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martedì 5 novembre 2024

Recensione: NELLA CASA DEL LEONE di Ito Ogawa

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice NeriPozza, oggi vi parlo di Nella casa del leone di Ito Ogawa.

nella casa del leone

di Ito Ogawa
Editore: NeriPozza
Pagine: 224
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Shizuku ha un solo desiderio: riposare contemplando il mare. Sprofondare in un sonno dolce e tranquillo, senza le braccia affollate di aghi e tubicini, i fedeli compagni delle sue giornate. Se la sua malattia ha un esito certo, il finale che Shizuku ha scelto di scriversi è il suo piccolo spazio di libertà. Per questo ora un traghetto la sta conducendo lontana dalla città, alla Casa del Leone. L’isoletta che ospita la residenza ricorda una meringa, vaporosa e sottile: il luogo ideale dove riempire gli occhi di bellezza e di energia lo spirito. Un porto sicuro in cui i clamori terreni non esistono e c’è posto solo per i sentimenti più genuini dei suoi abitanti, a cominciare da Madonna, la signora pacata e gentile che gestisce la Casa. Lì Shizuku spera di vivere nel modo più autentico il tempo che le è concesso. Non immagina quante sorprese la Casa abbia in serbo per lei: un amore meraviglioso, la scoperta dell’amicizia vera, la magia dei piccoli rituali. Come quello della domenica pomeriggio, quando a turno ognuno condivide con gli altri il piatto preferito dell’infanzia. Una madeleine dolceamara che innesca ondate di nostalgia e voglia di vivere, che gli ospiti assaporano insieme aggrappandosi al gusto dei dolcetti di tofu e arachidi, dei botamochi, della torta di mele. Con la sua scrittura delicata e inconfondibile, Ogawa ci conduce in un racconto poetico e profondo, e spalanca per noi una via verso la semplice gratitudine di esistere.

RECENSIONE

Shizuku Umino è la protagonista di Nella casa del leone di Ito Ogawa. È una donna giovane e malata terminale che si trasferisce nella Casa del Leone, un luogo appartato dove i malati possono trascorrere i loro ultimi giorni in serenità, circondati dalla bellezza della natura e da un ambiente caloroso e rispettoso. 

La protagonista si rivela fin da subito una figura complessa, la cui introspezione si intreccia con i ricordi del passato, il desiderio di trovare un senso alla propria esistenza e l'inevitabilità della fine. Entra nella Casa del Leone con una percezione di solitudine e vulnerabilità che si scontra con l’accoglienza calda e premurosa del personale e degli altri ospiti. Questo contrasto iniziale crea uno spazio narrativo in cui la guarigione emotiva diventa un processo tanto importante quanto l’accettazione della fine imminente. Madonna non è solo la direttrice della struttura, ma una guida spirituale che comprende e anticipa i bisogni degli ospiti con una saggezza materna e un rispetto profondo per la loro dignità. 

Il dialogo tra Shizuku e Madonna sulla “porta della vita e della morte” è un momento significativo che rappresenta il primo passo della protagonista verso l’accettazione della propria condizione. Questa conversazione offre una chiave di lettura che abbraccia il concetto ciclico di vita e morte, un tema caro alla filosofia orientale e interpretato qui con una sensibilità universale. Il passaggio in cui Madonna afferma: “La vita e la morte, in un certo senso, sono le due facce della stessa medaglia. L’unica differenza è il lato dal quale si apre la porta”, fornisce al lettore una prospettiva che sfida la paura della fine, incoraggiando a vedere la morte non come una chiusura ma come un nuovo inizio. 

Poi c’è la cagnolina Rokka. Questo piccolo animale, che ha perso la sua padrona ed è ora accudito collettivamente dagli ospiti e dal personale, diventa un simbolo di affetto incondizionato e di connessione. L’arrivo inaspettato di Rokka nella stanza di Shizuku segna l’inizio di un legame che le offre una nuova forma di conforto e amore, riportandola a un desiderio infantile mai soddisfatto di avere un cane. 

La scena in cui Shizuku sussurra il nome della cagnetta, senza ricevere risposta perché Rokka è profondamente addormentata tra i suoi peluche, esprime la profondità del desiderio umano di intimità e di compagnia anche nei momenti di solitudine profonda. Questo momento mostra come, persino in una condizione di nuda fragilità, esista un impulso verso il calore degli affetti e il bisogno di condividere il proprio spazio emotivo. 

Queste relazioni fungono da specchio attraverso il quale Shizuku riesce a rivedere se stessa e a lasciarsi alle spalle il ruolo della “brava ragazza” che si sacrifica per gli altri. La Casa del Leone diventa quindi un teatro intimo di confessioni, silenzi e piccoli gesti che risvegliano il senso di umanità e il diritto all’autenticità. I dialoghi con le sorelle Kano, che si prendono cura della cucina, aggiungono un tocco di umorismo e di tenerezza alla narrazione. Le due donne, apparentemente burbere, incarnano la forza che deriva dalla collaborazione e dalla comunità. La loro presenza, così vivida e concreta, contrasta con la fragilità di Shizuku, ma al tempo stesso le offre un esempio di resistenza serena e di accettazione della propria mortalità. 

Un ulteriore elemento che arricchisce la storia è la riflessione sulla morale e sul significato della vita che Shizuku fa mentre osserva il mare. In una delle scene più poetiche, la protagonista contempla la distesa d’acqua e riflette su quanto spesso le persone vivano cercando di assecondare gli altri, sacrificando i propri desideri. Questa consapevolezza è il punto di svolta per Shizuku: “Amare ciò che si ama. Detestare ciò che si detesta”, pensa, accogliendo finalmente l’idea di poter essere egoista per la prima volta nella sua vita. Questo pensiero rappresenta una liberazione dalle catene invisibili che l’hanno imprigionata per anni e segna l’inizio di una nuova fase, anche se breve, in cui Shizuku accetta di vivere per se stessa, senza paura e senza maschere. 

Il romanzo invita i lettori a riflettere su come le strutture sociali e le aspettative influenzino la nostra percezione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. La storia, pur toccando il tema della morte, non è mai oppressiva; al contrario, offre un messaggio di speranza e resilienza. La morale finale si traduce in un invito alla libertà interiore: la vita è un insieme di scelte e compromessi, ma l'autenticità è l'unica strada per vivere appieno, anche nei momenti più bui. 

Nella casa del leone non è solo un viaggio verso la fine della vita, ma un viaggio verso la scoperta di sé, attraverso la connessione con gli altri, il rispetto delle proprie emozioni e la ricerca di una serenità profonda. La storia di Shizuku e dei personaggi che la circondano diventa un monito a considerare la vita in tutta la sua complessità e ad accettare la bellezza dell’essere solo di passaggio su questa terra, ma le nostre impronte possono restare per sempre.

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