il nostro valore.
Anche le persone spezzate, distrutte, ammaccate hanno diritto alla vita; e soprattutto possono salvarsi se lo vogliono davvero.
Un giorno alla volta, le dice il dottore. Ed è vero. Il passato non possiamo controllarlo, ormai è andato. Il futuro è fuori dalla nostra portata perché non lo conosciamo. L'unica cosa su cui abbiamo potere è questo momento.
Questo momento è SOLO nostro.
È questa la consapevolezza a cui sia Bianca che Vinni giungono ognuna con un percorso difficile alle spalle, con la voglia di sparire e con la rinnovata certezza che si può superare tutto, o quasi, ma bisogna provarci. Del resto siamo progettati per affrontare qualsiasi cosa, ed entrambe le donne trovano nell'amore quel desiderio di continuare a vivere per sfamarsi di un sentimento che è l'unica ragione per cui il nostro cuore batte per davvero.
Villa delle Rose non è solo una clinica di lusso, è una prigione dorata, un limbo candido e rassicurante dove le persone sono "in pausa", sospese tra un passato che le ha distrutte e un futuro che non sanno come affrontare. L'autrice crea un'atmosfera quasi tangibile: si percepisce l'odore di pulito forzato e Amuchina, il silenzio carico di urla non dette, il fruscio dei passi di chi si trascina nei corridoi, ognuno perso nella propria battaglia. La villa è un microcosmo perfetto della sofferenza umana, un luogo dove la normalità è solo una facciata e ogni crepa nell'intonaco sembra nascondere un segreto.
Questo romanzo è un thriller, è vero, ma per me è stato come un lungo viaggio umano, di profonda conoscenza delle debolezze e delle storture della vita. Un viaggio che mi ha permesso di capire che nessuno è mai finito per davvero e che solo se sei tu a deciderlo, puoi fallire.
Uno straordinario affresco di umanità con personaggi che sembrano fatti di carne e ossa, di alito e sudore. Ci sono scrittori a cui basta davvero poco per far vivere un personaggio, basta una parola scritta nei modi e nei tempi giusti per aprire universi che si caricano di passioni, di emozioni e di sentimenti più reali di uno sguardo in uno specchio.
Ogni personaggio è il riflesso di un pezzo di noi. Non siamo qui per giudicarli, né per criticarli, è impossibile farlo, perché l'autrice non ce lo permette, loro stessi si appropriano dei nostri cuori e li rendono malleabili come creta nelle loro mani.
Letture come questa ti fanno sentire più umano — sì, forse oggi è un'illusione, ma per chi è ancora capace di "sentire" la vita e le sue grida di dolore, è un modo per sapere di essere meno soli.
Non leggetelo per la storia. Ma per i personaggi che fanno di questa storia: LA STORIA.
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